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La disavventura di Elisa

By 23 Febbraio 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Attenzione, è un racconto di fantasia dai contenuti molto forti e molto particolari che a molti non piaceranno. Se continuate la lettura, accettate quanto sopra detto.

Buona lettura.

 

Mi chiamo Andrea, e questa che sto per raccontarvi, è la disavventura che è capitata a me e la mia dolce mogliettina Elisa.

Conosco elisa fin da bambina, poco piu di 13 anni e siamo coetanei. Entrambi orfani di genitori, senza parenti prossimi e figli unici, abbiamo vissuto insieme per molti anni nella stessa casafamiglia, fino al raggiungimento della maggiore età dove per cause di forza maggiore siamo dovuti uscire, e dato che non avevamo nessun altro al di fuori di noi, ci siamo uniti ancora di piu fino alla decisione di sposarci e di vivere insieme.

Oggi all’età di 24 anni entrambi, viviamo in modo onesto e tranquillo, ci siamo trasferiti in montagna, in un paesino di pochissime anime e molto sparse tanto che si puo dire che praticamente viviamo quasi come eremiti. Abbiamo un orticello, degli animali e viviamo di cio che la natura ci offre. Unico nostro amico, una guardia forestale che quando capita in zona ci passa a trovare rimanendo a volte anche a cena da noi e ci racconta di come va il mondo la fuori dato che noi per scelta non abbiamo voluto ne tv ne telefono, anche perché non c’è copertura da noi.

Gli raccontammo, che avevamo deciso di voler organizzare di li a poco senza stabilire una data precisa, un viaggio di un anno circa per vedere un po di mondo finchè potevamo farlo.

La nostra vita, andava avanti in modo allegro e spensierato dandoci amore dove volevamo e come volevamo. La nostra intesa sessuale era estrema, io credo di non essere messo molto male fisicamente alto un metro e settanta, fisico asciutto e ben proporzionato, capelli corti neri e sessualmente, ho un bel giocattolo che a lei piace molto e di discrete dimensioni. Lei è la pupilla dei miei occhi, un metro e sessanta, fisico snello , carnagione chiara, occhi verdi, viso ovale perfetto con un nasino piccino e due labbra che rubano baci,  capelli lunghi e marroni, un culetto spettacolare sopra due gambe perfette, ventre piatto e una seconda misura di seno che sul suo fisico ci sta da dea, con due capezzoli appuntiti come due punte di mignolo.

Abbiamo scoperto il sesso insieme da giovanissimi e da allora non ne abbiamo mai fatto a meno nei nostri momenti particolari. Ancora nonostante non usassimo mai precauzioni, non siamo stati benedetti dall’arrivo di un erede, che speriamo venga a farci compagnia.

La nostra sventura cominciò in un brutto giorno di inizio autunno. Le giornate cominciavano a farsi sensibilmente piu corte e in montagna avviene ancora prima, fredde e uggiose. La riserva nella legnaia ci avrebbe assicurato sostegno per tutto l’inverno e cosi anche le scorte di cibo, per cui tecnicamente anche se fossimo rimasti isolati, avremmo potuto sopravvivere senza problemi fino all’estate prossima.

Quella sera, eravamo accoccolati davanti al camino mentre fuori il cattivo tempo faceva i suoi comodi, quando sentimmo un grande boato che ci fece sobbalzare. Un fulmine si era abbattuto vicino casa nostra senza fare danni, ma mettendoci nell’animo una sorta di paura che finora non avevamo mai avuto e che non sapevamo come spiegarci.

Decidemmo di andare a dormire e continuare a coccolarci nel nostro letto, Elisa usci dal bagno bella come una dea, come sempre, nuda coperta solo da un leggerissimo baby doll, le luci erano soffuse e l’ambiente caldo.

Si sdraiò accanto a me e prese a baciarmi, prima una guancia, poi le labbra e mentre le nostre lingue si rincorrevano, le nostre mani esploravano territori gia conosciuti ma sempre piacevoli da riscoprire. I suoi seni esplodevano sotto i miei tocchi cosi come il mio cazzo raggiungeva il massimo tra le sue manine.

I preliminari per noi erano sempre una cosa indispensabile e il 69 era la posizione che piu ci piaceva, fino al momento che entrambi carichi di voglia, decidevamo di andare oltre.

Io sdraiato di schiena con lei che lenta si calava sul mio sesso facendolo scomparire fino in fondo dentro la sua fichetta sempre stretta e bagnatissima.

Le posizioni durante l’amplesso cambiavano di continuo, e la mia resistenza faceva si che lei riusciva a raggiungere svariati orgasmi che esprimeva senza freni.

Dopo circa un ora di scopata in piu posizioni, però anche io cominciavo a sentire di stare a raggiungere il capolinea, e lei si accorgeva ogni volta, cosi che si posizionava a pecorina e aspettava di sentire che la mia cavalcata si calmasse dentro di lei con una bella sborrata che teneva tutta dentro se, lasciandosi cadere in avanti con le braccia lasciando il culetto in alto cosi che la sborra andasse piu in profondità nel suo giovane utero fertile. Chissa se questa volta….

Fu cosi che ci addormentammo, ma il nostro sonno fu svegliato bruscamente dalla luce che si accese all’improvviso in camera. 5 uomini di colore erano intorno al nostro letto, entrati in casa durante il temporale indisturbati, ci avevano immobilizzato e imbavagliati.

Quello che credo fosse il capo, ci disse che erano in fuga dall’italia e che stavano percorrendo i sentieri  di montagna con l’intento di passare la frontiera di nascosto ma che dato che il maltempo glielo impediva avrebbero aspettato il momento migliore da noi e che visto che eravamo ben forniti, avrebbero stazionato  senza problemi usandoci come piu gli avrebbe fatto comodo, guardando con occhi lussuriosi Elisa.

Io cercavo di ribellarmi e ri reagire ma un pugno in pancia mi fece capire di obbedire in silenzio. Intanto Elisa piangeva disperata e io potendola solo guardare cercavo di farle forza.

Fui preso di peso e trascinato in un’altra stanzetta che avevamo deciso sarebbe stata per il nostro figlio e mi chiusero dentro, dicendomi, sta li e fa il bravo che alla tua mogliettina non accadrà nulla che anche a lei non piaccia, e cosi dicendo mentre rideva se ne andò lasciandomi al buio legato nudo e nervosissimo.

Improvvisamente sentii un grido fortissimo, era elisa, che piangeva e supplicava di no poi nulla piu. Cominciai a urlare imbavagliato come ero ma senza ottenere nulla, e conscio anche del fatto che nessuno sarebbe venuto a salvarci nemmeno il nostro amico che fino a condizioni meteo migliori non sarebbe passato.

Improvvisamente la porta si riaprì e il tipo disse che lo spettacolo che avevano organizzato era giusto che assistessi pure io. Cosi alzato di peso e messo su una sedia legato, mi hanno ricondotto in soggiorno.

Elisa era nuda, piangeva, legata mani e piedi in modo che avesse le gambe divaricate e con le ginocchia alzate e le mani dietro la schiena in una posa molto scomoda.

I 5 uomini erano anche loro tutti nudi e nonostante solo uno aveva un cazzo di dimensioni bestiali, gli altri erano piu o meno alla mia altezza. Cominciai a inveire tra il bavaglio su di loro ma incuranti, mi dissero solo, ora faremo provare alla puttanella cosa significa scopare.

Si avventarono quasi in contemporanea su di lei. Un miscuglio di mani nere e bocche danzavano su quello che era il mio amore inviolato.

Uno di loro le portò il cazzo alla bocca e le disse, prova a morderlo e tuo marito ne pagherà le conseguenze, e cosi dicendo cominciò a scoparle la gola tra le sue lacrime e lamenti. Un altro intanto che era ancora attaccato alla sua fica a bere i suoi sempre abbondanti succhi, si alzò e sfoderando la sua erezione, la penetrò senza tanti preamboli. Elisa cominciò a dimenarsi non volendo quell’intrusione, ma il risultato fu solo che uno schiaffo le prese tutta la guancia risuonando in tutta la stanza. Mentre i due scopavano la mia dea, gli altri tre avevano trovato un po delle nostre riserve e avevano cominciato a farsele loro, aspettando il loro turno.

Quello che era il capo mi si avvicinò e con aria confidenziale, mi disse continuando a mangiare e guardare la monta, se la troia era vergine di culo, perché lui di li a poco in ogni caso l’avrebbe aperta per bene.

Lo guardai con odio estremo, e lui di rimando rispose… lo prendo per un si e ridendo disse agli altri due di muoversi che aveva il cazzo che gli tirava.

Il primo a sborrare fu quello che se la stava scopando in gola facendole ingoiare tutto, cosa che lei non faceva mai perche non le piaceva molto.

Uno degli altri prese subito il suo posto, ma non passò nemmeno un minuto che lei riuscendo a liberarsi del cazzo in bocca urlò un disperato no!.

Quello che la stava scopando in fica, le stava sborrando dentro senza preoccuparsi di nulla.

Il capo mi disse, spero, che la ragazza sia protetta, perché per tutta la nostra permanenza, tu sarai costretto a guardarci senza poter fare mai nulla, se lo volgiamo se no ti lasciamo di la, mentre lei la useremo come piu ci va e se rimane incinta, be… congratulazioni paparino, avrete un bel bebè caffè latte hahahahaha

A queste parole lei entrò in uno stato di catalesse, non riusciva piu a reagire, neppure quando un altro di loro la cominciò a scopare di nuovo in fica.

I bastardi non avevano fretta, tanto sapevano che avrebbero potuto tranquillamente ognuno di loro avere quante volte volessero tutti i buchi di elisa.

Quando anche gli altri due riempirono il corpo di Ely col loro seme, toccò al capo, che posizionatosi tra le sue natiche, invece di scoparla in fica, entrò lentamente nel suo culo vergine, aiutandosi come lubrificante con la sborra che lentamente sgorgava dalla fica.

Come lei sentì l’intrusione, si riprese e urlò di dolore sentendo le pareti dello sfintere cedere.

Il nero col cazzo enorme, si faceva strada nel suo intestino andando sempre piu a fondo  incurante delle sue grida disumane.

Dopo un bel po di tempo e diverse pompate lo sfintere oramai inesorabilmente devastato, non ostacolava piu la monta e il tipo potè cosi con comodo continuare a scoparsela fino a riversarle nell’intestino tutta la sua sborra.

Una volta finito, soddisfatto controllò il risultato della sua scopata allargando con le dita il buchino e constatando con piacere che non si richiudeva piu bene.

Guardando verso di me disse, be cornutone, non sai cosa ti sei perso, un culo fantastico, poi rivolgendosi agli altri, ragazzi, voi scopatela come e quanto volete, ma il suo culo è solamente mio. Nessuno deve toccare la mia donna in culo.

Quel “la mia donna” mi fece ribollire il sangue. Elisa era mia moglie e non la sua donna, se solo avessi potuto liberarmi lo avrei disintegrato.

Comunque sazi e soddisfatti decisero che per ora bastava e che era ora di riposare.

Mi presero e portarono a letto dove mi legarono poco dopo portarono elisa e la coricarono quasi esanime di fianco a me legando anche lei sia a me che al letto. Almeno il buon senso di farci stare insieme lo avevano. E li sentì parlare in soggiorno e sistemarsi per riposare poi il silenzio.

Quando la mattina arrivò, potei vedere che elisa si era addormentata col viso rigato dalle lacrime ma tutto sommato con un espressione ancora bellissima.

Passò molto tempo che nessuno ci venne a trovare che pensavo fossero scappati lasciandoci cosi,ma mentre pensavo questo, eccolo li, uno di loro entrò in camera, ancora nudo e col cazzo in tiro.

La posizione cui eravamo legati, ci costringeva a letto, pancia all’aria, la caviglia sinistra di lei legata alla mia destra, la sua destra legata al montante del letto cosi come la mia sinistra lo stesso per le mani con la differenza che una corda impediva il mio movimento della mano destra piu avanti di metà del mio torace.

Senza dire nulla, si posizionò in mezzo le gambe di ely e bagnandosi leggermente il cazzo con la saliva lo puntò all’ingresso della sua fica.

Lei si svegliò e provò a dire di no, ma un nuovo ceffone le impose il silenzio, che non era in condizione di dire nulla lei, che era solo una donna e che al loro paese le donne non hanno diritto

Detto questo cominciò a scoparla a fianco a me, dicendo che prima aveva potuto gustarsi solo la sua gola e che voleva anche lui la sua parte .

La scopata andò avanti a lungo fino a che con un lungo grugnito sborrò nel suo martoriato ventre.

L’altro tizio, stava osservando la scena dalla porta e fatti i complimenti all’amico gli disse, bravo, ma ora togliti che se il capo non vuole che le tocchiamo il culo, almeno la fica ce la godiamo per bene

Posizionato anche lui , entrò molto facilmente. La sua scopata durò molto meno, ma l’epilogo fu lo stesso, una nuova sborrata dentro di lei, che oramai passiva non piangeva neppure piu.

Come uscì da lei e dalla camera, cercai elisa con lo sguardo, ma la trovai assente, persa, rassegnata al suo destino.

Ci lasciarono cosi per non so quanto tempo, fino a che arrivò il capo di loro dicendo che non erano degli animali al 100% e che avevano premura che stessimo in buona salute, altrimenti il loro passatempo sarebbe durato poco, per cui si presentò con un piatto di paste in bianco. Mi tolse il bavaglio dicendomi di non provare ad urlare se tenevo alla ragazza ne dire o fare stronzate.

 

Tolto il bavaglio, avvicino la forchetta carica di pasta alla bocca e mi fece mangiare, un piatto a me e uno a Elisa che collaborava come un automa.

Finito di mangiare, se ne andò ma tornò poco dopo, dicendo che i suoi 4 amici avevano tutti esaltato quanto bello fosse scopare la troia bianca, cosi volle pure lui la sua parte. Si posiziono tra le sue gambe e guardandomi fisso negli occhi cominciò a stantuffare nella sua fichetta.

L’unico rumore che si sentiva nella stanza era il cigolio del letto, il respiro irregolare di elisa e i grugniti di lui, sempre piu forti fino ad uno piu lungo e profondo.

Continuando a guardarmi negli occhi, andò a leccare i capezzoli di lei rimanendo sempre conficcato in profondità nella sua vagina. Questa ragazza è nata per fare sesso, non è giusto che ne hai potuto godere solo tu fino ora. Se potessi, la porterei via con me. Nel mio paese le donne sono schiave dalla nascita e debbono fare tutto quello che diciamo, altrimenti le uccidiamo.

Finalmente uscendo da lei si alzò e ridendo andò via. Potevo vedere la sua fica martoriata che perdeva liquame bianco che andava a formare una pozza sotto il suo sedere.

Finalmente elisa girò la testa verso di me e mi disse. Perché proprio a noi, che cosa abbiamo fatto di male. Ti amo ma ora vorrei morire.

No amore mio non dire cosi, vedrai, si stancheranno e se ne andranno. Speriamo solo che prima o poi passi a trovarci Gilberto il nostro amico forestale.

Per quanto in condizioni di schiavitù, le funzioni fisiologiche ci sono necessarie e cosi cominciai sia io che lei a sentire il bisogno di evaquare, cosi chiamammo aiuto.

Si presentò il capo, che capito cosa chiedevamo, ci pensò un po su poi se ne andò. Tornò poco dopo con gli altri amici. Stavolta erano vestiti, quindi speravamo ci avrebbero lasciati in pace per un po.

Ma avevano un coltello in mano. Si avvicinò a me e mi disse, ora ti slego per permetterti di andare in bagno, prima te poi lei, ma alla prima mossa falsa, a pagarne il conto sarà lei.

Annuì facendo capire di aver capito, cosi mi sciolse le mani e i piedi, ma rimessomi di nuovo in piedi, mi  immobilizzarono di nuovo le mani in una sorta di manetta.

Cosi, conciato, potei andare in bagno e dopo di me elisa, che potè finalmente evaquare tutta la sborra che aveva in corpo.

Per tutto il pomeriggio ci lasciarono in pace, ma giunta la sera, si ripresentarono a turno in camera per avere il loro rapporto con Elisa che oramai completamente slegata, non si ribellava piu.

La cosa andò avanti cosi per almeno una decina di giorni, seguendo quasi sempre lo stesso programma giornaliero, il capo che la scopava piu in culo che in fica, gli altri che tra pompini e fica oramai conoscevano bene ogni suo buco e ettolitri di sborra che venivano quotidianamente riversati nel suo utero.

Una sera, però accadde qualcosa di diverso. Mi condussero nell’altra stanza e lasciarono li da solo, dicendo, che volevano starsene da soli con la loro donna senza spettatori.

Le mie proteste e urla non sorbirono alcun effetto. So che rimasi in quella stanza in isolamento totale per 3 giorni interi, vedendo ogni tanto uno di loro solo per il cibo e le funzioni corporali. Ma alla mia domanda su Elisa nessuna risposta.

Al terzo giorno venne a trovarmi il capo, e mi disse che elisa dormiva ogni giorno in mezzo nel lettone con almeno due di loro ai fianchi e che l’avevano anche presa in doppia in fica, e che ora anche quel suo forellino era abbastanza slabbrato.

Mi sentii perso, volevo vederla, ma mi disse che ora non era possibile perché era attualmente impegnata con tutti e 4 e che lo stavano aspettando. Cosi dicendo tra i ghigni se ne uscì.

Sentivo nell’altra stanza scricchiolii, mugoli e urla di continuo.

Rimasi li dentro per altri 7 giorni, fino a quando la porta una sera si aprì e sulla porta c’era lei, in piedi, nuda. Entrò e mi disse solo, mi dispiace.

Fece un passo in avanti e appoggiatasi alla parete divaricò leggermente le gambe.

Un nero entrò poco dopo e cominciò a scoparla cosi in piedi li davanti a me, con lei che ora godeva della scopata.

Tanto la natura è natura e per quanto violenza, alla fine i sensi prendono il sopravvento.

Quello che mi faceva rimanere di stucco era che io non avessi ami finora provato erezioni ne altro nel vedere elisa scopata.

La scopò per un bel po fino stranamente a farla girare e sborrarle in pieno viso.

Quando il tipo uscì, elisa mi si avvicinò e disse, che in tutti quei giorni da sola era stata usata sempre ovunque e da chiunque e che aveva deciso che almeno se proprio doveva almeno poteva trarne un po di piacere, per questo mi chiese scusa, e che non la obbligavano piu legata, ma la prendevano come e quando volevano libera in casa.

Mi venne da piangere, ma lei premurosa mi disse, di stare tranquillo, che mi amava ancora, ma che finchè non se ne sarebbero andati doveva essere la loro donna.

Mi baciò in bocce ed uscì dalla stanza. Era chiaro oramai il mio destino, sarei dovuto rimanere prigionieri in quella stanza fino alla fine.

Passarono i giorni, le settimane,  ma non vidi piu elisa, che mi assicurarono stava benissimo.

Ma quando se ne sarebbero andati? L’inverno era arrivato e la neve copriva tutto intorno.

Una sera come avvenne tempo prima, si aprì la porta, mi aspettavo il solito nero col piatto di cibo, ma era lei. Bellissima, mi mancava come l’aria, ma era diversa.

Fece un passo per entrare in stanza e come l’altra volta si fece scopare li in piedi davanti a me. Ma stavolta c’era qualcosa di diverso, la mia prigionia mi aveva segnato nel fisico, tanto che avevo perso anche un po di peso, ma lei no, un leggero rigonfiamento sul ventre sporgeva mentre lo stronzo da dietro la scopava.

Quando se ne uscì, lei si avvicinò e in lacrime mi disse solo mi dispiace, sono incinta.

Mi cascò il mondo a dosso, da sempre avevamo cercato un figlio e ora che lei ne aspettava uno non era sicuramente il mio.

La mia prigionia durò non so piu per quanto tempo. Non rividi piu elisa.

Passarono alcuni mesi, l’inverno era finito e la primavera era inoltrata.

Un giorno venne ad aprire la porta il loro capo. Mi legò le mani e i piedi in modo che potessi fare solo passetti, e mi condusse nella mia vecchia camera.

Era molto diversa, al nostro letto ne era stato aggiunto un altro piu piccolo portando la superficie abbastanza comoda per stare in molti.

Lei era supina sopra che dormiva. Aveva un pancione enorme. Il capo mi disse che era prossima al parto e che lui aveva gia fatto nascere altri bambini. Lui è medico e sa cosa deve fare. Voleva farmela vedere perché dopo il parto, forse se ne sarebbero andati, forse l’avrebbero portata con loro o forse no, ma almeno cosi avevo un suo ricordo. Mi venne da piangere e chiedere perché .

Mi disse perché lei è troppo per te. E mi riportò via

Passarono alcuni giorni poi mi svegliai. Un urlo fortissimo spezzò il silenzio. Poi un vagito.

La mia amata aveva partorito il figlio della violenza continuata di quei 5 negri.

Quello che finora non avevo mai sospettato, è che quei 5 oltre ad essere dei veri sadici bastardi e figi di puttana, erano anche dei malati di mente perversi.

Passarono almeno 5 giorni che nessuno si fece piu vedere ne portare da mangiare. I crampi mi stavano facendo impazzire oltre al fatto di non sapere piu nulla se c’era qualcuno o se erano andati via tutti se elisa era morta  o no. Insomma  non sapevo piu nulla e la cosa mi stava mandando via di testa.

Finchè la porta si aprì di nuovo. Era uno di loro con in mano un piatto ma non era la solita pasta.

Mi disse, da stasera vi lasceremo liberi, elisa sta bene ora e cosi anche la bambina.

Riflettei su quella frase, ora. Perché ora, cosa era successo?

Mi disse te lo dirà lei domani forse. ora mangia e buon appetito dicendo cosi mentre si scompisciava dalle risate se ne uscì

Lasciò sul tavolo, il piatto con dentro dello spezzatino e un bicchiere di vino.

La fame di giorni di digiuno era tanta che divorai quel piatto quasi senza masticare.

Il sapore era molto particolare, pungente ed osservandolo bene riconobbi del liquido bianco dentro la carne. Quel bastardo aveva sborrato nel mio piatto. Apposta se la rideva.

Il disgusto fu tanto, ma la fame prese il sopravvento, cosi che senza pensarci ripulii il piatto.

Passarono le ore, e sentii la porta aprirsi. Era lei con la sua bambina in braccio, era bellissima, stava bene, stanca da tutto quello che aveva subito, dalla gravidanza e dal parto, ma era lei.

La bambina era un misto tra lei e il tragico ricordo di quei 5.

Passarono alcuni giorni senza che parlammo piu del fatto. Mi disse che quei bastardi incrociarono anche fuori dalla baita il nostro amico ma che lo informarono che eravamo partiti per quel viaggio e che avevamo lasciato loro il compito di badare alle bestie e alla casa.

Per giorni non sono riuscito piu ad avere il coraggio di toccare mia moglie fino ad una sera, che quasi tornati alla normalità, decidemmo di rifare l’amore, quello vero.

Purtroppo lei risenti dei trattamenti ricevuti, la sua fichina era molto piu larga e slabbrata, ma mi andava bene lo stesso.

Finito di fare sesso, notai la cicatrice sul suo ventre e chiesi se le avessero dovuto fare il cesareo.

Mi rispose di s, e mettendosi a piangere mi disse di perdonarla.

Chiesi perché, e la sua risposta ancora oggi mi fa girare la testa e scattare la voglia di partire alla ricerca dei 5 e ucciderli.

Non poteva piu , mai piu avere figli.

Quella bambina creola, sarebbe stata la nostra figlia.

Quello stronzo, lo aveva detto di essere un medico, e che elisa ora stava bene, ma non immaginavo il perché, mentre ora mi era chiaro, aveva subito un intervento.

Quella sera, quello che trangugiai, non era spezzatino. Mangiai, con disgusto, una parte di mia moglie. Le avevano tolto l’utero dopo il parto, e con l’inganno e accecato dalla fame, me lo fecero mangiare carico del loro sperma, come screzio finale.

 

By Fairness

 

Scrivetemi commenti al mio indirizzo fairness@hotmail.it

 

 

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