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La fattoria

By 20 Dicembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Andare dal notaio per un testamento non è mai bello, soprattutto se la persona che muore è una di quelle a cui tieni di più. Però, a quanto pareva, mia nonna qualcosa mi aveva lasciato e io, seppur solo per testimoniare, sono andato a vedere quali erano le sue ultime volontà.

Sono sempre stato legato a mia nonna Nunzia, tanto che la chiamavo sempre per nome e almeno due o tre volte a settimana passavo a prendermi un caffè, fatto rigorosamente da lei, e chiacchierare della mia vita (università, ragazze, famiglia, progetti) e della sua. Era vedova da molto tempo ma con una fattoria ben avviata (mucche, cavalli, pecore, maiali ecce cc) era sempre in ottima forma e impegnata mentalmente. Purtroppo, però, un ictus se l’è portata via e non c’è stato nulla da fare.

Dal notaio scopre che le sue ultime volontà sono quelle di distribuire dei beni ai figli e a me, soltanto a me, lasciare la fattoria avviata con la casa (circa 200 mq su due piani) per potermi rifugiare e studiare in tranquillità. Ecco lei ha sempre capito che avevo bisogno di allontanarmi per poter essere concentrato, tanto che nella fattoria posso anche non fare nulla vista la presenza degli operai, con ogni cosa contabile gestita dal suo vecchio amico e commercialista. Anzi quest’attività frutta qualcosina anche a me per campare bene quando sono in quella casa.

La prima occasione per andare nella mia “nuova” casa capita dopo le vacanze natalizie, periodo in cui iniziano gli esami universitari, così da non dover disturbare nessuno con le mie paranoie e i miei scazzi.

I primi giorni passarono tranquilli, anzi amavo proprio quella solitudine, visto che era un posto contadino con poche case e tanta tranquillità. Dopo i primi giorni di svacco, quindi, ho iniziato a macinare con lo studio e il pomeriggio, dopopranzo solitamente, raccoglievo la legna per il camino, uno di quelli che scaldano tutta la casa, così da non uscire più durante il pomeriggio.

La capanna della legna è vicina alla stalla delle mucche che confina con un terreno agricolo coltivato dai vicini della nonna. Da quando sono piccolo li ho sempre chiamati zii perché, vivendo così vicino a mia nonna, spesso li vedevo lì e spesso rimanevano a cena da lei. Ci sono affezionato alla signora Rosa e al marito Clemente, una coppia con lei 60enne e lui qualche anno in più. Tipiche persone di una cultura antica che, piuttosto di lasciarti digiuno, si tolgono il pane di bocca loro stessi.

«Hey tu bel giovanotto sei qui?» la voce è quella inconfondibile della zia Rosa che ride divertita.

«Veramente da quel dì che sono qui» mi rialzo guardandola divertito mentre la guardo aldilà del canale. La zia mantiene sempre lo stesso fisico da donna di campagna, grandi tette e grandi fianchi con un culo che sporge in fuori e due occhi neri con dei riccioli castani che le scendono sulle spalle.

«Appunto sono giorni che sei qui e nemmeno un saluto agli zii- dice quasi con tono accusatorio divertita- cos’è ti sei dimenticato di noi?»

«Ma no no solo che non volevo disturbare una coppia di vecchietti- ridacchio mentre la guardo- non vorrei che per l’emozione ci lasciaste le penne ecco»

«Ti ricordavo scemo ma non fino a questo punto» mi sorride dolcemente tornandosene verso casa «mi raccomando studia che ne hai bisogno» mi ammonisce mentre osservo il suo sedere danzare ed allontanarsi.

Il pomeriggio stesso ricevo una telefonata dagli zii che vogliono invitarmi a cena e, seppur cerchi in tutti i modi di defilarmi, alla fine mi convincono a passare da loro. La sera così mi presento con una bottiglia di vino, ricordavo che Clemente fosse un bicchiere, così da non presentarmi a mani vuote.

La cena era squisita, su questo non potevo avere il minimo dubbio conoscendo la cuoca, e finì con un buon pezzo di tiramisù della misura di una mattonella.

Finito il dolce lo zio si alzò e andò a letto, anche perché il giorno dopo doveva sbrigare dei lavoretti in campagna, mentre la zia stava spicciando tutto per lavare. Mi alzai a mia volta aiutando mia zia, così mentre lei lavava i piatti io li asciugavo.

«Bravo a zia che aiuti una vecchietta»

«Vecchietta ora- dico ridendo tra me e me- zia sei sempre una bellissima donna e se non ti conoscessi penserei che hai ancora 40 anni»

«Lo diceva sempre tua nonna che eri un uomo fatto- sorride mentre lo sguardo si intristisce- gli anni si fanno sentire caro mio»

«Zia ma se sei stanca riposati cosa devi fare scusa- la incalzo mentre da dietro metto le mani sulle spalle e inizio a massaggiarle- finisci i piatti e poi vai a letto»

«Ah grazie chicco ma appunto si riposa troppo a letto- ghigna buttandola sul ridere mentre inarca la schiena- ma sono cose che a te non interessano»

«Zia Rosa so che con la nonna parlavate tanto e che ti confidavi- smetto e le do un bacino sulla guancia- quella casa è sempre aperta per te e zio Clemente se volete sfogarvi. Buonanotte».

I discorsi di Rosa mi rimbombano nella mente mentre mi avvio verso casa, tanto che fatico a dormire pensando alle allusioni che ha fatto sul letto.

Il giorno dopo ritrovo la zia nello stesso punto del giorno prima, solo aldiquà del fosso, intenta a prendere della legna.

«Ti do una mano ninni così poi ci prendiamo il caffè insieme» anticipa ogni domanda con questa frase, tanto che dopo una decina di minuti mi ritrovo seduto in casa mia che lei fa il caffè. Lo porta sul tavolino basso che è di fronte al divano e si mette lo zucchero mescolando, rimanendo zitta per diversi istanti.

«Rosa cosa mi vuoi dire?» lasciando lo zia da parte per non intimidirla

«Ecco è che ho bisogno di sfogarmi e qui sono tutti vecchi- mi guarda quasi chiedendo pietà per quello che sta per dire- tu sei giovane e so che sei come tua nonna, che non giudichi prima di ascoltare»

«Allora dilla» sorridendole

«Io amo tuo zio Clemente da sempre e lui ama me ma come sai con l’età cambia tutto. Io mi sento ancora giovane e vorrei fare più movimento mentre lui si stanca subito e fa tanta difficoltà. Ecco te l’ho detto»

«Beh zia avete provato cose diverse? Anche situazioni diverse eh che so farlo in qualche posto particolare» cerco di spronarla anche perché è rimasta molto vaga

«Veramente una cosa ci sarebbe solo che non vorrei si potesse rovinare tutto»

«Spiegati zia perché rimani troppo sul vago»

«Ecco zio vorrebbe che io andassi con un altro- pronuncia piano le parole mentre guarda solo la tazzina oramai vuota- e lui vorrebbe assistere» si zittisce subito dopo vergognandosi.

«Non vedo nulla di strano si chiama cuckold ora dipende da te- le spiego piano in maniera gentile- se tu vuoi provare vi trovate una persona fidata e lo fate. Se tu non vuoi non lo fate stop» le dico ora rassicurandola.

«Va bene da un lato mi va perché purtroppo Clemente è molto che- lascia cadere il discorso alzandosi- dall’altro ho paura. Devo andare, ci devo riflettere».

Dopo una decina di giorni dalla chiacchierata vado ad affrontare un esame importante, che supero brillantemente, e al ritorno mi trovo davanti al cancello mia zia Rosa. La faccio entrare e prendiamo nuovamente un caffè insieme.

«Senti Gigi devo dirtelo, mi sono decisa a fare quella cosa per lo zio e anche per me. Alla fine è tanto che non godo e dare una scossa non può che farci bene» parla come se avesse un nodo alla gola, e il solo avermelo confessato sembra la renda più leggera.

«Bene, zia ti dico di incontrare solo persone fidate ma non c’è bisogno so che hai del sale in zucca»

«Appunto persone fidate- rimane per qualche istante in silenzio e poi mi guarda- tutti quelli che conosco hanno la nostra età e mi sono detta che se voglio fare questa cosa la devo fare per bene. Perché non ci aiuti tu?» mi chiede deglutendo a vuoto, quasi in ansia per la risposta.

«Beh penso che qualche amico disposto e fidato lo trovo. Tu sei una bellissima donna e poi sono situazioni che intrigano» dico pensieroso.

«No intendo fallo tu con me davanti allo zio. Ci conosci e da quanto ho capito non ti scandalizzi facilmente. Tu sei un bel ragazzo e se veramente sono bella come dici allora hai una nuova tacca da aggiungere al bastone»

«Ma quale tacca e tacca zia mica sono così narciso. Fammici pensare perché ti trovo bellissima, vero, ma poi non so come possa reagire lo zio. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare».

La proposta mi romba nella mente per qualche giorno anche se so già che accetterò, anche solo per trombarmi Rosa. Non è solo quello però che mi muove, vorrei che il loro fuoco si accenda così preparo tutto. Appena ho tutto pronto li invito a cena la sera preparando qualcosa di buono e sfizioso.

Loro fanno finta che vada tutto bene, non capendo quale sia la mia decisione, mentre io sono tranquillo e dialogo normalmente. Al momento del dolce e del caffè andiamo in sala, facendo sedere zio sulla poltrone e io e la zia sul divano, con la scusa che sono i nostri posti.

«Che buono complimenti» dice lo zio mangiandolo con voracità mentre la zia lo assaggia piano.

«Si proprio buono» conferma guardandomi.

«A me piace in un altro modo» appena dico così sia zia che zio si fermano e io portando una mano dietro il collo della zia la bacio in maniera passionale. Non ci sono resistenze e le nostre lingue saettano per qualche minuto.

«Vero- dice la zia sospirando- è meglio così»

«Ma io non intendevo questo» sorrido baciandola di nuovo e facendola stendere sul divano. Guardo lo zio e gli sussurro «goditela» mentre la gonna lunga della zia la arrotolo sui fianchi, togliendole gli slip. Con un cucchiaio spalmo il dolce sulla peluria e sulle labbra della vagina, affossando la faccia su quella bella fica matura. La lingua saetta lungo le grandi labbra mentre con gli occhi cerco la zia, che inizia a sospirare e fatica a mantenere aperti gli occhi, e poi lo zio che invece ci fissa immobile, seppur dai pantaloni si noti un bozzo. Appena trovo il clitoride faccio andare lì la lingua prima dolcemente poi freneticamente, succhiando con le labbra quando sento che è tanto umido. Il trattamento che la mia lingua riserva a Rosa le fa procurare subito un orgasmo sconquassante.

«Ecco Clemente questo è solo l’inizio ora ti faccio vedere che maiala che è tua moglie» poi rivolgendomi a lei «spogliati Rosa e inizia a succhiarmelo» perentorio il tono mentre faccio scendere solo la zip dai jeans e faccio uscire l’uccello duro.

Lei lo guarda e si spoglia e si volta a quattro zampe tuffandosi sul mio cazzo voracemente. Clemente, per vedere meglio, si sposta di fronte a noi fissando la moglie che succhia senza ritegno il mio cazzo duro. Con le mani prendo la testa di Rosa e le fotto la bocca per qualche istante, prima di farla smettere per girarla a pecora e montarla con poca dolcezza. Mentre il ritmo all’inizio è lento una mano artiglia un grosso seno e l’altra va sul clitoride a stuzzicarlo. Sento che reagisce così smetto la penetrazione e lascio che un altro orgasmo venga urlato da Rosa, per poi riprendere a stantuffarla in maniera più dura aggrappandomi alle mammelle in maniera selvatica. Proprio in quel momento si avvicina Clemente che tira fuori il proprio cazzo e inizia a menarselo velocemente, portandosi vicino alla bocca della moglie che lo accoglie in maniera porca. Con la bocca occupata dal cazzo del marito, Rosa produce dei suoni smorzati dalla bocca, mentre la fica munge il mio cazzo in maniera inesorabile.

Dopo pochi minuti Clemente non regge e le viene in bocca, andandosi a sedere sfinito, con il cazzo di fuori, sulla poltrona, mentre Rosa raggiunge l’orgasmo poco dopo e io la riempio quasi in contemporanea.

 

Solo dopo essersi ripresi mi ringraziano come se gli avessi fatto il regalo più grande, abbracciandomi a turno e dirigendosi, poco dopo, verso casa augurandomi la buonanotte.

 

Per commenti, consigli, critiche o qualsivoglia fantasia: oliver88@live.it

I giorni immediatamente successivi all’incontro a casa mia passarono tranquilli, né Rosa né Clemente si fecero vedere dalle mie parti, lasciandomi così libero di studiare senza problemi o pensieri vari. Infatti proprio in quel periodo dovevo affrontare un esame che passai senza problemi, potendomi permettere, così, qualche giorno di riposo. Proprio in questo periodo, per la precisione un sabato mattina, trovai Rosa in casa mia che faceva le pulizie, e io a malapena la riconobbi visto l’ora.

«Scusa ma che ci fai qui?» le chiedo senza troppi indugi mentre inizio a prepararmi la colazione.

«Volevo sdebitarmi così so che voi maschi per quanto possiate essere ordinati non lo sarete mai come una donna che è abituata a pulire» mi disse sorridendomi in maniera dolce.

«Grazie ma sdebitarti per cosa? –le chiedo continuando a guardarla muoversi con grazia all’interno della mia cucina- e poi siediti, fatti un caffè che così mi viene il torcicollo».

«Sempre così scontroso di prima mattina? –mi chiede ridendo mentre prende una tazzina del caffè che ho appena fatto io e si siede di fianco a me- si lo so che per te non è niente però quello che hai fatto per noi è molto. Sono due sere che ogni volta che ci pensiamo tuo zio mi monta a dovere» continua a ridere mentre ne parla.

«Beh ne sono felice ma l’ho fatto con tutto il piacere –sorrido sottolineando l’ultima parola volutamente- quindi non ti preoccupare anzi – mi alzo dirigendomi verso un cassetto che apro e dal quale estraggo un DVD- è il filmato dell’altra sera divertitevi».

Non faccio in tempo a finire la frase che Rosa mi salta con le braccia al collo abbracciandomi in maniera decisa, prende il DVD, mi stampa un bel bacio sulle labbra e se ne va tutta contenta.

Nel pomeriggio non tardò la chiamata di mia zia tutta contenta che mi invitava, anche se il termine esatto è obbligava, ad andare a pranzo da lei la domenica seguente, visto che almeno così avrei mangiato qualcosa di veramente buono. Accettai, anche perché dal tono non potevo far altro.

L’indomani mi recai da loro e li trovai tutti e due sorridenti, gioviali più del solito, ridanciani come non mai. Ci fu antipasto, primo, secondo e dolce, tanto che dovetti allentare la cinta o altrimenti non sarei più riuscito a respirare. Solo dopo la fine del pasto ci fu il caffè ristoratore.

«Ho freddo –disse Rosa avvicinandosi a me e facendomi spostare- sulle tue gambe credo che possa star meglio- senza attendere risposta si sedette, strusciando per bene le sue natiche sulla patta dei miei pantaloni- oh ecco ora si».

Lo zio non sembra infastidito, anzi continua a parlare come nulla fosse mentre la zia continuava a strusciarsi addosso a me. Per vedere a che gioco stava giocando ho messo le mani sui suoi fianchi, stringendole così da fermarla sulla posizione in cui poteva meglio sentire la mia eccitazione. Mentre continuavamo a parlare, poi, la destra si è insinuata nella maglietta di lei salendo verso il seno, trovandolo solo dopo aver by-passato anche il reggiseno. Nulla perturbava lo zio, anzi era proprio indifferente a quello che stavamo facendo.

Il gioco continuava, tanto che Rosa appoggiava la sua schiena al mio petto e mostrare ancora meglio la mano che frugava sul seno. Preso dalla foga con la mano libera le giro la testa e inizio a baciarla senza nessun timore, stringendo il capezzolo, occupato dalla mia mano, in maniera decisa. La sento gemere, anche se tanti rumori non può produrre visto che ha la bocca impegnata, così continuo senza nessun ritegno.

Solo dopo alcuni istanti mi stacco da lei e noto che Clemente è sparito dalla stanza. Rosa, invece, scendeva dalle mie gambe andando a baciarmi prima il collo e poi, mettendosi in una posizione accovacciata, per potermi slacciare i pantaloni e tirare fuori il mio pisello. Tira fuori la lingua, leccandomelo piano, mentre i suoi occhi rimangono sui miei.

«Oh ecco che adesso troviamo la vecchia baldracca che succhia il cazzo al giovane» la voce è quella di mio zio che, con una telecamera in mano, descrive ciò che sta succedendo.

«Ho bisogno di un cazzo giovane perché il tuo non tira più e io devo soddisfare le mie voglie» gli risponde la zia mentre si stacca per qualche istante dal mio cazzo, continuandolo a succhiare.

Oramai saranno passato dei minuti, che a me sembrano ore, e zia continua imperterrita a succhiarmi e leccarmi la cappella senza ritegno mentre un suo dito si insinua tra le mie chiappe. Con l’unghia inizia a solleticare la parte sensibile che vi è tra le palle e l’ano, prima di andare sulla rosellina delicata. Sporgo il bacino così che essa possa fare ciò che ha in mente, ovverosia infilare un dito nel mio ano mentre mi fa il pompino. La reazione del corpo avviene subito con una potente sborrata che accoglie tutta nella sua bocca. Si alza da quella posizione e, guardando la telecamera, mostra la lingua piena di sperma, ingoiando solo in un secondo momento.

«Tu non ce la faresti mai a reggere un ritmo del genere cornuto» sprezzante la zia si alza e mi guarda.

«Mettiti a pecora addosso al tavolo che ci pensa Clemente a lubrificarti il culo –dico mentre prendo la telecamera in mano- con la lingua ovviamente» intimo alla fine e così egli fa. Si china aprendo per bene le natiche della moglie e con la lingua inizia a leccare per bene il buco della moglie, lavorandoglielo senza sosta. Quando vede che è pronta fa per alzarsi ma io, con una mano, lo blocco sbattendogli il cazzo in faccia.

«Rosa guarda come tuo marito mi lecca l’uccello per incularti» le dico mentre lei rimane allibita e stupita, tanto da stare per interi secondi a bocca aperta, portandosi la mano istintivamente alla vulva per toccarsi senza ritegno.

«Ora è pronto. Goditi lo spettacolo» dico a Clemente mantenendo la telecamera e indirizzando l’uccello verso il buco del culo di Rosa. Seppur all’inizio trovi una piccola resistenza, il cazzo penetra nella carne della zietta in maniera fluida, imprendo prima un ritmo lento e studiato, sicché possa godere la mia consistenza. Solo dopo qualche minuto il ritmo accelera in maniera decisa, provocando un rumore netto tra le mie palle e le sue chiappe.

«Senti come mi fotte cornuto. Ho già avuto 3 orgasmi, tu non saresti capace di nulla».

Nel frattempo che zia lo offende, Clemente si tocca guardandoci in maniera trasognante. Proprio mentre osservo questa scena punto la telecamera sulla schiena della zia, la quale viene ricoperta dalla mia sborra.

«Leccami cornuto che è colpa tua se sono ridotta così» impera mia zia mentre Clemente viene nelle mutante durante la leccata della schiena.

 

Dopo essermi rivestito me ne vado.

 

Se volete che continui oppure per critiche, commenti o fantasie: oliver88@live.it

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