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Racconti Erotici Etero

La mia adorata Scopamica

By 14 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto cominciò all’improvviso, da un saluto dopo anni che non ci vedevamo, da quel semplice
– Ma tu sei XXXXXX ! Da quanto tempo! Ti ricordi di me? –  iniziò tutto da questa frase.

 

A prima vista non la riconobbi subito, poi però quando focalizzai bene l’immagine del suo volto ebbi un’ illuminazione e con fare naturale la salutai abbracciandola ma nell’abbracciarci lei mi diede un timido bacio sulla guancia , chiedendomi quando ero arrivato in quel luogo. Qualche minuto di conversazione e un arrivederci a qualche ora dopo.

Tornando a casa pensai a lei, a quello che facemmo qualche anno fa quando era ancora acerba ma con una gran voglia, cavolo già all’epoca uscì una notte di lussuria, ora dopo qualche anno chissà come sarà diventata, ma soprattutto chissà se potrò fare di nuovo qualcosa, magari per sopperire alla mia condizione di single che dura ormai da qualche mese. Il destino volle che quella sera, nel solito posto dove potevamo ammirare tutti le stelle, c’era anche lei e finimmo a parlare in disparte, organizzandoci per incontrarci. Un invito a casa sua per riparare il pc rotto era la motivazione che ci voleva e fu cosi. Il giorno dopo andai a casa sua, mi accolse in casa con dei jeans cortissimi e una maglietta leggera bianca che faceva intravedere il suo reggiseno verde. Andai nella sua stanza e dopo pochi minuti riparai il pc. Per ringraziarmi mi aveva preparato un bicchiere di acqua, poggiato sul tavolino dinanzi al divano. Mi sedetti e iniziai a parlare con la mia amica, ma il desiderio di fare qualcosa con lei era forte, se avessi potuto sarei saltato sopra di lei con ardore e passione. Tra una chiaccherata e una risata scopro che anche lei come me è single e che si era lasciata con il suo ex, insomma le solite chiaccherate comuni in un luogo comune dopo tanto tempo. Si assentò un attimo per andare a rispondere al telefono nella sua stanza ed intanto io l’aspettavo sorseggiando dal bicchiere, cercando di mantenere la calma, rilassandomi, canticchiando una canzoncina di cui non ricordo le parole precise. Ad un tratto torna scusandosi da lontano ed io non feci in tempo a dirle  << fa niente tranquilla >> che uscì dalla porta senza maglietta, solo con quei piccoli jeans e il reggiseno. Io rimasi senza parole e cercai di girare lo sguardo per non guardarla, ma fu un gesto invano perché inevitabilmente volevo guardarla, ammirarla e lo feci e la mia amica non proferì parola, anzi si sedette di fianco a me sul divano e in un misto tra volontarietà e involontarietà la sua mano toccò il mio internocoscia e lei rise in tono leggero.

– Non sei cambiato di una virgola, timido eri ai tempi e timido sei rimasto –

– Un vizio che non cambierò mai – rispondo sogghignando

– Be però forse è questo il tuo lato migliore, essere timido ma sottosotto con tantissime qualità – e iniziò ad accarezzare l’interno della gamba lentamente, con il mio pantaloncino bianco, quasi un costume, che si scostava ad ogni passaggio della sua mano – di un po, è da quando sei single che non lo fai più vero? – con sguardo tra il serio e il malizioso

– S-si…- ma in quella timida risposta ci fu un gesto spontaneo da parte mia che fece muovere la mia mano verso i suoi lunghi capelli castani, iniziando ad accarezzarli e in quell’attimo ci fu un bacio, lento, delicato, gustoso.

– Allora lascia che ti aiuti a liberarti – disse subito dopo aver staccato le sue labbra dalle mie e senza esitazione infilò la mano dentro l’indumento iniziando farmi una lenta sega, togliendo lentamente i miei pantaloncini , guardandomi con aria vogliosa e desiderosa. Dopo essere rimasto nudo aumentò la velocità della sua mano mentre la mia le palpava il suo bel culetto protetto però da quei dannatissimi jeans. Mentre tastavo lei fece sciovolare della saliva sulla punta del mio membro, bagnandolo tutto e dopo averlo smanettato quattro-cinque volte iniziò a leccare la punta e ad andare giù lentamente, fino ad arrivare quasi alle palle , per poi tornare su e leccare, succhiare direttamente loro.

Le succhiava con avidità mentre mi segava con tutta calma in quella bella posizione, a pecorina di fianco a me, e nel frattempo io le sganciai il reggiseno facendo esporre il suo seno, una terza abbondante , e iniziai a palparlo, a tirare giù i capezzoli, sentendo qualche mugugnio proverine dalla sua bocca, che nel frattempo leccava tutta l’asta e lo succhiava a fondo, fino ad arrivarle nella gola. La presi per i capelli e la tolsi dal mio pene ormai durissimo e l’allungai togliendole i jeans, sbottonando e osservando lei che nel frattempo mi guardava ansiosa di farsi dominare. Dopo averle tolto i jeans le scostai leggermente le mutandine, osservando la sua fighetta già bagnata e iniziai a leccarla, inginocchiandomi sul pavimento mentre lei iniziava a godere. Giocavo con il clitoride, mordendolo, succhiandolo, leccandolo con la punta e sentendo il suo godere, i suoi lamenti, infilai due dita nel buco che iniziò a fare suoni imbarazzanti e continuai per qualche minuto, infilando anche la lingua nella sua figa bagnata e calda. Quando fu ormai il tempo di penetrarla andai a prendere il preservativo, ma con estrema sorpresa lei mi fermò dicendo che aveva rubato la pillola ad una sua amica più grande di lei e mi incitò a infilarlo dentro senza esitazione.

Alzai le sue gambe e le allargai facendole alzare la parte posteriore, inalzando la schiena e lo infilai dentro, tutto, e cominciai ad andare a fondo, facendo sbattere le palle sul suo corpicino, con la mia amica che iniziava ad ansimare come cagna in calore, d’altronde le piaceva essere dominata, posseduta, questo lo ricordavo bene, perciò decisi di giocare con una mano con il suo clitoride, strusciandolo, tirandolo mentre battevo aumentando il ritmo, finché lei non portò le gambe dietro la mia schiena e le incrociò, e spingendomi la testa giù mi baciò, mordendomi il labbro per il piacere, ed io feci lo stesso.

– Ti piace cagnolina? – senza accorgermene pronunciai queste parole, pensando in realtà di aver detto qualcosa di male, anche perché mi ricordavo che non le piaceva essere chiamata cagna, troia e nomignoli vari invece :

– Si, dai per favore non ti fermare, fatti abbracciare – mentre ansimava, ma decisi di essere stronzo e le bloccai le mani, e mi alzai, piegando la schiena, finendo faccia a faccia, senza però che potessimo baciarci, per vedere le sue smorfie di piacere ma anche di imbarazzo

– Ti prego…è imbarazzante… baciami… –

– Scordatelo, voglio vedere tutto il tuo imbarazzo –  e continuai a spingere, ma dopo qualche secondo le sorrisi e mi misi in modo da poterla baciare così fu, e tra un bacio e un morso, una leccata del suo collo, smisi di battere, cacciando il cazzo ancora duro e voglioso. In quel momento mi sedetti sul divano e la feci mettere sopra di me ed iniziò a cavalcare con  tutta la passione che poteva, accarezzandomi e leccandomi l’orecchio, andando su e giù , avanti e indietro. Dopo alcuni minuti le misi un dito nel culo spingendolo a fondo, e iniziai a sditalinarlo, con la mia amica ormai stanca dal cavalcare, infatti aveva diminuito la velocità, ed in quel frangente si alzò e si inginocchiò a succhiare la mia asta ben eretta, segandolo, leccandolo, giocando con le mie palle dure con le sue mani da fata. Ero in estasi, pensavo di finire li l’opera, d’altronde era davvero brava nello spompinare, ma ad un tratto smise di succhiare e si girò , piegandosi a 90 ,e  mi mostrò il suo sederino. Senza riflettere glielo leccai, scendendo anche sulla fighetta, sditalinando entrambi, con quella cagna che godeva. Dopo aver giocato con entrambi i buchi mi alzo per infilarlo da dietro, e le penetrai di nuovo la fighetta, prendendola per i capelli, avvicinando l’orecchio sulla sua bocca che emetteva versi di piacere, finché non mi disse

– Infilamelo nel culo, puoi venirmi li dentro, veloce però che lo voglio sentire a fondo anche li! –

In un lampo lo tolsi dalla passera e lo infilai nel suo culetto, iniziando a penetrare quel buco non più vergine ma stretto e adorabile, prima lentamente, poi piano piano, finché non scendemmo entrambi sul pavimento, con lei a pecorina e io sopra di essa a finire l’opera.

Non durò molto quelle penetrazione anale, giusto qualche minuto in cui le tirai la testa per i capelli e le diedi la mano sinistra ma invece di reggerla si mise in bocca l’indice iniziando a succhiarlo e a leccarlo come se fosse un pisello. Aumentando il ritmo, sentendo, ascoltando il suo gemere sempre più profondo, venni dentro di lei, svuotandomi di tutti questi mesi, accasciandomi sopra di essa, e togliendo lentamente il membro. Una volta tolto si girò, si mise un dito nel culo, si massaggiò la fighetta e pulì il mio cazzo con la bocca, ascoltando i miei gemiti che non cercarono di fermarla se non quando, una volta tolta il dito dal suo sederino, iniziò a segarmi facendomi saltare per aria, ma cercai di resistere, finché un flebile schizzo non uscì e finì sul viso, con la mia amica che si alzò e mi baciò. Per finire l’opera le massaggiai la passerina bagnatissima finchè non mi venne in mano e si accasciò sopra il mio petto, rimanendo cosi per qualche minuto, senza proferire parola, solamente accarezzandoci.

Fu veramente una bella giornata, la migliore da quando mi lasciai e spero di viverne presto un’altra così, magari insieme alla mia speciale scopamica.

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