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Racconti Erotici Etero

La Centaura

By 11 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Serena è una dolce ragazza con due passioni dominanti: i motori ed il sesso. In realtà, fino a qualche anno fa, la sua unica attenzione era rivolta alle moto, finchè…

Ci siamo conosciuti anni fa tramite un annuncio pubblicato in un mensile specializzato (di due ruote, non per adulti!): sulle prime, era una semplice amicizia, anche perchè all’epoca Serena era fidanzata e, benchè sospettasse che il suo ragazzo la tradisse, non voleva cedere ad altre tentazioni… Dopo circa un anno, si presentò l’occasione per una bella gita in moto: ci demmo appuntamento una domenica mattina di fine agosto poco fuori il centro cittadino, io con la mia gloriosa Le Mans 1000 dell’87 e lei con una Monster 600 comprata usata. Stabiliamo subito l’itinerario: strada statale fino a Conegliano, da lì giriamo per Sacile e poi prendiamo la strada per Maniago ed il lago di Barcis; lì, sosta. Un’occhiata al serbatoio e si parte! Sto spesso in testa, ma ogni tanto la faccio passare avanti a me, per vedere come se la cava alla guida… ed ovviamente per ammirare,la sua snella figura in sella al Monster… Non è certo Capirossi, ma la ragazza ha un certo talento per la guida. Finalmente arriviamo al lago: granita al limone per 2, l’ideale per ristorarsi dopo una lunga corsa in moto! Mentre ci rilassiamo, lei inizia a parlare del fatto che il mio invito è stato provvidenziale, dato che ha da poco rotto con il suo ragazzo, dopo aver scoperto che se la faceva allegramente con altre 2 sue amiche. Provo a farle coraggio, ma lei è determinata a rompere con il passato (ed io che la credevo fragile ed indifesa!) e vuole subito rifarsi del tempo perso… Difatti, pagate le granite, mentre andiamo al parcheggio a riprendere le nostre cavalcature, mi si para davanti, con sguardo furbo, e mi infila la lingua in bocca. Il contatto tra le nostre lingue che si aggrovigliano, esplorano le rispettive bocche, avide di piacere, è esaltante. “E brava la nostra piccola Serena! – penso – Non vuoi perdere tempo, vedo…”. Iniziamo a pomiciare lì, sul ciglio della strada (per fortuna nessuno ci vede) ed io le propongo di trovare un posto più tranquillo per continuare il nostro discorso… Detto, fatto: ci rimettiamo in sella e puntiamo verso Claut; al bivio, invece di entrare in paese, prendiamo una stada parzialmente asfaltata (una strada forestale) che conduce ad una colonia estiva; ben presto termina l’asfalto e decidiamo di parcheggiare: il tempo di mettere la moto sul cavalletto e la sento dietro di me, più vogliosa di prima… Serena è stata previdente: ha portato una coperta con sè e la stende sul prato vicino; ci mettiamo comodi e, senza ulteriori spiegazioni, ci spogliamo in fretta: via giubbotto, pantaloni, protezioni, maglietta… siamo nudi e posso finalmente ammirare la cerbiatta: il suo visino dolce, incorniciato dai neri capelli tagliati corti, tradisce sempre un sorrisetto furbo… E’ una gran bella ragazza, snella e dalla carnagione bianca, con un sederino molto sodo; peccato che abbia un seno piccolo (suo cruccio, me l’ha confessato lei stessa), ma proprio per non farla sentire “in colpa” per questo dettaglio, mi impadronisco con labbra e lingua dei suoi capezzolini rosa; sento sotto i colpi della mia lingua il profumo della sua pelle, i capezzoli che s’induriscono come piccoli pungiglioni… saranno pure piccole le sue tettine, ma sono sensibili: le mie cure sortiscono gli effetti voluti, dato che la maialina mugola di piacere ad ogni leccata, mentre le sue mani corrono veloci verso il mio cazzo: percepisco le sue dita fredde che salgono e scendono lungo la mia asta… La sensazione è incredibile: è come passare un cubetto di ghiaccio sul mio corpo… Terribilmente eccitante! Appena mi stacco dal suo petto, Serena si fionda sul mio uccello: lo lavora bene di lingua e di labbra: è una brava pompinara e sa fare il suo lavoro… la sunghiotte avidamente tutta la nerchia, facendomi sprofondare nel piacere più immenso! Per incentivarla le infilo 2 dita nella fichetta e la masturbo violentemente, così anche lei aumenta il ritmo delle lappate… Le mie dita frugano i suoi caldi antri, che profumano di miele e sembrano palpitare ad ogni mio contatto… Sono in tiro ormai, ma non voglio perdermi l’occasione per assaporare la sua bella passera: mi tuffo tra le sue gambe, leccando e baciando, esplorando il suo secondo buchino con un dito… Non mi ero sbagliato: sa proprio di miele! Un sapore dolciastro ed al contempo acre, che mi inebria e mi spinge a leccare sempre di più… Ancora… Il suo buchetto è caldo e pulito: non deve avere avuto molte sperienze anali, visto che il suo sfintere è ancora piuttosto chiuso… E’ arrivato il momento: mi stendo e lei, da cavallerizza genuina qual’è, mi salta sopra, inghiottendo con la sua fica già bella umida d’umori, tutto il mio cazzo. La ragazza che sembrava tanto timida ed insicura quando la conobbi sembra un’altra: il viso paonazzo per il piacere, il petto arrossato, urla come un’indemoniata tutto il suo godimento… Una vera amazzone! I muscoli della sua vagina avviluppano il mio membro in una morsa sicura ma rassicurante, donandomi sensazioni uniche.Cambiamo posizione: la faccio mettere a 4 zampe e si parte con una bella pecorina… L’entusiasmo mi prende, le afferro le spalle e spingo con furore, i suoi acuti sembrano scuotere il bosco (ma chi pensa in quei momenti se ci sia o meno qualcuno a spiare?)… In questa posizione pare quasi che la sua bella fichetta riceva meglio le attenzioni del mio arnese: scivolo dentro velocemente ed altrettanto celermente torno fuori… Il suo bel sederino è una tentazione troppo forte: in un attimo sfilo il mio arnese dalla sua passera e, fulmineo, glie lo pianto nel culo… Con mia sorpresa, non fa molta resistenza e a Serena questa variante sul tema pare piacere parecchio: il suo sedere è stretto, i muscoli dello sfintere cedono abbastanza rapidamente alle mie spinte e mi intrappolano in quello stretto canale, quasi bramando una ricompensa che prima o poi giungerà liquida e copiosa… Il tempo pare non scorrere più e passo minuti e minuti piantato dentro il suo sedere, a spingere e stantuffare, mentre lei geme come una gatta… Ecco, sta montando anche in me l’orgasmo, dopo che lei ne ha già avuti almeno 3: inizio a sborrarle nel culo, poi esco e, voltandomi verso di lei, le spruzzo le ultime gocce di bianca crema in volto… Sono sfini, ma felice ed appagato! Lei sorride, soddisfatta.
Ci rialziamo, ci puliamo e vestiamo e… Sorpresa! Arriva una Punto 4×4 della Forestale: ne scendono due guardie, un uomo sulla quarantina ed una donna sulla trentina, entrambi con un sorriso eloquente più di mille parole: “Bello spettacolo ragazzi, ma la prossima volta state attenti o spaventate la fauna!”. Per niente intimoriti dal simpatico richiamo dell’uomo in divisa, ci rimettiamo in sella e ripartiamo per tornare a casa, quasi senza parlarci; la consapevolezza di aver passato una bella giornata era presente in entrambi e sapevamo, anche senza dircelo, che non si sarebbe trattato di una scappatella isolata, ma dell’inizio di una lunga spirale di piacere. Ma questa è un’altra storia…

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