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Racconti Erotici Etero

La formula – Marta la prima collega

By 19 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Era estate e in ufficio c’era poca gente, un pomeriggio verso le 16 la mia collega Marta mi chiamò perché aveva bisogno di assistenza, era una delle donne cha mi attizzava sul lavoro, alta 1,70 quarantenne un seno florido e un bel culotto, mi recai subito da lei e risolsi subito il suo problema, lei mi ringraziò per essere andato subito e che era sola in tutto il piano, era il momento ideale per la formula.
Guardandola negli occhi pronunciai mentalmente la formula e chiusi la porta a chiave, poi l’abbracciai e la baciai in bocca ghermendole il culotto che riempì le mie mani e stingendola a me per farle sentire la mia erezione, lei rispose duellando con la mia lingua, ci baciammo a lungo e le mie mani si infilarono sotto la sua maglietta ed arrivarono ai suoi che feci uscire dalle coppe del reggiseno per pastrugnarli per bene, la sua mani intanto mi tastava l’uccello da sopra i jeans.
Le sollevai la maglietta e scesi a leccarle i capezzoli con cura che si inturgidirono subito, aveva i seni a pera di una quarta abbondante con le aureole larghe e scure, le piaceva molto quel trattamento e protesto quando mi staccai per farle sedere sulla sua poltrona, mi inginocchiai in mezzo alle sue gambe e mi riattacai al suo seno, la mia mano corse sul suo pube, e scostate le mutandine le accarezzai lentamente lo spacco, era un lago e un mio dito scivolo facilmente dentro di lei, mugolava debolmente con gli occhi chiusi, portai la mia bocca sul suo clitoride che leccavo e suggevo, le sue mani appoggiate sulla mia testa la premevano tra le sue cosce, emise un mugolio più forte e mi inondò il viso.
Era abbandonata sulla poltrona e aveva le gambe oscenamente aperte mostrandomi il suo pelo luccicante per i suoi succhi, cavai il belino dai pantaloni e rispostate le mutandine la infiocinai, spalanco gli occhi e incollo le sue labbra alle mie, avevo iniziato a trombarla a ritmo lento e con lunghi affondi, lei mise le mani sui mie fianchi e mi fece accellerare, la trombavo con energia e vedevo le sue tette sballottate dai miei colpi, passò le sue gambe dietro la mia schiena imprigionandomi, mi sentivo vicino a venire e provai a sfilarmi da lei, che invece strinse le gambe e mi presso contro di lei, ci baciammo e venimmo insieme soffocando i gemiti uno nella bocca dell’altro, restammo ancora qualche minuto così per poi scioglierci e ricomporsi.
Lei ruppe per prima il silenzio complice che si era creato parlando sottovoce
Marta: sei un gran porco, mi ha fatto godere tanto
Mario: tu sei caldissima, vorrei avere più tempo
Marta: ci penserò, anche io vorrei di più
La salutai e tornai nel mio ufficio, era stato un gran bel pomeriggio di lavoro…

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