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Racconti Erotici Etero

La Lavatrice

By 13 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ieri sera….tacco 10 sandalo grigio, pantaloni neri appena appoggiati ( inutile mostrare le curve,lo fanno già da sole) con bordo grigio nero e marrone. Camicetta grigia semi trasparente. Intimo con coulotte grigio azzurro. Fisso la lavatrice che sta cancellando da buona parte degli indumenti il segno del tuo passaggio. Vorrei sedermi, ma non riesco a star comoda. Mi fa male. Mi fa ancora male il culo. Ho sui glutei i segni rossi del tuo passaggio. Chi e’ l’uomo? hai chiesto ieri mentre mi ficcavi il cazzo in gola, sei tu sei tu ho risposto come me ne hai dato la possibilita’. Porto addosso il tuo ricordo e sul corpo il marchio del tuo passaggio. Mi hai stampato la mano li dietro. Ricordo solo che mi hai ordinato di girarmi subitoadessogirati! L’ho fatto, ricordo la tua lingua umida farsi strada tra le mie fessure, una lunga lingua calda piena di saliva. Ho inarcato il sedere da sola per goderne meglio e tu dietro prima di farti strada hai giocato con il pollice facendolo ruotare appena dentro e poi piu’ in profondita’. Mi piaceva , mi sono bagnata subito e il cazzo pronto all’attacco e’ entrato all’inizio di me e hai fatto calare il primo colpo. il rumore del palmo aperto sul mio globo di carne, l’impatto con la consistenza soda e il bruciore. Sculacciata per bene sentivo il cazzo premere piano e le tue mani una per una alternarsi su me. L’eccitazione ha allargato da sola il passaggio e reso insopportabilmente duro te. Sei entrato, ti ho inghiottito con gusto.
Fisso i panni in centrifuga leggera. Mi massaggio piano il fondoschiena che ricorda e gode nel sentire addosso il tuo odore. Riempita fino in fondo non contento ancora spronavi i miei fianchi stringendoli a te. Esattamente come la lavatrice sta facendo girare i miei pantaloni penso. Mi hai tirato verso le palle e ….che rumore fa una mano aperta calata vigorosamente sul culo? non lo ricordo bene , mi pare una sorta di frustata leggera , uno schiocco attutito dalla carne che assorbe e beve anche questo. Muguli come una cagnetta mi hai detto, questo lo ricordo, ma il piacere dei tuoi colpi profondi mi regalava la voglia di dirti ancora , sculacciami ancora. Poi come in un gioco di equilibrismo erotico, il cazzo risucchiato e stretto nell’abbraccio del mio culo e le tue unghie a percorrermi tutta la schiena, dalle spalle a scendere. Andata e ritorno. Ho avuto l’impressione di essere la tua lavagna personale. Ti stai arrossando per bene sai? ti sto lasciando i segni qui dietro. Non mi importa, non importa ma ti prego Fottimi forte.
Mi incanto davanti al fischio di fine programma. Dovro’ stendere e mi chiedo se e’ valsa la pena cancellare ogni traccia del tuo passaggio. Avrei potuto tenere almeno gli schizzi di sperma sulla camicia grigia. I sottili fili di piacere che mi hai regalato quando ti sei sistemato con le palle sopra la mia lingua. Ecco , ora sono i capelli a ricordare, ma il dolore e’ piu’ attutito li dietro. Io sul divano e le tue palle in bocca. La testa opportunamente regolata dalla tua mano che stringe e guida. Il cazzo davanti al naso, e negli occhi le tue dita che lo stringono e la pelle che scende e sale e io che lecco , sino a che mi hai chiesto di tirar fuori la lingua . Lo hai sbattuto per bene li’ sopra , un rossetto carnoso impazzito. Finalmente ti ho sentito godere, finalmente ho sentito la tua voce rotta dai gemiti e gli schizzi caldi caderrmi addosso. Tutta imbrattata del tuo piacere.
Chissa’ come e’ venuta la maglietta, era nuova, mai lavata. Apro l’oblo’ e controllo il risultato. Soddisfacente . Un piccolo sforzo e sono in piedi. Mi accarezzo il sedere e penso a te.

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