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Racconti Erotici Etero

La Casa sull’albero 2

By 9 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

…………… Parte seconda

Non avevo mai considerato uno dei miei due più cari amici dal lato sessuale, e ora che lui mi guidava la mano e si faceva strofinare i pantaloni, lì dov’era eccitato.Mi fece arrossire.

Però dopo quello che mi aveva appena fatto volevo rendergli pan per focaccia!

– Mi guardò e disse ‘Sono un avido di film porno e quando guardo come le attrici fanno i pompini mi si rizza all’istante…

Ora, tra l’eccitazione che mi ha causato la vista del tuo orgasmo dopo avertela leccata, e il pensiero della tua bocca sul mio cazzo me lo hanno fatto diventare duro che quasi mi fa male’ e slacciandosi i pantaloni – ‘ora ti insegnerò come trasformare questo quasi-dolore in piacere’.

Si abbassò i boxer, dai quali spuntò il membro eretto e turgidissimo. Le dimensioni mi sorpresero : non solo era lungo ma la cosa che più mi impressionò era che era grosso, il più grosso che avessi mai visto dal vivo.

-‘Hai intenzione di slogarmi la mandibola?’ gli chiesi ridendo, cercando di alleggerire la tensione che mi era presa tutta di colpo. Rise. – ‘Avanti… te l’avevo promesso, non dimenticherai mai questo pomeriggio’.

Alzandosi in piedi e facendomi sedere sul bordo del letto mi fece allargare le gambe, si mise tra queste, con il bacino al livello del mio viso. Da vicino quel pene sembrava ancora più grosso.

Tenendomi salda la testa la diresse più vicino alla sua erezione.

-‘Ora mia cara amica, devi prima leccarlo per bene e poi te lo devi infilare in bocca e succhiarlo’

(‘Si, ma non l’ho mai fatto prima… e se poi gli fa schifo perché sono una principiante?’ – pensai)

Mi vennero allora in mente le parole di una collega, che sapendo della mia riluttanza, tentò di illuminarmi sulla tecnica della fellatio: quella volta ricordo che mi sbellicai dalle risate, ripromettendomi di non mangiare più calippi in pubblico.

(‘Bé, tanto vale provare… vediamo se la tecnica del calippo funziona….’)

Gli afferrai il pene alla base, era duro ma con un invitante tocco vellutato e, schiusi le labbra avvicinandomi alla punta, tirai fuori la lingua e gli leccai la cappella, con movimenti circolari, poi scesi sui lati di quell’asta di carne e iniziai davvero a leccarlo come fosse un gelato ‘ un gelato caldissimo ‘ e giù verso le palle; dopo averle leccate le succhiai. ‘Ah…’ gemette Joe. ‘Direi che come inizio è perfetto. Fammi scoprire il resto, avanti…’.

Infoiata dalla sua richiesta tornai sulla punta del cazzo, ma stavolta spalancai la bocca, e lo feci entrare, succhiando la cappella a copletti, come dei grossi baci. Poi adattandomi alle dimensioni di quel iniziai a succhiarlo, timidamente, per paura di sbagliare qualcosa.- ‘Sì…. brava così… continua’ mi disse Joe, le mani mi presero la testa e la spinsero più vicino possibile al suo bacino. Iniziò a muoversi seguendo il ritmo della mia testa e accompagnando le spinte. A quel punto iniziai a sentire un formicolio nel basso ventre, e con la mano libera mi toccai. Ero bagnata. Iniziai così a sollecitarmi il clitoride con un ditino. Mentre più su la mia bocca si muoveva sempre più velocemente sul cazzo di Joe.

-‘Eh no, io ho resistito mentre ti davo piacere, ora lo farai anche tu, non ti toccare! Voglio essere io a darti di nuovo il prossimo orgasmo’. La voce era un singhiozzo di eccitazione, capii così che il mio lavoro di bocca stava andando bene ‘ ed era godurioso sia per me che per lui.

Ubbidii e ormai sicura dei movimenti della mia testa, gli presi le natiche tra le mani aggrappandomi.

Forse quel gesto gli fece capire che la cosa mi piaceva, perché iniziò ad aggrapparsi più saldamente alla mia testa e ai miei capelli, dando spinte più secche col bacino e facendomi sbattere la punta del pene nel fondo del palato, proprio all’imbocco della gola. (‘Wow… non sapevo fosse così bello far pompini’ ‘ pensai).

Ormai Joe gemeva senza trattenersi e scostandomi leggermente disse – ‘Se avessi saputo prima che avevi un talento innato per succhiarlo… dio che meraviglia!’ arretrò di un passo, e il pene mi uscì dalla bocca. (‘ Peccato, ora che iniziava a piacermi da morire…’ pensai)

Ora Joe si stava strofinando vigorosamente il cazzo con una mano. – ‘No’, dissi, ‘ come sei stato tu a farmi godere prima, così sarò io a farti venire ora’ e gli levai la mano per rimpossessarmi del suo membro.

Me lo rimisi in bocca, succhiandolo più avidamente di prima.

‘Giu, guarda che se finisce così ti vengo addosso’ (‘ E’ quel che voglio!’ – pensai) e continuai il movimento imperterrita. – ‘Mhhhhh, mmmm’ questo suono però era mio.

Sentii che i suoi gemiti si trasformavano in un basso urlo, simile a un ringhio, un secondo dopo Joe si prese in mano il pene cercando di farlo uscire dalla mia bocca, troppo tardi, perché sentii un liquido denso e caldo colarmi dalle labbra e poi giù sul petto e sul seno.

Fantastico, ero riuscita a farlo venire, e solo usando la bocca!

-‘Ecco vedi, è finita che ti sono venuto in bocca’. Sorrisi e mi rialzai. Lo abbracciai e gli posai la testa sul petto.

-‘Grazie maestro, è vero, è stato indimenticabile’.

Ci sedemmo sul letto, io ero ancora nuda, lui ancora vestito e coi i pantaloni abbassati. Il suo pene ora era rilassato.

Pensai che fosse strano che un ragazzo bello e dotato come Joe facesse tanta fatica a godere quando scopava. Insomma, da sempre le femmine gli ronzavano intorno come mosche, avrebbe potuto provarne una diversa ogni sera fino a trovare quella che lo facesse godere.

Io ero la ragazza con cui era cresciuto, ci confidavamo in tutto, lui e Nico mi consideravano alla stregua di un maschio non si risparmiavano mai nei dettagli. Così mi feci coraggio e dissi – ‘Allora, com’è andata? Meglio di ieri sera con l’altra tipa?’.

Sorrise- ‘Meglio di qualsiasi pompino provato finora. E anche l’orgasmo. E tu? Com’è stato venire dopo che ti avevo leccata?’. – ‘Superbo’.

-‘E ora, sentiamo che sapore hai, caro amico Joe…’, detto questo con un dito raccolsi una goccia di seme che mi era colata sul seno e me lo portai alla bocca, leccandolo. – ‘Intenso’ ma mi piace.’ Risi.

Lo guardai, mi stava fissando la bocca intensamente, aveva serrato la mandibola stretta. Io avevo ancora il dito in bocca.Rimase a fissarmi così per un’eternità credo.

Mi venne vicino e mi afferrò i capelli, li tirò e mi spinse la testa verso la sua. Fu un bacio aggressivo, mi morse le labbra e poi appoggiò la sua guancia alla mia. Si diresse verso un orecchio. Me lo afferrò tra i denti mordicchiandolo.

(‘Ecco mi ritorna una voglia incredibile se fa così ‘ – dissi tra me)

Mi sussurrò all’orecchio – ‘Sei una puttanella, non sai che veder fare queste cose me lo fa rizzare di nuovo?

Ora per punizione subirai lo stesso trattamento di 5 minuti fa’.

Sempre tenendomi i capelli stretti tra le dita come una morsa mi spinse di nuovo giù con la testa, il suo cazzo era di nuovo dritto e quasi completamente duro.

Ricominciai a leccarglielo e a succhiarglielo volentieri, questa volta sapevo che gli piaceva, lo aveva detto anche lui che avevo un talento innato a far pompini.

Il lavoro con le labbra durò pochi minuti, perché mi fece ristendere su letto, e dopo essersi completamente spogliato, iniziò a leccarmela con la stessa foga e la stessa aggressività del bacio di pochi minuti prima.

Presto, troppo presto ero di nuovo bagnatissima e pronta. Rialzò la testa e mi disse ”voglio riempirti, subito’ . Cambiammo posizione, quando notai un’ombra sulla porticina. Mi bloccai, pietrificata. Joe disse ‘ ‘ma che cav..’ ma le parole gli morirono in bocca.

Appoggiato allo stipite della porta c’era Nico, il fratello minore di Joe, ci fissava a bocca socchiusa: le sue labbra si mossero ma non vi uscì alcun suono.

Da quanto tempo poteva esser lì?

In lontananza non si sentiva più il rumore del tosa erba di mio padre. Ormai il sole lasciava posto al crepuscolo.

Il mio sguardo lo percorse dall’alto al basso, inevitabilmente soffermandosi al cavallo dei pantaloni : erano slacciati, il pene eretto spuntava dalla patta aperta, una mano all’altezza dell’inguine, l’altra ancora appoggiata allo stipite. Ormai era palese che avesse visto tutto, o quasi. Mi stupii quando lessi nel suo non rabbia ma eccitazione. Il mio viso doveva essere in fiamme, immaginai che anche quello di Joe lo fosse. Provavo troppa vergogna per girarmi a guardarlo. In un istante il fratello di Joe fu a due passi da noi. ”Adesso mi do un pizzicotto e mi sveglio’ sussurrò ‘anzi no, il sogno mi sta eccitando troppo e voglio proprio vedere come prosegue’. Detto ciò si slacciò e sfilò completamente i pantaloni, denudandosi del tutto la parte bassa. Si accomodò su una sedia iniziano a masturbarsi con tocco leggero. ‘ ‘Avanti Giulia, voglio ammirare il tuo fantastico culo da tutte le angolazioni. Non sai quante volte in questi anni mi sono fatto le seghe sognandoti cavalcare selvaggiamente un bel toro’ e riducendo la voce ad un sussurro ‘solo che quel toro ero io’.

-‘Avanti fratellone, ora fammi vedere come ti scopi quella per cui mi sono consumato l’uccello per una vita’. Se con me aveva usato un tono che tradiva eccitazione, con Joe era decisamente furioso. -‘Voglio vedere se te la faresti come ho sempre sognato io’ disse in tono di sfida. Solo in quel momento mi ricordai di Joe. – ‘Bene!’ disse seccamente il fratello, ‘se proprio ci tieni tanto, pianta bene gli occhi su questo letto, perché lo spettacolo sta per iniziare!’. Cercai di sottrarmi, ormai la mia voglia era diventata vergogna. Mi alzai, nascondendomi le parti intime con le mani, i vestiti erano sulla sedia dov’era Nico: gli chiesi di darmi qualcosa per coprirmi. Fece per alzarsi, ma un secondo dopo mi afferrava per i capelli e mi sbatteva sulla sedia. -‘Così adesso vuoi che rinunci a guardarti? Eh no bella, te l’ho detto, voglio stamparmi il tuo corpo e le tue espressioni di godimento nel cervello: così da ricordarle la prossima volta che mi farò una sega!’. In uno strattone mi fece rialzare, mi fece voltare, mi abbracciò. Spostandomi i capelli dalle spalle iniziò a baciarmi e a mordicchiarmi un orecchio, mentre con una mano mi strizzava un seno sussurrandomi ‘Dopo che ti sarai scopata Joe – e bada bene che voglio vederti cavalcare selvaggiamente – ripeterai con me per filo e per segno prima la lezioncina del pompino’ e scendendo a mettermi una mano tra le cosce proseguì : ‘poi mi farai entrare in questo liscio paradiso’. Mentre diceva questo, con il bacino si strusciava, e il suo cazzo accarezzava la parte alta del mio sedere, sentivo la sua punta già umida di eccitazione; la sua peluria mi stuzzicava il punto dove convergevano le natiche. Questo massaggio mi fece annebbiare la vista. Le mani di Nico ancora tra le cosce. ‘ ‘Ti sei bagnata’ mhhhh’ iniziò ad accarezzarmi con più insistenza ‘ ‘adesso và da Joe, voglio guardarti e sentirti bene, prima di godermi da dentro la tua fica’. Mi spinse verso il letto dove Joe mi afferrò e mi fece stendere. La sfida con il fratello lo avava stuzzicato. Mi spalancò le gambe e si issò sopra di me. Con una mano si reggeva il cazzo e lo passava sulla mia apertura, prima lo strofinava poi dava leggeri schiaffi alle labbra. Questo mi fece impazzire. -‘Presto, entrami dentro!’ lo incitai. Si infilò con una spinta unica, facendomelo subito sentire tutto ‘ era grosso e durissimo. Iniziò a spingerlo ripetutamente con botte secche e profonde e

in quell’andirivieni i suoi peli mi titillavano il clitoride. Cambiammo posizione, adesso io stavo sopra e oltre a sentire gli affondi di Joe, potevo vedere Nico che si masturbava con forza. La visione mi illanguidì, lo volevo in bocca, non potevo aspettare il suo turno. Da bravo amico Nico mi capì al volo guardandomi negli occhi. Si alzò e mi venne vicino – ‘Eccomi tesoro’ mi disse, mettendomelo davanti alla bocca. Lo leccai, ma con Joe che mi spingeva sotto non era facile, così lo feci entrare subito in bocca succhiandolo. Presto presi il ritmo giusto : quando Joe mi spigeva da sotto la mia testa affondava sul cazzo di Nico. – ‘Uh, Giulia, come sei brava di bocca’. Lo sollecitai con la bocca e con le labbra per qualche minuto, poi si spostò e sparì dalla mia vista. Sentii il tappo dell’olio da massaggi aprirsi, dopo qualche istante delle gocce cadevano sille mie natiche. Sentii le mani di nico spalmarmi il liquido. -‘No, che fai?’ gli dissi. Un momento dopo sentii di nuovo il suo pelo sollecitarmi le natiche, le palle caldissime appoggiate appena sotto. Poi qualcosa di caldò iniziò a spingere sull’ano. Gridai. Nico entrò completamente. Lo aveva grosso come il fratello. Non mi avevano mai presa da dietro e ai primi colpi lo sopplicai di uscire: avevo male. Nulla, era troppo eccitato e non mi sentì. Dava spinte ritmiche che andavano ad assestarsia quelle di Joe, e usava le mie tette per reggersi bene. L’olio era colato sia sul mio sedere che sul suo pene, lubrificandolo. Ora quegli affondi non mi facevano più male. Mi piacque parecchio: potevo sentire che che attraverso i muscoli interni i cazzi dei miei amici quasi si potevano strusciare l’un l’altro. La sensazione era bellissima. Inziai ad ansimare incidandoli di aumentare la potenza delle spinte. Anche loro gemevano emettendo suoni gutturali e sussurrandomi compilmenti e incoraggiamenti che mi fecero arrossire di piacere.

Joe si alzò e disse a Nico di voler cambiare posizione. Mi forzarono a stendermi e mi aprirono le gambe, ora Nico mi penetrava e Joe si metteva a cavalcioni all’altezza del mio petto. Mi posò il pene tra le tette e prese le mie mani, me le depositò sopra, in modo che stringessero il suo cazzo come una morsa. Si dimenava come se mi stesse possedendo più in basso, nella fica.

Quell’attrito con le mie tette mi piaceva immensamente e Joe dava dei colpi così vigorosi che il glande arrivava a sfiorarmi il mento. Chinai la testa e aprii la bocca. Alla spinta successiva la cappella mi entrò in bocca e la succhiai per un secondo, facendo schioccare le labbra. I due fratelli si muovevano su di me all’unisono dandosi rispettivamente le spalle e gemendo sonoramente. Venne per primo Joe, schizzandomi in bocca e sul collo. Poi fu il mio turno, ormai le labbra e il clitoride erano gonfi e arrossati dalle sollecitazioni. Nico inziò a stuzzicarmi il clitoride con il pollice e i muscoli della mia vagina cominciarono a contrarsi convulsamente. Ora ero io a gemere senza ritegno; afferrai Nico per le natiche spingendomelo il più possibile contro, lo volevo tutto e volevo che mi venisse dentro.

Dopo un po’ di colpi fondi gridò, e mi sentii invadere dal suo seme caldo, inziò a colarmi sulle cosce e sul letto. Ci stendemmo tutti e tre stanchi e contenti sul letto. Non servivano parole, perchè se avessimo parlato ci saremmo nuovamente stuzzicati ed eccitati e la danza sarebbe ricominciata. Ero esausta ma mentalmente esaltata perchè avevo condiviso qualcosa di fantastico con i miei migliori amici. Mi appoggiarono la testa sui seni, parte per parte e dopo un po’ si addormentarono.

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