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Racconti Erotici Etero

La fortuna di Micaela

By 26 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Benda.jpgMicaela era arrivata a Milano una fredda mattina di inizio inverno di qualche anno prima, proveniente da un paesino dl sud. Aveva viaggiato tutta la notte mentre andava incontro al suo futuro incerto. A Milano cercava un lavoro, un lavoro qualsiasi, il lavoro che non aveva trovato al suo paesino. Micaela è una bella e procace ragazza con un fisico mediterraneo con un seno sodo e prosperoso. Due occhi scuri nei quali precipitare come in un pozzo senza fondo e due labbra rosso carminio che le illuminano il bel viso. Ha un carattere gioviale e spigliato e queste caratteristiche l’avevano aiutata rapidamente a trovare lavoro in un negozio di intimo donna, molto noto, nei pressi di piazza Duomo.

Il direttore del negozio l’aveva scelta proprio per la bella presenza, ma anche per la sua capacità di entrare in empatia con le clienti per simulare, nonostante la sua avvenenza, un rapporto tra amiche piuttosto che tra concorrenti. Il direttore l’aveva affidata a Fulvia, la classica bellezza nordica, un po’ gelida, bionda, sempre seria con un bel po’ di puzza sotto il naso, che lavorava lì da più tempo e che, al contrario di Micaela, era percepita dalle clienti come una pericolosa concorrente, invece che una intima amica.

Il capo diceva, tra il serio ed il faceto, che “a Fulvia non c’è niente che le vada a genio, né il suo capo, né le sue colleghe né, tantomeno, i clienti del negozio”. Di certo Fulvia si dà molte arie e il sorriso non lo mostra mai a nessuno, ma anche lei ha un gran bel fisico, forse senza tante curve “pericolose”, ma molto attraente. Fulvia è sempre scortese con Micaela, si sente meno bella di lei, soffre la concorrenza estetica e la umilia di continuo, la offende per le sue origini meridionali, per il suo zotico accento, cercando una rivincita. Di fatto le rende il lavoro un vero inferno.

Il retro del negozio, dedicato alle merci, dà su una piazzola utilizzata come parcheggio auto, dove vi lavora Garisha, un ragazzo rumeno emigrato a Milano, posteggiatore abusivo. Garisha ha più o meno venticinque anni e una faccia da sberle, da gran furbo sempre sorridente, dai tratti marcati e capelli rasati, fisico possente,  asciutto e muscoloso. Il tipico ragazzone che piace alle donne per la sua bellezza ma anche per la sua virilità e i modi rudi. Garisha è volgare quanto basta per destare curiosità, sprizza una prestanza sessuale esplosiva che gli consente di mettere in soggezione le ragazze e piegarle ai suoi voleri.

Le commesse dei negozi dei dintorni della piazzetta, quando in gruppo passano di là, si pavoneggiano e, tra di loro, si divertivano a prendere in giro l’accento di Garisha. Quando, invece, passano da sole, non fanno altro che sbirciare per scoprir se Garisha le guarda, sperando che le fermi e attaccar bottone. Le commesse più estroverse si divertono a stuzzicarlo, per provocarne una reazione, ma quando finalmente Garisha si lascia andare, prese da paure ataviche, lo lasciano sempre a bocca asciutta e con il marmo nelle mutande.

La storia che vogliamo raccontare nasce dai rapporti difficili tra Fulvia e Micaela, mai sfociati in alterchi grazie al buon carattere di Micaela che sopportava le angherie della collega, ingoiando rospi sempre più acidi. Fulvia, dal canto suo, non vedendo reazioni da parte di Micaela si convinceva sempre più di aver a che fare con una insulsa pusillanime e, pertanto, le tue iniziative per umiliarla erano del tutto giustificate.

Un venerdì pomeriggio di luglio, a pochi giorni dalla chiusura estiva, il caldo è insopportabile e l’aria condizionata a stento riesce a rinfrescare l’ambiente. Fulvia manda Micaela a riordinare i locali del magazzino e fare un inventario della merce. Un lavoro noiosissimo, reso ancora più disagevole dalla polvere, dal caldo soffocante e dalla mancanza di aria condizionata. Micaela non protesta, ma di buon grado si avvia in magazzino. Prima, però, ricordando lo stato di assoluto abbandono del magazzino, scrive un SMS a Marco, il suo ragazzo: “Ti aspetto nel magazzino del negozio per soddisfare tutte le tue voglie! Vieni all’ora di chiusura, dalla entrata magazzino.”.

Aveva voglia di esser scopata, Micaela, e credeva di poter rendere meno sgradevole il pomeriggio in cantina. Ma commise l’errore di lasciare il suo telefono sul banco del negozio. Fulvia aveva notato che Micaela aveva inviato un sms e vedendo il telefono lasciato sul banco, presa dalla curiosità, decide di leggere il messaggio. Lo stupore fu enorme e sollecitò la sua invidia profonda.

Fulvia, che era tanto bella quanto spudorata, in pochi attimi architetta un piano perfido e malizioso ai danni di Micaela. Spedisce, con il telefono di Micaela,  un SMS a Marco dicendogli di entrare dall’ingresso principale anziché dal retro. Andò da Garisha e gli disse che Micaela lo aspettava in magazzino all’ora di chiusura perché voleva finalmente farsi scopare come una puttanella. Disse a Micaela che sarebbe andata via mezz’ora prima della chiusura del negozio e che l’avrebbe lasciata sola fino a quando avesse terminato l’inventario. Infine, Fulvia entra nel ripostiglio e libera una finestra che consente di osservare quel che accade nel magazzino.

Fulvia aveva architettato il piano perché voleva mortificare Micaela e mostrare al suo ragazzo, che razza di zoccola era. Fulvia era una vera arpia. Tutto era predisposto per la trappola. “Finalmente mi libererò di quella stronza!” pensava Fulvia pregustando il sapore della rivalsa.

In magazzino, Micaela è felice e pregusta la visita del suo ragazzo e decide di preparargli una sorpresa abbigliandosi come una gran troia. Si mette alla ricerca, tra i prodotti del negozio, di qualcosa di speciale, qualcosa che riuscisse a stento a contenere il suo prosperoso seno, scarpe con tacco vertiginoso e una benda per bendarsi come la dea fortuna.

Quando Fulvia saluta per fingere di andar via, Micaela, presumendo di essere rimasta sola, si prepara cambiandosi “d’abito”. Infila un reggiseno push-up di pizzo nero ed un microperizoma che avrebbe fatto resuscitare un morto e lasciato di sasso il suo bel ragazzo!!! Indossa un paio di calze nere autoreggenti con un nastrino rosso sulla fascia elastica ed un paio di sandali tacco quindici. Sistema, in ultimo, un polveroso divano di fronte alla porta di ingresso del retro del magazzino, lasciando l’uscio leggermente aperto, e rimane in attesa.

Poco dopo, sentendo i passi del suo ragazzo, Micaela si benda gli occhi con una fascia viola e si sistema come una pin up sul polveroso divano. La benda le stringeva i cpelli e le dava l’aria di una eroina prossima alla morte, mentre il suo seno, incontenibile in quel push up, sembrava la creazione di un pittore ottocentesco. Il perizoma sembrava ricordare quanto sia breve la vita e le calze davano un tocco di allegria e di civetteria. Garisha, lento e incerto, apre la porta del magazzino e immediatamente vede Micaela sul divano, in tutto il suo splendore. Una visione celestiale. Si accorge che Micaela è bendata. “Dunque la biondina aveva detto il vero”, pensa. Timoroso dà una occhiata a destra e a sinistra per verificare che non ci sia nessun altro. Chiude con cura la porta del magazzino in modo che nessun altro possa entrare. Ora si sente più sicuro e pregusta la preda. Con passo leggero procede verso Micaela, accarezzandosi volgarmente il pacco già bello gonfio.

Micaela sente il respiro di lui, sente i suoi passi, sente che comprensibilmente egli esita per paura di esser scoperti e si rivolge a lui: “Amore mio, prendimi come ti comanda il cuore e non preoccuparti di nulla, perché siamo soli nel negozio”

 Neisha, nel timore di rovinare l’incantesimo, non osa parlare con quel suo accento rumeno biascicato italiano e rimane in silenzio, ma comincia a spogliarsi. Toglie prima le scarpe che lascia cadere rumorosamente sul pavimento, poi sfila la maglietta scoprendo muscoli pettorali possenti e resi lucidi dal sudore ed un ventre piatto. Sbottona e apre la cerniera della patta per sfilare i jeans sdruciti e consumati.

Micaela è una forza della natura, dolce quanto basta per attirare il maschio per poi afferrarlo con i suo artigli felini e farlo suo. Ama fare sesso, lo farebbe ovunque e in qualsiasi circostanza e, soprattutto, ha un vero debole per i ragazzi ben dotati. Sente il tipico rumore della zip che scende e le si ferma il respiro. Come una fiera, nascosta dietro un cespuglio, aspetta il momento buono per afferrare la sua preda. Sente che si sta avvicinando il momento buono per attaccare.

Sono due animali del sesso, belli e affascinanti, belli e dannati. Morbida e profumata lei, muscoloso e lucido lui. Dolce e volitiva lei, volgare e rude lui.

 Neisha, si accorge del respiro interrotto e rallenta i movimenti. Silenziosamente comincia a sfilare le mutande e scopre un arnese di almeno ventisette centimetri che avrebbe fatto la felicità di ogni donna degna di questo nome. Si avvicina a Micaela, avvicinando l’uccello in tiro, perché ne possa percepire l’odore. Non parla, ma le sventola il cazzo sotto il naso.

In quel momento arriva al negozio Marco e Fulvia, perfidamente, lo accoglie premurosa e lo accompagna nel ripostiglio e, senza nemmeno prepararlo al peggio, gli dice di guardare e osservare che razza di puttana è la sua ragazza.

Micaela sente l’odore forte ed acre del cazzo di  Neisha e con voce delicata ma decisa: “Amor mio, sento il tuo odore e mi eccito ancor di più. La mia figa ha cominciato a secernere, per te, gli umori più fragranti. Ho aspettato tanto questo momento ed ora voglio che tu mi prenda così, su questo divano. Prendimi, fammi tua, fammi sentire una zoccola della peggior specie.” 

 Neisha allunga le mani e strappa il reggiseno di Micaela con un colpo solo. Micaela ha un sussulto di piacere al culmine dell’eccitazione. È pronta a ricevere il suo amante.  Neisha prende nelle mani le morbide e grandi tette di Micaela. Il il punto debole di Micaela, le palpa, le bacia, le lecca. Prende i capezzoli fra pollice e indice e li stringe, le divarica le gambe, si mette in ginocchio tra le sue gambe, letteralmente le strappa il perizoma e inizia leccarle la figa. È sempre stato un maestro con la lingua. Con la lingua le apre le labbra e scopre il clitoride. Titilla delicatamente e con colpi di lingua leggeri ma frequenti il grilletto. Micaela non oppone nessuna resistenza alla lingua, i suoi mugolii di piacere si levano lievi.

Micaela sente che tra poco quei colpi di lingua le regaleranno un orgasmo, lo sente da come si è infiammata la figa e da come urge prendere il cazzo. Poi, con decisione e con forza,  Neisha infila la lingua nella figa, scoprendo un lago di umori caldi e profumati, dolci come il miele. Lei con le mani gli preme la testa in mezzo alle sue cosce e raggiunge un primo orgasmo clitorideo.

Micaela gli ordina: “Ora basta, basta lingua. Tira fuori il cazzo e riempimi la figa. Spaccami la figa con il tuo cazzo di marmo”.  Neisha afferra le gambe della ragazza e le stende in verticale in modo da prepararsi la strada per la penetrazione.  Neisha ha, di fronte a se, la figa gonfia di umori profumati, prende tra le mani il pene in tiro, si rialza, lo appoggia sulla figa in fiamme e con un colpo deciso le infila il cazzo fino in fondo.

Micaela adora i modi rudi. Adora sentirsi sottomessa alla forza prepotente dei caldi e muscolosi corpi maschili. Ha un gemito profondo e interminabile. Il respiro le si ferma in gola. Poi  Neisha comincia a pompare forte ed i gemiti di piacere diventano in un senso di felicità assoluta l’estasi orgasmica, i suoi gemiti si fanno ancora più forti.

“Fottimi, fottimi, non ti fermare, mettici tutta la forza che hai. Spaccami in due, falla bruciare, distruggimela, ma non ti fermare” gridava nell’estasi Micaela. Il suo ragazzo, che dal ripostiglio la osservava in silenzio, abbassò lo sguardo e la perfida Fulvia gli prese la testa fra le mani. 

 Neisha andò avanti per parecchio tempo ancora tra gli urli di piacere di Micaela mentre Fulvia, la stronzetta, faceva progressi con Marco. Riesce a mettergli la mano prima sul pacco e poi, abbassata la zip, lo prende in mano e comincia a segarlo, mentre lui non riesce a staccare gli occhi dalla scena di Micaela con il superdotato. Guardarli è esaltante e in un crescendo di gemiti. Micaela, tra le grida di piacere, coglie un nuovo violento orgasmo vaginale. Nemmeno il tempo di riaversi e, mentre si strappa la benda per guardare negli occhi il suo stallone, gli intima: “Ora spaccami il culo, l’ho conservato vergine per te, ma ora è arrivato il momento di aprirlo come un melone”.

Micaela, tolta la benda dagli occhi, si accorge che la formidabile scopata era opera di un gagliardo cazzo di almeno trenta centimetri, sormontato da una lucida e scintillante cappella rosso purpureo che apparteneva a Neisha e non Marco. In pochi secondi passa dall’estasi orgasmica, alla sorpresa, alla paura e, infine, al desiderio. Guarda il membro enorme di  Neisha. Avrebbe voluto afferrarlo e portarselo alla bocca, stringerlo e coccolarlo. Avrebbe voluto testarne la durezza e infilarlo giù nell’esofago e morire di orgasmi ma, per paura di perder quella magnifica occasione, nasconde la sorpresa e fa finta di nulla. Anzi, rincara la dose: “ Neisha, splendido stallone, sono tua, fammi vedere che non mi sono sbagliata, prendimi fino in fondo.”

 Neisha la prende fra le braccia, la rigira e la posa sullo stesso divano a pecora. Si passa la mano sulla bocca e la riempie di saliva che prontamente stende sul buco celestiale. Spalma la saliva come unguento amorevolmente, come un rito di iniziazione. Micaela è eccitatissima e mugola al pensiero di quel che l’aspetta.  Neisha inumidisce il bordo del buco e poi, con due, dita entra dentro per allargarlo un po’, perché non soffra troppo. Ora Micaela è pronta.  Neisha afferra il pene con una mano e lo sistema sull’ano, poi comincia la penetrazione lenta ma inesorabile. Micaela con una smorfia di dolore lancia un grido. Sente il cazzo di  Neisha farsi strada nel suo retto, lo sente procedere lento ma determinato, aprirsi un varco in quel tunnel stretto. Ben presto Micaela smette di gridare e assapora le gioie che  Neisha le donerà.  Neisha parte per una gagliarda ed estenuante cavalcata di piacere.

Marco, in quel momento, alla vista della penetrazione anale di Micaela, scopre che guardare la sua ragazza scopare con un altro è molto eccitante. Ha una erezione fenomenale della quale si accorge Fulvia che, senza perder tempo, con mano gentile e delicata, prima accelera il ritmo della masturbazione e, poi, presa da incanto preorgasmico, si sfila le mutande e con le spalle verso di lui, si piega per offrirgli il sesso. Marco, senza staccare gli occhi dalla scena di Micaela, penetra la figa di Fulvia, comincia a pompare come un disperato, come per vendicarsi di Micaela.

Le due coppie sono a pochi metri di distanza, ma si ignorano, occupate come sono a prendere il massimo del piacere. I due uomini, con diverse motivazioni, credono di giocare la partita della vita  e spingono con violenza il proprio arnese nelle viscere della donna, come fossero due puttanelle. Le puttanelle di fronte alle furie dei due giovani, badano solo a le spinte violente dei membri dentro di loro, con ripetuti e frequenti orgasmi che si abbattono sui loro corpi belli ed esausti.

Marco è il primo a lasciarsi andare con una poderosa eiaculazione solo in parte finita nelle figa di Fulvia, la quale, alle prime avvisagli di eiaculazione, si sfila il cazzo e giratasi verso Marco lo prende nella sua bocca per succhiare quel nettare divino.

Neisha, all’apice del piacere, lo segue a ruota iniettando nel culo di Micaela il suo sperma caldo e abbondante. Le tremano le gambe a Fulvia che guarda commossa e sincera riconoscenza il suo stallone. Non si spiegherà mai come Neisha fosse al posto di Marco.

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