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La doccia con mia cognata

By 27 Luglio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

La pelle dorata, i capelli bagnati e soprattutto quel piccolo costumino che aveva addosso mi mandavano in estasi. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, per fortuna gli occhiali da sole celavano il mio sguardo insistente sul suo corpo. Era un sabato di luglio ed eravamo al mare, Io, mia moglie, mio cognato e la fidanzata. Con la scusa del telefonino le facevo di nascosto qualche foto per fantasticare su di lei quando questo fantastico spettacolo dal vivo cesserà di deliziare i miei occhi e soprattutto mettere in moto la mia fantasia. Fantasia che aveva messo in moto un altro meccanismo che stava crescendo tra le mie gambe. Infatti con la scusa del caldo mi alzai dal lettino e mi diressi verso il mare invitando tutti a fare un bagno. La fretta di andare in acqua per mascherare la mia erezione fu talmente tanta che non mi accorsi che a seguirmi fu solo la mia splendida cognatina. Quando mi rialzai dall’acqua dopo essermi tuffato mi ritrovai lei di fronte. Un po’ sorpreso le chiesi gli altri dove fossero, lei con fare da smorfiosetta prima di rispondermi mi fissò e disse che erano a fare le lucertole al sole. Poi avvicinandosi ancor di più mi chiese per quale motivo mi ero fiondato a fare il bagno se si sa che in questo posto l’acqua non &egrave un gran che e qui ci si viene solo perché &egrave ben organizzato e per prendere un po’ di sole. La domanda mi colse di sorpresa e farfugliai qualche parola che suonava come una giustificazione. ‘Non ti devi giustificare, hai fatto bene’ disse. ‘Li sono tutti intenti a prendere il sole, nessuno dice una parola, neanche tu, sempre con quel telefonino in mano, poi mi fai vedere che fai sempre con quel coso in mano’. E dopo quest’ultima affermazione fece un sorrisetto e si tuffò anche lei. Si immerse talmente vicino alle mie gambe che mi toccò passandomi vicino con tutto il corpo. Questo non fece bene alla mia erezione, che invece di diminuire era sempre più vigorosa. Non sapevo cosa pensare, cercai di distrarmi rituffandomi di nuovo e facendo una bella nuotata. Ritornato dalla nuotata la trovai seduta sulla battigia ad aspettarmi. ‘Finalmente sei tornato’, e rideva, ‘la nuotata &egrave stata lunga, dovevi raffreddare un pò i bollenti spiriti’, e subito ribadì’ ‘con questo caldo chi non ha bollenti spiriti’ e rise di nuovo. L’imbarazzo mi colpì di nuovo e sempre più impacciato, invece di approfittare di tutti quei doppi sensi per tentare un approccio, mi uscì solo, ‘E’ meglio che vada a fare una doccia, così mi tolgo quest’acqua salata da dosso’. E mi diressi verso i lettini dove erano ancora stesi mia moglie ed il fratello. ‘Amore, vado a fare la doccia mi tolgo il sale di dosso’. Dopo qualche istante sopraggiunse anche mia cognata anch’essa tutta bagnata dall’acqua di mare. Mio cognato si tolse il parasole da faccia e disse’ ‘Due bambini vanno a farsi il bagno e non resistono due minuti al sole” e riferendosi a me, con tono scherzoso ‘voglio capire lei la mia piccolina, ma tu’ la vecchiaia ti fa male’ e scoppiammo a ridere tutti, mentre mio cognato si tirò a lui la fidanzata e si scambiarono un bacio appassionato. Tra di noi c’&egrave una differenza d’età di quasi otto anni ma con la fidanzata gli anni di differenza superano i dieci. Lei poco più che ventenne ed io vado per i trentacinque. ‘Tesoro vai anche tu a fare una doccia così quando andiamo via non sei tutta appiccicosa di sale’ e rivolgendosi a me disse sempre con tono scherzoso’ ‘non fare il tirchio prendi qualche gettone per la doccia anche per il mio angioletto’ ed io rispondo’ ‘non ti preoccupare do tutto a lei, io me la faccio fredda’. Tra me e me pensavo, che veramente ci voleva una doccia fredda per calmarmi. Così la mia giovane cognatina si diresse verso di me, mi prese sotto braccio e disse ‘Vieni vecchietto ti do il braccio cosi ti aiuto a camminare’ e girandosi verso gli altri iniziammo a ridere e ci dirigemmo verso le docce. Mentre lei era ferma allo specchio a guardarsi io andai a prendere i gettoni per la doccia. Tornando notai che aveva attirato non solo la mia attenzione, intorno a lei con fare più o meno discreto tutti gli uomini che passavano lanciavano uno sguardo su quel corpo fantastico. Non era molto alta, non arrivava ad un metro e settanta, ma aveva un culo di marmo e due tette sode terza misura che sul suo corpo sembravano una quinta. Ventre piatto e gambe scolpite dalla palestra. Mi avvicinai ‘Vai prima tu, che dopo me la faccio io’ e lei prendendosi i gettoni da mano prima di entrare nella doccia mi diede un bacio sulla guancia appoggiandosi completamente sul mio corpo e mi ringraziò. Appena prima di entrare si girò verso di me, mi lanciò uno sguardo malizioso e poi aprì la porta entrando nella doccia. Non chiuse del tutto la porta ed io pensando di non essere visto dopo qualche secondo mi avvicinai per sbirciare ed aggiungere alle mie fantasie anche quella di vederla sotto la doccia. Ma quando mi avvicinai alla porta semichiusa, allungai l’occhio per scorgere qualcosa incrociai il suo sguardo, quasi come se mi stesse aspettando, e così subito mi tirai indietro. La porta si riaprì e lei mi disse tirandomi per la mano’ ‘e ci voleva tanto!’. Mi feci tirare nella doccia senza opporre resistenza. Chiuse la porta alle mie spalle. ‘Ora non fare l’imbambolato, ho notato come mi guardi e poi i trentenni mi sono sempre piaciuti.’ E si buttò tra le mie braccia ficcandomi la lingua in bocca. Bacio che subito ricambiai con veemenza. Il contatto con le sue labbra mi fecero sciogliere immediatamente e oltre a ricambiare il voluttuoso bacio iniziai ad esplorare il suo corpo con lunghe e intense palpate. Le feci sentire tutta la pressione del mio corpo sul suo spingendola verso il muro continuando a baciarla. Le sciolsi il pezzo di sopra del costume lasciandola a petto nudo e mi fiondai tra le sue sode tette dedicandomi ai suoi turgidi capezzoli. Mi mise una mano tra i capelli spingendomi in basso sul suo ventre. Mi invitava ad assaggiare la sua splendida patatina. Le caddero i gettoni da mano e prima di iniziare a leccarle la fica ne presi un paio e mettendoli nella gettoniera feci partire la doccia. Mi ritrovai una sua gamba sulla spalla mentre io mangiavo quel suo frutto succoso. Alzai lo sguardo, l’acqua le cadeva addosso, bagnandola i capelli, il viso e le splendide tette per poi scendere sul ventre piatto fino alla mia faccia quasi coperta interamente dal suo sesso. Mi mise una mano tra i capelli e tirandomi la testa indietro con lo sguardo fece cenno di rialzarmi. Ovviamente riprendemmo a baciarci ma subito dopo senza neanche invitarla si inginocchiò ed abbassandomi il costume in un sol colpo fece svettare la mia asta sul suo viso. La prima doccia era finita, l’acqua smetteva di scorrere, così alzò lo sguardo e tenendo gli occhi fissi sui miei fece sparire lentamente tutto il mio cazzo in bocca. Spinse fino in fondo, fin che la sua gola poteva accogliere, fin quando la sensazione di soffocamento non arrivò a quei suoi splendidi occhi scuri riempendoli di lacrime. Tirò la testa indietro e senza farsi uscire il cazzo da bocca diede altri quattro, cinque affondi prima di liberarlo dalle sue labbra e leccarlo in tutta la sua lunghezza dedicandosi alle palle. La mano non smetteva di andare su e giù sulla mia asta. Non riuscivo più a guardarla negli occhi aveva il viso coperto dal mio cazzo, così azionai l’altra doccia lasciando sgorgare l’acqua sul mio corpo. Appena ebbe il getto d’acqua in faccia avendo la bocca aperta per accogliere le mie palle, si sentì come soffocare. Si scansò e sputando l’acqua dalla sua bocca mi diede del bastardo. La presi per le braccia facendola piegare mani appoggiate al muro. Il suo culo già così sporgente a novanta gradi era un capolavoro. L’acqua rendeva secca la penetrazione ma spingendo con forza riuscii in pochi colpi ad entrare nella sua calda e stretta fica. Sentì un pizzico di dolore e voltandosi mi intimò di fare piano ma ero troppo preso dalla foga e dandogli uno schiaffetto sul sedere iniziai ad andare più forte. La smorfia di dolore in pochi istanti si trasformò in godimento, tanto che piantò bene le mani sul muro e spingeva il suo splendido sedere all’indietro per consentirmi di aumentare la potenza dei miei colpi. Le presi i capelli con la mano e tirandoli le feci inarcare il collo. Una mano, data l’acqua, sfuggi dal muro facendola quasi battere il viso contro la parete della doccia. Non mi fermai e tenendo i capelli stretti in mano la spinsi faccia a muro continuando a scoparla. Godeva a bocca aperta senza emettere suoni. Con la mano libera prima di appoggiarla sul suo fianco per accompagnare il mio movimento, spostai il getto della doccia verso il suo viso. Non poteva divincolarsi con il volto aveva la mia mano che tenendo i suoi capelli la spingeva contro il muro. Questa sensazione di costrizione mista alla profondità ed alla sapienza dei miei colpi la fecero venire in un lungo orgasmo che la sua bocca non potette trattenere emettendo un urlo di approvazione. Ero quasi al limite anche io. Mi accorsi che il suo orgasmo era finito dal rilassamento del suo corpo tra le mie mani. Giusto in tempo, la doccia smise di piovere acqua, non potevo perdermi la vista della mia sborra sul suo splendido viso. Mi staccai da lei prendendola per un braccio la feci girare e la accompagnai ai miei piedi. Non si aspettava che le ficcassi di nuovo il cazzo in bocca e con lo sguardo sorpreso iniziò un pompino maldestro. La mia eccitazione era troppo forte che le tolsi il cazzo da bocca e con pochi colpi di sega le venni sul volto. La sborrata fu abbondante. Qualche fiotto le finì in bocca altri le caddero dal viso sulle tette. Lo sguardo stupito da santarellina con la sborra sulle guance fu un’immagine che non dimenticherò facilmente. Raccolsi un altro gettone da terra e senza dire una parola azionai un’altra doccia. Mi sciacquai l’uccello velocemente e mentre mi rimettevo il costume dissi’ ‘lavati velocemente e soprattutto sciacquati bene il viso hai un po’ di sapone liquido sulle guance’. Il fatto che le ero venuto in faccia l’aveva infastidita ma la mia battuta aveva stemperato quella vena di nervosismo che era apparsa sul suo volto. ‘Sei uno stronzo malato’ e rialzandosi iniziò a lavarsi. Mentre l’aspettavo fuori la doccia venne mio cognato che passato un po’ di tempo non vedendoci arrivare venne a sincerarsi della cosa. ‘Che ti devo dire si &egrave fatta prestare il sapone’ già &egrave al quarto gettone’. Mi guardò e scuotendo il capo si avvicinò alla porta. ‘Amore hai finito?’ ‘Fatto’ arrivo’. Aprì la porta ed era ancora più bella di prima, aveva un volto raggiante. ‘Non &egrave colpa mia se ci ho messo tempo, il sapone non andava via dal mio corpo’, e gli stampò un bacio sulle labbra, prontamente ricambiato da mio cognato con una limonata senza pudore. Intervenni dicendo: ‘Prendetevi una stanza’. Staccatisi da quel bacio mozzafiato, senza farsi vedere dal fidanzato mi fece l’occhiolino. ‘Vado al bar qualcuno vuole qualcosa?’ Dissi io. La prima a rispondere fu sempre lei’ ‘a me un drink energizzante, mi sento senza forze. Sono stanca.’ ‘Ok, faccio io, avviatevi, arrivo’. Nel tragitto fino al bar e poi sotto l’ombrellone la mia mente andava a tremila. Il sogno di ficcarlo in bocca a mia cognata era riuscito, ed anzi mi era andata molto meglio. Anche se quella estate le vacanze si limitarono a qualche bagno sporadico, fu senza dubbio la miglior estate della mia vita!

Per commenti e suggerimenti: maxxximissimo@gmail.com

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