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L’ elegante donna in treno

By 16 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La signora era seduta in modo molto provocante. Sono quasi certo che fosse una di quelle donne che non si rendeva conto dell’efetto fascinoso che aveva su coloro che incrociavano il suo sguardo e guardavano il suo fisico.
Una donna di famiglia, sui 40 anni e madre inesperta , a giudicare da come parlava con la sua vecchia.
Vestita ed atteggiata come donna medio-borghese, celante una coscienza e cultura personale superiori alla sua classe sociale (probabilmente a causa dell’aver sposato l’uomo sbagliato, lui realmente medio-borghese, sotto acculturato e privo di gusto).
Si vedeva nei suoi occhi, anche quando sorrideva che non era soddisfatta della sua vita, del suo stats.
La sua mente lo negava ma i suoi sguardi no, come i suoi sospiri : non apprezzava niente , e di conseguenza , non apprezzava se stessa.
Mi avvicinai a lei sedendomi di fronte. Mi fissava per poi ritogliermi lo sguardo.
Indossava dei pantaloni corti, una maglietta bianca estiva e dei graziosi sandali. Il suo vestiario poteva dunque darmi la possibilità di ammirare le sue gambe che mi eccitavano terribilmente.

La cercavo con gli occhi mentre lei non ricambiava. Iniziai a parlarle del più e del meno e lei rispondendomi, si atteggiava per buona educazione. Incrociava continuamente le gambe facendomi eccitare sempre più.
Mi disse poi che la prossima fermata sarebbe stata la sua , ringraziandomi di come l’attesa in treno sia stata piacevole grazie alla nostra discussione.
Improvvisamente cambia espressione quando le dico che scendo anche io alla prossima fermata in un ‘espressione un po’ sorpresa, un po’ di sfida.

L’ accompagno fino al bar, con sua madre in attesa al giornalaio. Prendo un caffè vedendo lei sedersi ad un tavolino e decido dunque di sedermi accanto a lei. Dopo dieci minuti le dico che ho la macchina vicino il parcheggio della stazione e così, senza troppi giri di parole mi chiede di portare prima sua madre a casa , prima di accompagnarla.

Appena soli , inizio a chiederle come mai suo marito non sia venuto a prenderla alla stazione ma lei risponde affabulando velocemente e nervosamente una serie di scuse. In quel momento fermai la macchina, e le dissi che forse suo marito non l’apprezzava abbastanza.
Mi avvicinai a lei e le leccai le labbra, mentre rimase vistosamente eccitata e confusa.
Non le dissi nulla e continuai a baciarla sul collo mentre la mia mano scivolava nelle sue mutandine. Aveva la pancia liscia e candida, come quella di una ragazzina, e tale tatto così soave si protraeva lungo la sua vagina, già immensamente bagnata.
Continuai a a leccare le sue spalle scoperte, avamposto della sua anima, mentre la masturbavo. Lei gemeva forte, sembrava stesse esplodendo : una repressione che si tramutò in pura eccitazione. Sapevo che penetrandola con tre dita l’avrei fatta venire subito, così decisi di fermarmi , toglierle i pantaloncini e leccarle con la lingua la clitoride.

Bastò poco per farla eiaculare fortissimo. Io rimasi a baciarle i genitali e lei mise la sua mano sulla mia testa :
non voleva che mi fermassi ,e così leccando ancora in profondità la feci gemere di nuovo.
Era stanca e spossata dopo quel godimento ma si sentiva apprezzata. Ci guardammo e ci abbracciammo , in quella squallida , deserta strada di periferia.

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