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Racconti Erotici Etero

La casa sull’albero 1

By 5 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho sempre adorato la casetta sull’albero che mio padre mi costruì quando avevo 10 anni.

Era una piccola stanzetta di legno a circa due metri e mezzo da terra, costruita su un vecchio albero quasi morto a causa di un fulmine. Era comunque solida, visto che il mio previdente papà ‘ per motivi di sicurezza ‘ l’aveva ben puntellata a terra.

Papà l’aveva preparata nella speranza che la sua timida figlia, prima o poi, sarebbe riuscita farsi delle amichette nel nuovo quartiere; invitandole nella piccola reggia che le aveva fatto.

Di amichette non ne portai mai, perchè ben presto, strinsi un’amicizia quasi fraterna con i figli maschi dei nostri dirimpettai : Joe e Nico.

Usavamo quella casetta come fosse il nostro regno; passando i pomeriggi in scherzi, giochi e confidenze. Ci dicevamo tutto : sogni, progetti desideri anche quelli che per 3 acerbi adolescenti erano ‘piccanti’.

La loro compagnia, benpresto mi fece diventare un maschiaccio che disdegnava qualunque comportamento e compagnia femminile.

Crescendo, continuammo ad utilizzare comunque quel rifugio per studiare assieme e per trascorrere le ore che raramente riuscivamo a racimolare al di fuori del lavoro e degli studi universitari.
Eravamo tutti e tre single, anche a causa delle poche e deludenti esperienze sentimentali e sessuali vissute.

Due giorni dopo di una delle fatidiche ‘rimpatriate’ serali, mi trovavo su quella casetta di legno a rilassarmi e a dimenticare l’afa leggendo un libro.
Era tardo pomeriggio e in lontantanza sentivo il rumore contunuo e metallico del tosa erba di mio padre.
Ero così assorta nella lettura che non sentii l’arrivo di Joe.
‘Ciao’, mi disse semplicemnte, issandosi dagli ultimi gradini della scala a pioli.
Ricambiai il saluto restando pigramente stesa sul lettino dove mi trovavo.
‘Che sorpresa’ dissi ‘Qual buon vento ti porta?’.
‘Avevo voglia di una faccia amica e qualcuno che mi ascoltasse’ disse sedendosi sul letto, all’altezza del mio viso.
‘Scommetto che si tratta della seratina che avresti dovuto trascorrere ieri con la tua nuova fiamma’
‘Che veggente!’ rispose ‘allora avrai già intuito che è stata anche deludente, la seratina…’
‘E’ mai possibile Joe, che tutte le tue esperienze sessuali siano deludenti? Dimmi, sei almeno venuto ieri sera, mentre te la scopavi?’.
‘Mio dio, ragazza’ disse ridendo ‘ Da quando sei così sboccata?’
‘Da quando sono cresciuta con due fratelli che hanno le parole cazzo, fica culo e scopare nel loro linguaggio abituale’ dissi seccata. – ‘Non mi far perdere tempo e rispondimi : allora questa scopata; sei venuto poi?’
‘Sì, ma solo perchè ho terminato il tutto con una sega e le sono venuto in faccia, di certo non ho goduto grazie alla sua bravura ma grazie alla mia mano esperta!’.
‘Forse io te e Nico siamo stati colpiti da una qualche maledizione, perchè nemmeno io godo mai
quando mi scopano. Come sai, ormai preferisco l’astinenza alla delusione.
Ma basta cianciare, e renditi utile : raccontami tutto mentre mi spalmi un po’ di olio sulla schiena’ gli dissi, sfilandomi la maglietta e standendomi sul letto a pancia in giù. ‘l’olio è sul tavolino’.
Un istante più tardi sentii il tappo della bottiglia aprirsi, e qualche secondo dopo le fresche gocce d’olio cadermi sulla schiena. Inziò a massaggiarmi lentamente.
‘Sai’ disse ‘ non ti riconosco più Giulia. Ultimamente sei più acida del solito, non sono per caso dovute all’astinenza queste rispostaccie? E poi guardati… cos’è tutta questa femminilità : hai iniziato a metterti anche il reggiseno! Scommetto anche che hai un tanga sotto questi pantaloncini’ detto questo, sollevò il bordo dei pantaloncini corti ‘Eh sì… che bel tanga nero…’ e slacciandomi il reggiseno continuò a massaggiarmi. ‘Adesso girati però, ti spalmo un po’ d’olio anche davanti e sulla pancia visto che oggi mi sento molto buono, e tranquilla non ti guardo le tette’ disse ironico.
Mi girai supina reggendomi il reggiseno slacciato con un braccio e mi ridistesi.
‘Allora’ proseguì ‘tutta questa femminilità ritrovata di colpo, è dovuta alla voglia di scopare?’ e spingendomi via il braccio che reggeva il reggiseno iniziò ad insinuare carezzevolmente le dita sul mio seno.
‘Che cazzo fai? Tieni le mani a posto!’ lo aggredii verbalmente, ma quel tocco mi faceva sorprendentemete fremere. Era vero… ultimamente avevo una voglia tremenda che mi illanguidivae mi aveva spinto a prendermi maggiore cura del mio aspetto, anche quello intimo.

Il mio tono doveva essere ben poco convincente perchè Joe – sordo alla mia protesta – non fece una piega, e levato completamente il reggiseno, mi strinse un seno in una mano. – ‘non avevo mai notato quanto fossero belle e piene le tue tette Giulia’ e senza aggiungere altro si chinò a succhiarmi un capezzolo.
Il mio cervello protestava ma la mia bocca si rifiutò di parlare. E mentre mi succhiava e mi mordicchiava i capezzoli, con una mano scese giù, sul monte di venere, accarezzandomi sopra i pantaloncini. – ‘No, Joe dai…’ protestai.
Insinuò la mano sotto i pantaloncini e sotto il perizoma. Con voce roca disse – ‘Ma ti depili anche? E come mai ti depili, visto che dici sempre di essere in astinenza da mesi? Non sarà mica dovuto alla voglia di cazzo?’
‘No’ risposi acida e punta sul vivo ‘è che mi piace sentirmi liscia quando mi masturbo. E adesso piantala’ intimai, cercando di sottrarmi e di levare via la sua mano.
‘Ah davvero? E come ti tocchi? Dimmi : ti accarezzi solo il clitoride o ti infili anche un ditino dentro la fica?’.
Tirò fuori la mano dai miei slip, ma solo per leccarsela e ritornare dov’era; e iniziare a titillarmi il clitoride con dito. Quel tocco mi piaceva immensamente, nemmeno io quando mi toccavo provavo quei brividi… orami non avevo più voglia di protestare e lo lasciai proseguire.
Iniziò così a far scorrere il dito su e giù sul clitoride e poi giù, infilando la punta del dito dentro la mia vagina. Con movimenti repentini spinse dentro e fuori i dito, il suo sguardo era fisso sul mio. Tolse nuovamente la mano e fece per rialzarsi.
Mi morsi il labbro per evitare di dirgli che la cosa mi deludeva.
Poi però mi afferrò per i fianchi, e in un gesto solo mi sfilò i pantaloncini e il perizoma.
Io restai così nuda e ferma ad attendere, lui si limitò a fissarmi.
‘Eh sì, sei proprio cambiata, sei una donna ormai. No anzi, sei una bellissima donna.
Dov’erano i miei occhi mentre il tuo corpo sbocciava?’ puntando un ginocchio sul bordo del letto si mise, completamente vestito, a cavalcioni sopra di me. Si chinò a baciarmi insinuando la lingua nella mia bocca, poi scese sul seno e mentre mi mordicchiava un capezzolo una mano mi stuzzicava di nuovo il clitoride. Chiusi gli occhi e mi abbandonai del tutto.
Pose una fila di baci dal mio seno al basso ventre, con la mano mi divaricò bene le cosce. Smise. Immediatamente dopo sentii però un alito caldo priprio all’altezza del pube.
Avevo vent’anni, ma nelle mie poche e deludenti esperienze sessuali mi ero sempre rifiutata di praticare e ricevere il sesso orale. Questo Joe lo sapeva, e alzando la testa disse piano ‘Giuro, ti piacerà e sarà indimenticabile’
Chinò la testa e mi baciò leggero il clitoride, poi con due dita divaricò le grandi labbra e con la lingua mi titillò e mi succhiò quelle piccole e il puntino rosa e pulsante che stava sotto.
Sentivo come delle scosse elettriche intermittenti e piacevolissime. Iniziai a sentirmi sempre più eccitata e più bagnata. Non arrestò questa dolce tortura : infilò ancora un dito nella mia vagina;
a questo punto la mia eccitazione era grandissima e gli afferrai la sua testa per i capelli spingendomela più vicina possibile e inziando a muovere il bacino. Avevo il fiato corto e sentii che dalla gola mi uscivano dei gemiti (‘ Ti prego, non smettere di leccarla… è fantastico’- pensai).
Come leggendomi nel pensiero, infatti iniziò a una ripetitiva danza con la lungua : si muoveva su e giù dall’apertura della fica al clitoride, per poi rialzare la testa e guardarmi brevemente in faccia. Poi sorridendo si riabbassava e inziava a succhiarmi le piccole labbra proprio dove si schiudevano al clitoride. Faceva schioccare la bocca, e anche solo questo rumore mi causava dei brividi. Le spinte del mio bacino a quella sollecitazione aumentavano di ritmo.
Infilò un dito dentro di me, poi un secondo e poi un terzo, senza smettere mai di succhiarmi il clitoride.
Ormai i miei umori erano colati copiosamente e bagnavano il lenzuolo del letto e le dita che mi aveva infilato nella fica. Le fece scivolare ritmicamente e sempre più velocemente, ora guardandomi però dritto negli occhi.
Dopo qualche istante qualcosa dentro di me inziò a contrarsi al ritmo di quelle dita frenetiche e sentii un piacere e un calore irradiarsi proprio dove mi stava toccando.
Iniziai a gemere forte e finalmente il mio orgasmo esplose rapido e acuto.
Joe allora tirò fuori le dita, si stese accanto a me e se le infilò in bocca, leccandole.
‘Hai un sapore fantastico… ‘ disse ‘e non avevo mai provato tanta eccitazione nel leccarla ad una donna’. Dopo avermi baciato proseguì ‘Ora è il tuo turno… dimmi : davvero non hai mai succhiato un pene?’. – ‘Già’ risposi ancora ansimando per il piacere che mi aveva appena dato ‘ma dopo quello che mi hai appena fatto temo proprio che sia arrivata l’ora d’imparare!’.
Appena dopo aver pronunciato queste parole mi spinse una mano sopra il cavallo dei pantaloni tremendamente rigonfio dall’eccitazione. ………………….. CONTINUA

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