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Racconti Erotici Etero

La lunga serie

By 20 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Negli ultimi 15 anni ho avuto una serie di avventure con donne e ragazze che si sono concesse a me, a mio parere inspiegabilmente dato che non mi credo certo un adone, senza alcuna riserva.

Le frequenze degli incontri e la qualita’ delle donne e’ aumentata nel tempo man mano che la mia carriera progrediva e probabilmente il fascino del potere giocava un ruolo sempre maggiore.

Prima della mia avventura no. 1 non avevo spaziato fuori dal matrimonio a parte qualche pompino al volo da delle prostitute piu’ che altro per abbassare la tensione sessuale dato che mia moglie, seppure bellissima e tremendamente sexy, faceva raramente sesso e anche quando succedeva si lamentava continuamente della mia performance.

La mia autostima era davvero a terra e mi sentivo un fallimento nel letto. Mi buttai nel lavoro e cercai di trovare soddisfazione nelle extra ore in ufficio e viaggi frequenti.

Ma contro ogni aspettativa, le mie avventure scaturirono da una rete di amiche e contatti collegate al lavoro stesso.

Il mio sex-appeal aumento’ esponenzialmente quando la multinazionale per cui lavoravo mi sposto’ dal mio incarico in Italia a un paese del Medio Oriente. Piu’ soldi, un bel titolo e un lavoro molto piu’ interessante e soddisfacente. Mi lasciai dietro due simpatiche segretarie ed assistenti che avevano lavorato con noi a tempo determinato alternandosi per vari periodi: Beatrice e Luisa. Eravamo diventati buoni amici e avevo aiutato entrambe a trovare un lavoro fisso prima della mia partenza. Entrambe erano molto felici e avevano promesso eterna riconoscenza. Non mi immaginavo quanto!

Prima di un viaggio di affari in Italia dalla mia base in Medio Oriente avvisai le ragazze separatamente delle mie date e degli hotel dove mi potevano trovare e le invitai per una cena dato che non avrei avuto impegni di lavoro la sera.

Entrambe erano entusiaste di potermi rivedere e, fortunatamente, ogniuna era libera da impegni in giorni diversi.

Luisa si presento’ la prima sera a cena. Avevo riservato un tavolo in un ristorante di lusso per fare bella impressione e sfoggiare il mio nuovo ruolo da supermanager. Luisa si presento’ semplice, come la ragazza acqua e sapone che era. Un filo di trucco che copriva il suo visino poco piu’ che ventenne, un maglioncino di un colore forte ed il suo bellissimo sorriso a 32 denti. Luisa mi bacio’ sulle guance e mi diede un forte abbaccio. Sentii i suoi piccoli seni turgidi contro il mio petto e istintivamente indugiai nell’abbraccio un moemento di toppo per gustare quella sensazione. Quando riemersi dal trance ci distanziammo entrambi imbarazzati e rossi in viso. Qualcosa scatto’ nella mia mente e cominciai a vedere Luisa sotto un’altra luce. All’improvviso notai le lentiggini sul suo nasino all’insu’, il profumo dei suoi capelli e il suo sedere ben fasciato da una gonna che arrivava appena a meta’ gamba lasciando intravedere una coscia soda e liscia. Ci sedemmo e cominciammo a festeggiare con champagne in nostro incontro. La prima bottiglia fini’ velocemente e ci ritrovanmmo a meta’ della seconda dopo solo il primo. Cercai di sedurre Luisa in maniera scherzosa e solo con sguardi, parole e qualche complimento. Ci perdemmo nel tempo e ci risvegliammo dall’incanto solo quando il camiere mi porto’ il conto e ci disse che stavano chiudendo. Ancora ridendo ed in trance la accompagnai verso la fermata dei taxi. Mi avvicinai per darle un bacio sulla guancia e lei giro’ il viso quel tanto per porgermi le sue labbra. Mi colse di sorpresa ma mi feci prendere dal trasporto e le nostre lingue si intrecciarono in una serie di lunghi baci di passione. Aprii la porta del taxi e la spinsi dentro chiedendo all’autista di dirigersi verso il mio hotel.
In pochi minuti ci ritrovammo inn camera. I vestiti scivolarono dai nostri corpi a velocita’ della luce e ci tuffammo sotto le coperte dove continuammo a baciarci e toccarci.

Luisa prese il controllo e comincio’ a scivolare lungo il mio petto con le sue labbra fermandosi in vari punti erogeni per stimolare il mio piacere e l amia erezione. Finalmente sentii le sue labbra calde avvolgere il mio pene e iniziare un lento movimento succhiando avidamente. Quando stavo per venire la feci girare. Era il mio turno di gettarmi tra le sue cosce e darle piacere. Era ben depilata ma aveva lasciato un piccolo triangolo di peli sopra il monte di venere. Comincia leccandole le fessura grondande e mordicchiando il suo clitoride gonfio. La rivoltai sullo stomaco e mi dedicai al buchino del suo culetto. La penetravo con la lingua mentre con il pollice le stantuffavo la figa e con l’indice le stimolavo il clitoride. Lucia ebbe il suo primo orgasmo squotendosi selvaggiamente ed emettendo dei gridolini di piacere nel cuscino.

La misi a quattro zampe e la penetrai nella vagina. Stantuffavo come un pazzo perche’ anche io volevo venire. Davanti a me si presentava pero’ un bellismo buchino di culo be inumidito a leggermente dilatato. Non ero sicuro se fosse vergine li’ o meno ma decisi di provare. Estrassi il mio cazzo, mi ridedicai a leccare il buchino e poi, con poche spinte la penetrai anche ne culetto. Luisa grido’ un po’ di dolore, ma dopo pochi colpi mi incitava di continuare. Non ne potevo piu’ e venni esausto. Cademmo esausti baciandoci e tenendoci vicini. Quella notte ci svegliammo aggrovigliati e ricominciammo a fare l’amore e dopo averla fatta venire ancora un paio di volte, Luisa mi ringrazio’ con un lunghissimo e completo pompino che termino’ con un incredibile ingoio.

La mattina dopo mangiammo colazione insieme e lei parti’ alla volta dell’ufficio, soddisfatta e contenta, ma mai come me.
Ero carico. Carico di emozioni, di coraggio, di ormoni, di voglia di ripetere un’esperienza cosi’. Ero pieno di me stesso e nella boria cercai Beatrice al telefono. Avrei terminato i miei incontri alle 6 al piu’ tardi e le promisi una serata speciale. Beatrice accenno’ che il suo ragazzo con cui viveva era in viaggio e non sarebbe tornato quella sera. Ridendo le dissi di portarsi lo spazzolino da denti allora. Dopo una pausa mi disse “Scemo” e mi diete appuntamento alle 18:30.
Non ebbi tempo di cambiarmi e mi presentai al bar nel centro luogo del nostro appuntamento con il mio vestito, una camicia ancora ben inamidata e la cravatta. Mi setivo a disagio. Beatrice entro’, raggaiante come sempre. I suoi capelli erano corti e danzavano sulle sue spalle mentre camminava. I suoi occhi blu risaltavano nel suo viso bianco accentuato dalla luce dei faretti del bar. Non indossava reggiseno e sui capezzoli spingevano contro la sua camicetta. Le sue gambe spuntavano sotto una gonnellina nera semplice. Ci abbracciammo. Mi strinse fortissimo a se’.
Comiciammo a parlare a ruota libera “Come stai, com’e’ il lavoro, com’e’ la tua nuova vita”. Beatrice mi guardava affascinata mentre parlavo. Sembrava incantata e trasportata dai miei racconti. Cominciavo a sentire uno strano potere su di lei, ma non volevo crederci. Le dissi che era ora di andare al ristorante. Si alzo’ e la seguii alla porta. Notai come la gonna le fasciav il suo culetto rotondo e all’apparenza sodo. La voglia di possederla quella notte si fece viva e mi sentii stranamente sicuro di me stesso.
Cenammo in un ristorante Asiatico. Sushi come antipasto e BBQ Koreano come portata principale. Beatrice era persa nel mare delle mie attenzioni. Mi disee che si sentiva donna per la prima volta in vita sua e non piu’ una ragazzina. All’orlo dei suoi 22 anni mi sembrava giusto accompagnarla in questa transizione completamente e le presi le mano con la mia. Beatrice la strinse in maniera naturale e sensuale come chi e’ ha gia’ deciso l’esito della serata.
Non mi feci prendere dalla fretta e condussi il resto della serata magnificamente coprendola di complimenti. Le comprai 6 rose da un ambulante che entro’ ne ristorante. Concludemmo la cena con un gelato al te’ verde e uscimmo nell’aria fresca della sera. Misi il mio braccio sulle sue spalle e la strinsi a me camminando. Dall’alto intravedevo i suoi seni dalla scollatura. Ero eccitato. Sicuramente aveva visto la mia erezione il che spiega probabilmente perche sorrideva maliziosamanente. Chi era preda e chi era predatore adesso? Beatrice si fermo’ econ una mossa singola si giro’ verso di me, si alzo’ sulle punte e mi bacio’ profondamente. Mi sussuro’ “Andiamo” e mi mostro’ uno spazzolino da denti. Ridemmo come due ragazzini e dopo cinque minuti eravamo in ascensore verso la mia stanza.
Appena aperta la porta la passione esplose come un vulcano e subito le nostre bocche si cercarono fameliche, le lingue si intrecciarono, le mani esploravano i corpi. Pochi passi e fummo sul letto. Non credevo alla mia fortuna. Una ragazza cosi’ ioncredibile tra le mie mani.
I vestiti volarono in pocche mosse abili e in men che non si dica ero tra le sue cosce dedicandomi a una leccata indiavolata. “Rallenta o mi farai venire subito”. Staccai la bocca dal suo clitoride e la feci girare. Il suo sedere sodo ed invitante era uno spettacolo. Divaricai leggermente le sue chiappe e cominciai a leccarle il buchino. La penetravo con la lingua e con la mano le stuzzicavo la figa a volte penetrandola con uno o due dita. Beatrice si muoveva a ritmo mentre mordeva il cuscino per non farsi sentire troppo dai vicini.
Rislai con il viso lungo la schiena baciandola, leccandole la spina dorsale, mordicchiandola. Beatrice aveva spasmi di piacere ed era gia’ sull’olrlo del primo orgasmo. Infilai piano il dito medio nel suo culetto e dopo qualche movimento entro’ tutto strappandole un altro urletto di piacere. La mia lingua era nuovamanete tra le sue labbra della figa e finalmente la lascia esplodere in orgasmo protratto e liberatorio.
“Adesso tocca a te” e mi fece sdraiare supino e in men che non si dica fece scivolare il mio cazzo turgido fino in fodno alla sua gola. Era incredibile. Alternava delle gole profonde a leccate di cappella e succhiate ai miei testicoli alternando ritmi veloci a lunge lente succhiate. Tenendo il mio cazzo con la mano e segandolo si mise a cavalcioni e se lo infilo’ lentamente nella sua figa pulsante. In pochi attimi eravamo avvinghiati e i nostri corpi si sciolsero l’uno dentro l’altro. Beatrice ebbe il secondo orgasmo. La sua fica colava come una fontana e i muscoli vaginali erano contratti fortemente dandomi un’incredibile sensazione di piacere. Beatrice fece scivolare fuori il mio cazzo e se lo porto’ alla bocca. Pompo’ con foga e dopo poco non potevo che sborrare. Beatrice non stacco’ la bocca e succhio’ come un idrovora facendomi impazire. Ridendo mi mostro’ il mio sperma sulla sua lingua e poi con una mossa lo inghiotti’.
Cademmo esausti sul letto e ci baciammo a lungo. “Adesso ti voglio dietro. Non l’ho fatto molte volte e quindi e’ stretto….non farmi male ti prego….” Non me lo feci dire due volte. Beatrice era gia’ alla pecorina e il suo buchino era lubrificato dai suoi umori vaginali. Ma non potevo resistere un’altra leccatina durante la quale lasciai ua copiosaquantita’ di saliva per lubrificarlo. Appoggiai la cappella del mio cazzo che nel frattempo era tornato svettante come il monte Bianco e lentamente feci pressione. Altro che stretto!!!! Beatrice deve averne presi diversi di metri di cazzo in quel suo culetto a mandolino. Con poco sforzo fui dentro e cominciai un’altra corsa al piacere. Beatrice mugolavaa rispondeva ad ogni colpo inarcando la schiena e roteando il bacino come una vera maga del sesso. Allungo’ una mano piegandosi in avanti e mi sollettico’ i testicoli in maniera esperta. Sborrai e sborrai nel suo culo mentre con la mano destra mastrurbavo il suo clitoride e portando Beatrice ad un altro orgasmo. il mio sperma le colava dal buchino e ando’ in bagno a ripulirsi. Anche io mi feci una doccia per rinfrescarmi. Tornammo nel letto appagati e felici e consci del fatto che quest’esperienza ci aveva portati olto vicini. Dormimmo con gli arti intrecciati e sicuri di volerci rivedere in futuro.
Meltem era splendida. L’avevo conusciuta quando lavorara come segretaria da un mio fornitore in medio oriente. Magra, circa 1.65m, un bel culetto dall’aspetto sodo e un piccolo seno che spingeva attraverso le sue attilatet-shirts. I suoi capelli erano ricci, crespi, bellissimi, ma spesso li portava tirati lisci e cmabiava il colore dal suo naturale nero pece a rosso o castano.Il suo viso ovale, perfetto, con una pelle ambrata mentre i suoi occhi erano verde smeraldo. Un vero sogno di ragazza. La prendevo spesso in giro in modo simpatico e siamo presto diventati amici. Meltem aveva un sorella che viveva a Londra ed un giorno rassegno’ le dimissioni e la raggiunse con l’intento di aiutarla nel suo progetto di aprire un ristorante e di migliorare il suo inglese allo stesso tempo. La nostra amicizia prosegui’ via SMS ed e-mail. Ogni volta spingevo un po’ i confini della conversazione fino a che non arrivammo a scambiarci mssaggi allusori o piccanti quanto basta. Ben presto mi ritrovai a Londra per incontrarmi con dei fornitori Australiani e organizzai di vedermi con Meltem. Mi venne a prendere nel lobby dell’hotel e ci accomodammo al bar. Due mohito apparvero e scomparvero al volo. Meltem raccontava della sua vita a Londra d come era felice di essere indipendente finalmente e lontana da suo padre che la controllava proibendole ogni tipo di divertimento. un secondo round di mohito ci rilasso’ definitivamente. Avevo prenotato a un famoso ristorante stile Tex/Mex non lontano dall’hotel e quindi ci andammo a piedi. Meltem era allegra e rideva. Mi prese sotto braccio e dopo qualche minuto eravamo seduti al tavolo dove ordinammo due birre per accompagnre Surf and Turf di filetto e coda di aragosta. Meltem mangiava le patatine con le mani e lanciava sguardi timidi ma eloquenti. il mio sguardo si poso’ sulla scollatura. I seni sembravano piu’ grandi, forse era l’alcol. Terminammo la cena con un Mississipi Mud Pie, un mostro di dessert cioccolatoso e appiccicoso. Meltem era splendida compagnia. Il suo inglese non era perfett ma riusciva comunicare bene quel che voleva “Portami in camera. Oggi la mia deve cambiare e tu mi devi aiutare” Salimmo in ascensore senza parlare. Non sapevo cosa dire dopo quel tipo di dichiarzione. Entramo in camera e le offrii un GT. Mi chiese del ghiaccio e io uscii a prenderlo dalla macchina nel corridoio. Quando rientrai in camera le luci erano spente tranne quelle di atmosfera sotto i comodini. Il mio laptop che avevo lasciato acceso con Itunes aperto adesso intonava “74-75” dei Connells. Meltem si era tolta la camicia ed era rimasta con un corpetto con molto pizzo che accentuava la sua vita stretta a lasciava intravedere il suo ombellico. La sua minigonna terminava a meta’ di una coscia soda dall’aspetto vellutato sotto la sua calza a rete. Gli stivali scamosciati completavano un quadro decisamente eccitante. Era difficile controllare l’istinto di saltarle addosso e strappare via tutto. Meltem mi venne incontro, appoggio’ il secchiello del ghiaccio sul mobiletto bar a mi prese la mano portandomi al centro della camera dove iniziammo un ballo lento, stretti, coi visi vicini. I baci si fecero man mano piu’ lunghi e profondi. Mi mordicchiava le labbra, mi baciava il collo, mi mordeva i lobi delle orecchie. Meltem era una sinuosa sirena medio-orientale che si muoveva tra le mi braccia facendomi ribollire dall’eccitazione. Le mie mani scesero al suo sedere e cominciai ad accarezzare i suoi glutei sodi. In due mosse veloci Meltem si sfilo’ gli stivali e poi pian piano mi slaccio’ la camicia e ma la sfilo’. La mia cintura segui’ a ruota e la T shirt volo’ subito dopo. Mi trovavo a petto nudo e con i pantaloni tenuti su dalla mia erezione oramai agonozzante. Maldestramente slacciai il copretto di Meltem e glielo sfilai liberando finalmente quei seni che per tutta la sera mi avevano fatto l’occhiolino e mi tuffai sui capezzoli. Questi si indurirono al tocco della mia lingua che roteava piano alla loro base. li succhiai con delicatezza dandole un evidente brivido di piacere. In poche mosse rimanemmo con solo gli slip a finalmente Melytem mi spinse sul letto ridendo e dicendo che era ora di passare all’azione. Scorrendo il suo viso mentre mi baciava lungo il ventre arrivo’ con la bocca fino agli slip e tirato puori il mio cazzo se lo fece scivolare in bocca. Non sembrava molto esperta ma ci metteva molto impegno cercando di prenderlo tutto in bocca e alternando pompate con le labbra a leccate e colpi di mano mentr mi succhiava gentilmente i testicoli. Era il mio turno. La girai sulla schiena. Appoggiata sui suoi gomiti, il suo corpovo seguiva una curva concava dal collo fino al culetto. Un vero spettacolo. Con la lingua scorsi lungo la sua spina dorsale fino all’osso sacro, lentamente. Spostai il perizoma e scostai le natiche rivelando un buchino rosa delicato. Feci cadere della saliva sul buco e poi cominciai a leccarlo alternando movimenti rotatori a penetrazioni con la lingua. Meltem inarcava la schiena mostrando il suo piacere. Con la mano andai sotto il ventre e trovai la sua fichetta depilata e liscia, una graditissima sorpresa. Le sue grandi labbra erano gonfie e turgide, pulsanti di voglia e umide di umori. Trovai facilmente il clitoride che accarezzai conla mia mano umida dei suoi umori. Meltem si giro’ e io ne approfittai per sfilarle gli slip e rivelare il suo mote di venere in tutto il suo splendore esotico. Ci abbracciammo, baciammo e toccammo a lungo cercando un linguaggio comune e un ritmo alternato tra la foga dell’eccitazione e la calma di chi vuole dare piacere senza riserve. Mi posizionai tra le gambe di Meltem e lei tiro’ su le ginocchia mettendo l’entrata della sua fichetta splendida in piena mostra. Non potevo resistere un tuffo tra quelle labbra grondandi e con pochi minuti di lavoro di lingua e di labbra Meltem ebbe un bellissimo e protratto orgasmo. Meltem mi strinse la testa con le gambe e le mani lanciando un mugolio liberatorio. Poi mi tiro’ su e avvicino il suo viso al mio e mi disse “Sono pronta, sarai il mio primo uomo”. Rimasi di stucco. Era ancora vergine nonostante avesse oramai piu’ di trenta anni!!! Mi sentii onorato che avesse scelto me per questo passo importante pero’ allo stesso tempo m sentii a disagio, preoccupato. Mi aiuto’ a infilarmi un preservativo e poi mi offri’ il suo bel fiore. La penetrai piano. Meltem mi tirava a se’ vogliosa ma il suo viso non pote’ nascondere una smorfia di dolore. Quando fui tutto dentro mi fermai e lei mi sorrise dicendomi di continuare. Ogni colpo che le davo riceveva una risposta dai suoi fianchi permettendo al mio cazzo di penetrarla fino in fondo. Il ritmo lo dettava lei con i suoi movimenti e dopo qualche minuto raggiunse il suo primo orgasmo da penetrazione. Non durai che qualche colpo’ in piu’ ed anchio sborrai. Mi sdraiai al suo fianco e ci baciammo a lungo. Poggio’ la sua testa sul mio petto e chiuse gli occhi esausta ma felice di essere diventata donna del tutto. Il mattino seguente mangiammo colazione insieme ed ognuno si avvio’ al proprio lavoro con la promessa di rivederci quella sera direttamente in camera dove avremmo mangiato qualcosa in fretta e fatto l’amore a lungo. Ogni visita che feci a Londra dopo questa incluse sempre almeno una notte con Meltem. Diventammo molto vicini e insieme esplorammo Londra e la nostra sessualita’. E’ da molto che non scrivo. Ma non per carenza di avventure, anzi, la mia vita ha continuato ad essere un turbine di esperienze sessuali contornate da passione e guidate dalla voglia di esplorare i limiti della mia apparenetemente insaziabile voglia di nuove e diverse avventure.
Per un periodo di circa due anni, all’apice della carriera e quindi del livello di confidenza e forse anche arroganza, ho vissuto tre relazioni simultanee con qualche ‘one night stand’ qua e la’. Allo stesso tempo, le nuove esperienze aumentavano la mia disnibizione dandomi il confort di finalmente dominare la scena del letto casalingo come si deve.
Due relazioni erano con donne divorziate, scandinave. Entrambe professioniste, estramamente frustrate dal recente divorzio e stremate dallo stress di dover accudire I figli da sole dato che entrambe gli ex-mariti non volevano passare gli alimenti o aiutare nella gestione delle varie attivita’ sportive e scolastiche dei figli.
Conoscevo entrambe da anni. Erano anche amiche di mia moglie, ma questo non le ha fermate, anzi speso si eccitavano al solo pensiero di dover mentire la prossima volt ache si parlavano al telefono o via skype.
Scandy1 era molto sicura di se e le piaceva dominare la nostra relazione decidendo come, quando e dove ci potevamo vedere per avere rapport sessuali. Aveva preteso anche controllo sul tipo di rapporto ogni volt che ci vedevamo.
Quindi, da una sega sotto la coperta in aereo a una scopata sulla panchina del parco, tutto era deciso da lei. Mi piaceva non dover cercare di essere sempre quello creativo o di spremermi il cervello per creare l’atmosfera.
Scandy1 abitava nel suo paese di origine e ci siamo visti sempre in occasioni quando I nostri viaggi di lavoro coincidevano in qualche citta’ del mondo. La prima note passata insieme rimane sicuramanete la piu’ bella, e per tanto sara’ quell ache vi raccontero’.
Scandy1 ed io ervamo attratti l’uno all’altra. Lei era bionda, alta come me. Un fisico estremamente tonificato da molte ore in palestra e corse nel parco. I seni erano piccoli ma ancora ben fatti e il suo sedere era sodo, un piacere da sculacciare. Per molti mesi ci eravamo scritti via skype e mandati messaggi per sms azzardando ogni volta qualche parola ed emozione in piu’. Sentivo di aver fatto molta strada e percepivo la sua disponibilita’ ad almeno una note di sesso e passione. Con qualche accorgimento sul mio piano di viaggio riuscii a far coincidere degli incontri di lavoro con un viaggio di Scandy. La scena era pronta. Mancavano gli attori. Eravamo giunti in citta’ lo stesso giorno, ma a causa di problem logistici, eravamo finiti in due hotel molto lontani con poche speranze di vederci. L’euforia si era trasformata in delusione molto velocemente e quando alle 22 non eravamo ancora riusciti a vederci, ero oramai rassegnato a passare la note da solo.
Invece, verso le 23, il campanello della stanza squillo’. Pensando a un ‘room service’ sbagliato mi ero avviato verso la porta piuttosto seccato e aprii con la faccia molto cupa. La mia espressione cambio’ immediatamente a grande gioia e sorpresa quando mi trovai davanti Scandy1, bellissima e sorridente. ‘Allora, mi fai entrare o non te la senti di essere socievole?’ Non ero ancora riuscito a dire niente. L’abbracciai, come si fa con una sorella che non vedi da tempo. Ero goffo ed impacciato. Il suo sorriso ebbe un effetto calmante e dopo essersi tolta la giacca mi chiese per un vodka soda che preparai con le bottigiette del minibar. Versai il contenuto delle confezioni e le porsi il bicchiere. Lei sorseggio’ e poi si avvicino’ al mio viso col suo. Le sue labbra sapevano di agrodolce e le nostre lingue si sfregarano con ritmo lento. Vari schiocchi di bacio ci fecero sorridere entrambi. Il tempo sembrava non esistere e lentamente ci spogliammo a vicenda soffermandomi ad ogni indumento per ammirare ogni nuovo centimetro di pelle che si presentava sotto I mei occhi. Ero deciso a fare del mio meglio per farla godere e renderla super felice, ma allo stesso speravo di creare un certo livello di dipendenza perche’ non volevo certo che questa fosse l’unica notte insieme.
Sdraiata sul letto, con solo indosso uno slip di pizzo bianco e un reggiseno a balconcino che striavano un corpo perfettamente abbronzato, sembrava una dea Nordica scesa da Valhalla per la mia felicita’. Per paura di sbagliare e perdere la magigita’ del momento, mi sdraiai di fianco a lei, tenendola lievemente per i fianchi cercando di determinare il livello di passione che avrebbe condotto la sinfonia di questo incontro. Con mia sorpresa mise le mani sul mio cazzo oramai pronto alla sua missione e mi disse con un’aria innocente ‘Nessun uomo mi ha mai fatta godere. Sono una donna ancora insoddisfatta. Puoi cambiare la mia vita?’
PRESSSURE!!!!!! Nessun margine di errore concesso questa notte. Dovevo fare del mio meglio. Era la mia chance di avere eterna gratitudine, e una bellissima amante, in sul sol colpo. Ci baciammo e carezzammo per vari minuti arrivando pian piano a sfilarle lo slip e il reggiseno. A quell punto il dado era tratto e dovevo cominciare la missione. La feci girare sulla schiena e baciai la spina dorsale fino a giungerei ai suoi glutei bianchi. Lentamemte li divaricai e cominciai a leccare lentamente lungo tutto il solco. Mugolii di piacere mi diedero un chiaro segnale che ero sulla strada giusta. Pian piano feci penetrare la lingua nel suo buchino e la penetrai ripetutamente. Con un ditto intanto le accarezzavo il clitoride. Scandy1 comincio’ a roteare il suo bacino. Feci scivolare il police nella figa che era umida e rilassata, pronta ad accogliere qualsiasi cosa fosse pronta a darle piacere.
Mi inginocchiai sul pavimento al bordo del letto, la feci girerare e misi le sue gambe sulle mie spalle dandomi pieno accesso al suo splendido clitoride e alle sue labra vaginali. Le baciai l’interno delle coscie mentre mi facevo strada verso il frutto piu’ ambito. Le succhiai e leccai il clitoride con estrema calma e maestria. Scandy1 inarco’ la schiena e mise le sue mani sulla mia testa spingendomi la lingua fin dentro al suo buco grondante di umori dolciastri. La sua fica era tutta depilata fatta eccezione di un piccolo ciuffo a triangolo sul monte di venere. Con le mani divaricai la fica per arrivare piu’ in fondo. Scandy1 era salita sul rollecoaster e si stava godendo la corsa. Mi alzai e mi misi le sue gambe in verticale lungo il mio torso e senza troppi preamboli feci scivolare il mio cazzo nella sua bellissima e accogliente figa. Scandy1 scuoteva la testa da un lato all’altro e diceva ‘ Non smettere adesso, non essere come gli altri, non sborrare subito’. I suoi Occhi erano chiusi ed era in evidente stato di estasi, ma ancora non aveva raggiunto il tanto sperato orgasmo. Pompai colpi a varie velocita’, roteando il bacino. La spinsi lungo il letto e la montai di nuovo. Questa volta il moto era piu’ verticale e il mio cazzo strusciava sul suo clitoride che sentivo estremente gonfio. Scandy1 allungo’ la mano da sotto e mi prese I testicoli tra le dita. Me li massaggio’, me li solletico’. Tutto questo mi fece infoiare ancora di piu’ e cominciai a darle dei colpi piu’ forti e profondi. NO MERCY!!! Scandy1 apri’ gli occhi e ci scambiammo diversi baci passionali. Infilai la mia mano tra i nostri corpi e giocai con il suo clitoride mentre continuavo a scoparla. La combinazione sembrava dare risultati, ma il traguardo non era ancora raggiunto. Alzai la gamba sinistra di Scandy1 e dopo essermi bagnato il ditto medio allungai il braccio e le infilai due falange ne buco del culo. ‘Ahhhhhhhh’. Quello che sembrava un grido di dolore inizialmente si rivelo’ l’inizio di un orgasm. Avevo trovato la chiave della felicita’ per Scandy1. Continuai la doppia penetrazione e dopo poco piu’ di un minute, Scandy1 si abbandono’ a un lungo e sostenuto orgasmo che coinvolse tutto il sue essere: la testa si piego’ indientro lanciando un rauco rantolo, le gambe mi strinsero in una morsa, le braccia mi avvolsero in un caldo abbraccio mentre le pulsazioni vaginali si fecero piu’ intense fino a diventare un lungo umido abbraccio al mio cazzo che segnalo’ l’arrivo dell’amplesso per Scandy1. La presa della sue gambe mi immobilizo’. Mi bacio a lungo e I suoi occhi erano umidi per la felicita’. ‘Sei il mio primo vero uomo. Saro’ tua per sempre’. KACHING!!!!! Ce l’avevo fatta. ‘Adesso tocca a te’. Mi fece mettere sulla schiena e si diresse verso il mio cazzo con la sua bocca. Succhio’ e lecco’ il mio pene. Prese in bocca i miei testicoli depilati mentre mi segava e poi, alla fine, succhio’ il mio cazzo finche’ ogni goccia del mio sperma spari’ nella sua gola. Restammo abbracciati per pochi minuti. Poi Scandy1 si rivesti’ e baciandomi sulla porta mentre tornava al suo Hotel mi disse ‘Questo e’ solo l’inizio. Devo recuperare anni di insoddisfazione. Ci vedremo presto’. Fu di parola”..
Scandy2 era una donna complicata. Divisa tra una notevole insicurezza e un senso di superiorita’. Una doppia personalita’. Ci conoscemmo durante un viaggio interrail e passammo solo una notte insieme. Dopo esserci tenuti in contatto durante il periodo universitario, ci perdemmo di vista quando iniziammo a lavorare. Pochi anni fa, grazie al meraviglioso Google riuscii a rintracciarla. Stava attraversando il periodo difficle del divorzio e non voleva vedermi. Se ne vergognava. Ci tenemmo in contatto per un anno. Qualche email, qualche conversazione via skype. Non ci scambiammo che una foto in quell periodo, per non rovinare il momento del re-incontro. Me la ricordavo un po’ rotondina. Al principio non avevo nessuna aspirazione a fare sesso con Scandy2, ma piu’ parlavamo e piu’ mi intrigava. Giunse finalmente la chance per il nostro incontro. Scandy2 voleva fuggire per un week end e lasciare I figli con l’ex marito che finalmente aveva deciso di partecipare un poco alla vita dei figli. Con delle miglia le comprai un biglietto per una capitale europea e prenotai una stanza di lusso in hotel del centro. Mi sorprese con ebbe obiezioni al fatto che la prenotazione fosse per una matrimoniale e io non avessi un’altra stanza. ‘Forse ci scappa una scopatina’ pensai. Scandy2 arrivo’ prima di me e prese possesso della stanza. Si fece una doccia e si cambio’ mettendosi un bellissimo abito nero, una fila di perle e degli stivali. Attese finche’ anche io arrivassi dall’aeroporto in camera e mi accolse con un lungo e forte abbraccio. Fu come se 20 anni fossero spariti e noi co trovassimo ancora una volta su quella spiaggia dove ci baciammo per la prima volta. I suoi occhi azzurri, la sua pelle bianchissima, erano gli stessi. Il suo fisico era pero’ cambiato. Un regime alimetare estremamente salutare e un amore per il fitness avevano trasformato quella donna in modello di perfezione. Rimasi allibito e mi senitii estremamente inadeguato. Lei se ne accurse e questo la feces entire bene. ‘E’ da molto che un uomo non mi guarda con occhi affamati cosi”. Ridemmo entrambe e il ghiaccio era rotto.
Anche io mi cambiai e decidemmo di andare a mangiare giapponese. Sushi, sashimi, tempura e tanto tanto sake’ caldo. Parlammo dei tempi andati, delle nostre famiglie, del suo divorzio. Era come rivedere una carissima vecchia amica. Mi sentivo ‘a casa’ con lei. Poi la serata prese una piega strana. Scandy2, forse disnibita dall’alcol, comincio’ a raccontarmi delle sue notti brave dopo il divorzio. 10 anni di martrimonio con uomo dominante e repressive la avevano ridotta a una larva umana, e quando si trovo’ finalmente libera dale catene oppressive di quell’uomo fece di tutto per sentrisi ancora viva. Ando’ per locali e scopo’ con ogni uomo che si offriva. Mi racconto’ di come voleva sentirsi troia. La eccitava sesso nei posti pubblici prediligendo fare pompini nei parcheggi. E una volta scopo’ in salotto a casa di un uomo mentre la moglie dormiva al piano di sopra. Francamente non sapevo cosa dire. Sorridevo e le tenevo la mano.
Dopo cena uscimmo e dato che faceva freddo Scandy2 si strinse a me. Sentii una vampata di calore ed ebbi un’erezione fulminante. Ci sedemmo nel retro di un taxi, vicini, tenendoci per mano. Scandy2 mi ringrazio’ per la splendida serata e mi bacio’ la guancia. Mi disse ‘Ce ne sono altri per te, te li meriti’. In camera ci liberammo di giacche e scarpe e ci sedemmo sulle poltrone dove bevemmo dell’acqua continuando a parlare fino a notte fonda.
Mi ero bene o male rassegnato a una prima notte relativamente platonica dato che oltre a qualche bacio non avevo fatto molta strada dato che esitavo ad allungare le mani. ‘Insomma’ disse lei ‘Vedo che devo prendere io in mano la situazione’ Allungo’ in braccio e abbasso la cerniera dei miei pantaloni. E mentre mi slinguazzava con passione tiro’ fuori il mio cazzo e comincio’ a segarmi con movimento lento e maestro. Abbandono’ le mie labra per dedicarsi a un pompino a gola profonda. Aveva un risucchio vorace e l’azione di lingua complementare era da brivido. Ero riuscito a sfilarle il vestito lasciandola in maglieria intima. Niente di sexy, un reggiseno H&M e degli slip con l’immagine di Snoopy. Molto anticlimax? Per niente. Il contrasto casto/gran zoccola mi eccito’ e allungato un braccio feci scivolare il mio ditto medio nel suo culetto reso super umido dai suoi umori che colavano a fiume dalla sua fichetta. Non potevo venire subito. Sarebbe stato contro producente. La presi in braccio e la spostai sul letto con le gambe a penzoloni sul bordo. Le slacciai il reggiseno e mi dedicai a succhiare e mordicchiare i suoi seni. I primi ansimi di piacere uscirono da quella bocca rosea e la sua lingua roteo’ lentamente lungo il filo delle labbra. Baciai il suo bacino e mi feci strada verso Snoopy e Woodstock. Sfilati gli slip mi si presento’ una bellisima figa, rasata ai lati ma con un ciuffetto biondiccio sul monte di venere. Le labbra erano dischiuse e un notevole clitoride svettava fiero sopra a una cascata di liquid che impregnava gia’ le lenzuola del letto.
Le feci appoggiare i piedi sulle mie spalle dandole l’opportunita’ di fare leva ed inarcare la schiena abbastanza da offfrirmi il suo dolce frutto ad un angolo perfetto. Lavorai con la lingua e le labbra. Succhiai il clirotide, leccai il suo caldo buco e mordicchiai le grandi labbra. Scandy2 muoveva ritmicamente il suo bacino e oramai la stavo scopando con la linga cercando di spingere piu’ in fondo possibile. Con le mani giocavo con i capezzoli, strizzandoli leggermente. Feci scivolare le mani lungo I fianchi fino ad avvolgerle le cosce atletiche e spingere la sua vagina ancora piu’ verso il mio viso. Era vicina all’orgasmo varie volte, ma smettevo e la stuzzicavo mettendole un ditto in culo o facendo una doppietta mettendo il police in figa e il medio in culo. Variavo i ritmi e la tenevo vicino all’estasi senza farle attraversare il traguardo. Mi alzai in piedi e alzai le sue gambe cosi’ che aderissero al mio torso fino alle spalle. Indirizzai la mia cappella verso la sua figa e cominciai a scoparla. Inumidii il police della mano destra e le stuzzicai lentamente il clitoride dandole una stimolazione in tandem. La sua voce ra roca e I rantoli sempre piu’ lunghi e profondi. Poi l’orgasmo. I suoi muscoli si tesero, mi afferro’ le braccia e si tiro’ verso l’alto e finalmente lascio’ un grido liberatorio. Si accascio’ sul letto dopo 20 secondi di spasmi orgasmici. Un’esperienza eccezionale per me. Non mancava molto anche a me e con pochi colpi anche io finalmente sborrai nel suo ventre. Quando il mio cazzo scivolo’ fuori, fu seguito da un rivolo del mio sperma. Scandy2 allungo’ una mano e ne prese un po sul dito che si porto’ in bocca dicendo ‘Mi hai lasciato senza dessert?’.
Una doccia calda veloce ci clamo’ e ben presto dormivamo con le gambe intrecciate. Il risveglio al mattino venne con la chiamata del servizio in camera che ci portava la colazione. Croissants, Nutella, cappucci e frutta. Mangiammo sul letto avvolti nei nostri accapatoi parlando del piu’ e del meno, come vecchi amici, come se 20 anni non li avessimo passati a migliaia di chilometri di distanza, ma nella stessa stanza. La connection era sublime. Mi sentivo a mio agio e la pressione del giorno prima era svanita. Scandy2 sposto’ i vassoi dal letto e dopo aver trangugiato del succo di arancia disse ‘Adesso che abiiamo fatto il pieno, una bella scopata per iniziare bene la giornata’. Scosto’ i lembi dell;accapatoio e trovo’ il mio cazzo gia’ svettante. Mi guardo’ e sorrise ‘Allora ti piaccio sul serio’. Fece cadere della saliva dalla bocca sulla cappella e la bacio’ alternando labbra e lingua sulla circonferenza. Ma questa giornata doveva essere all’insegna di lei. Gentilemente la feci staccare, a fatica devo dire, e slacciatole l’accapatoio la feci sdraiare sulla pancia. Dopo la solita routine di baci e corse di lingua lungo la spina dorsale scesi fino alle sue natiche che divaricai. Il suo sedere non era molto sodo nonostante Scandy2 fosse una jogger assatanata. Le chiappe si separarono e mostrarono il suo buchino che immediatamente inumidii con della saliva e poi penetrai con la mia lingua. Scendevo e salivo con buon ritmo. Sentivo il piacere crescerle dentro. Infilai il pollice nella figa oramai umida di saliva che colava dal sedere e stuzzicavo il clitoride con il resto della mano. Quando la seniti pronta, misi le mani sui fianchi e la la feci alzare in posizione per una bella pecorina. ‘La mia posizione preferita’ disse. La scopai con maestria. Con la mano destra arrivavo a giocare con clitoride. Poi le infilavo un ditto in culo. Un vero smorgesboard sensoriale. Mise la faccia nel cuscino e afferro’ le lenzuola durante lo spasmo orgasmico. Inarco’ la schiena spingendo la sua figa sempre piu’ forte verso il mio bacino come a voler ingoiare anche i testicoli con quell buco fantastico.
Non aveva piu’ la forza di restare in quella posizione. Si sdraio’ e mi fece segno di mettermi accanto a lei. ‘Non ti preoccupare, non ti lascio a meta’ strada’ Mi massaggiava i testicoli lisci e rasati e il cazzo con la mano sinistra. ‘Simpatica soluzione e molto invitante’ Mentre mi segava leggermente mi lecco’ e succhio’ i testicoli probailmente facendo schizzare la produzione di sperma a 400%. Non dovette poi fare molta fatica e con pochi coli sapienti di lingua e labbra mi fece sborrare succhiando tutto quello che usciva dal mio cazzo. Non inghiotti’ ma sputo’ tutto in un fazzoletto di carta. Allergica? Boh. Il resto della mattinata lo passammo in tenero abbraccio finche’ non fu ora di ripartire per casa e le nostre famiglie.

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