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Racconti Erotici Etero

La Certificazione Informatica

By 19 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo iniziato a seguire un corso di computer. Non è che sia molto brava nell’usare queste macchine infermali, quindi mi ero decisa a fare un piaio di lezioni per imparare ad utilizzare il Pc alla ricerca di un lavoro. Il mio insegnante era un ragazzo di 35 anni, robusto, capelli neri, simpatico e con l’andare del tempo siamo entrati in confidenza iniziando a raccontarci un po’ di cose, anche personali.
Arrivata alla fine del corso ho deciso di sostenere gli esami per prendere una certificazione che fosse utilizzabile per il lavoro. Studiavo per superare l’esame e nella sede della scuola cercavo di fare dei test di preparazione ma era tutto inutile. Non riuscivo mai a raggiungere il punteggio necessario al superamento dell’esame. Così un giorno iniziai a parlare con Fabio (il mio prof) dicendogli che ero demoralizzata, che proprio non mi entravano in testa quei concetti e che non avrei mai superato l’esame per la certificazione. Era tutto tempo perso e non avrei mai trovato lavoro.
Fabio mi guardò. Stette un attimo in silenzio e poi, quasi sussurrando, mi disse:
‘se proprio vuoi passare gli esami e da sola non ci riesci, potrei aiutarti io’.
Io lo guardai incredula. ‘davvero faresti questo?’
E lui: ‘certo! Mi sei simpatica, così aiutandoti siamo sicuri che passi gli esami’
Non sapevo cosa dire e come ringraziarlo. Accettai, ovviamente e ci mettemmo d’accordo sulla data per sostenere gli esami. Quando stavo per uscire dalla scuola Fabio mi disse: ‘Ah, Jessica. Io ti aiuto volentieri ma nessuno fa niente per niente’.’ E mi salutò.
Non capii bene quella frase, cosa volesse intendere, cosa lui volesse in cambio del suo aiuto. Passarono i giorni e non pensai più a quel discorso fino a quando arrivò la data prevista per l’esame. Mi presentai nella sede della scuola alle 9.00 del mattino, come d’accordo. Suonai alla porta e Fabio aprì salutandomi. Mi fece accomodare in una stanza dove vi era una scrivania e un computer, sorrise e mi disse :’questa è l’aula dove si fanno gli esami.’
Osservai l’arredamento. Nulla di strano. Poster alle pareti, la scrivania, il computer. L’unica cosa che notai e che mi sembrò particolare fu il fatto che la stanza era insonorizzata e che sulla porta c’era un fermo per chiuderla dall’interno.
Fabio mi si avvicinò e disse: ‘pronta per l’esame?’
Io sorrisi e risposi: ‘un po’ preoccupata. Speriamo di farcela’
Lui mi si avvicinò e mi disse: ‘non ti preoccupare, vedrai che se ti aiuto non ci saranno problemi e passerai gli esami e ti porti a casa il tuo certificato’. Lo ringraziai.
Mi fece accomodare davanti al computer e si sistemò dietro di me. Iniziò a dirmi su quale sito web dovevo andare per iscrivermi alla sessione di esami, mi spiegò come funzionavano gli esami e come erano strutturate le domande. Lo sentivo dietro di me e la cosa mi metteva in imbarazzo, cercai di non farci caso e seguii le sue indicazioni alla lettera così da ritrovarmi pronta per sostenere il primo modulo di esame.
Mi girai, lo guardai e gli dissi: ‘Fabio, scusa, ma per quell’aiutino che mi hai offerto? E cosa volevi dire che nessuno fa niente per niente?’
Lui silenzioso si sedette di fianco a me, posò la sua mano sul mio ginocchio e guardandomi negli occhi disse:’ Jessica, i moduli di esame sono 4 e noi abbiamo due possibilità. O li fai da sola e vediamo cosa succede o posso farli io al tuo posto ma per ogni modulo devi darmi qualche cosa in cambio’.
‘Cosa vuoi?’ chiesi io
‘Beh, sei una bella ragazza. Non mi dispiacerebbe conoscerti meglio’..’ e mentre diceva quelle parole la sua mano salì leggermente lungo la mia gamba provocandomi un leggero brivido lungo la schiena.
Riflettei un istante sull’accaduto. Guardai Fabio. Era alto circa 190cm, robusto. Capelli neri, occhi nocciola, belle mani’ cosa sarebbe potuto accadere? Anche se ci avesse provato non mi sarebbe dispiaciuto affatto, quindi lo guardai negli occhi e gli dissi: ‘Fabio io voglio passare questo esame, quindi facciamo come vuoi tu!’
Detto questo gli occhi di Fabio si illuminarono. Tolse la sua mano dalla mia gamba e disse: ‘bene Jessica. Sono molto contento della tua scelta. Allora iniziamo’.. Sei pronta a soddisfare qualunque mia richiesta in cambio del superamento degli esami?’
Oramai ero in ballo e poi sinceramente quella situazione mi stava anche eccitando. Volevo vedere fino a dove si sarebbe spinto, quindi accettai.
‘Primo modulo’ disse lui. ’35 domande in 50 minuti. Io normalmente ne impiego 10 per finirlo. Se ti faccio passare questo modulo tu mi succhi il cazzo!’
Quella frase mi arrivò addosso come un camion. Sapevo che le sue intenzioni non erano certo di inviarmi a cena o cose del genere, ma così diretto non me lo sarei aspettato. Ero come imbambolata quando lui disse ‘jessica, deciditi. Inizio l’esame io o lo inizi tu?’
‘Fallo tu!’ furono le mie parole che uscirono fuori quasi in automatico senza che me ne rendessi conto.
Passarono circa 10 minuti in cui vedevo scorrere domande a cui, effettivamente, non avrei mai potuto rispondere fino a che sul monitor non comparve una scritta del tipo ‘complimenti! Avete superato l’esame” mi girai a guardare Fabio il quale sorridente si alzò dalla sedia, si girò verso di me e aprendosi i jeans disse ‘ogni promessa è debito”..
MI ritrovai così davanti alla faccia un cazzo di discrete dimensioni! Ad osservarlo mi sembrava attorno ai 22 cm per un buon diametro (non che io sia poi così esperta’ intendiamoci!). Lo guardai in faccia per alcuni istanti in cui tutti e due eravamo in silenzio fino a quando sentii la sua mano posarsi sulla mia testa e spingere il mio viso verso la sua cappella violacea.
Poggiai le mie labbra sulla punta del suo cazzo e lo sentii vibrare. Intanto avvertivo chiaramente il mio perizoma inzupparsi dei miei umori. Questa situazione mi stava eccitando. Decisi che, visto che ogni promessa è debito, lo avrei mandato in estasi. Volevo fare del mio meglio non tanto per ringraziarlo del risultato dell’esame quanto perché quel ragazzo, la situazione, il suo cazzo mi piacevano.
Aprii la bocca e iniziai lentamente a muovere la mia lingua attorno alla sua cappella inumidendola per intero, per poi solleticargli il filetto con la punta della lingua. Sentivo il suo cazzo fremere, lo sentivo pulsare. ‘Succhiamelo! Furono le sue parole e io, completamente presa dalla situazione, inghiottii quel pezzo di carne per quasi tutta la sua lunghezza, andando avanti e indietro con la testa e facendolo scorrere nella mia bocca.
‘uhmmm’ sei fantastica, hai una bocca che sembra un guanto!’
Lo tolsi dalla mia bocca e lo tenni in mano, muovendomi lentamente iniziai a fargli una sega. Lo guardai in faccia e gli chiesi: ‘è questo che vuoi per gli esami?’ la sua risposta fu: ‘questo è quello che voglio per il primo esame, per gli altri vedremo! E ora continua’
La sua mano si posò nuovamente sulla mia nuca e spinse la mia testa verso il suo uccello. Aprii la bocca e ricominciai a succhiarlo con foga. Lui iniziò a muovere il bacino in modo alternato rispetto ai movimenti della mia testa, a volermi scopare la bocca se pur senza forza, quasi accompagnandomi nei movimenti. Lo sentivo mugolare di piacere fino a quando non sentii il suo corpo irrigidirsi, avvertii il suo cazzo diventare di marmo dentro alla mia bocca e lui poggiando entrambi le mani sulla mia testa mi tennè legata a se.
In quel momento non volevo se ne rendesse conto ma stavo godendo. Godendo dell’idea di sentire quell’uomo in mio possesso, godendo dell’idea che di li a poco mi sarebbe esploso in bocca. Volevo gustarlo. Oramai in mezzo alle gambe ero un lago. Avrei voluto infilarmi due dita nella fica e masturbarmi mentre lo succhiavo ma la posizione me lo impediva.
Ad un certo punto lo sentii grugnire come un animale ferito. Lo guardai diritto negli occhi e tenni la bocca aperta il più possibile mentre lui mi premeva il suo cazzo in gola. 1′. 2′ 3 fiotti di caldo sperma mi colpirono il palato. Non con poca fatica riuscii ad ingoiare tutto il suo nettare caldo. Alcune gocce del suo liquido mi colarono agli angoli della bocca mentre lui, stremato, con il cazzo ancora svettante si accasciò sulla sedia accanto alla mia.
‘sei fantastica!’ mi disse
‘grazie’ risposi io ‘il prossimo esame quando lo dobbiamo fare?’
‘domani mattina’ rispose lui.
Lo salutai. Uscii dalla scuola con ancora il sapore del suo sperma nella bocca e la fica bollente di desiderio e mentre tornavo a casa pensavo cosa mi avrebbe chiesto il giorno dopo per il secondo esame. Oramai ero in ballo e quel gioco non mi dispiaceva affatto. Ero certa che in cambio della certificazione lui mi avrebbe scopata, quello che lui non aveva valutato era che io mi sarei fatta scopare anche senza gli esami.

Suonò la sveglia. Mi alzai e mi diressi in bagno per fare una doccia e prepararmi per l’appuntamento delle 9 per sostenere il secondo esame. Sotto la doccia ripensai a quello che era accaduto il giorno prima, a come avevo deciso di barattare i miei esami di informatica con il docente e a quel cazzo che scivolava dentro la mia bocca.
Sentii del liquido colare tra le mie cosce e sapevo benissimo non essere l’acqua della doccia. Presi la bocchetta del getto e, aprendo le gambe, lo puntai contro il mio clitoride gonfio mentre con l’altra mano iniziai ad accarezzarmi le piccole labbra fino a sentire il mio corpo tremare al punto di sentire le mie gambe cedere.
Ero venuta pensando al cazzo del mio professore. Uscii dalla doccia e mi vestii. Completo di pizzo nero con reggiseno a balconcino e perizoma. Camicetta e gonna leggera poco sopra al ginocchio.
Le 9.00. suonai alla porta della scuola di informatica e come ieri Fabio mi aprì la porta. Si fermò ad osservarmi e quasi senza rendersene conto, mi disse :’ cazzo Jessica, sei uno schianto!’ Io sorrisi e lo ringraziai mentre lo seguivo nell’aula d’esame pensando a quello che sarebbe accaduto oggi.
Ci sedemmo di fianco, come il giorno prima e mentre lui attivava il computer per la sessione di esame, disse:’ ieri mi hai fatto impazzire. Nessuna mi aveva succhiato il cazzo così prima d’ora. Sei davvero superba!’ e così facendo mi posò una mano poco al di sopra del ginocchio.
Afferrai la sua mano e la spostai dalla mia gamba, dicendogli: ‘gli accordi sono accordi Fabio. Tu devi fare un esame per me e io devo fare qualche cosa per te!’
Si mise a ridere. Mi guardò e disse:’ mi sa che ci hai preso gusto! Comunque hai ragione, gli accordi sono accordi’..’ e partì subito con il secondo esame. 15 minuti dopo sul monitor del computer comparve la stessa scritta del giorno prima ‘complimenti! Avete superato l’esame’
Fabio si voltò verso di me: ‘io la mia parte l’ho fatta, ora tocca a te fare la tua’
‘cosa devo fare?’ cinguettai io fingendo ingenuità.
‘intanto fatti guardare’ disse lui facendomi alzare
Mi alzai mentre lui accese la luce della stanza. Feci qualche passo al centro della stanza e mi voltai su me stessa lentamente per farmi osservare bene fino ad essere nuovamente di fronte a lui. Notai con piacere che dal rigonfiamento nei suoi jeans non gli ero affatto indifferente, anzi e decisi di giocare a carte scoperte.
‘Fabio mi sa che c’è qualche cosa di grosso da quelle parti’ e dicendogli questo indicai con la mano il suo pacco gonfio.
Lui si mise a ridere. ‘E’ l’effetto che mi fa vedere una gran fica come te, Jessica!’
‘cosa devo fare oggi?’ chiesi io.
‘vieni qui’ fu la sua risposta
Mi prese e mi tirò a se. La sua bocca si incollò alla mia e sentii chiaramente la sua lingua cercare di insinuarsi tra le mie labbra. Le dischiusi accettando quell’invito mentre le sue mani iniziavano a correre lungo la mia schiena e le mie sfioravano i suoi capelli. Mentre mi baciava sentivo i miei umori colare tra le mie cosce. Il ragazzo ci sapeva fare o era la situazione ad intrigarmi, sta di fatto che ‘ di nuovo ‘ mi stavo eccitando.
Iniziò a slacciare la mia camicetta lasciandomi ben presto con solo il reggiseno addosso. Poi passò alla gonna, sfilandola in un attimo. Mi ritrovai in biancheria intima davanti a lui. Si spostò da me un attimo, mi guardò e disse ‘ieri tu hai assaggiato me, oggi’.’ Non finì la frase; mi prese di peso e mi fece sedere sulla scrivania.
Si sedette davanti a me e poggiando le mani sulle mi ginocchia mi aprì le cosce. Lentamente iniziò a baciarmi l’interno coscia, risalendo verso il mio inguine. Sentivo il mio corpo pervaso da brividi di piacere. Sentivo la mia fica bollente. Mi sentivo un lago tra le cosce.
Ad un certo punto, senza togliere la faccia dall’interno delle mie gambe, aprì un cassetto della scrivania ed estraendo un paio di forbici, mi disse:’ questi a te non servono e io me li tengo per ricordo!’ e così facendo tagliò i lati del mio perizoma e lo sfilò lasciandomi a fica aperta e gocciolante davanti alla sua faccia.
In un attimo sentii la sua lingua iniziare a percorrere le mie labbra. La mia fica grondava umori. Stavo impazzendo di desiderio. Iniziai ad ansimare e socchiusi gli occhi mentre con le mani premevo la sua testa contro il mio corpo.
Fabio iniziò a leccare e mordicchiare la mia fica. Trovò il mio clitoride gonfio e iniziò a succhiarlo e leccarlo come un gelato mentre due dita mi frugavano dentro, muovendole lentamente.
Stavo godendo. Sentivo i miei capezzoli duri al punto di farmi male. Sentivo la mia fica colare copiosamente mentre lui continuava a leccare e succhiare fino al punto in cui il mio corpo iniziò a fremere.
‘cazzo’ cazzo’. Fabio non ti fermare’ sto venendo!… non ti fermare!’
Lui per tutta risposta mi aprì le labbra della fica con le dita ed iniziò a far saettare dentro e fuori di me la sua lingua. La cosa mi stava mandando fuori di testa. Poi di nuovo si avventò sul mio clitoride’ mordeva, succhiava, leccava mentre prima due poi tre dita mi entrarono dentro. Riusciva a muovere in modo sincrono le dita rispetto alle leccate e la cosa mi stava facendo uscire di testa.
‘ahhhhh’.siiiiiiiii”. ahhhhhhh”. Gli venni in bocca. Colavo come una fontana e lui lecco e bevve tutto il mio godimento.
Si sollevò e si avvicinò al mio viso. ‘cazzo jessica, oltre ad essere veramente fica sei anche veramente buona!’
‘Fa-fabio’ dissi mentre il mio corpo tremava per l’orgasmo appena raggiunto ‘mi fa-fai impazzire’
‘abbiamo appena iniziato’. Detto questo si calò i jeans ed estrasse quel suo magnifico cazzo. Si sistemò al meglio tra le mie cosce e puntando la sua cappella contro la mia fica mi penetrò in un colpo solo.
‘ahhhh’siiii” cazzooooooo””. Scopamiiiiiiiiiiiiiii’
Lo sentivo pompare come un indemoniato. Mi avvinghiai a lui intrecciando le mie gambe attorno al suo culo e le mie mani finirono sotto la sua camicia, gli piantai le unghie nella schiena mentre lui continuava a scoparmi come una bestia.
‘cazzoooooo” mi fai godere’.. cazzooooooo’..’
‘ti scopo fino a farti impazzire…:’ continuava a pompare alternando colpi secchi e decisi a movimenti più rapidi e continui. Sentivo la sua cappella arrivarmi fino al collo dell’utero e la cosa mi mandava scariche elettriche direttamente al cervello.
‘oddioooo’oddiooooo’. Vengoooooooo’.’ Urlai mentre il mio corpo tremava. Ero venuta come poche volte prima d’ora e lui non sembrava accennare a fermarsi.
Ad un certo punto si tolse da dentro di me. Io ero ancora tremante e ansimante. Lui mi prese e mi aiutò a scendere dalla scrivania. Mi tolse il reggiseno e mi fece voltare, afferrò i miei seni tra le sue mani e mi morse sul collo. La mia fica esplose e mi sentii ancora più bagnata se possibile.
Lui iniziò a strofinare tra le mie cosce il suo cazzo duro come il marmo e mi spinse contro la scrivania premendo con il suo peso contro di me obbligandomi a finire a 90′ a gambe aperte. Sentivo chiaramente la sua cappella aprire le mie labbra.
Mi voltai e lo guardai diritto negli occhi. ‘che intenzioni hai?’ gli chiesi ansimante.
‘nessuna in particolare. Ho solo voglia di farti impazzire e di farti godere’ fu la sua risposta.
Detto questo mi entrò dentro con un colpo solo facendomi urlare.
Iniziò di nuovo a scoparmi con foga. Il suo cazzo entrava ed usciva dalla mia fica come un pistone. Mi afferrò per i lunghi capelli neri e mi tirò in su la testa, si piegò su di me facendo aderire il suo busto alla mia schiena e continuò ad infilarmi a fondo. Sentivo il suo cazzo entrambi dentro come un coltello caldo nel burro. Stavo impazzendo, avevo perso il conto delle volte che ero venuta. Le gambe mi tremavano, non ce la facevo più.
Ad un tratto lo sentii irrigidirsi e sentii chiaramente il suo cazzo diventare ancora più grosso. Sapevo quello che stava per accadere perché era ciò che era successo il giorno prima. Mi tenne per i fianchi e lo sentii esplodermi dentro.
Restammo in silenzio per alcuni attimi. Lui ancora dentro di me. Entrambi ansimanti e sudati. Il suo cazzo lentamente si ritrasse mentre sentivo colare lungo le mie cosce i miei umori e il suo sperma. Era stata una scopata fantastica e sconvolgente. Ci rivestimmo, lo baciai, mi diede appuntamento per il prossimo esame e ci salutammo.
Era trascorsa oramai una settimana da quando avevo sostenuto il secondo esame per la mia certificazione e si stava avvicinando il giorno dell’appuntamento per il terzo esame. Ripensai a quello che era accaduto con Fabio per i primi due esami. La pompa che gli avevo fatto la prima volta, come mi aveva scopata la seconda. Mi domandai cosa mi avrebbe chiesto e fatto per il terzo esame. Un misto di eccitazione e curiosità pervasero il mio corpo.
Lo specchio nella mia stanza rifletteva la mia immagine, i miei lunghi capelli neri incorniciavano un visino da bambolina. Occhi nocciola grandi, labbra carnose. La mia quarta di seno aveva fatto girare molti uomini, gli anni di ginnastica ritmica mi avevano donato un fisico asciutto ed elastico il cui punto forte era, decisamente, il culo. Alto, sodo, a detta di amici e conoscenti talmente perfetto da essere un sogno.
Lentamente mi vestii per andare a sostenere il terzo esame. Indossai jeans a vita bassa e una maglietta con scollo a V, quel tanto che bastava per far risaltare il mio seno chiuso nel mio balconcino. Fantasticando su quello che sarebbe accaduto con Fabio mi diressi nella scuola di informatica. Suonai alla porta e lui mi aprì.
‘Ciao Jessica’ ‘ ‘Ciao Fabio’
‘Pronta per l’esame?’ mi chiese con un sorriso sornione e beffardo
‘Certo Fabio. Prontissima’ fu la mia risposta mentre mi incamminavo verso la stanza dove, la settimana scorsa, mi aveva scopata.
‘Jessica aspetta! Oggi l’esame lo facciamo in un’altra aula’
Mi fermai e lo guardai diritto negli occhi. Che intenzioni aveva? Notai come, a differenza degli altri giorni, oggi Fabio era vestito di tutto punto. Camicia, cravatta, giacca’ lui che normalmente aveva sempre abiti casual. Comunque senza dire nulla lo seguii e mi ritrovai in una stanza diversa dal solito.
Luminosa, con diversi computer alle scrivanie e una specie di cattedra che dominava le varie postazioni con una sedia in pelle con braccioli alti. Insomma, la classica sedia da manager d’ufficio.
Ci accomodammo, uno di fianco all’altra, proprio dinnanzi a quella scrivania e Fabio, con il suo portatile, accedette alla sessione di esame.
‘Questo è il terzo esame, Jessica. Ancora uno ed otterrai la tua certificazione’.
‘Lo so Fabio, grazie!’ risposi
Guardandolo, gli dissi: ‘immagino che anche per questo valga il tuo discorso nessuno fa niente per niente e quindi vorrai qualche cosa in cambio di questo esame’. Dicendogli quelle parole mi leccai le labbra nel modo più provocante e sensuale che conoscessi.
‘Niente per niente’ disse lui e subito dopo iniziò l’esame.
Al solito, dopo circa 15 minuti, comparve la frase di congratulazioni per l’esito positivo.
Lui mi fissò in silenzio, come se non avesse il coraggio di fare o chiedermi qualche cosa.
Questa volta fui io a prendere l’iniziativa. ‘Grazie’ gli dissi e nel mentre iniziai a sfiorargli il cazzo attraverso i jeans. Lo sentii già duro e pronto. Sbottonai i suoi pantaloni ed inserendo la mia mano nei suoi boxer feci uscire quel pezzo di carne che tanto mi aveva fatta godere nei giorni prima.
Mi piegai in avanti e me lo infilai in bocca in un unico movimento. Dopo alcuni attimi gli dissi ‘guarda che così sto scomoda. Ho un’idea. Ora tu ti sfili i jeans e i boxer e ti siedi sulla scrivania. Al resto penso io’
Detto fatto. Fabio senza dire nulla si tolse pantaloni e boxer e si sedette sulla scrivania. Io mi sedetti sulla poltrona davanti a lui e ricominciai da dove mi ero fermata.
‘Cazzo Jessica. Sei una pompinara fantastica’
Continuavo a far scorrere quel cazzo dentro alla mia bocca mentre con una mano iniziai ad accarezzargli i coglioni che sentivo gonfi di quel nettare che volevo bere.
‘continua’ non ti fermare’. Cazzo come succhi bene’
Sentivo il suo cazzo diventare sempre più duro e grosso nella mia bocca. Me lo tolsi dalla bocca, lo guardai diritta negli occhi ed iniziai a leccarlo in tutta la sua lunghezza, con gusto’ con passione. Mi piaceva sentire quel cazzo in bocca, mi piaceva l’idea di farlo godere, mi piaceva l’idea di possederlo e soprattutto mi piaceva l’idea che da li a poco mi avrebbe scopata.
Ripresi la mia pompa’.. allargai il più possibile la mia bocca per cercare di infilarmi quel bastone di carne per intero, arrivai a toccare con la punta del naso i suoi peli pubici ingoiandolo completamente.
‘uhmmm’. Fantastico” sei unica’
Mi fermai e tenendo in mano il suo randello gli dissi ‘scopami’
Tra le cosce avevo un lago. Ero talmente eccitata che correvo il rischio di venire solo succhiandogli il cazzo, invece io volevo sentirlo dentro. Volevo sentire i suoi colpi aprirmi in due. Volevo quella mazza dentro la mia fica calda. Mi alzai, mi spogliai in un attimo ed iniziai ad accarezzarmi le tette davanti a lui. Una mano scivolò rapida tra le mie cosce.
Iniziai a toccarmi la fica mentre lui mi guardava con il cazzo svettante.
‘Scopami Fabio’. Scopami’. Voglio il tuo cazzo dentro’. Gli dissi mentre mi infilavo due dita nella fica che trovai aperta e bagnata, desiderosa solo di essere penetrata da lui.
Mi prese e mi piegò sulla scrivania. Si sistemò dietro di me e con un colpo solo mi fu dentro.
‘Ahhhhhh’.siiiiii” dio che bellooooooo’ urlai. ‘scopami’. Scopamiiiiiiiiiiiii” fammelo sentire tutto dentro!’ gli dissi
Lui uniziò a pomparmi il cazzo nella fica. Ogni colpo mi sconquassava mandandomi scariche di elettricità al cervello. Con una mano iniziò a stringermi e toccarmi il clitoride mentre continuava, imperterrito, ad affondarmi il cazzo dentro la fica.
Questo mi fece letteralmente impazzire. Iniziai ad urlare e nel giro di pochi minuti venni copiosamente innondandogli il cazzo dei miei umori.
Fabio non sembrava curarsene. Continuava a pompare il suo cazzo dentro il mio corpo mentre io iniziavo a tremare per il godimento.
‘Non ti fermare’. Non ti fermare’. Dio’ godoooooo’ urlavo
‘così’ dimmi che così ti piace’ urlava lui mentre mi pompava
‘e’ bellissimo” ‘ rispondevo io mentre lui continuava a martoriarmi il clitoride con le dita e pompava nel mio antro il suo randello di carne.
Andammo avanti così per un tempo che mi sembrava interminabile. Venni altre due volte fino a quando lui estrasse il suo cazzo dalla mia fica e lo puntò diretto sul forellino anale.
Mi irrigidii di scatto e voltando la testa gli dissi ‘cazzo fai?’
Lui, semplicemente, rispose: ‘terzo esame. Terzo premio’ e premendomi con le mani contro la scrivania poggiò la sua cappella contro il mio buchetto.
Non era la prima volta che lo prendevo nel culo, sia chiaro. Ma normalmente erano, come dire, calibri un po’ meno grandi e di solito ero io a scegliere luogo e momento. In quel caso mi ritrovai piegata su una scrivania, molle per gli orgasmi avuti poco prima, con lui che premeva la sua cappella violacea contro il mio culo senza avermi avvisata o preparata prima.
Decisi di rilassarmi e di godermi la cosa. Non volevo fare la santerellina che non ero, in fondo. Mi aveva già scopata, gli avevo già dimostrato che tanto ‘ingenua’ non lo ero, quindi valeva la pena godersela.
Mi voltai e lo guardai negli occhi. ‘Accomodati ma fai piano’ gli dissi e con le mani presi le mie natiche e le allargai per favorire la penetrazione.
A quel punto lui si sistemò meglio che poté dietro di me, mi prese per i fianchi e spingendo fece entrare la sua cappella dentro al mio culo.
‘ahhhhh’.. pianoooooooo’ gli urlai
‘calmati’. Vedrai che ti piace’ disse lui e dopo pochi attimi in cui mi fece abituare al suo randello iniziò una lenta ma inesorabile avanzata dentro di me.
‘uhhhhh’.siiiii’.. bello stretto come piace a me’..’
Quando fu arrivato a toccare con le palle il mio corpo si fermò e mi disse ‘ e ora vediamo di farti godere come una maiala’. Mi infilo, da sotto, due dita in fica e con l’altra mano si aggrappò alla mia spalla iniziando a darmi colpi di bacino talmente forti da muovere la scrivania sotto di noi.
‘ahhh’..siiiiii”siiiii”’ iniziai ad urlare ‘sfondamiiiii”..siiiiii”’
‘ti piace, vero?’
‘siiiii’.non ti fermare’.. godoooooooo’
In effetti l’ennesimo orgasmo non tardò ad arrivare. Non ce la facevo più. Ero stanchissima, stremata. Ero venuta talmente tanto e con talmente tanta intensità da non riuscire quasi a reggermi in piedi e lui continuava a pomparmi il suo cazzo dentro al culo. Sentivo chiaramente echeggiare nella stanza il rumore del suo corpo che sbatteva contro il mio mentre la sua cappella mi sembrava, ogni volta, mi entrasse sempre più in profondità fino a quando lo sentii grugnire e dopo pochi attimi avvertii il mio intestino riempirsi del suo caldo seme. Schizzò talmente tanto che mi sembrava non finisse mai. Fino a quando, stremato, si ritrasse da me e si sedette sulla poltrona con il cazzo che lentamente si stava amosciando.
Mi sollevai dalla scrivania e sentii il suo sperma uscirmi dal culo e colarmi tra le cosce. Gli dissi che andavo in bagno a sistemarmi e raccogliendo miei vestiti mi diressi alla toilette. Mi lavai, mi rivestii ed uscii. Lui era sulla porta ad aspettarmi. Mi baciò su una guancia e mi disse ‘Jessica, domani è l’ultimo esame. Peccato!’
Io aprii la porta della scuola e gli risposi ‘Già! Ci vediamo domani’ e me ne andai
E venne il giorno del mio ultimo esame. Per i primi tre moduli Fabio, il mio insegnante, mi aveva scopata davanti e dietro, e la cosa non mi era dispiaciuta affatto’. Anzi. Mi domandai cosa avesse in mente per questo ultimo esame e cosa mi avrebbe chiesto.
La situazione mi intrigava. Ripensai con un po’ di malumore che questa sarebbe stata l’ultima occasione in cui avrei potuto vedere quel ragazzo, forse’ Sicuramente era l’ultima occasione in cui mi sarei fatta scopare nell’aula di una scuola di informatica. Il pensare al suo cazzo che si era fatto strada prima nella mia fica e poi nel mio culo mi fece bagnare, non riuscivo a capire se era lui o la situazione a farmi eccitare in quel modo’. Forse entrambe le cose.
Con questi pensieri nella testa e fantasticando su quello che sarebbe potuto accadere quel giorno, mi recai all’ora stabilità, nella sede della scuola. Come sempre fu Fabio ad aprirmi la porta e a salutarmi calorosamente. Mi fece accomodare nella stanza ‘vista’ il giorno prima e si sedette di fianco a me.
‘Jessica. Ultimo esame oggi’ lo disse con un filo di voce e a guardarlo negli occhi si vedeva chiaramente che era dispiaciuto. Forse anche lui, come me, aveva pensato che quella sarebbe stata l’ultima occasione per stare assieme
‘Già’ risposi io. ‘un po’ mi dispiace, lo ammetto!’ aggiunsi sottovoce.
‘Va beh, ci saranno magari altre occasioni. Magari verrai a fare un altro corso qui da noi’ disse lui sorridendo
‘Chissà’ risposi io
‘Dai’ iniziamo l’esame’.
Fabio si mise davanti al computer e nel giro di quindici minuti risolse il mio ultimo modulo. Esame superato e certificazione ottenuta.
‘Fabio, non so come ringraziarti’ dissi buttandogli le braccia al collo.
Sapevo benissimo che da li a poco mi avrebbe presa e non vedevo l’ora di sentire il suo cazzo farsi strada nel mio corpo, qualunque ingresso lui decidesse di prendere.
D’istinto lo baciai. Le nostre labbra si attaccarono e le nostre lingue iniziarono a rincorrersi dentro alle nostre bocche.
Le sue mani scivolarono sui miei seni tastandone la consistenza attraverso la leggera magliettina di cotone che avevo indossato quel giorno e subito i miei capezzoli risposero al richiamo inturgidendosi e premendo contro la stoffa del reggiseno.
Io non rimasi certo a guardare. Con la mano scivolai fin sulla patta dei suoi jeans e iniziai a sentire la consistenza del suo membro che sembrava volesse esplodere da un momento all’altro fuori dai pantaloni.
In quel momento entrò nella stanza Luigi. Io e Fabio ci staccammo in un lampo. Fabio salutò Luigi, il quale guardò entrambi, ricambiò il saluto e poi si rivolse a me:
‘Allora Signorina, come è andata con questi esami? E’ riuscita ad ottenere la certificazione?’
‘Si, grazie. Proprio ora. Fabio mi è stato di grande aiuto’
Luigi mi fissò per un istante che mi parve interminabile. Il suo sguardo fiero ed indagatore mi imbarazzò. Mi stava osservando con una forza ed un’insistenza tale che sembrava volesse spogliarmi con gli occhi.
Si rivolse a Fabio: ‘allora Fabio, cosa dici, firmo per convalidare questo esame e far ottenere la certificazione alla signorina o no?’ e dicendo questo si mise a ridere.
Io non capivo cosa intendesse e mi rivolsi a Fabio: ‘Fabio, scusa, cosa vuol dire che lui deve firmare per la mia certificazione?’
‘Beh, Jessica. Luigi è il direttore della scuola. Quindi al completamento degli esami è lui che vede apporre la firma sui registri, altrimenti i tuoi esami non hanno valore e non otterrai mai la certificazione’
‘Direi di si Luigi. Puoi pure firmare.’ Disse Fabio rivolgendosi all’uomo che avevo di fronte.
‘Ma scusa Fabio. Hai spiegato alla Signorina, credo, che qui non si fa niente per niente’ e detto questo Luigi si mise a ridere di gusto.
In un attimo capii cosa lui volesse intendere e mi resi conto che in quella scuola era un usanza comune quella di cercare di farsi le studentesse in cambio di qualche esame. Fabio restò in silenzio non sapendo cosa rispondere o forse, semplicemente, non voleva rispondere.
In quegli attimi osservai il Sig. Luigi. Sui 45 anni circa. Brizzolato, alto sul metro e 80, robusto, sicuro’ e subito compresi che se volevo uscire di li con quel certificato avrei dovuto dare a lui quello che nei giorni scorsi avevo dato a Fabio’. Intervenni: ‘si, Fabio mi ha spiegato bene, anzi nel dettaglio cosa bisogna fare per ottenere questa certificazione’.. e a me serve’
Mentre dicevo quelle parole mi avvicinai a Luigi che era in piedi dall’altro lato della scrivania. Presi il foglio di registrazione dell’esito di esame e mi piegai a 90′ poggiando il mio culo direttamente contro di lui. Mi voltai e sorridendo dissi: ‘credo lei debba firmare qui, vero?’ indicai il foglio di carta con la mano e nello stesso momento mi spinsi leggermente indietro facendo aderire perfettamente il mio sedere, fasciato da una gonnellina di cotone, al suo corpo. In un istante sentii il membro di Luigi svettare trionfante dentro ai suoi pantaloni premendo contro di me.
‘Si’. Signorina’devo firmare proprio li’ e mentre lo diceva si piegò contro di me premendo con il pene contro il mio sedere, indicando lo spazio per la firma.
Fabio era rimasto in silenzio. Alzai gli occhi e vidi che ci stava osservando, immobile, tranne che per il maestoso rigonfiamento nei suoi jeans.
Mi sentivo completamente bagnata, ero eccitata al punto di impazzire. La voglia di farmi scopare aveva preso il sopravvento su qualunque idea razionale e logica. Decisi che valeva la pena andare fino in fondo.
Luigi si rivolse a Fabio: ‘Fabio vai pure, ci penso io a completare l’iter d’esame della Signorina Jessica’.
Fabio fece per incamminarsi verso la porta passandomi di fianco e in quell’istante io allungai una mano, lo afferrai per un braccio e gli dissi: ‘resta. Non ti ho ancora ringraziata per l’ultimo esame’. Lui si bloccò
Non avrei mai immaginato di trovarmi in quella situazione. Il direttore della scuola era piegato sopra di me schiacciandomi con il suo corpo contro la scrivania mentre premeva il suo cazzo contro il mio culo quasi volesse entrarmi dentro con tutti i pantaloni e io tenevo il mio professore per un braccio impedendogli di andarsene. Ero eccitata al punto che i miei umori iniziarono a colarmi lungo le cosce e la mia fichetta era diventata un vulcano pronto sul punto di esplodere.
Feci in modo di sposarmi dalla presa del Sig. Luigi. Mi misi di fronte a lui, mi inginocchiai e gli dissi: ‘questo è per convincerla a firmare” sorrisi. Le mie mani arrivarono in un istante alla patta dei suoi pantaloni ed estrassero un cazzo non tanto lungo ma nerboruto e largo. Lo guardai negli occhi, mi leccai le labbra ed ingoiai quel membro duro e pulsante senza indugi.
Luigi grugnì di apprezzamento. Iniziai a succhiare quel cazzo duro quasi volessi tirare via l’anima a Luigi attraverso il suo membro, lui per tutta risposta iniziò: ‘ohhhhh’.siiii’. cazzo come succhi beneeeeeee”.’
Il suo membro entrava nella mia bocca per poi uscirne lucido e bagnato dalla mia saliva. Io mi sentivo sempre più eccitata e bagnata. Ad un tratto mi venne un’idea. Mi staccai da Luigi, mi alzai e dissi:
‘Signori, visto che devo qualche cosa ad entrambi per questa certificazione, facciamo a modo mio’
Feci poggiare Luigi alla scrivania, mi sollevai la gonna arrotolandola sui fianchi e piegandomi aprii le gambe. Fabio comprese subito il mio invito e si posizionò dietro di me, scostò il mio perizoma e si inginocchio iniziando a leccare la mia fichetta grondante di umori. Io per tutta risposta affondai il viso tra le gambe dell’uomo che mi stava davanti ed iniziai nuovamente a succhiargli il cazzo cercando di farlo affondare il più possibile nella mia bocca.
‘ahhh’.siiiii” che pompinara fantastica’..siiiiiiii’ Luigi mi afferrò per la testa cercando di darmi il ritmo della pompa mentre Fabio si sollevò e calandosi i pantaloni puntò il suo cazzo direttamente all’ingresso della mia fica grondante e pronta per essere riempita.
Alzai la testa e nel momento in cui lui si piantò dentro di me in un solo colpo urlai di godimento: ‘ahhhhhhhh’.siiiiiiii”’
Fabio iniziò a pomparmi con il suo cazzo dentro la fica, mi dava colpi talmente forti da farmi sobbalzare in avanti. Luigi mi prese nuovamente la testa e dicendo: ‘questa bocca te la voglio proprio riempire’ mi rimise il suo cazzo nella bocca.
Ero li in preda all’estasi. Un cazzo che mi martellava nella fica e uno che mi scopava in bocca. Non riuscivo più a trattenere il mio piacere. I miei umori colavano lungo le mie gambe ogni volta che Fabio si ritraeva leggermente e la mia bocca era piena del cazzo di Luigi, il quale ad un certo punto si irrigidì e premendomi con forza contro di lui, urlò: ‘vengooooo’..cazzoooooooooooo’..vengoooooooo’ innondandomi la bocca di quattro copiosi schizzi di calzo sperma che faticai ad ingoiare.
Intanto Fabio continuava a sbattermi come un dannato, sembrava volesse entrarmi dentro completamente da quanto erano forti i suoi colpi. Mi teneva per i fianchi e affondava completamente il suo cazzo in me facendomi godere come una porca.
‘oddio’.siiiii’.siiii’..oddio” non ti ferma-areeeeeeeeeeeee’ riuscii a dire mentre il mio corpo veniva sconquassato da un primo, fantastico, orgasmo.
Fabio uscì dalla mia fica e si posizionò davanti al mio volto con il cazzo svettante. ‘voglio scoparti la bocca Jessica’ e mi piantò il suo palo di carne tra le labbra. Intanto Luigi aveva preso posto dietro di me e aveva iniziato a leccarmi la fica grondante. Stavo impazzendo. Non avevo mai goduto così tanto in vita mia. Mi sentivo tremare e sapevo che da li a poco sarei venuta di nuovo.
Luigi ci sapeva con la lingua. Alternava piccole lappate alle labbra con altrettanto leggeri morsi al clitoride che mi procuravano scariche di elettricità che mi arrivavano al cervello per poi tornare alla mia fichetta che si contraeva ad ogni leccata. Staccai la testa dal cazzo di Fabio ed urlai: ‘ahhhhhh”siiiiiiiiiiiiii’ riempiendo la bocca di Luigi con i miei umori.
Mi ripresi dopo alcuni istanti. Iniziai a succhiare il cazzo di Fabio con una foga e una forza che quasi me lo mangiai e nel giro di pochi colpi di lingua lo sentii grugnire, sentii il suo cazzo diventare ancora più duro e mi esplose in bocca anche lui.
Mi alzai e guardai i due uomini di fronte a me. Fabio stravolto con il cazzo che si stava ammosciando mi fissava. Luigi nel frattempo aveva ripreso vigore, con il cazzo dritto mi disse: ‘questa certificazione te la sei proprio meritata e preso il foglio appose la sua firma’.
‘grazie risposi io ancora tremante. Ora che ho ottenuto la mia certificazione, signori, vediamo di concludere il nostro discorso’ dissi.
Volevo godere come mai avevo goduto in vita mia e quella era la mia occasione. I miei freni inibitori, la razionalità, la logica avevano lasciato il posto solo al desiderio di sentirmi riempire. Avevo bisogno di sentire ancora il mio corpo pieno di cazzo, lo bramavo.
Feci sdraiare Luigi per terra e salendogli sopra a cavalcioni dissi. ‘lei permette, vero?’ così dicendo afferrai il suo cazzo e lo posizionai contro la mia fica e lo feci scivolare, centimetro dopo centimetro, dentro di me. Quando lo sentii completamente nel mio corpo iniziai a saltellare su quell’uomo scopandolo a mio piacimento.
‘cazzo’.jessica sei fantastica’.. dio come scopi’.. sei una dea’ furono le sue parole mentre io iniziai a muovere il mio bacino con piccoli movimenti rotatori mentre facevo violare la mia fica da quel pezzo di carne. Guardai Fabio, anche il suo cazzo era di nuovo pronto.
Mi piegai in avanti su Luigi e gli sussurrai all’orecchio:’ allargami le natiche’. Lui per tutta risposta afferrò il mio sedere con le mani e mi aprì, offrendomi a Fabio. Io mi rivolsi a lui: ‘accodomati!’ furono le mie parole
Fabio si posizionò dietro di me, puntò la sua cappella sul mio sfintere e premette.
In un attimo mi ritrovai con piena di due cazzi, Uno in fica e uno in culo. I due uomini iniziarono a muoversi alternativamente e io nel giro di pochi secondi venni provando un orgasmo che mi sconquassò al punto che mi mancarono le forze.
‘ahhh’siiii’. Cosìììììì” cazzoooooo’. Scopatemiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii’ li incitavo. Volevo godere. Volevo sentirmi piena. Volevo impazzire.
‘siiii’..godiiiiii’.siiiiii’ mi incitava Luigi.
‘ora il culo te lo apro’ disse Fabio e così facendo mi afferrò per i fianchi ed estrasse il suo cazzo lasciando dentro solo la cappella e si ripiantò dentro di me con un colpo solo.
‘ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh’ in quel preciso istante venni per l’ennesima volta.
Andarono avanti per altri cinque minuti senza mai fermarsi fino a quando sentii Luigi: ‘ahhh’siiii’.ti riempiooooooo’ e gli schizzi del suo caldo seme riempirono le pareti della mia fica grondante.
Subito dopo fu la volta di Fabio: ‘godoooo’..ti riempio il culooooooooooooooooo’ e uno’.due’.tre abbondanti schizzi mi riempirono fino all’intestino.
Mi alzai barcollante e mi appoggiai alla scrivania. Dalla mia fica e dal mio culo colavano umori e sperma. Ero distrutta. Non avevo mai goduto così tanto in vita mia. Cercai con le ultime energie rimaste di andare alla toilette, mi ripulii e mi vestii. Presi la mia certificazione e mi diressi alla porta.
‘Signori è stato veramente un piacere. Questo corso di informatica non lo dimenticherò mai!’ dissi sorridendo.
Luigi mi rispose: ‘signorina quando vorrà fare un altro corso, venga da noi, glie lo offro volentieri’
Fabio disse: ‘Jessica aspetta”.’
Non mi voltai, chiusi la porta alle mie spalle e me ne andai. Sulla strada di ritorno verso casa guardai il mio certificato di informatica e pensai ‘di cose con il computer ce n’è sempre da imparare” qui ci tornerò’. Sorrisi.

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