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La casa sulla spiaggia

By 2 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo perso il volo di ritorno, l’ultimo della giornata. Tutti gli alberghi della zona erano pieni. Ok si trattava di una ridente cittadina bagnata da un bel mare, ed era la vigilia di ferragosto.. ma neanche una stanza libera!! Fu allora che pensai alla casa estiva del nuovo compagno di mia madre. Lei era partita per il matrimonio di una sua amica dall’altra parte dell’oceano, lui era rimasto a fare dei lavori alla casa. Ricordavo vagamente l’indirizzo ed il tizio del taxi riuscì a capire ed a condurmi sul posto, che per la verità era abbastanza isolato.

Da fuori la casa, che dava proprio sulla spiaggia, appariva effettivamente in ristrutturazione, ma sperai che dentro la situazione fosse migliore. La porta era socchiusa. ‘E’ permesso?’ dissi entrando. La situazione non era migliore. Notai subito le pareti bianche del salone di media grandezza e l’odore di vernice fresca. Non c’era praticamente nulla! Solo un letto molto spartano (rete e materasso), qualche attrezzo da lavoro, una scala. ‘C’è nessuno??’ ripetei girando per il salone e rendendomi conto che, di fatto, la casa era tutta lì. C’era il bagnetto quadrato e solo un’altra minuscola stanzetta rettangolare completamente vuota, anch’essa di fresca pittura bianca, che un buon agente immobiliare avrebbe tentato di far passare per una camera da letto ma che in realtà non era più grande del bagno.

‘E questa sarebbe la casa sulla spiaggia.. vabbè.. spero che riesca a darle un contegno prima che torni mia madre..’ dissi ragionando a voce alta ed uscendo alla ricerca di Fabrizio. In effetti il fatto che stesse lavorandoci anche a ferragosto era un punto a suo favore. Lo conoscevo poco, stava con lei solo da qualche mese, ma non mi era sembrato male in fondo. Anche un bel tipo, a dire il vero, un quarantenne giovanile, come d’altronde lo è mia madre.

Davanti alla casa c’era una duna di sabbia su cui era cresciuta anche un po’ di vegetazione, che contribuiva a nascondere alla vista la riva. Mi incamminai da quella parte pensando che forse Fabrizio si era concesso una meritata pausa ed aveva deciso di riposarsi un po’ sulla spiaggia.. in fondo erano più o meno le 4 del pomeriggio, il sole era ancora piuttosto alto. Per la verità faceva proprio caldo ed il mio abbigliamento era del tutto ‘sbagliato’.. un tailleur, gonna (con sotto le calze), camicia e giacca, che avevo indossato al colloquio e che era anche semi-invernale! D’altronde c’erano parecchi gradi di temperatura in meno nella mia città, da cui ero partita in aereo quella stessa mattina e nella quale sarei dovuta tornare la sera..

Raggiunsi la cima della duna e lo vidi. Non stava riposando però.. anzi.. sembrava stesse facendo ginnastica. Era rivolto verso il mare ed io, per via della posizione del sole, ne vedevo soltanto la sagoma in ombra. Non potevo essere certa che fosse lui e non volevo fare brutte figure rompendo le scatole ad uno sconosciuto, così presi rapidamente dalla mia borsetta la macchinetta fotografica compatta che era dotata di uno zoom abbastanza potente e la usai come fosse un binocolo. Dal display potei constatare che la sagoma, sempre poco definita nei particolari perchè molto in ombra, non era disprezzabile. Spalle e dorsali erano ben evidenti, la circonferenza più sottile della vita poi esaltava fianchi più pronunciati dai quali si slanciavano gambe apparentemente muscolose.

Sollevava ed abbassava le braccia, roteandole ogni tanto, come se si stesse scaldando per qualche esercizio più impegnativo. Poi si lasciò cadere in avanti e, fuori dal display (sul quale l’avevo perso per via del movimento rapido con cui si era abbassato), capii che aveva iniziato a fare flessioni. Ora più che mai era impossibile capire se fosse lui. Dopo trenta-quaranta ripetizioni si fermò, si risollevò in piedi e riprese a fare qualche allungamento delle braccia. La pausa fu breve, perchè dopo mezzo minuto circa si sdraiò di nuovo, stavolta però parallelamente alla riva, quindi di profilo rispetto a me.

Istintivamente mi nascosi meglio dietro un piccolo cespuglio, come per evitare di essere accreditata come una spiona. Ora, in quella posizione, il viso poteva essere riconosciuto.. ovviamente grazie ad un adeguato zoom. Posizionai la mia compatta verso l’uomo e tenni premuta la levetta per avvicinare il soggetto nel piccolo display. Dopo qualche tentativo lo inquadrai perfettamente in viso. Sebbene ancora in penombra, riuscii a decifrarne i lineamenti, ed ebbi conferma che si trattava di fabrizio. Ero già pronta ad alzarmi e correre da lui per prenderlo un po’ in giro per questa sua forma di vanità maschile quando un’ape mi si posò sulla mano. Distolsi lo sguardo e soffiai per cacciarla via prima che mi pungesse.. ed ebbi successo.

Il mio sguardo tornò poi sullo schermo, che nel frattempo, per via del movimento che avevo fatto (mi era sembrato millimetrico, ma ero anche al massimo dello zoom), non stava più inquadrando il viso di Fabrizio. Stava inquadrando invece una specie di ‘tubo’ che puntava verso il terreno. Lì per lì non capii e spostai la macchinetta un pochino a sinistra. Trovai inequivocabilmente i suoi piedi e cercai di spostarmi lentamente lungo il corpo, incorniciando nel piccolo display la parte centrale del suo corpo, nella fase di riposo, quindi praticamente appoggiato a terra.

In quello stesso istante però Fabrizio si sollevò nell’ennesima flessione, e di nuovo mi si presentò davanti agli occhi quella specie di piccolo ‘tubo’ che avevo visto poco prima e che puntava verso terra. Ora però realizzai da dove partisse.. e cioè dal suo corpo.. più esattamente tra le sue gambe. Inconsciamente tolsi un po’ di zoom e scattai una foto. Restai dietro al cespuglio e la guardai allibita, percependo il mio stesso battito accelerato.

Nello schermo ora c’era l’immagine fissa di Fabrizio in fase di sollevamento, con il pene libero che puntava verso il basso come a misurare la distanza tra il bacino ed il terreno. Con la certezza di essere solo e nascosto da sguardi indiscreti, si stava allenando nudo sulla spiaggia.

Decisi che non era proprio il caso di incontrarlo lì, sebbene quella situazione avesse provocato in me, inutile negarlo, una certa eccitazione. Sapevo di dovermi trattenere, perchè era il compagno di mia madre e anche perchè lui mi era sempre sembrato un tipo piuttosto timido e riservato.. eppure, mentre mi riavviavo verso casa cercando di essere più invisibile possibile, quell’immagine non mi si toglieva dalla testa.. “E tu che ci fai qui??”. Fabrizio aveva la stessa espressione incredula che avrebbe avuto se avesse visto una grande star del cinema americano. Nel senso che l’ultima cosa che si sarebbe aspettata al mondo era di vedermi lì. Per fortuna non aveva deciso di tornarsene nudo dalla seduta di esercizi in riva al mare.. ma comunque aveva indossato solo un pantaloncino di quelli lunghi fin quasi al ginocchio e abbastanza largo, per cui il resto del fisico era in bella mostra. Dava la sensazione di essere “roccioso”.. non gonfio come un banale palestrato, bensì con muscoli solidi come il marmo sviluppati nel duro lavoro di muratore e rifiniti con un sano allenamento. Non potei fare a meno di congratularmi con mia madre per la scelta.. un quarantenne più che attraente!

“Beh ecco.. è una storia lunga.. diciamo che sono qui per chiederti asilo!” dissi avvinandomi per salutarlo con due baci sulle guance. “Sei una rifugiata politica?? – rispose lui scherzando – perchè non trovo altra spiegazione al fatto che una giovane donzella possa scegliere di passare un ferragosto in un posto sperduto, sebbene di mare, in una casa spoglia e con un anziano!”. “A parte che non mi sembri anziano, però in tutta sincerità non ho scelto.. oggi avevo un colloquio come puoi capire dall’abbigliamento.. ho perso il volo di ritorno a casa e quindi anche il ferragosto con gli amici.. e per di più non c’era una stanza libera in tutta la città. A quel punto ho pensato che potesse essere particolarmente divertente passare il ferragosto con te!” spiegai sinceramente, sperando di divertirlo un pò. “Beh mi dispiace.. ma è ovvio che sei la benvenuta.. un pò di compagnia è ben accetta! Solo non ho molti divertimenti da offrirti.. non so se sei già entrata in casa, ma a causa dei lavori in corso non c’è praticamente nulla a parte il letto!” si giustificò timidamente.

Talvolta le parole mi escono senza filtro.. e così fu in quel momento. “Un letto può essere più che sufficiente per divertirsi!!”. Lo vidi diventare di colpo paonazzo, come se il mio fosse stato un chiaro invito sessuale, e capii di aver fatto una gaffe. Era pur sempre il compagno di mia madre, per di più era un tipo piuttosto riservato, e non era sorprendente che quella frase lo avesse imbarazzato. “Ops.. Fabri volevo dire che un letto dove dormire è già sufficiente visto che l’alternativa per me era dormire in strada!!”. Lui sembrò tranquillizzarsi, come se avesse appena scampato il pericolo di una lolita in casa.. ma allo stesso tempo percepii per una frazione di secondo una luce strana nei suoi occhi, ed ebbi la sensazione che mi guardasse con più attenzione, come se davanti a lui ci fosse una donna.. solo una donna e non la figlia della sua attuale compagna. Ma forse erano solo peripezie della mia mente.

“Si si ok – riprese lui – spero che troverai comodo il letto, la rete è con le doghe in legno! Io prenderò una sedia e dormirò in veranda”. “Stai scherzando?” chiesi con gli occhi spalancati. “Beh, non vedo alternative, il letto è uno solo..” disse lui candidamente. “Senti Fabri.. non vorrei tu avessi davvero frainteso la mia frase poco felice di poco fa.. penso che entrambi possiamo stare tranquilli anche se dormiamo nello stesso letto per una notte, no? E’ a due piazze in fondo!”. Lo vidi di nuovo rosso in viso. Era tenero e allo stesso tempo attraente in quella sua ingenuità. “Ehm.. nello stesso letto? Credi devvero che sia il caso?”.

Gli lanciai un sorriso. Ovviamente si riferiva all’inopportunità per lui di dormire con me e doverlo magari raccontare poi a mia madre, la cui gelosia in realtà era ben nota ad entrambi. “Non servirà dirlo a mia madre.. per quanto lei ne sappia, io sono a festeggiare il ferragosto con gli amici da tutt’altra parte” cercai di tranquillizzarlo. “A meno che – aggiunsi con una strizzatina d’occhio che voleva essere scherzosa – sia io a non dover stare tranquilla a letto con te!!”. Lui divenne stavolta paonazzo e cercò di chiamarsi fuori dalla partita. “Beh Francy, non credo proprio che tu ti debba sentire in pericolo.. non farei mai nulla.. cioè non potrei mai pensare che io e te.. insomma.. hai capito!!”. “Ah quindi non mi giudichi abbastanza attraente!!” lo stuzzicai ancora, guidata dalla mia solita malizia che già l’anno precedente mi aveva portata ad una serata di provocazioni piuttosto audaci nei confronti di un mio cugino (che comunque non aveva perso l’occasione..).

“Ma si.. cioè.. no! Voglio dire.. non riesco a vederti sotto quella veste!”. In questo caso mi sentii giustificata.. senza volerlo con le sue ultime parole aveva gettato benzina sul fuoco del doppio senso! “Ah quindi in altre parole mi stai dicendo che vorresti vedermi sotto questi vestiti!! Lo dicevo io che non dovevo stare tranquilla!”. Ormai si era acceso come un semaforo rosso ad un’incrocio stradale. “Ma che dici Francy! Volevo dire che non ti vedo nella veste di donna.. per me sei prima di tutto la figlia della mia compagna e non potrei mai immaginare.. insomma hai capito non mettermi ancora di più in imbarazzo!!”. Non mi vedeva come una donna? Non ci credevo, era pur sempre un uomo! Forse voleva EVITARE di vedermi come donna.. ma più che altro per la paura di scoprirsi attratto da me e di non riuscire a rimanere così “freddo” quella notte nel letto, e di tradire quindi mia madre. Se così era, avevo il dovere di scoprirlo, perchè se non l’avesse tradita con me avrebbe potuto farlo con qualcun’altra in una diversa occasione.

Questa fu la ragione ‘ufficiale’ che mi spinse a comportarmi in un certo modo in quella notte di ferragosto e che mi consentì di giustificarmi con me stessa, nonostante gli esiti. Ma forse si trattava solo di una finta motivazione (anche perchè mia madre in realtà mi aveva già accennato l’intenzione di lasciarlo).. una finta motivazione con cui nascondere un impeto della mia vanità femminile che non aveva potuto accettare da un uomo le parole “non ti vedo come donna”. E con cui nascondere anche l’impeto dell’attrazione per un uomo che solo da qualche minuto avevo scoperto essere fisicamente molto interessante e del quale, inutile negarlo, avevo un crescente desiderio di scoprire qualcosa di più.. qualcosa di cui finora avevo visto solo un’ombra..

Insomma, dopo quello scambio di battute avevo deciso di dargli qualche “indizio” inequivocabile sul fatto che insieme a lui quella sera c’era una donna.. ed ero improvvisamente certa che non sarebbe stato un Ferragosto noioso.. “Hai fatto davvero un bel lavoro Fabrizio – commentai con sincera ammirazione – ma la vernice è ancora fresca per caso? Non vorrei appoggiarmi distrattamente e ritrovarmi il vestito rovinato!!”. “Tranquilla, con questo caldo anomalo di oggi la pittura si è asciugata con una rapidità incredibile!”. Le sue parole mi ricordarono di aver sofferto molto mentre avevo spiato fabrizio e soprattutto mentre lo avevo aspettato sulla veranda. Mi tolsi la giacca del tailleur, restando in camicia. “A proposito di caldo, credo di non avere l’abbigliamento adatto per una casa sulla spiaggia!!”. “Hai ragione cara.. è davvero un bel tailleur ed avrai fatto sicuramente bella figura al colloquio.. ma purtroppo qui non abbiamo ancora portato nulla, non c’è niente di tua madre che potresti usare.. io stesso ho il minimo indipensabile giusto per questo weekend festivo” si giustificò.

“Non preoccuparti, ce la caveremo! Però certo che a vedere il mare così vicino mi vien voglia di fare un bagno per rinfrescarmi!!”. “Beh, cosa ti vieta di farlo?” Era assolutamente chiaro cosa mi mancasse.. la sua domanda era stata ingenua, di certo non una provocazione voluta, ma colsi la palla al balzo. “Il fatto che non ho con me un costume può essere un ostacolo sufficiente?”. Lui arrossì di nuovo. “Ops.. scusami Francy, non ho riflettuto”. “Tranquillo, capisco.. in realtà però.. – azzardai ripensando a lui che faceva esercizi in riva al mare senza nulla addosso – potrei fare il bagno nuda!”. Lui indugiò un attimo, poi rispose. “Ehm.. ottima idea! Tanto qui non c’è praticamente mai nessuno sulla spiaggia!” disse in parte sorprendendomi e cercando di mantenere un certo tono. Il suo rossore, che tradiva un crescente imbarazzo, si accentuò dopo la mia precisazione: “Beh ci saresti tu.. ma non è un problema perchè tanto non mi vedi come una donna no?” lo stuzzicai.

Fabrizio prese fiato cercando forse di misurare le parole per non incappare in qualche doppio senso che potesse darmi ulteriori spazi di provocazione. “Francy ovviamente in quel caso io rimarrei qui, lo davo per scontato quando ho detto che era una buona idea!”. “Beh… l’alternativa è che anche tu faccia il bagno nudo, per la par condicio!”. “Ehm.. direi che è meglio che io resti qui..” confermò paonazzo. Aveva probabilmente paura che io potessi iniziare a provocarlo più spudoratamente.. ed aveva ragione, perchè era quello che avevo intenzione di fare. “E cosa farai da solo qui? Non è che poi mi vieni a spiare??” dubitai tanto maliziosamente quanto spudoratamente. “Ma no dai.. non potrei mai farlo, non avrei questo impulso!”. Quei tentativi di mostrarsi poco interessato erano pane per i miei denti. “Ah già.. dimentico sempre che per te non sono una donna! – ripetei per l’ennesima volta, senza lasciargli tuttavia il tempo di replicare – Comunque io vado, ho patito troppo il caldo e ho davvero bisogno di rinfrescarmi!”.

Fabrizio sembrò sollevato. “Ok dai io intanto sistemo un pò qui in casa, ho da riportare dentro un pò di cose che avevo tolto per evitare di rovinarle pitturando.. almeno avremo un tavolo, una televisione e.. udite udite una consolle per giocare stasera!”. Scoppiai a ridere. “Sei proprio un maschio.. per un weekend da solo qui ti sei portato la consolle da casa??”. “Vedi che torna utile?” rispose ridendo anche lui. “Già.. senti hai almeno un asciugamani da prestarmi?” chiesi. “Si, anche di meglio!”. Andò e tornò dal bagno molto rapidamente, e mi porse un telo da mare. “Ti eri programmato anche qualche momento di relax in spiaggia allora!!” commentai sorridendo. “Beh.. non si può sempre lavorare no?” disse rispondendo al sorriso. “Giusto! A dopo allora!” lo salutai allontanandomi verso la spiaggia.

Nel breve tragitto, mi chiesi se Fabrizio potesse essere tanto audace da avvicinarsi per spiarmi durante il bagno, ma calcolai che le probabilità erano prossime allo zero. Se mai fosse stato scoperto, avrebbe fatto una pessima figura.. e sebbene io avessi dato la sensazione di essere piuttosto ‘disponibile’, non poteva escludere che io riferissi tutto a mia madre. No, non avrebbe rischiato. Ed era quello che volevo, perchè non avevo la minima intenzione di fare il bagno nuda. Non perchè fossi timida, ma perchè il mio obiettivo era ben altro. Raggiunsi nel frattempo la riva. Come Fabrizio aveva ipotizzato, non c’era anima viva nei dintorni. Senza badarci troppo, sbottonai e tolsi la camicetta, poi sfilai la gonna del tailleur e rimasi solo con la biancheria intima. A quel punto iniziai a camminare verso l’acqua. Percepii un senso di refrigerio già al primo contatto con i piedi, poi, come ero solita fare, per spezzare la ritrosìa dell’acqua fredda sul corpo, presi la rincorsa e mi tuffai. Dopo il primo momento sempre difficile, godei della freschezza di quella sensazione dopo il caldo delle ore precedenti, e con una semplice nuotata dimenticai del tutto anche lo stress del colloquio.

Restai in acqua probabilmente per un quarto d’ora o venti minuti, alternandomi tra nuotate a stile, dorso e momenti di relax galleggiando semplicemente.. mentre programmavo i prossimi passi. Giudicai che fosse il momento di uscire e mi avviai verso la riva, dove avevo lasciato il telo. Mi asciugai alla meglio, ma la leggera brezza sui capelli bagnati mi provocò comunque qualche brivido essendo sicuramente meno calda di qualche ora prima. Sentii la pelle d’oca appropriarsi di me ed i capezzoli inturgidirsi.. forse non solo per la momentanea sensazione di freddo, ma perchè per un attimo mi era tornata in mente l’immagine di Fabrizio che faceva esercizi nudo sulla riva..

Raccolsi gli abiti, risalii la spiaggia dirigendomi verso casa, senza coprirmi con il telo. Fabrizio era dentro, sdraiato in terra, seminascosto sotto un piccolo carrello su cui aveva appoggiato un televisore LCD. Stava probabilmente armeggiando con i cavi per collegarlo alla corrente e forse alla consolle di gioco. Non mi sentì nè vide arrivare, ed io nel frattempo approfittai per controllare che tutto fosse a posto guardandomi nel riflesso del vetro della finestra. Il reggiseno a balconcino, scollato e leggermente imbottito, valorizzava molto la mia terza di seno.. la pubblicità sul catalogo online della marca di intimo (che beneficiava anche di una modella sicuramente più statuaria ma non più formosa di me) non era stata bugiarda. Io invece lo ero stata nel dire a Fabrizio che il mio intimo era come un costume: il reggiseno era ben più scollato e provocante! A compensare un pò c’era il fatto che la culotte che indossavo era sicuramente più castigata di quanto non lo sarebbe stato uno slip o magari un tanga. E poi il tessuto in microfibra dell’intimo, non era diventato neanche di un pelo più trasparente dopo il bagno in mare, anche per via del colore scuro.

Convinta dei miei mezzi, entrai in casa per la messinscena. “Ti vedo impegnato lì sotto!!” dissi per fargli capire che ero tornata. “Ah.. già di ritorno? – rispose lui continuando a trafficare con i cavi – Sei riuscita a rinfrescarti un pò?” . “Si.. ma non come volevo.. c’era una coppia di ragazzi – inventai – quindi per non rinunciare al bagno l’ho fatto con la biancheria intima.. tanto è simile a un costume e non credo proprio che si siano accorti della differenza..”. “Ah bene” commentò semplicemente. Vidi Fabrizio muoversi per spostarsi da sotto al carrellino, segno che probabilmente aveva finito. Osservai i suoi muscoli guizzanti e tonici e sospirai al pensiero di come avrebbero potuto essere al tatto. Lui roteò su se stesso per trovare una posizione più comoda e fece per sollevarsi in ginocchio. Nello stesso tempo rivolse lo sguardo verso di me. La sorpresa di vedermi mezza nuda lo destabilizzò. Perse l’equilibrio, ma dietro di sè aveva il muro quindi diede una sonora testata. “Ahi!” disse portandosi subito una mano dietro la testa, mentre con l’altra faceva si appoggiava per ritrovare stabilità. “Ma che combini?” lo presi in giro realmente divertita, chinandomi un pò per aiutarlo. Lui dovette per forza guardarmi, e non riuscì ad evitare di fissarmi le tette, che erano ancora più “rotonde” in quella posizione.

Si alzò massaggiandosi ancora un pò la testa. “Grazie Francy.. scusa ho perso l’equilibrio, forse ho inciampato in cavo..” cercò di scusarsi. “Dici? Mi sembra che i cavi siano sotto la carrellino.. ma non è che per un attimo hai indugiato sul mio reggiseno e hai scoperto che sono davvero una donna?” lo stuzzicai. E lui arrossì di nuovo mentre, senza riuscire a trattenersi, mi squadrò dalla testa ai piedi, soffermandosi soprattutto (di nuovo) sul seno. “Vabbè però mi hai ingannato.. questo non è proprio come un costume!” si giustificò di nuovo. “Beh i due sulla spiaggia non hanno avuto comunque reazioni così scomposte!” dissi inventando di sana pianta. “Forse perchè non erano così vicini…” azzardò lui diventando paonazzo ma non riuscendo a trattenere un’altra occhiata alle mie tette.

Avevo ottenuto un punto a mio favore.. per ora però poteva bastare. E poi avevo fame. “Senti ma dove andiamo a mangiare??” chiesi all’improvviso. “Ci stavo pensando prima. C’è una pizzeria al taglio proprio qui vicino..ti va bene? Magari posso andare a comprarla mentre ti rivesti..” propose. “E chi l’ha detto che voglio rivestirmi?? Fa ancora caldo!!”. Fabrizio dava l’idea di trovarsi in difficoltà.. evidentemente temeva che io stessi dicendo la verità sul fatto che non volevo rivestirmi. E trovò una soluzione di compromesso. “Ok senti.. perchè non andiamo insieme? Anche perchè qui non siamo nemmeno molto attrezzati per mangiare, non ho nemmeno una tovaglia!”. “Immagino di non poter venire in pizzeria così no?” chiesi tanto per attirare ulteriormente l’attenzione. Lui faceva vagare lo sguardo da una parte all’altra della stanza, ma sempre passando per il centro.. dove c’ero io.. un modo per cercare di nascondere l’interesse per tutto quello che la mia biancheria intima lasciava vedere. “Vabbè! Evidentemente non riesco proprio a farti barcollare!! – commentai, notando in lui un sorriso più tranquillo – E va bene, andiamo insieme.. mi dai il tempo di rivestirmi?”. “Ok, intanto metto su una maglietta anch’io!”.

Entrai in bagno portando con me gli abiti. Tre minuti dopo ero già fuori, ed anche lui era già pronto. “Ecco fatto.. andiamo?” annunciai con un ampio sorriso. “Caspita, hai fatto in fretta!!” osservò lui divertito. “Beh sai.. non ho bagagli con me, ho indossato le stesse cose che avevo oggi e non ho di che truccarmi..” risposi con una strizzatina d’occhio. C’era di più dietro alle mie parole.. e lui diede l’impressione di capire. Ma volle forse una certezza. “Ehm.. giusto – si scusò, un pò titubante – vado solo un attimo a lavarmi le mani e arrivo”. Quando tornò verso di me, aveva una luce di consapevolezza negli occhi e un imbarazzo crescente disegnato sul volto. “Ok possiamo andare..” disse quasi sibilando. Notai che cercava di guardarmi il meno possibile.. come se potesse scottarsi.

D’altronde, quando era andato in bagno a lavarsi le mani non poteva essergli sfuggito che la mia biancheria intima era appesa al rubinetto della doccia ad asciugare. E se erano lì, il reggiseno e la culotte non potevano essere addosso a me.. Per la serie ‘sotto il vestito niente’.. Prendemmo una mezza teglia di pizza e la consumammo su un piccolo tavolino fuori dal locale, dissetandoci allo stesso tempo con una birra (lui) e un’acqua tonica (io). Presi entrambi da una fame inaspettata, parlammo poco, anche se la sensazione era che Fabrizio si sentisse ancora in imbarazzo dopo aver scoperto che non avevo la biancheria intima sotto ai vestiti. Mi guardava cercando di non fissarmi troppo, probabilmente per paura che lo cogliessi nell’atto di scovare qualcosa in più nella scollatura. Io in realtà avevo non avevo lasciato troppo sbottonata la camicia, per cui si vedeva solo un piccolo accenno del solco dei miei seni. Mi divertiva e allo stesso tempo mi eccitava che timidamente mi ‘cercasse’. Finimmo di cenare molto rapidamente e decidemmo di riavviarci a casa, anche perchè nei dintorni non c’era molta vita. Mentre ci avvicinavamo alla macchina, però, passammo davanti ad una bancarella che vendeva collane a pochi euro. Ebbi un flash nella mente.. la possibilità di una piccola provocazione in attesa di quello che intendevo fare più in là. ‘Fabri, ti dispiace se do un’occhiata?’ chiesi senza realmente chiedere. ‘Donne.. siete tutte uguali!!’ commentò lui con un sorriso.

Non scelsi a caso la collana da provare.. ma invece di puntare al ciondolo, mi soffermai sulla lunghezza del laccio. Ne individuai uno che sembrava fare al caso mio, lo presi e chiesi a lui di allacciarmelo dietro al collo. Mi resi subito conto che la selezione era stata perfetta.. il ciondolo scendeva fin dentro la camicia. Slacciai, restando ancora di spalle rispetto a fabrizio, il bottone che era proprio all’altezza del seno, e mi congratulai con me stessa quando vidi che il piccolo serpente di quella pietra di poco valore si insinuava proprio in mezzo alle tette. Ero pronta. Mi voltai verso di lui tenendo i lembi della camicia leggermente aperti, per valorizzare.. beh.. non certo il ciondolo!! ‘Beh? Che ne pensi? A me piace ma ho bisogno di un parere maschile!’ chiesi sibillina. Fabrizio affondò lo sguardo nella scollatura molto ampia, conscio che quelli che vedeva erano i miei seni liberi da ogni costrizione, al naturale, senza il ‘doping’ del reggiseno a balconcino. Probabilmente il ciondolo passò del tutto inosservato ai suoi occhi, in mezzo alle tette così vicine a lui e così.. disponibili! Esitò per qualche istante ma poi si sentì in dovere di distogliere lo sguardo, diventando un po’ rosso. ‘Allora? Dici che non fa figura?’ lo sollecitai sempre alimentando il doppio senso.

Si schiarì la voce e tentò di districarsi. ‘No no Francy.. ehm… ti sta bene.. molto!’. ‘Sicuro?? Ma se l’hai visto appena per un secondo!!’ lo stuzzicai ancora. ‘L’ho.. l’ho visto cara.. è fin troppo evidente!! Dai andiamo su..’ disse per tagliar corto, con l’espressione di chi chiede pietà. Sorrisi dentro di me per un altro colpo a segno: 5 euro spesi bene!! Non riallacciai il bottone, ci dirigemmo verso il parcheggio e ripartimmo verso casa. Notai che durante la conversazione nel tragitto Fabrizio cercava di non guardarmi troppo, proprio come aveva fatto all’andata. Appena rientrati in casa si scusò ed andò in bagno e ci stette più di qualche minuto. Ebbi il dubbio che si stesse masturbando per cercare di sopire l’attrazione che provava nei miei confronti, ed ebbi un piccolo brivido d’eccitazione che si trasmise rapidamente ai miei capezzoli, diventati di colpo due puntini ben visibili sotto al tessuto di cotone della camicia. Quando uscì, tuttavia, quell’effetto era passato.. e scoprii che non era stato neanche giustificato. ‘Scusami Francy.. ma la pizza mi era rimasta un po’.. pesante!!’. Non potevo crederci.. avevo supposto che si stesse masturbando pensando alle mie tette e invece aveva avuto un mal di pancia!!

Un senso di orgoglio si impadronì di me e mi diede un’ulteriore spinta a mettere in atto il mio tentativo di farlo cadere in tentazione. ‘Tranquillo.. capita! Forse è anche il caldo! A proposito.. non è che hai qualcosa di più leggero che posso usare per la notte? Non mi va di dormire con camicia e gonna!!’. Sgranò leggermente gli occhi.. e calcolai che forse era una domanda che si era aspettato ma a cui forse sperava di non dover rispondere. Esitò un po’ ma poi fu costretto a soddisfare la mia richiesta. ‘A parte quello che indosso, ho solo una maglietta intima che avevo portato per domani, per lavorare in casa.. non so se ti va bene..’. ‘Sarà sicuramente meglio che dormire vestita!’. Prese la maglietta ancora piegata nel suo borsone e me la porse. Sembrava riluttante, quasi che fosse un disturbo per lui prestarmela. Ringraziandolo andai in bagno per indossarla.. e quando lo feci capii anche il perchè di quella sua riluttanza. Era una maglietta intima con il collo a V, ma era una V particolarmente profonda, resa tale un po’ anche da lavaggi probabilmente poco ‘delicati’ (a giudicare dall’usura del tessuto). E per di più, era di tre taglie troppo grande per me (visto che Fabrizio era un uomo di bella stazza alto almeno 20 cm più di me).. una XL anziché una S. Risultato: in quanto a lunghezza mi arrivava quattro dita sopra al ginocchio, come fosse un copricostume.. e in quanto alla scollatura.. beh, rispetto a un topless la maglia copriva giusto poco più dei capezzoli..

Mi guardai allo specchio e sorrisi a me stessa riflessa. Quella maglia, senza biancheria intima sotto, sarebbe stata il colpo del K.O… ed avrebbe potuto creare situazioni eccitanti.. a meno che lui non fosse attratto dagli uomini anziché dalle donne!! Oltre alla maglia, mantenni addosso solo la collanina comprata poco prima alla bancarella, ed uscii dal bagno chiudendo la porta dietro di me. Fabrizio aveva in mano i telecomandi della consolle, pronto probabilmente a propormi una partita ai classici giochi di sport che conoscevo bene perchè anch’io avevo quella consolle. Quando mi vide, rimase però impietrito. Forse aveva sperato che l’effetto non fosse quello.. per paura di tradirsi e di tradire mia madre. Ma non potè sottrarsi ad una esplicita espressione di sorpresa, concentrata sulle mie tette e sulle mie gambe ben poco nascoste dalla sua maglietta intima. ‘Forse mi sta un tantino grande.. vero?’ giudicai maliziosamente. Il rossore lo tradì. ‘Ehm.. è un po’… forse si.. ma tu hai…eh?’ tentò di chiedere, molto imbarazzato. Era chiaro cosa volesse sapere.. se avevo sotto la biancheria intima. E se riguardo al reggiseno c’erano pochi dubbi, perchè anche il più inesperto degli uomini (e non era certo il suo caso) si sarebbe accorto che le tette erano totalmente libere, sulla culotte effettivamente non c’era modo di sapere.. se non alzando la maglia! Finsi tuttavia di non capire. ‘Ho.. cosa?’ chiesi. Lui non riuscì ad esprimersi, e cambiò discorso. ‘Tu hai.. hai.. hai voglia di una partita alla consolle così ci sgranchiamo un po’?’ riuscì solo a proporre. Sorrisi. ‘Va bene! Ci sto!’.

Nel dirlo mi lanciai verso di lui e afferrai il telecomando dalle sue mani con un gesto rapido, per dimostrarmi pronta alla sfida. Notai una sua rapida occhiata sulla scollatura e mi resi conto che con quel movimento la maglia si era abbassata un tantino, seppure ancora non abbastanza da scoprire il seno. Di certo in mostra c’era ben più di quello che aveva visto prima sotto la camicia e anche più di quando ero entrata in casa in biancheria intima dopo il bagno in mare. ‘Che sport scegli?’ chiese per distogliere la mia e la sua attenzione da quella situazione potenzialmente intrigante.

Pensai che probabilmente sarebbe bastato un movimento più scomposto, o un piegamento della schiena, per avere le tette al vento.. e forse non solo quelle!! ‘Golf!!’ risposi a bruciapelo, ritenendolo perfetto per i miei obiettivi..
Non appena Fabrizio ebbe avviato il gioco, si mise in posizione per mostrarmi come bisognava usare il telecomando. ‘Più o meno sai come si gioca a golf no? Prendi il telecomando con due mani, pieghi leggermente la schiena in avanti, gambe appena divaricate, poi premi il pulsante, prendi lo slancio a destra e fai come se dovessi colpire la pallina con una mazza – spiegò mentre faceva lui stesso il movimento ‘ ecco ora è il tuo turno’. Si mise di fianco a me.. e capii che voleva evitare di cadere in tentazione. Ma non glielo permisi. ‘Aspetta ho bisogno di aiuto, mettiti qua davanti e dimmi se faccio bene!’.

Suo malgrado si spostò di fronte a me, ed io eseguii alla lettera le sue indicazioni. Afferrai il telecomando con due mani come una mazza da golf, divaricai leggermente le gambe e mi chinai un po’ in avanti.. di più di quanto sarebbe stato necessario in effetti. Ma era esattamente quello che volevo. Buttai l’occhio in basso ed ebbi conferma che in quella posizione la maglia a V si scostava, la scollatura quindi si ampliava e lasciava ampia ‘panoramica’ delle mie forme, rese ancor più tonde e generose dalla posizione. Come se non bastasse, cercai di tenere tese e serrate le braccia, in modo da ‘schiacciare’ un po’ le tette una contro l’altra, in una sorta di effetto push-up artigianale.

Alzai lo sguardo verso Fabrizio e lo trovai letteralmente perso in quella visione, proprio come speravo. Fu un attimo, perché quando mi vide alzare la testa fece altrettanto sperando di non essere colto in flagrante.. ma non fu abbastanza lesto e decisi di farglielo notare.. seppure indirettamente. ‘Si hai ragione, questo ciondolo è proprio brutto, non so come ho fatto a comprarlo! – dissi ‘ ma cerca di non guardarlo e concentrati sul movimento se vuoi aiutarmi a vincere questa sfida!’. Il messaggio era talmente chiaro che non potè non arrossire per l’imbarazzo. ‘Ehm.. scusami..’ rispose timidamente. ‘Di cosa?? Guardavi il ciondolo, mica le mie tette.. so che non sei interessato a quelle!!’ rincarai la dose.

Stavolta non disse nulla, sopraffatto dall’imbarazzo malcelato dal viso paonazzo. ‘Allora mi metto così, poi prendo la rincorsa a sinistra e.. TIRO!!’ annunciai cercando di ripetere male il movimento fatto da Fabrizio. Fu un gesto deciso, la maglia larga si spostò da un lato e rese ancor più visibile il mio seno sinistro, sebbene senza scoprirlo del tutto come forse avrei immaginato. Il tiro risultò davvero squallido. ‘Credo che io abbia ancora molto da imparare! – commentai ridacchiando ‘ mi daresti una mano?’. ‘Ti ho detto come si fa, è solo una questione di esercizio!’ rispose lui sorridendo a sua volta. ‘Dai su non fare il tirato, aiutami come si deve.. vieni qua dietro e fammi fare il movimento corretto!’.

Sembrava trattenuto da una forza invisibile per la lentezza con cui si spostò dietro di me. ‘Allora.. come devo fare? Guidami nel movimento!’ suggerii. Lui mi ‘abbracciò’ da dietro senza che il suo petto venisse a contatto con la mia schiena. Gli fu facile visto che io ero abbastanza minuta rispetto a lui. Prese le mie mani tra le sue. ‘Ok.. divarica un po’ le gambe ora..’ disse. ‘Ehi cosa hai in mente??’ risposi io senza riflettere, cogliendo l’ennesima occasione del doppio senso. ‘Dai su non mettermi in imbarazzo!! – si scusò ancora lui ‘ hai capito cosa intendevo!’. ‘Ma si scherzavo!! Ok e devo anche chinarmi un po’ se ho capito bene’. Lo feci senza attendere la sua conferma, e mi ritrovai nella stessa posizione di prima. Stavolta però lui era dietro di me, con la testa praticamente a fianco alla mia, lo sguardo puntato verso il telecomando in basso. Non potevo esserne certa, ma avrei puntato un bel bottino sulle mie tette vincenti. Fabrizio non doveva neanche inventarsi una scusa.. il suo ruolo prevedeva di guadare in basso, ed in basso c’era la mia scollatura con i miei seni praticamente in bella mostra. Mi chiesi se dalla sua posizione si vedessero anche i capezzoli, ma a questa domanda non avrei avuto risposta.

‘Ok ‘ riprese lui spezzando il silenzio ‘ adesso devi molleggiare un po’ per prepararti al tiro’. Nel farlo spostai un po’ indietro il sedere, in maniera sinceramente involontaria. Ma lo sentii. Non avevo nulla addosso se non quella leggera magliettina, quindi i miei sensi erano stati favoriti. Sentii che qualcosa di duro veniva a contatto con la mia natica sinistra. Non ebbi ovviamente il tempo per approfondire (né sarebbe stato opportuno in quel momento) ma per un secondo o due quel contatto mi eccitò. Sentii i capezzoli inturgidirsi e crebbe la mia curiosità di saperne di più, ma lì non ci sarebbe stata occasione. Tirai malamente completando il movimento e vedendo il pessimo risultato finsi di essermi già annoiata. Senti non fa per me..’ commentai. ‘Vuoi che cambiamo gioco?’ chiese lui tornando di fronte a me.

Guardai l’orologio. ‘E’ quasi mezzanotte, non mi ero resa conto.. ma perché non andiamo a farci un bagno al mare?? Dai è ferragosto!!’. Fabrizio sembrò titubante. ‘Non so Francy, non ci sarà nessuno qui.. e poi.. è un po’ pericoloso, qui davanti l’acqua diventa subito profonda e non sono un nuotatore così abile!’ si scusò. ‘Capisco.. ma non c’è un posto qui vicino in cui il mare diventa profondo in modo più progressivo?’ domandai sperando che la risposta fosse affermativa. ‘Beh si, più o meno a 5 km da qui..’ rispose lui. ‘E allora prendiamo la macchina e andiamo dai!! Ci rinfreschiamo un po’ che fa così caldo, specialmente in casa!!’.

Sembrò trovare convincenti quelle motivazioni. ‘Ok dai..’ accettò. ‘Evviva!! Dai vatti a mettere il costume così ci sbrighiamo!’. ‘Io ce l’ho già sotto ai pantaloncini.. vai tu..’ disse lui con un’espressione strana, forse essendosi ricordato solo in quel momento che io avrei fatto il bagno con la biancheria intima. Non risposi nemmeno e corsi in bagno. Speravo che reggiseno e culotte fossero ancora umidi, ma così non era. Pensai io ad inumidirli sotto l’acqua del rubinetto ed uscii tenendo la mia biancheria in mano. Fabrizio mi guardò stupefatto. ‘Ma.. non.. non li metti?’. ‘Sono ancora un po’ umidi, non vorrei raffreddarmi né bagnare il sedile della tua auto.. li metterò quando siamo alla spiaggia dai.. non preoccuparti!’. Lui sembrò molto titubante, ma si convinse. Entrammo in macchina e ci avviammo. Percorremmo 5 km di incontrando poche macchine.. era davvero una zona di mare poco frequentata. ‘Ma dove sono tutti?’ chiesi durante il tragitto. ‘Beh è quasi mezzanotte, staranno festeggiando.. e comunque questa è una zona poco turistica, ma una ventina di km più giù c’è sicuramente più vita..’. ‘Beh.. considerata la tipologia di costume che indosserò, penso che andrà bene qui.. è lontano il posto che dicevi prima?’. ‘No.. due minuti e siamo arrivati’ annunciò.

Era ora di andare di nuovo in scena. ‘Ah ok allora adesso devi promettere..’ dissi. ‘Promettere cosa?’. ‘Che per i prossimi 30 secondi guarderai solo la strada..’ spiegai sibillina. ‘Perché?’ chiese lui che sembrava non aver ancora capito. Tolsi la maglia e la appoggiai sul cruscotto. ‘Perché in questo momento sono nuda.. mi sto mettendo il costume’ spiegai con naturalezza. Lo guardai sperando che si girasse, ma sembrava diventato rigido, come se d’improvviso un collarino trasparente si fosse materializzato ad impedirgli movimenti del collo. Forse mi stava spiando con la coda dell’occhio, ma non potevo esserne sicura. E forse qualcos’altro stava diventando rigido, chissà..’E me lo dici così?? Ma non potevi metterlo dopo?’. ‘Qui è più sicuro!’ mi giustificai. Indossai prima la culotte, dandogli il tempo, se avesse voluto, di spiarmi le tette di profilo, poi indossai lentamente il reggiseno.

‘Fatto’ annunciai forse un po’ delusa. A quel punto sparì l’invisibile collare e si girò verso di me. Vidi letteralmente cadere i suoi occhi sul reggiseno.. e su quello che il reggiseno conteneva ed evidenziava. ‘Ehm.. ma non rimetti la maglia?’. ‘Dammi il tempo! E non fissarti sempre con questo ciondolo..ora me lo tolgo così non attrarrà più la tua attenzione!’ ridacchiai prendendolo in giro. Tolsi davvero il ciondolo e indossai la maglietta (casomai in spiaggia ci fosse stato qualcuno) mentre lui accostava. ‘Siamo arrivati’ annunciò. ‘Sembra carino!’ commentai aprendo la portiera ed uscendo. Fabrizio chiuse l’auto e mi seguì mentre mi dirigevo verso la riva.

Anche in questo caso avrei scommesso. Avrei scommesso che mi stesse guardando il sedere.. d’altronde ero stata ben attenta a lasciare la maglia sollevata quel tanto che bastava e la culotte un po’ ‘infilata’ tra le natiche..
Quando fummo arrivati a riva (dove pure non c’era nessuno, come Fabrizio aveva immaginato), ancora non sapevo come avrei potuto mettere in pratica quello che avevo progettato. L’eccitazione provata nello spogliarmi nuda in macchina a pochi centimetri da lui (anche se mi era sembrato che non ne avesse approfittato) mi diede ulteriore stimolo. Insomma, volevo entrare in acqua senza biancheria intima, ma doveva essere una sorpresa.. soprattutto perchè qualora se ne fosse accorto molto probabilmente si sarebbe mostrato contrario, visto che ormai era palese che lo stessi provocando. Il problema era che avevo bisogno che si distraesse almeno mezzo minuto! Ero lì che rimuginavo quando la soluzione si disegnò imprevista. Il cellulare di Fabrizio si mise a squillare, lui lo cercò dentro alla piccola borsa che aveva portato con sé. ‘E’ un amico che ho dimenticato di chiamare oggi pomeriggio, gli dovevo alcune informazioni.. mi perdoni se rispondo un attimo?’ mi chiese con molta cortesia. Gli risposi raggiante. ‘Ma certo, ci mancherebbe!!’. Premette un tasto sul cellulare e lo portò all’orecchio iniziando a parlare. Nel farlo si girò leggermente di spalle, come per isolarsi durante la conversazione.

Senza pensarci due volte, approfittai della situazione. Tolsi nell’ordine la maglietta, il reggiseno e la culotte e mi tuffai più rapidamente che potevo per arrivare al punto sarei stata coperta dall’acqua. L’acqua non era affatto fredda, anzi.. piuttosto piacevole! Controllai un paio di volte alle mie spalle ma Fabrizio passeggiava ancora lungo la riva, come capita talvolta quando si parla al telefono. Proprio quando arrivai ad una profondità ‘di sicurezza’, lo vidi togliere il pantaloncino e la maglietta per entrare in acqua. La luce era sempre più debole quanto più ci si allontanava dalla spiaggia, che già era in penombra perché illuminata solo dai lampioni che erano qualche metro più indietro, sulla strada che costeggiava il mare. Ciononostante riuscii a capire che indossava un costume a slip.. e la sagoma del suo fisico era molto possente e attraente. Giunse da me a nuoto, poi si mise in piedi. Essendo più alto di me, l’acqua gli arrivava al petto, mentre io ero immersa fino all’altezza del collo.

‘Allora? Che mi dici? E’ stata buona l’idea di questo bagno a mezzanotte?’ chiesi sorridendo. ‘Beh si.. era parecchio che non lo facevo! Decisamente piacevole!’ rispose lui sembrando realmente convinto. ‘Già.. ma è proprio strano che non ci sia nessuno!!’ osservai. ‘Hai ragione, ma qui come hai visto non ci sono molte abitazioni.. e poco più in là c’è uno stabilimento, quindi saranno sicuramente tutti lì..’. ‘Infatti si intravedono dei fuochi da quella parte’ confermai indicando un punto comunque piuttosto lontano. ‘Per quanto mi riguarda è meglio la tranquillità!’ commentò lui. Così dicendo, mi lanciò inconsapevolmente un’opportunità di entrare nell’argomento che più mi interessava. E non me lo feci ripetere due volte. ‘Sono d’accordo con te.. così in solitudine si può anche fare il bagno.. nudi!’. La sua espressione imbarazzata fu divertente. ‘Beh.. si.. ci sarà sicuramente chi lo fa..’ commentò con voce tremolante. Senza aspettare troppo rincarai la dose. ‘Potremmo farlo anche noi adesso in effetti, sarebbe molto rilassante stare in acqua in libertà assoluta!!’.

Non poteva immaginare cosa avessi in mente. ‘Mah.. Francy.. non credo che.. che sarebbe il caso.. nel nostro caso insomma!’ cercò di districarsi in modo impacciato. Risi apertamente all’intreccio che le sue parole avevano involontariamente costruito, forse proprio per colpa dell’imbarazzo. Ma non mollai la presa. ‘E perché no scusa.. non è una proposta indecente dai! E poi non si vedrebbe niente restando immersi in acqua..’ lo stuzzicai. Lui cercò di trovare una scusa in questo, dubitando della mia affermazione ma negando qualcosa che in realtà era piuttosto evidente. ‘Ne sei sicura? Non so, un po’ di luce c’è e l’acqua è tutt’altro che torbida..’. ‘Beh Fabri, sinceramente a me sembra proprio che non si veda nulla.. ma se è come dici tu allora devo preoccuparmi.. perchè vuol dire che forse sei riuscito a vedere che io sto già facendo il bagno nuda!!’ rivelai lanciando la provocazione.

Lui strabuzzò gli occhi e cercò di credere che fosse uno scherzo, anche se in fondo, visto tutto quello che era successo in precedenza, la mia affermazione era più che credibile. ‘Ma dai Francy non prendermi in giro..’ disse timidamente. ‘Sei tu che mi prendi in giro scusa.. un attimo fa hai detto che non possiamo fare il bagno nudi perché si vedrebbe tutto.. e adesso mi dici che non riesci a vedere che sono nuda??’ risposi maliziosamente. Messo alle strette, dovette ammettere che era impossibile notare qualcosa sott’acqua. ‘Ok ok è chiaro che la mia era solo una scusa per cavarmi d’impaccio.. è ovvio che è impossibile vedere sotto..’. ‘Ahh adesso è impossibile eh?’ scherzai. ‘Vabbè dai.. ‘ chiari lui – era perché mi sembrava un po’ azzardata l’idea di fare il bagno.. insomma.. senza costume’. Sembrava quasi che la parola ‘nudi’ fosse tabù.. forse aveva paura di come poteva evolvere la situazione. ‘E perché? Non mi pare che tu sia scandalizzato in questo momento.. eppure sono nuda!’ affermai candidamente per stemperare il suo imbarazzo. ‘Ma dai non stai dicendo sul serio!’ si difese. ‘Certo che si!! Ma forse devo dimostrartelo..’ azzardai. Era il momento di agire.. e lui non fece nulla per impedirmelo.. forse per l’imbarazzo, ma forse anche per la curiosità. ‘Vieni con me’ lo invitai, ed iniziai a camminare in acqua verso la riva. Lui, sempre in vigile silenzio, mi seguì.

Il livello dell’acqua iniziò a scendere, finchè arrivò all’altezza dei seni. Indugiai qualche secondo per alimentare il suo interesse, poi feci altri 5 passi in avanti. Mi voltai verso Fabrizio, che mi aveva seguita passo passo, e vidi il suo sguardo fisso sulle mie tette nude, ormai fuori dall’acqua. Forse aveva già intravisto qualcosa durante le mie ‘provocazioni’ precedenti, ma era la prima volta che mi vedeva realmente in topless, e la sua curiosità era ben evidente, come pure la mia eccitazione, rivelata dai capezzoli turgidi. Stavo provando un’emozione imprevista nel mostrargli le mie tette con quella naturalezza ed in quella situazione così particolare. Non sono certo timida riguardo al mio corpo, ma in quel momento sentivo comunque il battito del cuore accelerare. La luce fioca forse contribuiva a rendere la situazione ancora più intrigante. Gli concessi circa un minuto, durante il quale non riuscì a dire e fare niente se non fissarmi il seno. Poi azzardai di più. ‘Ci credi ora? Perché se non ci credi posso continuare ad andare verso la riva..’ dissi intendendo che ero disposta a fargli vedere che non avevo neanche la culotte. ‘Ehm.. no ‘ rispose timidamente ‘ mi fido..’. Sorrisi e tornai indietro di qualche passo, abbastanza perché il livello dell’acqua tornasse a coprirmi il seno. Lui si limitò a seguirmi, accompagnato da un imbarazzo evidente.

Se avevo pensato che potesse lasciarsi andare dopo tutte quelle provocazioni, mi ero sbagliata. E dovetti riconoscergli questo merito. Sospirai. ‘Ok ok hai vinto Fabri!’. Lui sembrò confuso. ‘Non capisco.. cioè??’. ‘A questo punto pensavo di ritrovarmi con le tue mani sulle mie tette.. ma hai resistito a tutte le tentazioni oggi.. ci mancava solo che ti saltassi addosso io!!’. Fabrizio iniziò a mettere a fuoco qualcosa che sicuramente aveva già intuito. ‘Ma senti un po’.. mi hai messo alla prova insomma eh?’ commentò. ‘Beh.. volevo vedere se bastava una ragazza disinibita a farti crollare.. ma non è stato così!’. ‘Una BELLA ragazza disinibita vuoi dire!’ commentò lui, per la prima volta facendomi un complimento. ‘Ah ma allora almeno ti sei accorto che sono una donna!’ lo stuzzicai. ‘Direi di si.. specialmente con quest’ultima dimostrazione!’ ammise. ‘Beh, hai avuto molte occasioni per sbirciarmi nella scollatura oggi.. ma eri riuscito ad approfittarne??’.’Diciamo che non ho sfruttato al meglio le occasioni.. anche se mi ero fatto un’idea piuttosto precisa – ammise timidamente – ma in macchina poi avevo paura di perdere il controllo..’. ‘Ahhh.. paura di saltarmi addosso??’ lo stuzzicai. ‘Ma no.. di perdere il controllo dell’auto.. sai com’è.. la sorpresa.. e quindi non ho guardato..’. ‘Vabbè, spero che almeno l’idea che ti eri fatto fosse positiva!!’ chiesi in un impeto di vanità. ‘Positiva e confermatissima..’ rivelò sempre con un pò di timidezza.

‘Ok lasciamo perdere.. comunque ormai le carte sono scoperte e il gioco è finito! Possiamo rilassarci no?’. Fabrizio sorrise e sembrò più tranquillo, pensando che avessi rinunciato alla battaglia. ‘Va bene!’ accettò distendendosi in un perfetto ‘morto a galla’. Avevo previsto in realtà una reazione del genere da parte di Fabrizio, che difficilmente si sarebbe lasciato andare con me.. la figlia della sua compagna. Ma non potevo negare a me stessa di essere ormai fortemente attratta da lui.. e ritenni di avere ancora qualche carta da giocare, quantomeno per soddisfare la mia crescente curiosità su una parte del suo corpo che nel primo pomeriggio avevo intravisto da lontano e che avevo immortalato, purtroppo solo in forma di ‘ombra’, nella mia macchinetta fotografica.. Mantenni per un paio di minuti un sorriso molto plateale, con l’intento di farmi chiedere il perché. Fabrizio non tardò ad accontentarmi. ‘A cosa stai pensando? Hai un sorriso strano sul viso!!’ chiese. ‘No niente.. è che stavo pensando a.. no vabbè niente..’ dissi in modo sibillino, per stuzzicare la sua curiosità. ‘Dai dimmi!’. ‘Beh.. pensavo che avendo perso la battaglia potresti concedermi l’onore delle armi!’ dissi in metafora. ‘Cioè?’ chiese ancora lui. ‘Beh.. appurato che non mi salterai addosso come avrei voluto.. potresti almeno mostrarmi cosa mi sono persa!!’. ‘Francy.. ma a cosa ti stai riferendo??’ domandò con l’espressione di chi ha già capito. ‘A quello che pensi..’ confermai esplicitamente.

Lui sembrò di nuovo confuso. ‘Ma stai scherzando.. io non credo proprio che sia il caso.. sai come la penso..’. ‘Vabbè dai in fondo non mi sembra di aver proposto niente di così osceno! Solo l’occasione di guardare per pochissimo.. che ne so, il tempo di andare a riva..’. Lui esitò di nuovo, segno che forse, tutto sommato, l’idea lo intrigava..e sarebbe stato strano il contrario! ‘Solo andare a riva?’ ripetè. ‘E solo guardare..’ confermai io per rendere la cosa apparentemente più innocente. Stava pensandoci, e lo incitai ancora. ‘Dai è la notte di ferragosto, una piccola pazzia trasgressiva ci può anche stare! E poi la facciamo tutti e due, anch’io non avrò nulla addosso finchè non arriviamo lì, per cui saremo pari!’ aggiunsi sorridendo, senza che sembrasse una provocazione, ma solo un dato di fatto.

Restò fermo ancora per un minuto, poi si chinò. Non si vedeva nulla sotto al pelo dell’acqua, ma il gesto era chiaramente di uno che si sta togliendo il costume. Quando lo sollevò in aria per mostrarmelo, ne ebbi la conferma. ‘Da qui a lì.. e solo guardare.. poi nulla più, comprese le tue provocazioni.. ok? E rimarrà tra di noi..’ sentenziò. ‘Ok! Ovviamente il solo guardare vale anche per te!’ risposi prontamente con una strizzatina d’occhio. ‘Ma certo! Non mi permetterei di” iniziò, ma lo interruppi mettendogli un dito sulle labbra, per fargli capire che mi fidavo. ‘Andiamo?’ proposi. Fabrizio a quel punto sembrò di nuovo riluttante. ‘Possiamo aspettare un attimo?’ chiese. Ed era facile intuirne il perchè.. in quel momento ce l’aveva sicuramente duro e l’imbarazzo di farsi vedere nudo sarebbe stato ancor maggiore. ‘Immagino il motivo Fabri.. ma se posso permettermi, preferirei proprio che uscissi ora dall’acqua!’ risposi con assoluta sincerità. Lui sembrò quasi lusingato dell’interesse di una ragazza più giovane di lui di circa 15 anni, e questo forse lo aiutò a vincere ogni riluttanza.

‘Vabbè Francy.. facciamo questa cosa assurda.. ma andiamo subito prima che ci ripenso!’ disse iniziando a camminare. ‘Aspetta.. dammi il tuo costume..’ dissi bloccandolo. ‘Darlo a te? E perché?’ chiese. ‘Per sicurezza.. casomai ti venisse in mente di rimetterlo nel frattempo. Un pegno insomma!’. ‘E va bene.. ormai siamo in ballo..’ accettò passandomi il costume e riprendendo la via della riva. Lo seguii con una punta di emozione e sentii il mio battito accelerare di nuovo. Alla fine sembravo più presa io dalla situazione che non lui! Arrivammo in pochi passi al punto dove mi ero fermata poco prima, ed infatti i miei seni uscirono dall’acqua e furono di nuovo sotto l’occhio attento di Fabrizio, che camminava rivolgendosi molto spesso verso di me, per guardarmi ma anche per verificare dove io stessi guardando. E non c’era dubbio che la mia attenzione era tutta per quello che stava per emergere dalle acque.. quel qualcosa che avevo intravisto in ombra nel primo pomeriggio, da lontano, mentre lui faceva esercizi sul bagnasciuga. Lui era più alto di me, quindi il livello dell’acqua lo avrebbe ‘svelato’ prima di me.. ed ero semplicemente impaziente.

Ancora qualche passo lento e cominciai a vedere qualcosa. Presa dalla curiosità, non avevo neanche riflettuto su come sarebbe venuto fuori. Essendo duro come avevo supposto, fu la punta ad emergere per prima, proprio come la punta di un iceberg che nei fondali nasconde la parte più consistente. La vidi spuntare e nello stesso momento lui si fermò. Un attimo di esitazione lo colse. ‘Ormai il dado è tratto..’ dissi a voce bassa per incitarlo a continuare. Lui sorrise apparentemente più tranquillo, ed avanzò. Accanto a lui, vidi progressivamente scendere il livello dell’acqua ed emergere il suo pene, rigido, leggermente curvato ma decisamente puntato verso l’alto, il glande scoperto, pochissimi peli non sufficienti a nasconderne la base. Non era certamente di dimensioni spropositate come quelli dei pornoattori, ma era comunque indubbiamente notevole. Non mi stavo assolutamente ponendo il problema di sembrarne attratta, perché effettivamente lo ero.. per cui continuai a fissarlo tranquillamente mentre ci avvicinavamo alla riva. Fu per questo che non mi accorsi che, nel frattempo, anch’io avevo svelato l’ultima ‘zona nascosta’ del mio corpo. Me ne resi conto quando eravamo praticamente a destinazione, perché notai lo sguardo di Fabrizio fisso sulla mia figa quasi completamente depilata, come io avevo lo sguardo sulla sua asta. Sembravamo due improbabili modelli che sfilavano in coppia per mettere in mostra vestiti invisibili di fronte ad un pubblico altrettanto invisibile.

Fu divertente ed eccitante allo stesso tempo, ma ancor più intrigante per l’intimità raggiunta in quel breve lasso di tempo in cui avevamo raggiunto il bagnasciuga. ‘Ehm.. ok.. – disse spezzando il silenzio quando arrivammo alla piccola barca rovesciata nei pressi della quale avevamo posato i pochi vestiti – sembra assurdo ma abbiamo fatto davvero questa pazzia..’. In quel momento partì in lontananza lo spettacolo dei fuochi d’artificio. Era mezzanotte. ‘Già.. allora buon ferragosto!’ risposi sorridendo. Lo invitai ad abbassarsi un pò, visto che era molto più alto di me, per accompagnare l’augurio a voce con un bacio sulla guancia e mi avvicinai quasi abbracciandolo. Lo feci con naturalezza, come se niente fosse, come se non fossimo entrambi nudi. Ma lo eravamo, e mentre lo baciavo sentii distintamente il suo pene duro appoggiarsi al mio ventre. ‘Ops.. scusami..’ disse lui allontanandosi con un piccolo movimento del bacino. ‘Non preoccuparti.. immagino sia difficile gestire certi carichi sporgenti!’ scherzai per tranquillizzarlo. ‘Beh dovresti saperlo, in fondo anche tu ne hai un bel paio!’ rispose lui imprevedibilmente a tono, ribadendo un complimento che già mi aveva fatto prima.

Gli sorrisi ed assunsi un’espressione di giubilo. ‘Wow.. non posso crederci! Un vero complimento!!’. ‘Già.. ma ora è meglio che ci rivestiamo..’ disse lui probabilmente per evitare che la situazione degenerasse. Dovetti accettare per il momento, sperando che la questione potesse riaprirsi di nuovo a casa. “Mi restituisci il costume allora?” chiese. Mi resi conto allora di averlo perso in mare.. e anche se non l’avevo fatto apposta ne fui inconsciamente contenta. “Ehm.. credo di aver perso la presa in acqua.. sai devo essermi distratta!!” mi giustificai. Lui non sembrò prendersela più di tanto.. si limitò a sospirare. “Vabbè dai non è importante, ho i pantaloncini”. Ci avvicinammo quindi alla piccola barca rovesciata per recuperare i nostri indumenti, ma non ce n’era traccia. ‘Beh? Dove sono finite le nostre cose? Qui non c’è niente!!’ annunciò con tono allarmato. Provammo a cercare lì intorno, per verificare che una folata di vento non avesse fatto cadere tutto sulla sabbia, ma niente. ‘Temo che dobbiamo accettare il fatto che qualche buontempone abbia rubato le nostre cose!!’ commentai. Vidi nei suoi occhi la rabbia per quello che era successo, e mi resi conto che altro era stato rubato oltre agli abiti.

‘Oh cavolo.. il cellulare e le chiavi della macchina!!’ urlai ora anch’io con tono allarmato. Le sue parole mi aiutarono a comprendere. ‘No tranquilla ‘ disse chinandosi e raccogliendo cellulare e chiavi da sotto la barchetta rovesciata ‘ li avevo messi apposta sotto.. ma non immaginavo che qualcuno potesse rubare qualche indumento!! Vabbè dai andiamo a casa..’ concluse accarezzandomi una spalla, come per volermi tranquillizzare. Ci dirigemmo quindi in macchina. Salimmo in contemporanea dai due lati e ci sedemmo. Fabrizio girò la chiave, ma il motore si limitò ad emettere un colpo di tosse, restando spento. Anche ripetendo più volte il tentativo non vi fu alcun miglioramento. Lo vidi colpire il volante. ‘Accidenti.. adesso anche la macchina che non parte!!’ si lamentò. Mi sembrò nervoso e cercai di sdrammatizzare. ‘Vabbè dai Fabri, poteva andare peggio se avessero rubato le cose più importanti.. in fondo casa non è così lontana, possiamo andarci a piedi!’. ‘Certo, come no.. facciamo una breve passeggiata di 5 km.. NUDI!’ disse con tono quasi stizzito.

Le sue parole mi riportarono alla realtà, facendomi realizzare ciò che era piuttosto evidente, e cioè che entrambi non avevamo nulla addosso. Lui invece non aveva mai perso di vista questo particolare, e soprattutto non aveva perso di vista me.. almeno a giudicare dal fatto che, nonostante gli imprevisti accaduti, aveva ancora una notevole erezione.. La situazione era a dir poco strana ed il leggero nervosismo di Fabrizio era evidente. Tuttavia la sua espressione facciale nel dire quelle parole mi fece scoppiare a ridere. Tentai di dire qualcosa ma non ci riuscii. Notai che mi guardava, poi pian piano un sorriso gli si disegnò sulle labbra e alla fine anche lui iniziò a ridere a crepapelle. ‘Potremmo giustificarci dicendo che siamo stati rapiti dagli alieni!!’ dissi quando riuscii a riprendere il controllo. ‘Giusto.. buona idea!’ commentò lui. ‘Comunque scherzi a parte, stai tranquillo.. casa tua non è lontana e possiamo camminare sulla spiaggia.. è notte, sono certa che in questa zona non incontreremo nessuno, proprio come quando siamo arrivati in macchina’ lo confortai. ‘Non vedo alternative comunque.. dai andiamo..’ accettò lui uscendo dall’auto.

Venne dalla mia parte e mi aprì la portiera improvvisandosi gentleman. ‘Prego signora’ disse invitandomi ad uscire. ‘Molto gentile’ risposi con il tono affettato di una vip. Scesi dall’auto simulando il portamento di una vera diva, tenendo la schiena ben diritta ed il seno in evidenza. Lui seguì tutti i miei movimenti con sguardo attento, e nell’avvicinarmi a lui feci in modo di far ‘scontrare’ una mia tetta con il suo braccio. ‘Credi che abbia indossato un abito troppo audace stasera caro?’ scherzai restando nel ruolo. ‘Per niente tesoro.. sembra che ti sia stato cucito addosso.. si vede tutto quello che merita di essere visto..’ commentò lui stando al gioco ma lasciandosi anche andare ad un complimento ben più azzardato del precedente. ‘Grazie caro, anche il tuo abito è fantastico..d’altronde lo stilista è uno di cui si dice un gran bene..’ giudicai a mia volta. Ma giocai sulla pronuncia usando un improbabile accento tedesco, per cui in realtà dissi ‘un gran pene’, cioè quello che credevo davvero. E per accentuare il senso, glielo guardai apertamente mentre ci incamminavamo verso il bagnasciuga per iniziare la passeggiata.

Riflettei su quanto fosse prolungata quell’erezione, iniziata praticamente da quando eravamo ancora in acqua e forse ‘rinvigorita’ dal contatto con il mio seno di poco prima. Di certo c’era che per me il suo pene stava diventando quasi magnetico, ed il desiderio di averlo cresceva a dismisura.. e decisi di lasciarmi andare del tutto, sperando che anche lui cadesse finalmente in tentazione. Quando passammo all’altezza della barchetta rovesciata, lo fermai. ‘Che c’è? ‘ chiese ‘ preoccupata della lunga passeggiata che ci aspetta?’. Mi dava speranza il fatto che sembrava essere meno intimidito dalla nudità. ‘No.. ma devi fare qualcosa per quello..’ dissi indicando la sua asta dura. ‘Cioè?’ domandò incerto. ‘Cioè se non lo metti giù prima che iniziamo a camminare, credo che prima di cento metri ti salto addosso..’ spiegai con grande naturalezza.

Fabrizio vacillò, non aspettandosi certo una simile sfacciataggine. ‘Ehm.. scusami Francy ma.. non posso.. cioè dipende dalla situazione, non lo faccio apposta.. se potessi mi coprirei!’ si giustificò. ‘Lo so, non devi scusarti.. ma non ti nego che sto facendo fatica a resistere.. forse se non fosse così.. allegro.. potrei farcela a non desiderarlo tanto!’. ‘Ehm.. lo prendo come un complimento ma.. il fatto è che non so se riesco ad evitarlo.. non è mica facile restare indifferente a ciò che ho davanti agli occhi!!’. Sorrisi alle sue parole e decisi di essere ancora più diretta ‘Beh grazie.. resta il fatto che bisogna porre rimedio a questa situazione.. e visto che non ho nulla con cui coprirmi nemmeno io, resta un’unica alternativa.. e se non provvedi tu lo faccio io con le mie mani!!’. Il messaggio era limpido.. d’altronde c’era un solo modo per far venir meno la sua erezione e lo sapeva anche lui.

‘Ok.. ehm.. è un po’ imbarazzante tutto questo ma è chiaro di cosa parliamo.. allora forse io.. ehm.. entro in acqua così poi.. beh hai capito.. ne uscirò più.. tranquillo..’ cercò di spiegare. Aveva capito.. ma io volevo molto di più. ‘Devi per forza entrare in acqua? Non puoi farlo qui?’ proposi invitandolo apertamente a fare qualcosa che per lui sarebbe stato molto trasgressivo. ‘Qui?? Beh.. si forse potrei.. ma.. proprio ora?’. ‘Te l’ho detto.. se non lo fai tu, ti salto addosso io!’. ‘Ehm.. ok..’ accettò girandosi. Non era facile capire se la cosa lo intrigasse o se prevalesse l’imbarazzo. Il fatto che si fosse girato faceva pensare alla seconda opzione, ma in fondo aveva pur sempre accettato di masturbarsi con me a due passi. Nel frattempo, vidi la sua mano sparire dietro al suo sedere, ed il braccio iniziare a muoversi su e giù. Aveva iniziato davvero!

Senza alcuna esitazione e muovendomi con grande naturalezza, mi spostai prima di fianco a lui e poi mi misi di fronte, in prima fila allo spettacolo di mezzanotte, seduta su una poltrona improvvisata che era la barchetta rovesciata. Fabrizio si fermò e mi guardò, lasciando tuttavia la mano sul pene. ‘Francy ma che fai..dai, mi vergogno..’. ‘Si, anch’io’ risposi. Allargai le gambe mostrandogli senza pudore la mia figa quasi completamente depilata. Forse la penombra non gli permise di notare quanto fosse bagnata, ma la fissò sicuramente con grande interesse. Allo stesso tempo portai una mano tra le gambe ed iniziai ad accarezzamela ed a stuzzicarmi il clitoride. Lui sospirò ed intravidi un mezzo sorriso, subito dopo il quale riprese a masturbarsi prima lentamente, poi con più veemenza. Il suo lasciarsi finalmente andare mi eccitò ancora di più, e cercai di soddisfare maggiormente il mio piacere penetrandomi con le dita ed iniziando ad emettere piccoli gemiti, cercando di non esagerare per paura che qualcuno nei dintorni (solo un’ipotesi, perché non c’era davvero nessuno) potesse sentire.

Anche Fabrizio iniziò ad ansimare e capendo che si avvicinava pian piano all’orgasmo, lo invitai ad avvicinarsi. Lui lo fece, stavolta senza incertezze, continuando a toccarsi. Quando fu a meno di un metro da me, gli afferrai il pene con la mano con cui fino ad un attimo prima mi stavo penetrando, scoprendo che la sua asta era realmente dura come il marmo, proprio come appariva. I miei umori divennero una sorta di unguento che rendevano ancora più eccitante masturbarlo. Notai che continuava a rivolgere spesso lo sguardo tra le mie gambe. Forse avrebbe desiderato entrare dentro di me (e lo avrei voluto anch’io), ma non avendo a disposizione un profilattico ritenne evidentemente più prudente che ci limitassimo a quello che stavamo facendo.

E comunque non ci volle molto ad arrivare al momento clou. Lo masturbai per un minuto, prima con più delicatezza e poi con maggiore vigore (anche perchè mi veniva naturale il desiderio di stringere forte nella mia mano quell’asta così dura). Poi mi chinai in avanti, portai il viso davanti al suo pene e lo leccai due o tre volte, dalla base alla punta, percependo distintamente il sapore del sale rimasto sulla pelle dopo il bagno di poco prima. La terza volta lo presi anche in bocca per metà, succhiandolo più avidamente. A quel punto lo sentii nitidamente pulsare e capii che non riusciva più a contenere l’eccitazione. Lo lasciai e mi rialzai proprio mentre dalla punta del suo pene partivano almeno quattro o cinque schizzi di sperma che mi ‘colpirono’ sul collo, sul petto, uno proprio sul seno, poi sulla gamba, proprio come avevo desiderato. Non so se fu quel contatto imprevisto con il suo sperma, ma un brivido mi percorse, mi penetrai le dita dell’altra mano e venni subito anch’io, aumentando la frequenza e l’intensità dei miei gemiti.

Fu un momento incredibilmente eccitante, più di quanto io stessa avrei immaginato. ‘Ops.. scusami’ disse quando si rese conto di avermi ‘inondata’. ‘Figurati ‘ lo tranquillizzai ‘ dicono che faccia bene alla pelle!’. Lui sorrise. ‘Davvero?”. “Si.. ma andrebbe anche spalmato per bene..’ aggiunsi, come a dargli il via libera per potermi finalmente toccare, cosa che non aveva fatto neanche durante l’orgasmo, forse preso da un improbabile eccesso di timidezza o bloccato dalla mia intraprendenza. Lui si lasciò finalmente andare anche in quel senso. Sospirò e mi appoggiò una mano sul petto, poco sotto al collo, dove c’era uno dei suoi schizzi. Poi lentamente la spostò più a destra, fino a posarla su una tetta. Iniziò a massaggiarla ed allo stesso tempo ci spalmava sopra il suo sperma, proprio come io poco prima avevo ‘oliato’ il suo bel pene con i miei umori.

Mi sentii pizzicare leggermente il capezzolo ancora turgido, che evidentemente per lui fu un segnale della mia eccitazione. Mi afferrò il seno con più audacia e fece lo stesso anche con l’altra mano sull’altra tetta. Saggiò la consistenza dei seni per almeno un paio di minuti. Poi iniziò a scendere più in basso, puntando probabilmente in mezzo alle mie gambe. A quel punto lo bloccai. ‘Non è il caso ora, hai troppa.. crema sulle mani!’ spiegai sorridendo. Lui comprese e si ritirò indietro. ‘Ops.. hai ragione scusami’. ‘Smettila di scusarti.. non ce n’è proprio motivo! ‘ lo tranquillizzai ‘ Ora comunque che ne dici di farci un bagno?’. Avevamo entrambi bisogno di sciacquarci un po’ e forse anche di riprenderci da quel momento di grande eccitazione sessuale. ‘Credo sia una buona idea!’ rispose.

Mi alzai dalla piccola barca rovesciata su cui mi ero seduta.
Gli guardai il pene, che anche non essendo in erezione era comunque di dimensioni interessanti. Lo desideravo ancora, ma mi rendevo conto che l’episodio accaduto poco prima sarebbe potuto, o forse dovuto, restare isolato.. almeno finchè mia madre non avesse preso la decisione di cui mi aveva già parlato e che aveva forse contribuito a lasciarmi andare in quel modo. Negli ultimi tempi, per diverse ragioni, stava valutando di porre fine alla loro frequentazione perché si era resa conto che non erano fatti l’uno per l’altra.

Ed io, dopo quell’incredibile Ferragosto, non potevo che rimanere in trepidante attesa.. Dormimmo ovviamente nello stesso letto, perché non c’erano alternative, ma non facemmo sesso, nonostante io lo desiderassi molto e, credo, anche lui. Non era servito neanche dircelo, sapevamo entrambi quale fosse la motivazione per entrambi. Quando mi svegliai, più o meno alle 10, mi girai subito dall’altra parte del letto con il segreto intento di verificare se avesse l’erezione mattutina.. aveva accettato di dormire solo con gli slip e non mi sarebbe dispiaciuto vedergli di nuovo il pene anche senza poter fare altro! Ma il letto era vuoto, Fabrizio si era già alzato. Mi sollevai anch’io, seppur a fatica e andai in bagno. Anche lì non c’era. Approfittai della sua assenza per fare i miei bisogni e feci anche una rapida doccia. Ripiegai la maglietta che mi aveva prestato per la notte (era l’ultima che aveva a disposizione e avrebbe dovuto usarla anche la notte successiva, in cui sarebbe rimasto alla casa al mare) ed uscii nuda dal bagno, ma lui non c’era ancora. Forse era sceso in spiaggia a fare esercizi come il giorno prima, e decisi di raggiungerlo. Non avevo granchè da mettermi addosso.. niente più intimo, praticamente solo camicia, gonna e giacca che avevo indossato il giorno prima! Sarei dovuta ripartire così, ma d’altronde non avevo alternativa, i negozi a Ferragosto erano chiusi.

Visto il caldo, infilai solo la camicia, abbottonandola alla meglio. Non era di quelle cortissime, quindi mi copriva anche il pube. Sarebbe bastato in realtà sollevare appena le braccia per mostrare la mia parte più intima.. ma ero tranquilla perché in spiaggia di certo non ci sarebbe stato nessuno.. a parte Fabrizio nei confronti del quale non avevo certo più nulla da nascondere. Mentre mi apprestavo ad uscire, però, lo vidi tornare. Aveva in mano il cellulare e sul viso un’espressione difficile da decifrare. ‘Buongiorno ‘ accennai timidamente ‘ qualche problema?’. ‘Non saprei.. sono appena stato lasciato. Ah scusa.. buongiorno..’ rispose. Indossava solo il costume. ‘Ah.. non ha aspettato oltre quindi..’ dissi svelando che ero già al corrente di qualcosa. ‘Quindi tu lo sapevi già?’ chiese. ‘No.. cioè sapevo che ci stava riflettendo’ dovetti ammettere. ‘Si.. lo sapevo anch’io’ mi rivelò a sorpresa, avvicinandosi a me. ‘Ti dispiace?’ domandai innocentemente. ‘Beh si certo.. ma lei era molto convinta della scelta.. ed anch’io avevo qualche dubbio..’ spiegò facendo ancora un passo verso di me. Io indietreggiai, improvvisamente incerta su quello che poteva accadere. ‘Ah si?’ accennai. ‘Si.. ‘ confermò recuperando la distanza da me ‘ e i miei dubbi sono aumentati dopo la passeggiata di stanotte..’.

Feci ancora un passo indietro e mi ritrovai con il sedere appoggiato al tavolo. ‘Ma stanotte non è successo chissà cosa..’ rinfacciai, ora con un sorrisetto malizioso, immaginando e sperando che, finalmente, si stesse lasciando andare del tutto. ‘Purtroppo no.. ma possiamo rimediare..’ disse lui avvicinandosi di nuovo, stavolta a pochi centimetri. Mi appoggiò una mano sul fianco e la fece sparire sotto la camicia. Poi la fece salire lentamente. In quel modo sollevò la camicia scoprendomi la figa, che già era un po’ bagnata. Infine salì ancora, afferrandomi una tetta e tastandola senza pudore. ‘E’ una fortuna che abbiano rubato la tua biancheria intima.. ma non sarebbe male se tu non la indossassi più quando vieni a trovarmi..’ affermò ormai libero da ogni tabù. ‘Sarà un piacere.. e semmai dovessi passare tu a trovarmi, sappi che in casa non la porto mai.. ma voglio che anche tu non ce l’abbia..’ risposi con una strizzatina d’occhio. Contemporaneamente mi chinai e gli tirai giù il costume. Il suo pene era eretto come lo era stato in spiaggia. Lo toccai subito, era ancora duro come il marmo, ma caldo.

Mi appoggiai con la schiena sul tavolo e allargai le gambe, pronta a riceverlo. Lo sentii appoggiare il suo pene sulla mia figa, poi la sua figura possente si disegnò sopra di me, con un sorriso desideroso. Mi portò le mani sui lembi della camicia e la strappò via, preso dallo stesso impeto di desiderio che stava travolgendo anche me. Restai completamente nuda, proprio come lui, ed in quell’istante sentii anche la punta del suo pene affacciarsi sulle mie grandi labbra. ‘Entra” gli dissi. E lui entrò. Lentamente percepii la sua asta che si infilava in me mentre con le mani mi massaggiava le tette. Poi iniziò a leccarmi i capezzoli e non riuscii più a trattenere i miei gemiti di piacere, che divennero ritmati nel momento in cui il coito si fece intenso. Lo sentivo entrare ed uscire prima lentamente, poi con più impeto, ed io muovevo il bacino e la schiena nel tentativo di godere il più possibile. Anche lui si stava lasciando andare ai gemiti di piacere. Continuò a penetrarmi per un tempo che non saprei quantificare, poi uscì quando si rese conto che stava per venire. Con un gesto felino che non gli avrei attribuito, salì in ginocchio sul tavolo, a cavallo su di me che ero ancora sdraiata, con il pene che, appoggiato più o meno all’altezza della mia pancia, puntava dritto sul mio viso. Poi si trascinò ancora più avanti, finchè la sua asta dura non fu proprio tra le mie tette.

Gli sorrisi capendo cosa volesse. E non mi dispiaceva affatto! Mi afferrai di lato i seni e li schiacciai sul suo membro, iniziando poi il massaggio con impeto, favorita anche dal suo movimento.. e riuscii a percepire anche attraverso le tette quando fosse duro! La mia terza mi consentiva di fare un buon ‘lavoro’ (non era la prima volta, del resto, che mi ‘esercitavo’).. ed evidentemente per lui fu di grande effetto. Dopo neanche mezzo minuto venne, anche stavolta molto copiosamente, proprio come la notte in spiaggia, ma stavolta il suo pene puntava diritto sul mio viso e gli schizzi mi finirono sulla guancia, sul mento.. ed un paio anche sulle labbra. Lessi nel suo sguardo il desiderio che io assaggiassi quello che aveva ‘prodotto’ per me.. e poiché non era, anche in questo caso, la prima volta, con grande curiosità lasciai che la mia lingua uscisse dalla bocca per recuperare dalle labbra il suo sperma. Gli strizzai l’occhio come a dire che ne gradivo il sapore, ed era effettivamente così. Lui sospirò un “wow!”, si trascinò indietro verso il bordo del tavolo e si rialzò, tendendomi una mano per invitarmi a tirarmi su. A mia volta sospirai esternando il mio piacere per quello che era successo.

“Credo che avrò bisogno di un’altra doccia..” dissi mentre mi sollevavo, riferendomi al fatto che avevo ancora addosso gocce del suo sperma. Di nuovo in piedi davanti a lui, mi tolsi la camicia rendendomi conto che non avrebbe più potuto essere riallacciata, almeno finquando non fossero stati ricuciti i bottoni, ormai tutti strappati. “Certo che avresti potuto togliermela con più delicatezza!’ lo rimproverai scherzando. ‘No, direi di no.. era assolutamente di troppo!’ rispose lui sorridendo a sua volta. ‘Ora devi almeno ricomprarmela!!’ continuai. ‘Mi sembra giusto.. ma a questo punto ti consiglierei di evitare qualunque indumento e non solo l’intimo quando ci incontriamo.. non si sa mai!’ commentò maliziosamente. ‘Mi sembra una buona idea.. vorrà dire che quando verrò a trovarti a casa in città toglierò tutti i vestiti già sul pianerottolo.. ‘ scherzai ‘ purchè tu mi accolga con lo stesso vestito che hai ora e che indossavi anche ieri sera in spiaggia..’. ‘Ci sto.. in effetti ho scoperto di indossarlo volentieri quando ci sei tu..’ disse molto apertamente. Scoppiammo a ridere entrambi, con espressioni evidentemente molto soddisfatte per quello che era successo.

Non avendo più nulla da mettere per ripartire, ed essendo a Ferragosto i negozi chiusi, restai con lui tutto il giorno e la notte successiva, e fu assolutamente naturale fare sesso più volte, aiutati anche dagli abbigliamenti ‘adamitici’ che tenemmo per tutto il tempo. Ripartii il giorno successivo dopo aver comprato qualche indumento, ma i nostri incontri, ormai senza più ostacoli, proseguirono..

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