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Racconti Erotici Etero

La campanella

By 3 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Avere figli in età scolare ti permette di conoscere un sacco di mamme; qualcuna inguardabile, qualcuna troppo acida o pettegola, ma qualcuna simpatica e qualcuna davvero porcella.
Con Marina il feeling &egrave nato subito, al primo scambio di battute fuori da scuola mentre aspettavamo i figli alla fine delle lezioni.
Una prima sveltina durante la festa di compleanno di uno dei compagni di classe, nel bagno del locale affittato per l’occasione. Un cenno mentre scambiavamo quattro chiacchiere, ‘ci vediamo al bagno’, io che mi allontano e l’aspetto nell’angusto spazio, lei che arriva.
Ha preferito farsi scopare il culo, abitudine che non ha mai perso. Si lascia fottere dietro piuttosto che davanti. Buongustaia!
E da allora ci frequentiamo abbastanza spesso. Il mio lavoro mi permette di poter gestire i miei orari, Marina &egrave una casalingua’ ops, casalinga e i nostri consorti lavorano distanti, così noi possiamo passare le mattinate al motel senza essere disturbati.
Certo, i primi tempi erano più le volte in camera da letto che quelle al lavoro, ma come in ogni cosa l’iniziale passione bruciante lascia spazio ad una calma consuetudine. Con Marina però non posso dire che il fuoco si sia spento, basta soffiare sulla brace che la fiamma divampa e ci avvolge.
Come adesso, siamo al motel e sono seduto sul letto ad aspettare che Marina esca dal bagno. Adora indossare completini sexy e ne compra spesso di nuovi, qualcuno glielo regalo io, ma quelli che trova lei sono davvero hot!
Ecco che spunta. Stavolta ha scelto uno slip nero con un grande cuore rosso davanti alla patatina e una fascia di raso nero come reggiseno. Sento già pulsare laggiù!
Mi si avvicina ancheggiando sinuosamente, scivola sul letto e inizia a leccarmi i piedi. Mmmmmmm mi manda in estasi’. poi sale, sempre con la lingua incollata alla mia pelle e gli occhi fissi nei miei. Le piace guardami godere. Le sue unghie graffiano le mie cosce, si aggrappa a me per risalire, arriva all’inguine, appoggia le tette sulla gamba, si struscia contro di me. Gira intorno al cazzo dritto. Mi lecca l’ombelico, porta le mani verso le natiche, ci affonda le unghie. Una scarica di dolore mi attraversa, ma &egrave un dolore piacevole e Marina fa sparire il mio glande tra le sue labbra.
Sento il caldo avvolgere l’asta e la sua mano accompagnare il movimento, mentre l’altra mi stringe le palle.
Vorrei la sua fica in bocca, ma so che sarà lei a decidere il momento. Intanto mi godo il pompino. Succhia e lecca. &egrave una maestra in quest’arte. Come in quasi tutte quelle che riguardano il sesso. Mi solleva le gambe e si getta sul mio fiorellino posteriore. Inizia a leccarlo partendo dal basso e arrivando all’attaccatura dei coglioni, poi gira con la lingua intorno al buco, finge di scoparmi. Io vado in visibilio. Mi piace sentirmi accarezzato il buco del culo; mi piace anche avere qualcosa dentro quando mi succhiano oppure sto scopando. Marina lo sa e inizia a infilarci prima un dito e mi chiava lentamente. Aggiunge saliva e aumenta la velocità. Quindi infila un altro dito e con l’altra mano mi sega decisamente.
Non voglio venire così. La fermo e le dico che voglio succhiarla. Lei si porta sopra di me e mi offre il bacino. Scosto il grande cuore e mi tuffo in quel mare caldo. Bevo ogni goccia del suo piacere. Marina si tormenta i capezzoli mentre io cerco di raggiungere il suo buchetto posteriore con le dita.
Quando ci riesco sento che la sua fica si bagna un po’ di più. &egrave ora di scoparla.
Mi sfilo da sotto di lei e la cingo da dietro. La bacio sul collo mentre con le mani la accarezzo dappertutto. Mi afferra il polso e si porta un mio dito alla bocca. Lo succhia come fosse un cazzetto. Da dietro le faccio sentire la mia erezione tra le natiche. Sfrego la cappella sul suo buchetto accogliente. Me lo stringe con una mano e se lo batte sulla fica calda. Cerco di infilarlo ma la posizione non &egrave perfetta. Riesco solo ad entrare con il glande.
Marina si lascia cadere sul letto e solleva il bacino. Così &egrave più facile. Vedo le grandi labbra e con le dita le apro. Infilo un dito davanti, lo tolgo e lo infilo dietro. La scopo lentamente. La faccio bagnare ancora di più. Mi tolgo e torno nella figa che ora &egrave un lago di umore. Anche il culo &egrave fradicio. Ne approfitto per infilare un secondo dito. Adesso la scopo davanti e dietro.
Marina geme e si dimena. Muove il bacino su e giù. Io godo di quella vista. Ho il cazzo di marmo. &egrave giunto il momento per qualcosa di più che le dita.
Tolgo le dita e avvicino la cappella al suo sesso.
‘RAI 1 o RAI 2?’ le chiedo.
‘Inizia dal primo canale.’ mi ansima. ‘Mi piace quando mi entri di lì.’
Abbasso la mira e punto alla fica. &egrave calda, bagnata, aperta. Spingo e sono dentro. La sento avvolgermi. Marina geme. ‘Montami’ mi dice. Le afferro le anche e comincio a muovermi dentro di lei. Voglio prima arrivare fino in fondo e poi fotterla come si deve. Voglio sentire la mia punta raggiungere il suo climax, farla godere della mia lunghezza. Quando giungo al limite sento la mia compagna irrigidirsi, la cappella &egrave arrivata dove doveva. Il succo di Marina si fa più copioso e posso scivolare molto più velocemente.
Prendo il ritmo e la sbatto con decisione. Con una mano raggiunge i mie testicoli e me li accarezza con le unghie. Mmmmmmm’. come vorrei sborrarle dentro tutto il mio nettare. Ma devo trattenermi per godere e farla godere molto di più.
Marina grida di piacere, io sbuffo e stantuffo, il ritmico battere del mio bacino sul suo culo accompagna la cavalcata.
‘Oh sììììì’.. così’. scopami’.. fammi sentire la tua troia” sono solo alcune delle frasi colorite che Marina usa mentre siamo a letto. Si definisce Porca, Puttana, Vacca; mi chiama il suo Maiale preferito, il suo Toro in Calore; quando mi scopa con lo strap-on mi dà della Troia Infoiata, della Divoratrice di Cazzi, della Mignotta Ingorda.
Ha ragione. Siamo tutto quello che lei dice. Non ci facciamo mancare niente.
‘Lo voglio dietro, adesso.’ sbraita. ‘Dammelo tutto in culo.’
So come le piace, quindi mi tolgo e mi sdraio sul letto. Marina mi sale a cavalcioni dandomi la schiena. Mi afferra il cazzo e lo dirige nel suo buchetto, ci struscia la cappella umida e poi si lascia calare sull’asta dura.
All’inizio fatica un po’, ma poi il culo si dilata e permette di fotterla per bene.
Marina sale e scende sul mio uccello, io seguo il suo ritmo e la tengo per i fianchi. Lei si sgrilletta il clitoride. Gode e grida, poi si piega verso il comodino e afferra il vibratore che di solito usa su di me. Lo accende e lo lecca. Me lo passa e lo succhio anch’io. Intanto la fotto dietro.
Avvicina il dildo alla sua figa in calore e ce lo infila in un solo colpo. Lo sento contro il mio cazzo attraverso la sottile parete vaginale. &egrave una sensazione unica. Sento l’uccello tirare allo spasimo.
Marina mi cavalca e intanto si scopa col vibratore. Io le stringo le chiappe e la chiavo nel culo. Urla oscenità di piacere. Le do una manata sulla natica. Marina inarca la schiena e si allunga per baciarmi. Raggiungo la sua lingua e la lecco.
La fotto senza tregua e lei se ne bea. So che non resisterò a lungo, &egrave una scopata troppo eccitante.
‘Sono al limite.’ le dico, ‘Mi stai facendo uscire di testa, mia troiona.’
Lei mena due colpi di bacino più veloci. ‘Ti faccio venire come ti piace.’
‘Oh, siiiiiiii’ anch’io aumento il ritmo. Affondo di più nel suo culo e godo della vibrazione del giocattolo. ‘Vengoooooo’..’
Estraggo l’uccello dal culo, Marina lo afferra e lo mena. In un secondo inizio a sborrare caldo seme. Lei dirige gli schizzi sulla sua pancia, sul vibratore, sulla fica aperta.
Sborro e sborro. mi sembra di non finire mai. La sua mano mi stringe il cazzo, mi accarezza le palle. Forse schizzo fuori anche il cuore e il cervello.
Quando penso di star davvero per morire la foga si placa e resta solo la vibrazione dell’orgasmo. Mi acquieto sul letto e sento l’uccello pulsare. Nella stanza c’&egrave solo il nostro ansimare e il ronzio smorzato del dildo ancora nella figa di Marina. Scende da me e si siede al mio fianco. La guardo. Si sta masturbando ancora. &egrave davvero una gran vacca.
Mi inginocchio davanti al suo tempio profanato e cambio la sua mano con la mia. Vedo le gocce del mio sperma sui peli del suo sesso. Mi chino a leccarlo, giocando col clitoride che spunta sopra al vibratore. Marina mugola e mi stringe la testa. Lecco la sborra e succhio il piccolo cazzo in miniatura.
So quanto le piace venirmi in bocca.
Tolgo il dildo dalla vagina e glielo infilo nel culo. Non fa fatica, ho aperto la strada, e mentre la scopo da dietro con il giochino la lappo come un cane assetato. Mi sento soffocare dal tanto suo profumo. I suoi succhi mi bagnano la lingua, la bocca, il naso, gli occhi. Godo di quel caldo spore. Passerei la vita a leccare la figa.
Lavoro di lingua e di dildo. Non mi stanco. Lecco e muovo la testa. Marina geme.
‘Sto per venire” grida ancora e il suo nettare salato m’inonda. Non mi fermo. Lecco e bevo. Bevo e lecco. Poi Marina mi infila una mano sotto il mento e mi tira a sé.
Mi sdraio su di lei e le nostre bocche si fondono nel bacio della lussuria. Mi strizza le palle e dice: ‘Siamo due maiali.’

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