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Racconti Erotici Etero

La faccia tosta di Erica

By 4 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti,

mi chiamo Saverio e questo &egrave il mio primo racconto. Ovviamente il nome &egrave inventato, ma tutto il resto &egrave assolutamente vero, accaduto circa 3 anni fa in provincia di Modena.
All’epoca frequentavo una tale Erica, 155 cm di passioni represse, una manager tutto pepe, più grande di me di 5 anni, fidanzata da 10. Una gnocca in miniatura. Anch’io all’epoca ero fidanzato, pertanto i nostri incontri (più volte la settimana ma mai nei week-end) avevano tutto il sapore della trasgressione e quell’ inconfondibile gusto delle cose pericolose fatte di nascosto’
Ci incontravamo in un motel tattico, di quelli che se vuoi difficilmente lasci tracce. Cmq, bando alle ciancie! Una sera, durante la settimana, lei mi chiama e mi ‘informa’ che sarebbe arrivata al nostro motel tra circa 1 ora. Ovviamente questo significava che aveva voglia’.Arrivato al motel, mi accolse subito con un potente bacio, mi saltò praticamente addosso, cominciò a spogliarmi, mi liberò subito il cazzo dai vestiti, che, nella sua bocca affamata, subito si gonfiò per poi scomparire in gola. In pochi minuti la svestii completamente, cominciando a succhiare, in un magnifico 69, la sua IMMENSA figa pelosa’.all’improvviso si gira, io, steso sul letto di schiena, lei sta per sedersi sul mio pisello (a quel punto, enorme), quando’..’Ahhhh!Fermo! Non posso, non posso cominciare se prima non metto a letto ‘ALE’. Ale, già, il cornutazzo. Mettere a letto significava chiamarlo, parlarci per 5-10 minuti e, fingendo uno sbadiglio, comunicargli una frase del tipo ‘Amore, sono stanchissima per il viaggio, sai, domani mi dovrò alzare presto, mi sto quasi addormentando’eccc Buonanotte!’ Solo che a quel punto, per com’era cominciata con foga e passione, ero talmente arrapato che la cosa mi seccava un casino’allora, secondo il principio della psicologia inversa, lanciai la sfida’e dissi:’ b&egrave, io sto esplodendo, devi chiamarlo per forza adesso?Daaaai, trombiamo.’..ma cmq., secondo me, non avresti mai le palle di chiamarlo mentre trombiamo’.!’ Non l’avessi mai detto: mai sfidare una maialina in calore. Mi lanciò uno sguardo che sapeva di sfida, di quelli che ti dicono ‘zitto che adesso ti aggiusto io per le feste” e con un gesto deciso, ma calmo e determinato, afferrò il suo cell. Cominciò a comporre un nr., mi si avvicinò quasi a sedersi sul mio pisello, che, se possibile, per l’eccitazione data dalla situazione era ancora più grosso e duro, con una mano manteneva il cell che si stava portando all’orecchio mentre era partita la chiamata e con l’altra stava afferrando il mio cazzo’pochissimi secondi, frazioni, e dalla sua bocca, in contemporanea, mentre sentivo già la mia cappella quasi dentro, uscì un esclamazione che non dimenticherò mai’:’AAAAAAAAAAAALE! Ciao amore come, va..?’ Io, nel frattempo capii che non aveva bluffato affatto….CAZZO! Che troia, ma guarda che puttana! E che faccia tosta!!!Sta parlando al telefono con ‘AAAAAAALE’, praticamente ha pronunciato il suo nome ‘godendo- mentre il mio cazzone la penetrava, con me sotto di lei che, in silenzio, me la pompo di brutto? Vatti a fidare delle fidanzate’.Il bello &egrave che la telefonata durò quella che a me sembrò un eternità, forse 10 minuti, durante i quali, lo ammetto, mi sentivo poco verme e molto porco’..una soddisfazione cinicamente ineguagliabile, trombare la donna di un altro mentre lui, idealmente, &egrave lì vicino a te e ignaro di tutto’.che spettacolo una trombata indimenticabile’e più lei parlava, più io ci davo dentro, quasi speravo lui sentisse le vibrazioni della mia cappella che spaccavano letteralmente di piacere le pareti uterine di Erica’Non appena finì di mettere a letto il bimbo, la dolce porcellina sfogò sul mio pisello quei 10 minuti di tortura che aveva dovuto sopportare, come se già non lo fosse, si trasformo, se si può ancora di più, in una pornostar’prima a candela, poi a pecora, in piedi, seduti, poi in bocca, poi di nuovo in figa’.io non riuscivo più a venire mentre lei gia stava a 10′.poi, di nuovo, mi sorprese:’ mi vuoi sfondare il culo, tu?Visto che quel cornuto non &egrave nemmeno capace di accorgersi della selva di corna che si ritrova in testa, voglio concederlo per la prima volta a te”CAZZO!, pensai, stasera &egrave proprio natale!Sapere di essere il fortunato vincitore del suo culo, che per anni aveva ostinatamente negato ad ‘AAAAALE’, mi fece infocare di brutto. Non le risposi nemmeno. La girai di schiena sul letto, glielo leccai per bene, spingendo la lingua nel buchino e sputandoci ben bene e poi’appoggiando la punta del pisello cominciai a spingere -‘Pianoooooo’- gridava ma in un attimo fui risucchiato da quel culetto fantastico!
Tutto sembrava, fuorché vergine! A quel punto, decisi che era venuto il mio turno di godere’.cominciai a pomparla con forza sempre crescente, affinché pure le palle arrivassero a fondo corsa. In tutto questo, lei non soffriva affatto!All’improvviso, venni, venni gridando, liberandomi di un’ immenso carico’sembrava che le stessi riempiendo il culo di ettolitri di sborra, che non finiva mai. Esausto, uscii dal culo e le chiesi se fosse stato di suo gradimento. La troia laconicamente ammise che:’ b&egrave, &egrave durato troppo poco (10 minuti, chiamali pochi..) per poter esprimere un’opinione, avrei bisogno di ripetizioni’.magari domani.’

Che troia!!!!

Poco dopo, mi rivestii e tornai a casa.
Erano le 04:00 e alle 07:30 mi sarebbe suonata la sveglia!

Spero vi sia piaciuto.

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