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Racconti Erotici Etero

La mia cara compagna di classe.

By 3 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Lei &egrave la tipica compagna di classe su cui tu ti sei sempre fatto migliaia di ‘film mentali’, se così li vogliamo chiamare. Non una bellezza eccezionale, ma occhi marroni, capelli ricci e neri, due belle tettine perfette e un culo bello sodo, tutto sul metro e settanta. Ma la cosa che mi faceva veramente impazzire erano le labbra, due labbra pronunciate che, unite ad un visino angelicato, generavano solo una sorta di pensieri. Il nostro rapporto &egrave quello che si ha tra normali amici adolescenti: si scherza, si esce insieme, si studia insieme. E in ognuna di queste occasioni non mi lasciavo scappare occhiate fulminee sul fondoschiena e nel mezzo della scollatura, che subito mi provocavano evidenti erezioni.
La volevo.
Purtroppo era fidanzatissima con un universitario che, però, risiedeva spesso nel piccolo paese della sede di studio ed era spesso lontano dalla nostra caotica città lombarda. Tutto questo favoriva i miei incontri extrascolastici con lei e ,di conseguenza, ciò offriva più spunti per la mia ‘immaginazione’. Ma non volevo accontentarmi. Non volevo accontentarmi delle veloci palpate nella ressa dei balli scolastici o delle ‘involontarie’ toccatine mentre raggiungevamo i rispettivi posti a sedere.
Sapevo per certo che l’attrazione non era reciproca e che venivo visto come un semplice amico, perciò il mio piano sarebbe stato complicato e rischioso.
L’occasione mi venne offerta quando, durante un’uscita serale, Arianna si mise a colloquiare con un ragazzo per cui andava matta. Notavo un certo affiatamento tra i due : abbracci, sguardi maliziosi, battute piccanti. Insomma, la fedeltà di Arianna iniziava a vacillare. Non mi lasciai sfuggire l’opportunità e di soppiatto iniziai a filmare con il telefonino il loro incontro, quando finalmente arrivò il lasciapassare per le gambe di Arianna: i due si congedarono dalla comitiva adducendo un improvvisa visita di un comune amico.
Era fatta. Lei teneva troppo al suo ragazzo per vedere stroncata la relazione a causa di uno ‘sbaglio’ di una sera. Avrebbe fatto di tutto. Di tutto.
L’indomani a scuola Arianna mi prese in disparte per dirmi di non proferire parola con nessuno circa l’incontro della sera prima, ed io molto tranquillamente le risposi che non doveva preoccuparsi ma che avevo bisogno di parlarle nel pomeriggio. Senza farsi troppe domande accettò e la giornata scolastica si andò concludendosi serenamente.
Verso le 16 le inviai un messaggio: ‘ Allora ci sei oggi pomeriggio? Ti passo a prendere tra mezz’ora’ ‘Certo certo ti aspetto’ . Quando entrai in macchina ero ingrifato più che mai. Per tutto il tragitto facevo fatica a mantenere la concentrazione, causa immagini ai limiti della perversione che si succedevano nella mia mente. Suonai il campanello e la vidi: indossava un camicietta di jeans e un pantalone beige che esaltava il suo fantastico culo. Non penso che il mio cazzo potesse indurirsi più di quanto lo era, ma così fu.
Salita in macchina mi fa: ‘Allora? Dove si va?’ ‘Andiamo di fronte casa mia, ho da mostrarti una cosa, ma per il resto del tragitto non chiedermi nient’altro.’
Quell’aria satura di mistero e imbarazzo si dissolse appena fermai la macchina nel parcheggio e presi in mano il cellulare. Senza dire alcuna parola feci partire il video sotto gli occhi incuriositi di Arianna. All’inizio le immagini risultavano confuse e caotiche, ma col passare dei secondi capì di cosa si trattasse. Il viso divenne teso, gli occhi spalancati e le mani di fronte la bocca; ‘Dario perché mi fai questo? Che ti ho fatto?!’
‘Per il momento ancora niente. Non credi che sarebbe una brutta cosa se Paolo lo venisse a sapere?’ feci con aria ingenua.
‘Dario ma sei pazz..’
‘Aspetta aspetta, guarda come si conclude’ ed apparve la didascalia finale ‘Auguri Cornuto’
‘No Dario, non puoi farmi questo! Perché lo stai facendo’
Con il tono più autoritario che avessi mai avuto le dissi:
‘Ora le opzioni sono due: Numero 1. Scendiamo da questa macchina e mi segui lì dentro. Numero 2. Ti riaccompagno a casa e qualcuno troverà un bella sorpresa.’
Senza proferire una parola, con il viso solcato dalle lacrime, aprì lo sportello e la presi per mano accompagnandola oltre il portone. Scendemmo le scale e la feci accodomare in tavernetta, lasciandomi dietro il suono della serratura che si chiudeva. Eravamo finalmente soli, solo io e lei. La sola idea di poter finalmente farci qualsiasi con Arianna mi fece andare fuori di testa, perciò la cinsi a me con le braccia e iniziai a baciarle il collo. Intanto pian piano la mia mano si faceva strada sempre giù lungo la schiena fino ad arrivare alla parte che era stata l’ispirazione per le mie innumerevoli masturbazioni: il culo. Il palmo si serrò stretto sul suo gluteo coperto dalla stoffa ed iniziò una scrupolosa avanscoperta del fondoschiena della ragazza. Era soffice e morbido come una piuma, ma al tempo stesso plastico e malleabile, il che contribuiva a non far cessare la mia esplorazione in quel ben di dio. Con l’altra mano, intanto avevo iniziato a sbottonare la camicietta sul davanti mentre le sussurravo:” Lo sai cosa sta per succedere, vero?” Non rispondeva, il che mi dava ancor più carica erotica ed enfasi nei gesti. Dopo aver slacciato l’ultimo bottone mi si parò davanti uno spettacolo indimenticabile: due fantastiche tettine incorniciate da un reggiseno nero di pizzo. Non capii più niente e mi fiondai con la faccia tra i seni, lappando e mungendo come un forsennato; nel frattempo avevo riportato le mani sul suo culo spingendola contro la mia erezione nascosta dai jeans. Dopo essermi saziato delle sue tette, le sbottonai i pantaloni e glieli calai fino alle caviglie mettendo in mostra una deliziosa mutandina abbinata al reggiseno che si insinuava tra i glutei. La visione del suo corpo in lingerie mi fece intendere che era arrivata l’ora di passare a qualcosa di decisamente più gratificante: la portai dinanzi a uno specchio e la feci inginocchiare, dopo di che le dissi ‘&egrave arrivato il tuo momento, SUCCHIAMELO’ . Le sue graziose manine raggiunsero la cinta dei jeans e con un po di fatica riuscirono a slacciarla; dopo di che afferrò le estremità dei pantaloni e li calo giù con un movimento deciso. Ora si trovava davanti i miei slip deformati dal cazzo, senza nessuna esitazione li tirò via facendo dondolare davanti la sua faccia il mio cazzo in completa erezione. Mi guardò, come per assicurarsi di doverlo davvero fare, ma il mio ghigno le fece capire che non c’era un’altra soluzione. Sentii le sue dita affusolate raggiungere il mio bastone e dirigerlo verso la sua bocca, che si spalancò accogliendo lo scettro. ‘OOOHHH’ Mi invase subito il calore umido della sua bocca, sentivo la lingua che guizzava lungo tutta la lunghezza dell’asta, le labbra serrate attorno al cazzo mi inviavano scariche di sublime piacere ad ogni risalita.

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