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Racconti Erotici EteroTrio

La macchina dei desideri

By 16 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

– ‘ e se non è pronto per domani io ti faccio trasferire su Plutone! ‘
Se ne andò accompagnata dal ticchettio dei suoi tacchi nel laboratorio silenzioso
Colpa mia se tutto lo staff di progettazione era in ferie per godersi il gran premio degli anelli lasciando solo me ad occuparmi del prototipo?
Facciamo un passo indietro
Sono il dottor Andrej Sokol, nato sulla Terra, postumano convinto e pesantemente modificato (sono nato umano ma ora ho l’aspetto di una lucertola umanoide con tanto di coda, grande no?)
Corre l’anno 2342 e noi ci troviamo su Europa, una delle lune maggiori di Giove nella struttura di ricerca della Mark 12 Intersistem e quell’ insensibile figlia di un cane che mi urlava contro è il mio capo: Alexandrina Johnson 37 anni capo ricercatrice della struttura. Il suo fisico filiforme e la pelle pallidissima denota chiaramente che è cresciuta in un ambiente a bassa gravità, probabilmente un habitat orbitale. Il motivo della diatriba era il prototipo, il Mark 12 Defender, drone da attacco che avrebbe dovuto spazzare via i Black Sunset della Jupiter Dynamics che attualmente presidiavano le strutture di controllo di Mercurio per la griglia energetica di tutto il sistema ma l’interfaccia delle armi faceva crashare il sistema e dopo ogni santo test dovevo riavviare a mano il drone. Ovviamente ero l’unico così stupido da farmi incantare dal bonus offerto in caso di eventi sociali rilevanti ed ero rimasto al lavoro col risultato di essere rimasto l’unico da incolpare del ritardo. Oggigiorno è impossibile rimanere senza lavoro, anche se il numero dei lavoratori fosse superiore ai posti disponibili i contratti sono poco meno che scritti con il sangue. Capirete quindi che in un tale ambiente il mobbing raggiunge livelli allucinanti. Ritrovarmi a calibrare droidi minerari in un clima prossimo allo zero assoluto per il resto della mia vita era una prospettiva decisamente orribile.
Dimenai a disagio la coda. Avevo in mente una soluzione che forse avrebbe messo a posto tutto ma avrei dovuto lavorare tutta la notte visto che la presidentessa della Mark 12 anticipava sempre le scadenze ad un mese prima dell’effettiva consegna e l’indomani il Defender avrebbe dovuto esibirsi davanti all’intero consiglio direttivo.
Alle 7 del mattino dopo ero nella sala test in compagnia del prototipo (dall’altisonante nome in codice BUBU) pronto a giocarmi la carriera. Giocai e persi: BUBU in qualche assurdo e inspiegabile delirio cibernetico riuscì a spararsi sul serbatoio energetico (cosa meccanicamente impossibile) esplodendo in modo spettacolare.
Presi la mia pallina antistress e la strinsi finchè i minuscoli aghi sulla sua superficie non iniettarono abbastanza sostanze chimiche per calmarmi.
Smisi di dare calci ai rottami di BUBU
Ok se avessi dovuto andarmene me ne sarei andato alla grande. Innanzitutto volevo vendicarmi della dottoressa Johnson. Meditai su come mentre riportavo la carcassa di BUBU in laboratorio. Scrivere una raffica di insulti sulla sua automobile con una fresa al plasma? Estremamente puerile senza contare che le automobili erano una moda che non aveva mai attecchito su Europa. Spiattellare i segreti di tutti? Secoli di tradizione terrestre me lo vietavano. Dalla finestra della caffetteria osservai la dottoressa che intanto stava risalendo il viale d’ingresso. Hum e se ‘ naa sarebbe stato un casino e poi non era il mio stile. Però dovevo ammettere che la dottoressa Johnson era una bella donna anche se dopo i primi tre giorni sotto il suo comando la si classificava come ‘quella [inserire insulto preferito]’. Era alta quasi 1,90 seno modesto ma ben modellato, un bel sedere, grandi occhi verdi e capelli neri tenuti raccolti da due bacchette. Quel giorno aveva addosso una maglia aderente nera e un paio di pantaloni larghi bianco perlaceo. Come quasi tutti su Europa era a piedi nudi.
Eh però ‘
Mi grattai la testa mentre con la coda mi versavo un’altra tazza di caffè
Ma certo!
Lasciai stare il caffè e corsi alla Discarica
La Discarica era il magazzino per tutte quelle invenzioni che per un motivo o per l’altro non potevano essere messe in commercio ma che perlopiù funzionavano. Certo, il surplus militare era sotto chiave ma quello che cercavo era tecnicamente innocuo.
Il Modulatore Tantrico era sepolto sotto una pila di ali in carbonio li stellato e ci misi almeno dieci minuti ad estrarlo. Assomigliava ad un grosso uovo argentato con tanto di supporto in tinta. Aprii il pannello comandi. Perfetto era abbastanza semplice da usare. Era stato relegato nella Discarica a causa dell’eccessivo effetto: chiunque nel raggio d’azione avrebbe istantaneamente iniziato ad eccitarsi sessualmente e in pochi minuti avrebbe iniziato qualche pratica sessuale. Il problema era che l’effetto dell’apparecchio non veniva minimamente influenzato da muri o paratie e ciò provocava effetti anche sui vicini.
Il secondo articolo era chiuso in una cassa da imballaggio ma non ci misi molto a tirarlo fuori.
Mark 12 EDS nome in codice ALLIE.
Era un giocattolo per adulti che aveva incontrato poco favore da parte del pubblico e una concorrenza spietata da parte di altri modelli.
Rappresentava una ragazza sui 20 anni, capelli e occhi castani, pelle leggermente abbronzata un bel sedere a mandolino e un bel paio di tette. Aveva addosso una tuta aderente gialla e nera da soggetto per i test.
Caricai i contenitori dei fluidi e le batterie e poi avviai il sistema registrandomi come amministratore.
Alla vigilia del gran premio nei laboratori non c’era nessuno a parte io e la dottoressa e nessuno vide una ragazza con un grosso uovo in mano dirigersi verso l’ufficio del laboratorio.
Ero riuscito a mettere le mani in anteprima su un prototipo del nuovissimo sistema di gestione ghiandolare che avrebbe dovuto proteggermi almeno in parte dagli effetti del Modulatore mentre mi scopavo la dottoressa Johnson con l’aiuto di ALLIE e poi che mi mandasse pure a spalar neve su Plutone.
Come da istruzioni ALLIE restò ferma davanti alla porta dell’ufficio mentre io, seminascosto spiavo gli effetti sulla dottoressa.
Dal finestrone la vidi agitarsi sulla sedia, vagamente a disagio e poi aprirsi il colletto della maglia come se avesse caldo ma anche da quella distanza riuscivo a vedere che i suoi capezzoli erano belli induriti e risaltavano sul tessuto. Si guardò in giro senza notarmi e poi si aprì i pantaloni e ci infilò una mano dentro. La posizione doveva essere scomoda perché dopo un minuto la cambiò mettendo una gamba su un bracciolo e reclinando lo schienale. Mi decisi a farle visita.
Entrando nel campo di modulazione ne sentii gli effetti ma ero abbastanza lucido
Bussai alla porta e la sentii ricomporsi in fretta
-avanti-
-salve dottoressa-
-ah si salve dottor Sokol-
-volevo informarla che ho lavorato tutta la notte sul prototipo-
-si si bene e allora?-
Aveva fretta di cacciarmi via per paura che scoprissi cosa stava facendo
-sta bene dottoressa? è tutta rossa ‘ –
– si io ‘ ho fatto le scale a piedi ‘
– dicevo, il prototipo è andato distrutto a causa di un altro incidente. Ma è sicura di stare bene? ‘
Feci il giro della scrivania e le misi una mano sulla fronte
– ma lei scotta ‘
Avevo aumentato un po’ la potenza del Modulatore
Mi prese la mano e si avvicinò
– sto bene ‘ si tolse gli occhiali e mi baciò mettendomi le braccia attorno al collo
La tirai su prendendola per il sedere e la misi seduta sulla scrivania ricambiando il bacio
Uno dei vantaggini modificare il corpo era che avevo potuto scegliere la misura di alcuni attributi tra cui appunto la lingua.
Mi districai dal bacio e le leccai il collo, sentendola sciogliersi come cera.
Di colpo parve rendersi conto di cosa stava succedendo e si staccò da me
-tu ‘ cosa mi hai fatto?-
Sorridendo feci cenno ad ALLIE di entrare con l’apparecchio
– bastardo ‘ mi disse quando vide il Modulatore Tantrico e mi baciò di nuovo
ALLIE mise su un tavolino l’uovo e venne da noi
– aiuta la dottoressa Johnson a togliersi il camice ‘ le dissi
– chiamami Alex ‘
– va bene aiuta Alex a togliersi il camice ‘
L’EDS completò il compito con movenze feline e si sedette in attesa di altre istruzioni
– ALLIE, modalità automatica ‘ dissi
In questo modo avrebbe interagito dinamicamente con noi due
ALLIE si aprì la tuta fino all’ombelico e si inginocchiò di fianco a me e tirò fuori il mio uccello e se lo mise in bocca.
Io aprii il colletto della maglia di Alex e le infilai la lunga lingua tra i seni passandola anche sui capezzoli
La dottoressa era diventata completamente rossa per l’eccitazione
Mi tolse il camice e io calciai via pantaloni e mutande
Cambiai posizione riprendendo a baciarla mi sedetti sulla scrivania costringendola a stare in piedi e piegata in avanti
ALLIE ne approfittò per sganciarle la chiusura dei pantaloni, di cui si liberò subito, e di scostarle le mutande per poter leccare quello che c’era sotto.
Tutti i fluidi nel corpo dell’EDS erano lubrificanti e la dottoressa veniva preparata per qualsiasi cosa io decidessi di farle.
Mentre ALLIE le leccava con gusto l’ano e la vagina io spostai l’attenzione di Alex verso il mio cazzo che fu felicissima di ingoiare tutto.
-ti piace?-
-mmh-
Lo spinsi più in fondo
– lo so che ti piace quando ti infilano un cazzo in gola ‘
Lo tirò fuori
– ah ‘ mi piace –
Feci cenno ad ALLIE di scambiarci i posti: io andai a controllare che avesse lubrificato bene e lei fece mettere la testa della dottoressa tra le morbide curve del suo seno
Le tolsi definitivamente le mutande litigando un attimo con i gioielli alle sue caviglie
Posai la lingua su tutto il percorso tra il monte di venere e l’osso sacro e la feci scorrere lentamente
Alex abbracciò la vita di ALLIE e si girò verso di me
– dai scopami ‘
Leccai di nuovo provocandole un brivido
– non so ‘ –
– dai su aprimi la figa ‘
– mah ‘ tirai per le lunghe continuando a leccare ‘ tu che ne dici ALLIE? ‘
– dovresti scopare tutte due ‘ aveva la classica voce standard da computer
– anche tu vuoi godere eh? ‘
Per tutta risposta l’EDS aprì fino in fondo la tuta e si sdraiò completamente sulla scrivania tirandosi dietro la dottoressa e lasciando a me la scelta di quale passera infilare
Beh non era un problema
Posai la cappella sulle grandi labbra di Alex e iniziai a spingere dolcemente mentre piazzavo la punta della coda nella figa gocciolante di ALLIE che si strinse subito
ALLIE aveva iniziato a mugolare con la sua indifferente voce elettronica che contrastava nettamente con l’espressione di puro godimento sul suo viso
Nella mia testa si accese un allarme. Il sistema di gestione ghiandolare era sovraccarico e se non volevo farmi esplodere la testa avrei dovuto spegnerlo.
Lo spensi
Istantaneamente nel mio sangue si riversò un fiume di ormoni e adrenalina
Afferrai la dottoressa per la vita e le infilai il cazzo più a fondo che potevo mentre ALLIE le teneva le gambe in modo che la sua figa fosse bella aperta
– mh ‘ sì ‘ ah ‘ più forte ‘ mi incitava la dottoressa e io non mi feci certo pregare. Per fortuna c’era ALLIE a tenerla ferma
– oh ‘ ah ‘ sto per ‘ ah ‘ per venire ‘ più ‘ oh ‘ forte! ‘
La accontentai
Lei inarcò la schiena ansimando per l’orgasmo che le durò quasi un minuto mentre continuavo a scoparla
Si accasciò sulla scrivania di fianco all’EDS
Salii anch’io sulla scrivania e mi distesi sopra ALLIE rimpiazzando la coda con il mo uccello mentre la sua passera si adattava.
La scopai senza pietà mentre lei mi mugolava all’orecchio
lei sincronizzò il suo orgasmo sul mio abbracciandomi
venimmo insieme e le riempii la figa con un fiume di sperma color blu elettrico.
Anche per me l’orgasmo durò un eternità durante la quale continuai ad emettere sperma che dall’EDS si riversava sulla scrivania mentre continuavo a scoparla
Quando infine il mondo di puro piacere in cui mi trovavo si dissolse vidi che il mio uccello era rimasto duro a dispetto della pozzanghera blu davanti a me
Ritornai alla dottoressa che intanto si stava masturbando sdraiata
– non vorrai fermarti qui vero? ‘ mi disse aprendo la sua figa con due dita
No non avrei potuto fermarmi neanche se avessi voluto e sicuramente non volevo
Le saltai letteralmente addosso come se non vedessi una donna da mesi
Mi inginocchiai tra le sue gambe la presi per i fianchi e me la tirai sul cazzo ricominciando a sbatterla
– oh ‘ sì ‘ mh ‘ più forte ‘ disse lei leccandosi le dita
ALLIE intanto scese dalla scrivania per togliersi la tuta. Fatto questo tornò a giocare con la mia coda: mise un ginocchio sul tavolo e si infilò la punta tra le grandi labbra
A un certo punto senza avvertirla girai Alex a pancia in giù e le puntai il cazzo sul secondo buco
Giusto il tempo di dire ‘ aspetta, ma ‘ ngh – ed ero già dentro
– no ‘ ngh ‘ vai piano ‘ ngh ‘ ah ‘ piano ‘ mi disse tirandosi verso l’altro bordo della scrivania
La tirai di nuovo sul mio cazzo
ALLIE mi si mise alle spalle e manovrò il mio attrezzo perché riprendesse a trivellare l’ano della dottoressa
Tirai su la coda in modo che ci potesse strusciare sopra la figa
ALLIE mi prese in mano l’uccello e lo estrasse, dopodiché lubrificò di nuovo con la lingua il culo della dottoressa infilando anche due dita
Senza togliere le dita mi fece lo stesso trattamento leccando tutta la lunghezza dell’asta e spargendo meglio il lubrificante con la mano
– le piace ‘ mi disse lasciandoci andare
Ripresi a scopare la dottoressa
– e tu che ‘ oh ‘ ne sai? ‘ le disse Alex
– in base all’analisi di voce, temperatura corporea e contrazioni anali c’è l’89% di possibilità che tu stia godendo come una porca ‘ le rispose l’EDS sorridendo ‘ con il 39% potresti avere una fastidiosa in sindrome intestinale ‘ –
– OKAY ho capito ‘ ah ‘ hai ragione sto godendo come una ‘ ah ‘ porca ‘
La dottoressa spinse il culo in alto e con le mani si aprì di più le natiche per farmi entrare più in fondo
La posizione doveva essere scomoda perché si rialzò e sempre tenendo il mio cazzo nel culo mi fece trasferire sul più morbido pavimento elasticizzato
ALLIE sembrava indecisa sul da farsi poi riprese la posizione sulla mia coda per togliermi la maglietta e strusciarsi meglio
Alex ansimava sempre più forte e io la inculavo più forte finchè venne accasciandosi in avanti
ALLIE si propose subito come alternativa sdraiandosi a fianco della dottoressa e allargando le gambe ma avevo un’altra idea
Le salii a cavalcioni e le misi il cazzo tra le tette
Lei capì subito e le strinse mentre iniziavo a scopargliele
Alex si rialzò e venne ad unirsi a noi. Si sedette sulla faccia di ALLIE e si fece leccare tutta la figa
Sborrai sulla faccia dell’EDS e in mezzo alle gambe della dottoressa
Senza perdere tempo mi tirai indietro e ripresi a scopare ALLIE mentre Alex si buttava sulla sua figa per un bel 69
Non so per quanto tempo rimasi in quello stato allucinato inframmezzato da momenti di puro piacere. Scopammo come coniglietti in ogni posizione che ci venisse in mente finchè ad un certo punto sentii che qualcosa era cambiato. Stavo inculando ALLIE a pecorina e non ci diedi molto peso. Tirai fuori il cazzo glielo appoggiai tra le chiappe e le sborrai sulla schiena.
Poi crollai all’indietro
Rimasi sdraiato ad ansimare con l’uccello e la testa che pulsavano come se dovessero esplodere
Alex mi strisciò al fianco e mi mise la testa sul petto. ALLIE si mise accoccolata sotto l’altro braccio
L’ufficio era coperto di macchie blu. Avevo buttato fuori circa due litri di sperma. Mai saputo di poter fare una cosa così
Presi fiato
– allora? Come è stato? ‘
– bellissimo ‘ rispose automaticamente ALLIE
– intenso, senz’altro ‘ mi rispose la dottoressa
-quanto siamo andati avanti? ‘
– quasi tre ore a ritmo serrato ‘
– però! Una vera potenza quell’affare ‘
– già. Troppa. Se non fossero finite le batterie ‘ ‘
– mh l doppia potenza metà durata ‘
Alex si tirò su
– doppia potenza? Spiegati un po’ ‘ –
Le spiegai il perché e il percome
Si rimise giù
– se volevi scoparmi potevi invitarmi fuori a cena ‘
-in realtà volevo vendicarmi perché eri una stronza ma poi la cosa mi è sfuggita di mano ‘
– stronza io? Parla un po’ con i capi e poi dimmi. Pensa che la presidentessa ha convocato una riunione del consiglio di amministrazione proprio nel giorno dell’inizio del gran premio degli anelli ‘
Gh!
– ma è oggi! ‘
– santa madre Terra ma non è il 14 oggi? ‘
– oggi è il 15. che sala riunioni avranno usato? Non la 1 spero ‘
– è la più comoda ‘ –
– è anche esattamente sopra di noi! ‘
– vuoi dirmi che ci hanno sentito? ‘
– peggio erano nel raggio d’azione del Modulatore ‘
– oh santa madre Terra! ‘
Spedimmo ALLIE a nascondersi insieme all’infernale congegno nel laboratorio, ci rivestimmo di corsa, ordinammo una pulizia d’emergenza e ci precipitammo nella sala riunioni al piano di sopra
Un consigliere dall’aria stravolta uscì mentre arrivavamo. Era senza pantaloni e aveva la cravatta attorno alla testa
Dentro trovammo la presidentessa. Era completamente nuda e completamente ricoperta di sperma
– signora, tutto bene? ‘ le chiedemmo con il tono ‘la prego non ci mandi a spalare ghiaccio’
Sorrise
-è stata la miglior riunione da quando ho finito l’università ‘

Dopo l’affare del consiglio d’amministrazione alla vigilia del gran premio (di cui nessuno tra i partecipanti parlò mai) io e la dottoressa Johnson eravamo riusciti a costruire con i pezzi di scarto della Discarica il Mark 12 Dustwitch che aveva reso obsoleto il prototipo del Defender, cosa che ci aveva fruttato una discreta ricompensa monetaria e un periodo di ferie pagate. La dottoressa era rimasta su Europa a calibrare le ultime modifiche al sistema operativo (il software lo avevamo preso da ALLIE. Quando combatteva in corpo a corpo, i suoi attacchi erano quantomeno insoliti per un drone da guerra ‘ ) mentre io avevo preso le ferie ed ero scappato prima che ci ripensassero. Il mio amico Frank, anche lui nel giro dei ‘cambiapelle’ (ovvero quella fetta di umanità che si era fatta modificare in modo da poter cambiare la pelle come altri si cambiavano d’abito) mi aveva parlato delle paludi del Noctis labyrinths su Marte e di una specie di festival che era in corso. Mi feci dare un passaggio sul suo clipper e in men che non si dica ero sprofondato fino alle ginocchia nel fango. Per l’occasione avevo preso in un negozio specializzato allo spazioporto di Olympus una nuova pelle adatta a quell’ambiente con annessa un interfaccia ad occhi e polmoni. La sostituii a quella da lucertola che avevo normalmente che riposi in un apposito contenitore. La pelle che avevo addosso era quella di un anfibio (avrei detto di una sanguisuga se non si fossero estinte) di un profondo nero e molto umida e molto spessa, tanto che la coda sembrava un tubo di gomma. Anche gli occhi erano completamente neri e da buon anfibio respiravo dalla pelle.
I primi giorni feci il turista, visitai il festival per i 150 anni dalla terraformazione e ammirai la parte più accessibile delle paludi e intanto familiarizzai con l’ambiente nuotando negli stagni.
Quattro giorni dopo il mio arrivo il mio amico mi propose di fare un salto all”occhio della palude’ un pub abbastanza fuorimano ma promettente in cui servivano il ‘neon’ un liquore semilegale tipico di quella zona. I suoi effetti a basso dosaggio, oltre all’alcool erano quelli di un blando afrodisiaco mentre ad alto dosaggio diventava un allucinogeno abbastanza infido. Prendeva il nome dal fatto che sotto le luci ultraviolette dei bar diventava fluorescente.
Per arrivare al pub bisognava passare per uno stretto sentierino di terra battuta oppure nuotare attraverso la palude guidati dalle luci in lontananza. Frank e la sua fidanzata (una ragazza magrissima e nervosa con una pelle da serpente a disegni geometrici) non avevano voglia di bagnarsi da subito così ridendo e scherzando seguimmo il tortuoso sentiero illuminato da rade lampade.
L’occhio della palude era stato ricavato nel fianco di una gigantesca torre di terraformazione e ne occupava l’ampio piano terra. L’interno era ovviamente poco illuminato tranne che per i bicchieri e le bottiglie che splendevano sparse in giro. La parte bassa della sala era stata riempita di acqua tiepida e coperta di una leggera nebbiolina per le persone con caratteristiche anfibie. I miei amici presero una bottiglia di neon e si ritirarono nella parte asciutta a sperimentarne gli effetti mentre io rimasi al bancone per attaccar bottone con una fanciulla dalla pelle azzurra a squame di pesce e i capelli stretti in una lunga treccia di capelli neri.
Si chiamava Lani, faceva la biologa oceanografica ed era un habitué del pub. Indossava un bikini giallo e un paio di pantaloni coperti dal fango della palude. Grazie al mio indubbio fascino (che le malelingue imputarono poi ai quattro bicchieri di neon che aveva già mandato giù) mi cadde letteralmente ai piedi. La aiutai a rialzarsi mentre lei scuoteva i capelli ridendo. Acchiappammo una bottiglia e ci trasferimmo sui divanetti in acqua. Lì ci conoscemmo meglio, ovvero lei mi afferrò subito l’uccello e lo tirò in piedi con l’intenzione di farsi scopare lì davanti a tutti. Dopo un paio di bicchieri smisi di tentare di calmarla e le infilai una mano nei pantaloni alla ricerca della sua fessura. Con un ultimo guizzo di lucidità ci trasferimmo nei bagni, che ovviamente erano diventati una specie di bordello. Tutti i cubicoli erano occupati e Lani si accontentò di farmi un pompino appoggiati su un lavandino a fianco di un’altra coppia che non si faceva troppi problemi a scopare lì.
Lani era una gran topa, mi leccava il cazzo dalla punta alla base e ritorno guardandomi come se mi sfidasse a sborrarle in faccia e quando venni le sborrai appunto sulla faccia. Blu su blu non si vedeva niente. Peccato.
La feci sedere sul lavandino e le tirai su i pantaloni in modo da insinuarmi fino alla sua figa. Era fredda, viscida e sapeva vagamente di pesce ma, ehi, erano gli inconvenienti del giro. La leccai tutta portandola piano piano verso l’orgasmo mentre lei teneva le gambe piegate al petto ansimando. Infilai la lingua profondamente dentro di lei. All’interno niente scaglie, controllai bene in ogni angolo facendola godere.
Prima di rientrare in sala Lani si tolse la parte superiore del bikini rimanendo a torso nudo e mettendo in mostra un bel paio di tette con un anello d’oro in ogni capezzolo.
Tornammo al nostro tavolo ridendo come matti e ci rimettemmo a brindare.
La luce ultravioletta del pub faceva splendere di un bianco abbagliante le scaglie di Lani o forse era il neon che faceva effetto
Allungai una mano e le afferrai un seno assorbendo con la mia mano nera la sua luce
A fianco a noi, nella parte asciutta una coppia stava litigando. Pareva che lei avesse pescato lui con i pantaloni calati (non metaforicamente) e il cazzo nella bocca di un’altra
Lui se ne andò verso l’uscita e lei prese la bottiglia di neon che aveva davanti e iniziò a bere a canna
Aveva la pelle ambrata e un caschetto di capelli biondi. Sembrava completamente naturale, a differenza del resto della clientela e indossava una tuta aderente da trekking rossa in polifibra intelligente. Dalle grida del suo fidanzato avevo intuito che si chiamava Tracy
Lani si appese alla balaustra che impediva a chi stava nella zona asciutta di cadere in acqua e la invitò ad unirsi a noi
Ero convinto che avrebbe rifiutato, molti naturali considerano i cambiapelle dei mostri ma lei gettò uno sguardo astioso in direzione della porta e poi scavalcò la balaustra e saltò in acqua.
Lani la fece sedere in mezzo a noi
In poco tempo eravamo tutti li a ridere mentre la luce della nostra bottiglia si affievoliva a poco a poco
Tracy si strusciava su di noi sporcandosi con la secrezione oleosa che ricopriva i nostri corpi
Ad un certo punto toccò qualcosa nell’acqua e ridendo iniziò a succhiare quello che pensava fosse il mio uccello mentre Lani moriva dalle risate. Persa tra i fumi del neon aveva preso la mia coda.
L’intero pub ormai risuonava di ansiti e gemiti e dalla faccia serafica del barista sembrava una cosa normalissima
Lani mi aprì i pantaloni e mostrò a Tracy dove aveva sbagliato. Entrambe leccarono il mio bastone dalla punta alle palle. In particolare Tracy mi sembrò molto esperta quando ingoiò il mio cazzo fino alla radice senza problemi
La compagna le lasciò il campo libero e si mise sottacqua a pancia in su per leccarle la figa attraverso la tuta
Tracy fece un segno sul monte di venere e la polifibra si aprì fino all’osso sacro permettendo a Lani di entrarle dentro con la lingua e le dita.
Io ovviamente ero in paradiso
Ogni volta che Tracy tirava fuori il mio cazzo dalla gola apriva la bocca e tirava fuori la lingua, io le versavo tra le labbra un sorso di neon e lei si gettava nuovamente sul mio uccello
Ad un certo punto mi stesi sul divanetto e mi tirai la ragazza sopra. Lei si mise a cavalcioni della mia panciae fece un segno complicato sulla sua tuta. La polifibra intelligente si ritrasse cambiando forma. Ora la tuta le fasciava ancora gambe e braccia ma sul resto del corpo era rimasto quel tanto che bastava a tenere insieme i pezzi. Lani riemerse e le infilò la lingua in bocca e il medio nella figa. Traci ricambiò il freddo bacio della cambiapelle con calore e poi si puntò il mio cazzo sulla spaccatura e si lasciò cadere. La sua figa stretta mi stringeva l’asta ma era anche bella bagnata per cui scorreva che era un vero piacere. Ogni volta che si lasciava cadere io alzavo il bacino in modo che l’urto fosse più violento e il gemito più forte.
Lani prese la mia coda e se la strusciò fra le tette per ungerla ulteriormente e poi la mise nel culo di Tracy. Lei mi si stese sopra stringendo i denti per non urlare per il dolore ma soprattutto per il piacere. Tenni la coda ferma e mi limitai a scoparle la figa ancora più stretta.
Lani si distese a pancia in su sul tavolino e bevette a canna l’ultimo dito di neon della bottiglia. Dopodiché si tolse i pantaloni e se la infilò in mezzo alle gambe trattenendo di colpo il fiato quando i rimasugli di alcool entrarono in contatto con la pelle tenera della sua vagina.
Sotto la doppia azione di due bastoni la fanciulla che avevo addosso si riempì i polmoni e urlò il suo godimento. Una coppia che ci osservava dalla balaustra si mise a ridere e ad incoraggiarla.
Quando l’orgasmo di Tracy passò lei mi trascinò con lei mentre tornava nell’acqua tiepida e nebbiosa estrasse l’uccello e la coda dai suoi buchi e mi trascinò verso il tavolino. Lani era ancora lì con la bottiglia nella figa. La presi e la girai a pancia in giù. La bottiglia finì a galleggiare poco distante. Le accarezzai il sedere per ungermi meglio le mani e le infilai prima una poi due dita nel culo lubrificandolo bene. Tracy intanto era dall’altra parte del tavolo che giocava pigramente con l’anello d’oro inserito in un capezzolo della cambiapelle. Aprii bene le natiche di Lani e le sfondai il culo. Si mise ad ansimare con la lingua a penzoloni mentre aumentava l’eccitazione massaggiandosi il clitoride.
Sotto l’effetto del neon mi sembrò di scoparla per un tempo infinito mentre la sua pelle lubrificata cospirava per rendere i suoi movimenti irreali quando si strofinava su di me. tra l’assenza di peso dovuta al neon e l’assenza di contatto dovuta alla pelle di Lani, mi sembrava di fare sesso con un fantasma.
Dopo un tempo lunghissimo la avvertii che stavo venendo e Tracy si riscosse per contenderle il premio. Prese in bocca il mio cazzo proprio mentre stava per esplodere. Caddi all’indietro sui divanetti e lo sperma schizzò traboccando dalle sue labbra.
Ricordo poco altro, un fermo immagine di noi tre che uscivamo dalla porta dell’occhio della palude e Tracy che sbatte contro lo stipite contorcendosi dalle risate per terra, o e il grande cielo notturno solcato da lune sopra la palude.
Ci risvegliammo la mattina dopo su una riva erbosa vicino alla torre di terraformazione con la sensazione di essere stati in una centrifuga che ballava la conga. Ci rialzammo malfermi sulle gambe e ritornammo nel pub per farci ridare i vestiti che avevamo dimenticato lì. Per la cronaca non eravamo gli unici. Lì ritrovai Frank e la sua ragazza mentre Tracy ci salutava e se ne andava verso l’alba.
Io e Lani ci godemmo il festival e diventammo ottimi amici(e anche qualcosina di più). Quando le nostre ferie ce lo consentono torniamo all’occhio della palude.

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