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Irene, la collega (Ep.3 – La pausa estiva)

By 26 Settembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Irene, la collega (Ep. 3 – La pausa estiva)

 

Vi ringrazio per i vostri fantastici messaggi e sull’onda dell’entusiasmo proseguo con il racconto di me e Irene. Per qualsiasi consiglio o parere, ve lo ricordo, scrivetemi all’indirizzo raccontami_lu@yahoo.com

 

Finalmente la pausa estiva era arrivata!

Avevo prenotato mesi addietro le mie due settimane con amici in Toscana e l’entusiasmo di partire e tirare un sospiro di sollievo faceva il paio con una sensazione di tristezza e desolazione profonda. Avrei dovuto salutare Irene per due settimane e mettere in pausa tutto ciò che fino a quel momento era successo.

Temevo che al mio e il suo ritorno tutto sarebbe tornato come prima e che di tutto ciò che era successo nei giorni precedenti sarebbe rimasto solamente un pugno di ricordi. Cercai con tutto me stesso di lasciare da parte questi pensieri e di dedicarmi egoisticamente alla mia pausa dal lavoro e dai problemi che fino a quel momento mi stavano attanagliando.

Partimmo alle 6 del mattino per cercare di evitare il traffico delle ore di punta, sebbene ben presto ci trovammo imbottigliati in una delle infinite code autostradali. Il caldo faceva vibrare l’aria sopra al cofano e l’aria condizionata sembra a stento rinfrescare l’abitacolo, figurarsi la mia fronte.. In macchina con me c’erano i miei tre amici con i quali avrei condiviso le due settimane successive. Cercai di scacciare dalla testa il pensiero ricorrente di Irene prendendo parte alle conversazioni e ai testi delle canzoni in sottofondo cantate da tutti.

Arrivammo nella casa che avevamo affittato con 2 ore di ritardo rispetto a quanto concordato, scordandoci per altro di avvertire il proprietario del nostro ritardo. Ci prendemmo il tempo necessario per sistemare ognuno i propri bagagli e ci demmo una sciacquata prima di cambiarci ed andare in spiaggia per goderci le prime ore di sole dell’anno.

 

Ricordo che una volta arrivati in spiaggia io lasciai tutto dove i ragazzi avevano deciso di stabilirsi e presi a correre verso l’acqua. E’ il mio classico rito di inizio estate, appena vedo il mare mi ci devo tuffare il più velocemente possibile, facendo quanto più casino possibile perché… boh, perché in fondo è bello così!

Mi feci una nuotata per svagare e rinfrescarmi il corpo, facendo qualche bracciata fino ad arrivare un po’ a largo, laddove i bagnanti solitamente non si spingono. Era proprio quello il posto dove mi piaceva fare il morto ed osservare il cielo e le nubi, a largo, perso nel blu del mare senza gente vicino che potesse infastidirmi.

Ero lì, sdraiato sul filo dell’acqua a riflettere, a pensare a come cavolo fosse possibile che io e Irene fossimo arrivati a quel punto, partendo dal nulla, anzi da meno del nulla. Ricordo che prima che tutto questo avesse inizio, per me Irene era una persona normalissima, una collega con la quale parlare solamente di lavoro, una persona quasi fredda e distaccata.. eppure bastò il suo via per scatenare un mondo di emozioni e sensazioni uniche. Chissà se una volta tornati da queste vacanze torneremo come i vecchi colleghi che eravamo, o se vorrà portare avanti questa nostra “cosa”..

 

Mi resi conto poco dopo che a pensare e riflettere su Irene mi era venuto duro ed usciva svettando dal filo dell’acqua sulla quale stavo cercando di galleggiare per rilassarmi totalmente.. Dovetti contrarmi e tornare con il corpo sott’acqua per evitare che qualcuno se ne rendesse conto, altrimenti sai che bella figura..? 
Vedere le dita delle mani iniziare a raggrinzirsi era il segnale che mi aveva fatto appena capire di essere arrivato al momento di uscire dall’acqua, così mi avviai con qualche bracciata per ritornare indietro, cercando di minimizzare la resistenza della “nuova pinna” nel rientrare al proprio posto.

 

Mi misi al sole godendomi i raggi del sole che velocemente facevano asciugare la pelle e il costume. Dopo una ventina di minuti, quando potevo dire di essere quasi asciutto, presi il telefono per scorrere un po’ fra i social e controllare le notifiche.

Fu lì che notai un messaggio di Irene. – IR: Ciao come stai? – IO: Wei.. ti ho pensata poco fa, tutto bene dai.. e tu? – IR: Mi hai pensata? Quando? Come? – IO: Ero a largo, in acqua, e ripensavo a come fosse stato possibile che io e te siamo arrivati a diventare così complici.. – IR: Ti dispiace?  – IO: No, affatto.. anzi.. – IR: Anzi? – IO: Temevo che una volta tornati dalle rispettive ferie tu non considererai più quanto accaduto negli ultimi giorni / settimane. – IR: Scemo.. Secondo te io non ci sto ripensando? – IO: Davvero? – IR: Si.. Per esempio un’ora fa mi sono masturbata.. – IO: Pensando a cosa? – IR: Al tuo cazzo dritto nella mia bocca, a prenderlo e succhiarlo avidamente e far colare la saliva fino a terra.. fino a gocciolare..  – IO: Oddio! Già mi era diventato duro prima quando ero in acqua, ma qua in spiaggia diventa complicato nascondere l’eccitazione. – IR: Perché non ti masturbi? – IO: Perché sono in un luogo pubblico? – IR: Non c’è un bar? Un locale con dei bagni?  – IO: Si qui vicino ce n’è uno.. – IR: Vacci, ora!

 

Non fu nemmeno necessario risponderle a quel messaggio, lei sapeva che avrei eseguito alla lettera qualsiasi cosa mi avrebbe imposto di fare.. Avevo il cazzo così duro che mi faceva male tenerlo dentro al costume, volevo tirarlo fuori e segarmi con foga fino a liberarmi ripetendo nella mia testa il suo nome, e immaginando la sua faccia lì davanti a me.

Arrivai al bar con il telo legato attorno al costume, cercando di minimizzare l’apparente eccitazione.

Chiesi del bagno dopo aver bevuto un caffè (e questa volta mi ricordai di berlo per non destare sospetti).. Venti secondi dopo avevo chiuso la serratura alle mie spalle e ripreso in mano il telefono per scriverle. – IO: Sono in bagno – IR: Bravo, anche io..  – IO: Che cosa stai facendo? – – IR: Mi sto facendo colare la saliva dalla bocca, e mi sto bagnando la faccia, il collo, le tette, e fra poco penso che scenderà ancora di più.. – IO: Sei eccitata? – IR: Si.. – IO: Quanto?  – IR: Abbastanza perché il tuo cazzo appoggiandosi appena alla mia figa possa scivolarci dentro e riempirmi all’improvviso..

 

Questi messaggi mi devastavano, sentivo delle scosse di piacere incanalarsi lungo la spina dorsale e arrivare direttamente fino alla punta dell’asta.. Resistere ogni secondo alla voglia di spogliarmi e segarmi diventava sempre più una tortura. – IR: Lo vorresti eh?! – IO: Certo che si.. vedessi com’è duro in questo momento. – IR: Fammelo vedere allora.. – IO: <IMAGE2395149034> – IR: MMMMH.. duro come il marmo, mi piace, così porco per me… – IO: Non riesco a resistere… devo segarmi.. e tu? – IR: Io mi sto sfilando il costume, non ho fatto nessun bagno oggi ma chissà perché è fradicio…  – IO: Lo asciugherei molto volentieri – IR: Devi asciugare altro tu, con la tua lingua.. non il costume.. – IO: Intendi la tua figa? – IR: Si, muoio dalla voglia di prenderti la testa e spingerla fra le mie gambe, e tenerti lì mentre le stringo per tenerti ancorato alla mia figa.. Fino a pisciarti addosso.. – IO: Hai questa fantasia?!?! Ma veramente? – IR: Di pisciarti addosso? No in verità, ma mi piace molto l’idea di essere libera e di stare per venire e pisciarti in faccia senza che tu ti tolga..

Non avevo idea di che cosa mi stesse prendendo, ma non riuscivo a rispondere in altro modo. – IO: Eccita tantissimo anche a me. – IR: Davvero?  – IO: Si.. – IR: MMMH!!!! Ho un dito dentro la figa, mi sto masturbando, voglio godere come una puttana, la tua puttana.. – IO: Dio Irene, così mi ammazzi!!! – IR: Segati, voglio vederti sborrare!

 

Di fronte ad un ordine del genere la mia mano prese a segarmi con una foga pari a quella con la quale avrei scopato Irene se in quel momento ce l’avessi avuta affianco. Volevo venire, dovevo venire, dovevo assolutamente liberarmi e farle vedere che venivo.

La mia mano correva lungo l’asta lubrificata dalla mia stessa saliva, e fra le scosse di piacere che quella corsa mi stava regalando, la mente mi accompagnava fantasticando sull’immagine di Irene che con delle calze autoreggenti si pisciava addosso e colava lungo le gambe, mentre io da dietro la tenevo per i capelli e la scopavo con una violenza inaudita. L’istinto animale che iniziava a pervadere il mio corpo al solo pensare di Irene era indice del fatto che diveniva sempre più pressante il mio desiderio di averla al di fuori delle parole, bensì nei fatti.

La mia corsa verso il piacere stava giungendo al termine, avevo iniziato ad ansimare e decisi di sbloccare nuovamente il telefono e scriverle: -IO: Sto per venire!  – IR: Anche io, mi sto scopando la figa con 3 dita, e non immagini quanta voglia abbia del tuo cazzo. – IO: Vieni!!!  – IR: Si vengooo!!! Tu sborra dappertutto e fammi vedere!  – IO: Si! Ci sono!!! Eccomi!

 

Chiusi whatsapp e aprii la fotocamera iniziando a registrare qualche frazione di secondo prima della fuoriuscita del primo fiotto di sperma che si riversò sul lavandino di fronte a me.

Fu il primo di numerosissimi e copiosi fiotti che di fatto resero fradicio tutto il lavabo di fronte a me, e con voglia animale ripresi tutto facendole vedere quanto prepotente fosse stato il mio orgasmo.  – IR: Mio dio ma sei venuto un casino! Mmmh sono venuta 2 volte!  – IO: Direi che la situazione era molto eccitante, sai che quando mi fai eccitare tu è sempre un orgasmo unico.. – IR: Lo so.. vale lo stesso anche per me quando mi scrivi o mi mandi una foto. Adesso devo andare.. ci sentiamo presto!  – IO: Ok, buona giornata!  – IR: Ciao!

 

Chiusi il telefono respirando ancora con un po’ di affanno, di fronte a me lo sperma aveva iniziato a colare dal lavandino a terra e con un moto di stizza guardai l’impietoso disastro che avevo combinato, pensando che avrei dovuto evidentemente pulire tutto quello che Irene sicuramente avrebbe voluto ingoiare. A contrario di qualche momento prima però. adesso ero certo che quel momento sarebbe davvero arrivato, che Irene un giorno sarebbe stata veramente mia, non solo con le parole, ma anche con il proprio corpo, di persona, lei e la sua voglia di me, di quella complicità, del nostro sesso.

 

Continua….

 

Per qualsiasi consiglio o parere, ve lo ricordo, scrivetemi all’indirizzo raccontami_lu@yahoo.com

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