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Racconti Erotici Etero

La commessa

By 22 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Non sapevo che fare, penso di farmi un giro in un negozio di abbigliamento uomo/donna, per dare un’occhiatina alle ragazze (soprattutto) e magari per guardare di qualcosina per me…

C’era una cliente carina al reparto intimo, era abbastanza indecisa pure lei sul cosa prendere, visto che guardava un pò di tutto… ed io guardavo lei, indossava dei pantaloncini corti molto aderenti, che lasciavano scoperte un bel paio di gambe ornate da un paio di scarpe da tennis. Giovane, sportiva, non altissima, senza fidanzato in vista.

Per ammirarla senza farmi notare troppo mi fermo davanti ad una cesta di reggiseni, e fingo di guardarne qualcuno. Arriva una commessa.

“Buongiorno, ha bisogno di qualcosa?”

Io la guardai. Era molto bella, direi sui 23-24 anni, alta, mora, snella, con un seno non molto grande (sarà una 3′) ma proporzionato al resto. Indossava una magliettina rosa chiaro, una gonna scura che arriva al ginocchio, ed un bel paio di sandali con un corto tacco.

“Si, buongiorno. Dovrei comprare un reggiseno…”

“Immagino non sia per lei, vero?”, ed abbozza una risata.

Mi ispira come tipo. Decido di provare.

Sorridendo: “Eh, eh, ha indovinato. In effetti &egrave per la mia ragazza.”

“Abbiamo molti modelli, lei era interessato a qualcosa in specifico?”

Io mi avvicino un pò ed abbasso il tono di voce: “Ecco, vede, io non vorrei fare la scelta sbagliata. Ma non posso portare qui la mia ragazza, per lei deve essere una sorpresa.”

“E quindi?”, fa lei un pò perplessa, intuendo qualcosa.

La osservo per bene: “Lei ha un fisico molto simile a quello della mia ragazza, se lei potesse indossarne qualcuno e mostrarmi come le sta, di sicuro farei una buona scelta.

Lei, visibilmente imbarazzata: “ehm… lei &egrave il primo cliente che mi chiede una cosa del genere, ecco…”. Sorride.

Io sorridendole: “Se per lei &egrave un problema lasciamo perdere, non si preoccupi”

Lei: “No, &egrave che &egrave una richiesta un pò… ehm… va bene. Però andiamo in magazzino, nelle cabine &egrave sicuramente meglio evitare.” Si rivolge ad una collega: “Lara, devo mostrare delle cose ad un cliente”

“Va bene”, risponde la collega poco distante.

Prendo un modello piuttosto semplice, bianco, con le coppe in spugna, ed andiamo in magazzino. La ragazza si chiude in un bagnetto, e dopo pochi minuti esce senza maglietta, ma con ancora indosso la gonna ed ovviamente il reggiseno da provare.

Incomincio a guardarla con gusto, ha veramente un fisico da modella: pancia piatta, linea molto snella, seno molto bello seppur stretto dalle coppe, pelle leggermente abbronzata. Lei seppure con un pò di imbarazzo si lascia guardare.

“Si, questo &egrave un modello carino, molto semplice, forse troppo… Potremmo provare un altro modello?”

Lei forse sperava di non sentirselo dire, ma accetta: “Va bene, dai”

Io: “Ci metto un secondo, lei mi aspetti pure qui. Tranquilla che non scappo!”. Sorrisi.

Andai a prendere un modello con le coppe morbide, senza rinforzo, con un motivo a fiori. Lei lo indossò.

Questa volta non c’erano le coppe a fare da sostegno e notai che il suo seno era veramente sodo, era praticamente lui a reggere il reggiseno e non il contrario.

“Anche questo modello &egrave bellino, bello anche il motivo, ma forse si nota troppo sotto i vestiti bianchi… proverei un altro modello.”

Lei non rispose, oramai era rassegnata. Tornai con un reggiseno sempre morbido, però questa volta con finiture in pizzo, che lei indossò ancora senza dire nulla.

Questa volta mi avvicinai molto, fino quasi a sfiorarle la pelle col naso. Annusai il suo ottimo profumo.

“Bello anche questo, però magari il pizzo risalta troppo sotto i vestiti aderenti… Possiamo fare una prova? Può indossare la magliettina che aveva prima, sopra di questo?”

Senza dire niente eseguì. Io scrutai nuovamente ogni centimetro, poi mi posi di fronte a lei.

“Ecco, vede? Soprattutto con vestiti aderenti come questo”, e con quella scusa le appoggiai le mani sui fianchi, “i pizzi si vedono troppo, &egrave un reggiseno un pochino indiscreto”. Sorrisi.

Lei sorrise a mia volta, seppure decisamente molto imbarazzata. “Mi sa di si…”, disse a mezza voce. Il contatto fisico di poco prima non sembrava averla turbata troppo.

Volevo osare di più: andai a prendere questa volta un reggiseno bianco di cotone molto leggero, quasi trasparente, ed un perizoma coordinato, trasparente anch’esso, che per il momento però non le mostrai. Le diedi il reggiseno, che pensavo si sarebbe rifiutata di indossare. Lo indossò invece senza commentare ed io finalmente ammirai il suo seno quasi nudo.

Aveva un seno ben rotondo, con dei capezzoli non troppo grossi, l’aura leggermente scura ed un pò larga. Bella, bella, bella. La ammirai a lungo, notai che era leggermente nervosa e sempre più imbarazzata, ma si lasciava fare.

“Si. Direi che questo mi convince, ma vorrei fare qualche ultima prova, se me lo permette.”

Lei si limitò a dire: “Prego…”, io andai a prendere un reggiseno color carne, di quelli senza spalline, che comprimevano un pò la base del seno. La guardai a lungo, poi azzardai una richiesta.

“Ecco, anche questo &egrave veramente carino, però ho il dubbio… che secondo me comprima troppo. Lei che dice?”

Lei non sapeva che rispondere: “N… no, direi di no… ecco.”

“Ecco, se potessi…”, le indicai il seno “…sfiorarlo, per accertarmene…”

Lei mi guardò, con la faccia di chi non &egrave sicuro di aver capito. Io non aspettai una sua risposta, mi misi dietro di lei e le allungai le mani sul seno, sfiorandola.

Lei non si tirò indietro, io afferrai finalmente il seno da sopra il reggiseno ed iniziai a tastarlo delicatamente. Non avevo sbagliato, era piacevolmente molto sodo. Mi staccai.

“Già, comprime un pochino troppo. Vorrei sentire la differenza con questo… se non le dispiace”, e le porsi il reggiseno trasparente di prima. Lei non disse nulla, tornò in bagno e lo indossò.

Mi posi di nuovo dietro ed allungai le mani, questa volta palpai con decisione, senza comunque essere violento. Prolungai a lungo il contatto, avrei voluto sbattermela subito, ma non era ancora finita.

Mi misi di fronte a lei: “Ecco, direi che questo mi piace. Mi convince molto, compro questo.”

La ragazza era sollevata all’idea che finalmente quell’imbarazzo fosse finito, tuttavia prima che potesse parlare io tirai fuori il perizoma. “Però dato che mi piace veramente molto come modello, vorrei acquistarle anche questo perizoma coordinato. Non &egrave che lei… insomma, potrebbe…”

Lei mi fissò ancora, ero convinto che questa volta sarebbe crollata. La rassicurai: “La prego, le assicuro che &egrave l’ultima prova che le faccio fare. Voglio solo vedere com’&egrave l’effetto insieme.”

Mi guardò di nuovo, poi prese il perizoma ed entrò in bagno. Quando uscì era senza gonna, con indosso solo quel perizoma ed il reggiseno di prima.

Me la gustai a lungo con gli occhi: aveva delle gambe perfette, dritte, snelle, con cosce lunghe e sode. Le mutandine trasparenti non lasciavano nulla all’immaginazione, aveva un sesso ben curato, rasato del tutto tranne che per una strisciolina attorno alle labbra. Un piccolo alone sulle mutandine mi incoraggiò, quella situazione aveva eccitato anche lei. Era sempre immobile e zitta, io le girai attorno: il perizoma dietro non copriva assolutamente nulla, erano praticamente tre filetti con un minuscolo triangolino bianco al centro.

Aveva un culo alto e sicuramente sodo: “Però… bel culetto!”, esclamai io. Lei non rispose.

Ero dietro di lei, allungai una mano e le accarezzai la fighetta da sopra le mutandine: “E che bel cotone”. Sospirò leggermente.

La cinsi da dietro con una mano poco sotto il seno, e le infilai di scatto l’altra mano sotto le mutandine. Poi le sussurrai all’orecchio: “Ma che bagnata… ascolta, se tu me la dai, io ti compro tutto quello che abbiamo provato”. Le infilai un dito nella fighetta.

Lei buttò la testa all’indietro poi sospirò ancora e gemette: “Va… va bene”

Le infilai due dita dentro, la sditalinai un pò, notai che il trattamento le piaceva. Le sfilai le mutandine, la feci sedere su uno scatolone ed incominciai a leccarle la figa. Il trattamento le piace, poco dopo ha un orgasmo… ma ora devo sfogarmi anche io!

Nel magazzino c’&egrave uno scaffale da esposizione, che ha l’altezza giusta: la porto là, la faccio stendere sopra, mi spoglio e col cazzo già in tiro incomincio a spingerglielo dentro.

“Ti prego però… non venirmi dentro…” avvisò lei.

Io incomincio a sbatterla, allungo nuovamente le mani e mentre la stantuffo continuo a palparle a piene mani quel delizioso seno sodo che si ritrova.

Dopo un pò cambio posizione, la faccio mettere a pecora con la faccia verso lo scaffale, glielo spingo di nuovo dentro per farglielo sentire bene, le sgancio il reggiseno e continuo a palpare. Poi tolgo una mano ed inizio a sditalinarla sul clitoride, iniziò a gemere sempre più forte, stava avendo un altro orgasmo.

Sto per venire anche io, allora glielo tiro fuori di colpo e glielo avvicino alla faccia mentre lei &egrave ancora a pecora sullo scaffale. Non fa in tempo ad aprire la bocca, io le vengo copiosamente in faccia, sporcando anche lo scaffale ed i suoi capelli, poi me lo faccio ripulire bene.

Entrambi ansimanti senza dire nulla ci riprendiamo un pò, poi io mi rivestii e lei andò in bagno a ripulirsi un pò il visetto ed i capelli. Si rivestì anche lei, poi prese i vari reggiseni ed il perizoma, e mi accompagnò alla cassa.

“Ecco… il cliente ha da pagare questi”, disse alla collega alla cassa.

“La ringrazio per la sua infinita disponibilità, e mi scuso per il tempo che le ho fatto perdere”, dissi io sorridendo.

“Non si deve scusare… siamo qua per questo!” disse lei, sempre sorridendo. “Le auguro una buona giornata, arrivederci”

“Arrivederci e buona giornata a lei”, dissi, e pagai i reggiseni.

Uscito dal negozio sicuramente soddisfatto pensai però a cosa ci avrei fatto con cinque reggiseni ed un perizoma da donna terza misura, dato che io la ragazza fissa ancora non ce l’ho…

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