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Racconti Erotici Etero

LA MIA AMICA DELL’ACCETTAZIONE

By 18 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

LA MIA AMICA DELL’ACCETTAZIONE

 

Una mattina dovetti andare all’ospedale in un paese vicino al mio per ritirare dei referti, feci la fila all’accettazione per pagare il ticket, arrivato il mio turno mi avvicino e dall’altra parte dello sportello trovo Paola una paesana ed amica, che lavorava lì, una ragazza molto bella, 22 anni alta circa 1,68, snella, capelli neri lunghi, occhi verdi, una terza di seno ed un viso dolce e malizioso allo stesso tempo. Quella mattina Paola mi sembrò ancora più bella di tante altre volte, forse per il suo abbigliamento casual, indossava jeans neri e camicetta bianca, forse perché era da un po’ di tempo che non la vedevo, le dissi che dovevo pagare il ticket per ritirare dei referti, mentre lei preparava la ricevuta scambiando alcune parole mi disse che se avessi avuto bisogno di qualcosa potevo benissimo chiamarla, ci salutammo e ritornai in reparto a ritirare il referto che purtroppo non era pronto e che sarei dovuto tornare tra 5 giorni. Così ritorno da Paola e le chiedo se poteva lei ritirarmi il referto, così scambiammo i numeri di cellulare e andai tranquillamente.

Dopo due giorni, mi arriva un sms, lo apro e leggo: “ciao Luca sono Paola, come stai? Sai che non mi ricordavo che eri così simpatico? Cmq il referto me lo daranno venerdì, ci sentiamo un bacio”.

Ad essere sincero la prima parte del messaggio mi lascia un po’ spiazzato, non me lo sarei aspetto, senza pensarci rispondo scrivendo: “grazie del complimento cara, anche tu sei sempre più bella, e poi con quella camicetta con il vedo e non vedo…”. Quel pomeriggio non ricevetti più nulla, pensai che mi ero spinto un po’ troppo, in nottata mi arrivò un altro sms: “grazie, ma perché non andava la mia camicetta?” subito risposi “era perfetta, ho potuto farti una bella inquadratura” e lei “anche io ho fatto una bella inquadratura su di te, devi stare attento ad abbottonare tutti i bottoni dei tuoi jeans, altrimenti rischi di fare brutte figure” senza pensarci risposi “se te ne sei accorta tu, non è una brutta figura, cmq la prossima volta potresti chiuderli tu…” continuammo tutta la notte a scambiare sms che man mano si spingevano sempre oltre.

Anche l’indomani fu la stessa cosa, il venerdì mi mandò un sms dicendomi che aveva ritirato il referto, e che potevo andare da lei a ritirarlo… anziché scrivere un sms la chiamai:

L: Ciao Paola, sono Luca, che fai?

P: Ciao Luca, niente sono a casa

L: dimmi, quando posso venire per ritirare il referto?

P: potresti venire da me domani pomeriggio!

L: senti volevo invitarti a cena ti va domani sera?

P: ottima idea

L: passo verso le 20 a casa tua

P: ok, mi raccomando la cerniera, altrimenti tocca a me chiudertela!

E ridendo ci salutammo. L’indomani sera fui da lei alle 20.00, mi ero vestito sportivo, jeans e camicia nera, scarpe da tennis, anche lei era vestita simile; appena scese mi stampò un bacio tra la guancia e il labbro, poi mi guardò la patta per vedere se era chiusa, fattaci una bella risata andammo in una pizzeria, entrati scegliemmo il tavolo, ci accomodammo e iniziammo a parlare, da sotto il tavolo lei strusciava il suo piede nella mia gamba, ed io ricambiavo, man mano che parlavamo i discorsi degeneravano sempre più, e in lei emergeva sempre  più il suo essere troia, continuando a strusciare sempre di più il piede, fino a che glielo afferrai tolsi la scarpa dicendogli che così gli sarebbe venuto più comodo, lei dal suo canto mi dice che i jeans ostacolavano un po’ le sue manovre, così coprendomi bene con la tovaglia, sbottonai la patta e guidai il suo piede dentro i jeans, lei subito disse:

P: cazzo, sembra abbastanza grande

L: beh, se vuoi puoi constatarlo direttamente!

P: magari dopo cena, visto che dobbiamo passare da casa mia, non sarebbe affatto male!

L: ma se vuoi puoi prenderne un assaggio anche ora!

P: e come?

Le misi la scarpa e la portai con me in bagno, prima però versai dell’acqua sui miei jeans, poi chiesi al cameriere se avesse uno smacchiatore perché mi ero macchiato, il cameriere lo portò subito dicendomi che accanto al bagno c’era uno stanzino riservato, così potevamo fare con comodo. Andammo, appena entrati la palpai un po’ e ci baciammo lingua a lingua, mentre mi sbottonava i jeans mi disse

P: ne sai una più del diavolo, sei abbastanza preparato per queste cose, mi piaci (poi aggiunse) ma poi dopo cena riuscirai a…

Non le feci completare la frase e dissi

L: si vede che non mi conosci da questo punto di vista, dai prendilo è tutto tuo, dopo poi mi prendo anche io la mia parte

Gli sbattei il cazzo davanti, lei esclamò di stupore, nel vedere ben 28 cm di cazzo durissimo di fronte a lei, e senza dire nulla iniziò a farmi un bel pompino, durò per ben 10 minuti, leccando la cappella e facendo su e giù con la bocca, fino a che la bloccai e le scaricai dentro un tre fiotti caldi caldi di sborra, pensavo che la sputasse, invece, la ingoiò tutta. Ci risistemammo e tornammo in sala, finimmo la pizza e ci avviammo verso casa.

Appena entrati iniziai a spogliarla, mentre le scopavo la bocca con lingua, appena fummo entrambi nudi, la appoggiai sul tavolo del salotto e le smanettai la figa con le mani e quando vidi che era bagnata al punto giusto le infilai dentro il cazzo con un solo colpo, scopandola prima lentamente e con colpi decisi, poi sempre più veloce, dopo la feci mettere a pecora sulla sedia iniziando a stantuffarla da dietro, lei godeva coma una troietta e mi incitava a scoparla sempre più forte, gemeva in continuazione dopo un bel po’ mi fermai, lei mi disse

P: cazzo, Luca sei meglio degli attori porno, non me lo sarei mai aspettato…

L: che ti dicevo poco fa…

P: sto sentendo un caldo bestiale, fammi aprire il terrazzo

L: che ne dici se ora ti scopo il culetto, magari proprio nel terrazzo?

P: mi piace l’idea

Ci spostammo in terrazzo, lei si affacciò dal muretto, come se stesse guardando sotto, mentre io me ne stavo in mezzo alle sue gambe divaricate, a giocare un po’ con la sua figa e un po’ col suo culetto, lei mi disse che non era la sua prima volta e che voleva farlo, così iniziai a mettere prima uno, due e tre dita dentro il culetto, cercando di massaggiarlo e allargarlo per bene, quando mi sembrò pronto poggiai la cappella sul buchino e iniziai a spingere lentamente, lei emesse un gridolino di dolore, mi fermai cercando di far adattare il suo sfintere al mio cazzo, dopo un po’ ripresi a spingere fermandomi di tanto in tanto fino a che fu quasi tutto dentro, iniziai a muovermi, diedi un paio di colpi ma mi accorsi che lei sentiva dolore, uscii dal culo e dissi

L: è la prima volta?

P: no, ma è la prima volta che prendo un cazzo così grosso!!!

L: ok, vuol dire che a lui ci penseremo un’altra volta.

Senza darle tempo di respirare le ripiantai il cazzo in figa, scopandola sempre velocemente, aggrappandomi a sui seni che sbattevano sul muretto del terrazzo, fino a che non iniziai a sborrare, i primi due fiotti di sborra glieli schizzai dentro la figa, il resto lo spruzzai sul suo culo coprendolo di sborra che arrivava sino a metà della sua schiena. Appena alzò la schiena era uno spettacolo, la sborra che le colava dalla figa unita a quella che colava dalle chiappe scendeva lungo le sue cosce, stesi la mano e la raccolsi tutta portandogliela in bocca e sul seno, poi riprese il cazzo in bocca per raccogliere le ultime gocce di sborra e quando ebbe finito andammo a fare una bella doccia insieme.

Si era fatto tardi così mi disse se volevo rimanere da lei per quella sera, così l’indomani potevamo andare insieme a fare una passeggiata nel parco.

 

Per commenti soluma@hotmail.it

A presto un bacio a tutte

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