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Racconti Erotici Etero

La giardiniera

By 21 Luglio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Se ne stava sempre a culo all’aria mentre tagliava l’erba…aveva questa fissa di falciare il prato ogni due giorni, come se dovesse giustificare l’esoso acquisto del tagliaerba…difficile vedere una donna che fa i lavori da uomo, ma lei li faceva, cascasse il mondo, ogni due giorni nella stagione estiva, radeva quel corpo verde…e io? A osservarla da una finestra, quella che dava sul suo giardino, a cercare di sbirciare sotto la gonna da lavoro cosa indossasse e cosa no…non era una di quelle donne convenzionalmente belle, era un tipo normale, alta, non troppo magra, un fisico da madre con due figli, capelli castani rossicci tagliati in modo un po’ mascolino….eppure aveva qualcosa che mi attraeva…non ho mai capito se mi vedesse mentre cercavo l’angolo migliore per immortalarle il culo, penso di no, oppure si, forse quelle posizioni conturbanti le assumeva proprio per me…l’estate fa brutti scherzi si sa, fa bollire il sangue degli uomini che si perdono in un paio di gambe a ogni pie sospinto…e fu così che un Mercoledì mattina al rumore del taglia erba mi precipitai in cucina per il mio solito spettacolo…reduce da una notte movimentata da pensieri erotici che mi avevano fatto svegliare arzillo, anche se sarebbe meglio dire ‘teso come un’asta’, avevo delle farfalle che giocavano a girotondo nella mia zona inguinale..ero deciso a darle un segno di vita, volevo che capisse quanto la desiderassi….complici i già citati sogni vietati ai minori e i raggi di sole che picchiavano sulla pelle fin dall’alba, mi sporsi con fare voglioso verso la finestra spalancata sulla giardiniera…guarda caso mi dava le spalle, con questo vestitino sopra le ginocchia che si alzava quando lei appoggiava i gomiti sull’impugnatura…il rumore del macchinario di prima mattina mi infastidiva, ma allo stesso tempo mi faceva sentire più forte, come se mi desse coraggio…quando la donna sbuffando per le alte temperature voltò l’aggeggio infernale verso di me io l’avevo già duro…ebbi una specie di sussulto rendendomi conto di avere il pene fra le mani e quando lei guardò verso l’alto mi vide con quel coso fra le dita…non so chi dei due abbassò lo sguardo per primo, io ormai ero in fallo (in tutti i sensi) e non potevo tirarmi indietro, mi sentivo semi cosciente, come quando si ‘alza il gomito’ e, pur ricordandosi tutto, ci si sente comunque diversi…avevo il sangue che batteva sulle tempie mentre la mia mano segava il pene già duro…lei, più shockata di quanto lo fossi io, come per istinto fermò la falciatrice per cercare di capire meglio…le sorrisi con uno sguardo tra il diabolico e il maniacale…si avvicinò sforzando gli occhi al sole come a scrutare un animale mai visto prima e in pochi attimi fu sotto la mia finestra…due metri di altezza la separavano dal mio arnese…io continuai a segarmi in preda alla libidine…

‘Perchè non scendi un attimo?’ – parlava come se fosse spiritata
‘Arrivo’ – fu tutto ciò che riuscii a dire

Mi precipitai giù dalle scale e percorsi il pezzo di strada che ci separava…il cancelletto era aperto e così mi diressi verso la donna che mi aspettava in fondo al giardino, in piedi di fronte a una piccola casetta dove si trovavano gli utensili da giardino…fu uno di quei momenti nei quali non ti rendi conto di ciò che fai…ci trovammo a pochi centimetri l’uno dall’altro…sembravamo due attori che sapevano la loro parte…

La donna si inginocchiò con flemma appoggiando le ginocchia sull’erba appena tagliata e mi afferrò per la vita, slacciò la cintura che non ebbe problemi a farsi da parte scoprendo i boxer neri che scoppiavano di voglia…in tutto questo nessuno disse niente…il taglia erba giaceva accanto a noi, ormai spento e testimone…la giardiniera mi abbassò con i palmi delle mani i boxer e, dopo aver sondato il terreno scappellandolo piano con la mano, se lo infilò in bocca con foga…in pochi istanti i miei gemiti si alternarono a quelli della sua saliva che mi abbracciava il cazzo.. stavo teso verso l’alto, la mia testa volgeva verso il blu del cielo fino a concentrarsi sulla testa della donna che si muoveva su e giù…la presa delle mani sull’asta era solida, forte e la bocca inghiottiva il mio piacere…era una goduria immensa sentire il rumore del pompino mentre le tenevo la nuca e vederla succhiare e leccare come chi non mangia da una settimana…mi sentivo onnipotente, le mie mani sudate la tenevano per i capelli e le spingevano la testa verso il mio pene…mi massaggiava con mestiere le palle gonfie di seme….furono dei minuti interminabili di piacere interrotti dai movimenti convulsi del mio bacino…sentii lo sperma percorrere l’asta e feci pressione nella sua bocca…lei lo tenne fra le labbra aumentando il ritmo…dopo l’ennesima pompata venni….fiotti caldi di goduria si riversarono sulla sua lingua, che accolse tutto senza fiatare…sentivo il rumore della donna che ingoiava prosciugandomi, mentre a denti stretti mi godevo gli ultimi attimi con fare animalesco…

Con un ultimo schiocco la sua bocca si separò dalla mia verga….ansimavo come chi ha appena scoperto l’orgasmo…abbassai gli occhi e vidi il mio pene asciutto, arrossato in punta, poi vidi lei alzarsi con le ginocchia indolenzite…non mi ero mai accorto che fosse alta come me…mi guardò negli occhi e sorrise…

‘Era questo che volevi?’

‘Si’ – risposi ancora incredulo…..

Non ci furono più incontri di questo tipo, l’estate continuò, l’erba tornò a crescere, fu tagliata e si ripresentò nuovamente, ma fra me e la donna giardiniera ci furono soltanto dei brevi saluti, come fra chi non ha nulla da condividere….

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