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Racconti Erotici Etero

La borsa verde

By 11 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

La guardo, la vedo, la annuso’. La tocco. E’ qui davanti a me e mi ricorda’. momenti passati, dietro l’angolo, forse irripetibili, avvenuti qui in questa stessa stanza e un po’ mi fa triste. La tocco nel vano tentativo di rientrare in quel ricorso, quasi come quel tipo dell’ennesimo telefilm americano, che tocca le cose e ne rivive momenti; inutile e in questa realtà mi rimangono solo i miei di ricordi. Comunque Pasqua, penso di 4 anni fa, acquisto regali aziendali, vari dai più piccoli a quelli più importanti e fra questi c’è lei la borsa verde. E’ destinata ad un’architetta rampante ed elegante con cui ho molto a che fare e un po’ per affetto, un po’ per captatio benevolentiae, mi ero dato nella scelta del regalo, facendo ricadere la scelta su una borsa di finissimo artigianato, molto trendy e giovanile adattissima al soggetto, ma’. Adattissima anche alla mia bella. In verità la scelta è stata abbastanza casuale e molto per tempo rispetto alla data, camminavo per strada, l’ho vista, mi è piaciuta, veramente molto costosa, ma la prendo lo stesso, penso non è uno sfizio ma un costo di produzione, per cui. Appena lei la vede impazzisce, se la prova, se la guarda allo specchio mi abbraccia e mi dice che è bellissima e io ‘ma guarda che è per l’arch. XXXXXXXX’ e lei capisce e con molto rammarico la ripone. I giorni successivi è un fuoco incrociato, no la voglio, è troppo bella è mia, ed io ma guarda che non l’ho presa per te, non è indirizzata a te, si ma hai dei gusti fantastici, prenderai altro, ma come non ne ho tempo. Un pressing abbastanza battente, ma più che resistere la comincio a girare a mio favore, prima faccio capire del valore del regalo, poi del fatto che avrei dovuto comprare altro e di pari valore, poi che era una cosa che mi costava tempo che non avevo. Comunque la facevo assolutamente più difficile di quello che era e prezzolavo la cosa, in maniera forse poco credibile visto che sono notoriamente un mani bucate, ma avevo un secondo fine. Piano piano l’ho messa sul ma guarda se poi mi convinci’ bah non so se dipende più da te che da me’ e poi che palle poi dovrei trovare altro, non se ne parla assolutamente. Poi arriva la domenica prima, va al lavoro ed io solo e senza avere nulla da fare preparo un bel pranzo, compro del pesce, un’ottima bottiglia di bianco pregiatissimo, dolci a semifreddo artigianale su cui abbino dell’ottimo passito suggeritomi in enoteca. Pranzo gioioso, un primo al dentissimo appena salsato, secondo di brace, poi dolce perfetta consistenza e fiumi di vino, tiro io che tiri tu passito finito. Faceva caldo stavamo stravaccati in cucina, quando si alza brilla e bellissima, riprende la borsa verde e si risiede dicendomi
Lei: ‘è mia’
io ‘non se ne parla’
lei ‘la voglio’
io ‘no costa troppo’
lei ‘ma se non hai badato ai soldi, proprio ora?’
io ‘no è una questione di principio, l’ho comprata per un motivo preciso e non mi va di cambiare idea, poi ne ho già parlato con la tipa del regalo e adesso non mi posso presentare con altro’
lei ‘vabbè ma si cambia idea nella vita, la voglio, poi ti conosco se ti va riesci a trovare altro’
io ‘il problema è che non mi va’
lei ‘ io la voglio mi piace troppo, non puoi anteporre me a quella’
io ‘è una questione di professionalità sono ambiti diversi’
lei ‘io non la mollo’
io ‘vabbè ci sarebbe un modo’
lei ‘quale?’
io ‘semplice, ti devi prostituire e chiaramente con me’
lei ‘cioè’
io ‘devi esaudire senza battere ciglio ogni mio desiderio’
lei ‘quindi per avere questa borsa devo renderti una prestazione sessuale di pari importo? Ma io costo’
io ‘allora diciamo che decido io e se vuoi la borsa te la devi faticare’
lei ‘ok cosa devo fare?’
io ‘semplice ti devi fare inculare e poi”
lei ‘ si cos’altro’
io ‘farti sborrare in bocca’
lei ‘ok’
io ‘ah non è finita’ deve avvenire tutto per come te lo ordino’
lei ‘ok’
io ‘spogliati’
A quel mio ordine con occhi molto accesi di passione ha cominciato a denudarsi, bella come il sole, mordendosi le morbidissime labbra, mostrando il prosperosissimo seno, sfilando lisciva la gonna e mutandina e cominciando a toccarsi la figa. A quel punto le chiedo di riprendere la borsa e di non lasciarla per tutto il tempo perché dovrà sempre averla avanti per sentirsi ancora più puttana, poi le faccio segno al mio cazzo. Prontamente si sfila dalla sedia, scivolando sotto il tavolo, sempre con la borsa a tracollo, la sento arrivare alle mie gambe, massaggiarle voluttuosamente, poi al cazzo già durissimo, poi giù pantalone e mutande e sento la sua bocca. E’ una maestra, gode nel farmi contorcere, nello studiare come guidare il mio piacere, nel guardarmi in balia delle sue attenzioni, su e giù con la testa, con il morbido delle labbra sulla punta del mio cazzo, poi il ruvido della lingua nelle parti più sensibili, poi il picchiettare violento veloce che mi leva il respiro, sta proprio infoiata e mi sta facendo impazzire. La fermo sto per sborrare al che lei mi fa
Lei ‘perché non ti va?’
Io ‘sei una stronza puttana, vuoi farmi sborrare, perché ti fa paura il mio cazzo?’
Lei ‘Beh si è enorme e non sono abituata’ Ricordo ancora il viso ingenuo e perfettamente lussurioso nel dire quelle parole, faceva la bambina impaurita ma la faceva tremendamente arrapare pensare di prendere il mio cazzone in culo. La alzo e la faccio mettere con la pancia sulla tavola ancora imbandita, mentre guardo il suo culo toccandomi.
Lei ‘che fai?’
Io ‘Mi guardo il trofeo’
Lei ‘e dai fammi godere inculami fai presto lo voglio’
Io ‘Sei più puttana delle puttane, perché oltre ad avere la tua ricompensa godrai anche come una vacca’ nel dire questo le ho infilato un dito nell’ano, sentendola ansimare, mentre mi sono lanciato con la bocca sulla sua figa. Era meraviglioso sentirla contorcersi, mentre tutta aperta prendeva prima uno, poi due dita nel culo e le esploravo con la lingua il sesso bagnatissimo e profumatissimo, colava un fiume dalla figa che mi inondava la faccia e la bocca, il clitoride poi durissimo irto e ben distinguibile alla vista ed al tatto della lingua e labbra. L’ho martoriata giocandoci con le labbra, titillando con la lingua, prima di piatto, poi con il ruvido del corpo, poi morbida e flessuosa, aumentando e riducendo il ritmo, per portarla sull’orlo dell’orgasmo per poi fermarmi e riportarla a terra. Dopo un po’ tremante si è scostata e senza parlare è andata nella stanzetta vicina, dicendomi che non le andava di farsi sentire dai vicini. In questa stanza c’è un divano con dei cuscini, mi siedo sulla sedia di fronte e le chiedo di mostrarmi il clitoride. Lei spalanca le gambe e si apre la figa e lo prende fra le dita a farmelo vedere, mentre sempre con la borsa a tracolla si strizza con l’altra mano un capezzolo. Io le mostro il cazzo enorme e marmoreo, la punta oramai viola e svettante dicendole ‘Guarda ora questo coso lo prenderai in culo e tutto per una borsa’. Lei prima sgrana gli occhi, poi senza parlare mette un cuscino ai piedi del divano si alza guardandomi maliziosa si gira inginocchiandosi sul cuscino e si mette di pancia sul divano, sempre con la borsa a tracolla si apre il culo con le mani i maniera volgare e rimane in silenzio in attesa. Io mi alzo vado in un cassetto prendo il così soprannominato kit del cattivo ragazzo e torno. Altre volte l’avevo preparata con un piccolo vibratore e le dico ‘dato che sei una puttana ti inculo direttamente’, lei ‘fai presto’. Mi ungo le dita di lubrificante e gliele ficco un culo senza tanti complimenti, poi mi ungo il cazzo e mi avvicino, lei appena sono a tiro prende il cazzo con una mano e se lo punta all’ano dicendomi ‘ora stai fermo e fai fare ad una professionista’. Io mi blocco ipnotizzato, lei prima se lo gira un po’ sul buchetto, poi lo punta bene per la migliore penetrazione, poi comincia ad arretrare con il bacino a piccoli colpetti. Ansima come una vacca la troia in calore e colpetto dopo colpetto vedo metà del cazzo che è entrato, a questo punto la fermo, la prendo per i fianchi, allontano la mano e le dico nell’orecchio ‘benvenuta in paradiso’ e comincio a penetrarle. All’inizio sento ancora un po’ di resistenza del suo ano e alle prime penetrazioni un po’ si dimena per il dolore e le dico ‘sei una professionista’ e lei ‘tu uno stronzo ma non ti fermare’, poi piano piano sento che va meglio e lo stridio del dolore trasformarsi in piacere, la pompo lento e imperioso, uscendo quasi completamente per poi rientrare sempre più in profondità e ogni volta un rantolo di passione dolore lussuria, aumento il ritmo, il respiro si fa sempre più serrato, tiene la borsa stretta fra le mani, la prendo per i capelli e le rivolgo la testa mettendola a favore dicendo ‘guarda per cosa ti stai prostituendo’ lei non parla fa cenno di annuire finchè non raggiunge un orgasmo lunghissimo, la sento ansimare mentre mi sono fermato in fondo con il cazzo, sento onde d’energia che la scuotono, che scuotono il suo corpo i muscoli del suo culetto. Mi sfilo e senza parlare mi vado a lavare il cazzo, poi torno e la trovo ancora così in ginocchio davanti al divano. Mi siedo vicino, in modo che il cazzo sia molto vicino al suo viso. Poi riapre gli occhi e senza parlare comincia a spompinarmi. Penso che ci saranno voluti 10 secondi per farmi venire, mentre lei con occhi guardinghi mi fissava dritto compiaciuta per il lavoro e per la sua bravura nel farmi godere, mentre copioso il mio cazzo le eruttava nella bocca semichiusa che colava sperma copioso. Poi per un po’ ha continuato a giocarci fino a dirmi ‘Mi piace essere la tua puttana’ alzandosi con la borsa a tracolla andando via. Da allora ogni volta che indossa quella borsa ci guardiamo negli occhi richiamando questo ricordo.

P.S.
Il bello è che la sua amica singlezitella stravede per quella borsa e puntualmente ogni volta che la vede mi prega di regalarglene una simile. Io le dico che non è stato un regalo ma una forma di ricompensa per un lavoro effettuato ma lei niente insiste dicendo che potrebbe fare qualsiasi lavoro pur di averla…. Chissà…..

P.P.S.
Curiosissimo di qualsiasi commento (per la serie mi è piaciuto o meno) attendo gradite mail.

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