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Racconti Erotici Etero

La mia collega…!!!

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Iniziamo con la mia presentazione, mi chiamo Marco ho ventisei anni, lavoro presso una società che produce e commercia mobili, sono un designer. Sono un ragazzo normale diciamo che il mio punto forte non &egrave la bellezza ma riesco a sopperire questa mancanza con una certa prestanza fisica e notevole simpatia ma soprattutto autoironia, che mi serve molto nella conquista delle donne. Veniamo alla storia’

Come detto prima lavoro come designer in una società che produce mobili, &egrave pochi mesi che sono stato assunto, e come sempre non &egrave molto semplice inserirsi in un nuovo ambiente soprattutto se i colleghi sono molti anni che si conoscono e dove tutti pensano che un nuovo arrivato possa in teoria scavalcarli nella scalato al successo. Devo dire per mia fortuna che ho trovato una collega che fin da subito mi ha preso sotto la sua ala protettrice. Questa collega si chiama Simona &egrave una donna di 37 anni sposata, con un bambino di tre Davide ed uno in arrivo. Bisogna premettere che suo marito stupidamente la trascura un po’ preferisce giocare a pallone con gli amici piuttosto di stare vicino a sua moglie, che in stato interessante a molto bisogno di coccole e sostegno. Simona non &egrave proprio una donna bellissima, un po’ bassina (anche se devo ammettere che le donne basse mi piacciono di più) un viso normale ma non bellissimo, un seno molto generoso ma soprattutto due gambe veramente belle e ben tornite. Dimenticavo il culetto nonostante l’età &egrave ancoro sodo. Ma ora veniamo ai fatti’

Come dicevo Simona fin dall’inizio ha provato subito simpatia verso di me e mi ha aiutato ad ambientarmi nel nuovo posto di lavoro, per qualsiasi cosa avessi bisogno lei era lì pronta a darmi una mano, quando parlavo con me il suo caldo sorriso era sempre presente sulle sue labbra. Devo dire che Simo (la chiamo così) mi &egrave piaciuta subito sia per il fatto che mi aiutava sia perché con quel corpicino che mi piace tanto non potrebbe essere altrimenti. Dopo alcuni mesi eravamo diventati subito confidenti, si fidava di me e con me si sfogava (faccio sempre questo effetto sulle donne) eravamo diventati amici.

Aveva anche incominciato, quando si sentiva triste, a chiamarmi sul cellulare per sfogarsi, soprattutto per colpa di sua marito che la trascurava. Di mese in mese la nostra amicizia cresceva, come cresceva la voglia in me di amare e possedere questa donna, che mi turbavo tutte le notti nel sonno e non solo”

Il 20 dicembre c’era la mangiata per Natale offerta dalla società, visto il rapporto di amicizia instaurato, Simo mi chiese di andarla a prendere perché non se la sentiva di guidare, era al quarto mese di gravidanza. Alle sette e trenta ero puntuale sotto casa, suono il campanello, e lei si affaccia alla finestra e mi dice: < fra un attimo arrivo finisco di preparami'scusami ma ho dovuto far mangiare Davide.>.

Resto in piedi da parte all’auto e mi accendo una sigaretta, anche perché nel tragitto in auto verso il ristorante non avrei potuto fumare in macchina visto la presenza di Simona e soprattutto del nascituro.

Dopo dieci minuti la vedo arrivare”&egrave bellissima ”rimango a bocca aperta, nonostante si veda poche perché porta un cappottino che la fascia quasi per intero, si vedono solo parzialmente le sue gambe, velate da calze nere, e due scarpe con i tacchi a spillo anch’esse nere. Solo dopo averla osservata con attenzione mi accorgo che da parte a lei c’&egrave suo figlio Davide tutto infagottato, mano nella mano con la mamma, che mi fa un sorriso e orgoglioso mi mostra il suo nuovo giocattolo, un camion dei pompieri. Questa scena mi intenerisce molto, e se prima vedendo Simona mi sentivo eccitato per la sua bellezza e per quell’amore che stavo iniziando a sentire verso di lei, vedendolo con suo figlio, mi sentii stupido per aver pensato e sperato a lei come ad un’amante; non sono un rovina famiglie, e lei ne ha una, un bambino stupendo ed uno in arrivo.

Quando mi arrivò vicino mi schioccò un bacio sulla guancia e mi salutò, ricambiai il saluto, e mi abbassai a salutare Davide.

Simo disse: < scusa Marco per il ritardo ma la mia disgrazia (Davide) aveva fame e ho dovuto preparargli da mangiare'>.

Le risposi, in tono sarcastico: .

Simo: < no &egrave che quello stronzo di mio marito anche questa sera non ha rinunciato ad uscire con gli amici''no ti dispiace se allunghiamo un po' la strada e portiamo Davide da mia madre, me lo tiene per questa notte'>.

Io: < figurati cara, anzi sai che mi sono simpatici i bambini, e poi per te farei di tutto, lo sai'!!!>.

Simo: < sempre a scherzare tu'>.

Io: < ok, allora si parte'>.

Accompagnammo il piccolo dalla nonna. E ci avviammo al ristorante, una volta entrati Simona tolse il cappottino notai che il suo corpo era fasciato da un elegantissimo abito da sera nero molto aderente’rimasi allibito e biascicai: < ma'ma sei bellissima questa sera Simo'>.

E lei sorridendo rispose: < solo questa sera..??? pensavo che ero sempre bellissima..!!!>.

Scoppiammo a ridere tutti e due e andammo in sala insieme agli altri colleghi. Fu una piacevole serata, il cibo non era speciale, ma il vino sì, rimanemmo a tavola fino all’una di notte. Dopo Simo mi disse: < Marck (gli piaceva chiamarmi così) andiamo via, ho bisogno di prendere un po' d'aria e poi mi sono rotta di stare qui, che ne dici di una chiacchierata?>.

Le risposi: < ok Simo, ogni tuo desiderio &egrave un'ordine per me.>.

Simo: < tu serio non riesci mai ad esserlo'??>.

E l’ennesima risata affiorò sulle nostre labbra, salutati tutti i colleghi andammo al guardaroba a prendere le giacche, da vero gentleman aiutai Simo ad indossare il cappotto facendo come un vero cameriere, ed un’altra spontanea risata partì.

Giunti al parcheggio salimmo in macchina, accesi subito il riscaldamento e l’autoradio, avevo preparato la classica cassetta da camporella”

Gli chiesi: < vuoi andare subito a casa o facciamo un giretto'?>.

Mi disse: < te l'ho detto prima ho voglia di parlare un po' , sai che sei la mia valvola di sfogo, se non ci fossi tu'.chissà come farei'.poi mi sento un po' triste'>.

Le risposi: < parla pure ti ascolto'( e poi ridendo le aggiunsi)'dopo di mando il conto a casa, visto che ormai sono diventato il tuo psicologo'>.

Ridendo mi disse: < grazie Marck perché mi sei vicino e mi fai sempre ridere'sei un ragazzo speciale'un po' cretino anche'>.

Ridemmo insieme. Iniziò come sempre a sfogarsi contro suo marito, ma per la prima volta pianse mentre lo fece.

mi fece molta tenerezza vederla così indifesa poco amata e trascurata in un momento molto delicato. Le cinsi le spalle con il braccio la attirai a me con delicatezza, e la baciai sopra alla testa. Il sottofondo era ‘ E tu’ di Baglioni”ed io ero eccitatissimo e addolorato perché affianco avevo una donna bellissima che desideravo e amavo ma che soffriva terribilmente per quello stronzo del marito.

Simo si lasciò coccolare da me, gli accarezzavo le guance la tenevo stretta per fargli capire che doveva stare tranquilla e per farla sentire protetta. Molte volte basta poco per far sentire ad una donna quella sensazione di sicurezza che piace così tanto e che le fa sentire sicure ed amate.

Dopo pochi minuti passati abbracciati mi disse:< Marck grazie, con te a fianco mi sento sicura, protetta e amata'perché non ti ho conosciuto dieci anni fa'???>.

Per togliermi dall’imbarazzo che quelle parole mi avevano procurate dissi: < anche se mi avessi conosciuto dieci anni fa, come avresti fatto, saresti stata una pedofila'non credi'>.

Un’altra risata generale si diffuse per tutta la macchina. Continuammo a chiacchierare del più e del meno, ad un certo punto mi chiese se si poteva togliere le scarpe perché gli si era gonfiati i piedi, ed colsi l’occasione per fare una cosa che amo’massaggiare i piedi delle donne. Le presi i piedi, li appoggia sulla mia pancia ed inizia a massaggiarli. Simo si appoggiò alla portiera della macchina e chiuse gli occhi, man mano che continuavo a massaggiarle i piedi notai che inarcava la schiena ed emetteva dei mugolii molto simili ad un orgasmo, il mio gingillo iniziò a salire, premeva contro i boxer e i pantaloni. Per togliermi da quella situazione imbarazzante, le appoggiai i piedi per terra e dissi: < oltre come psicologo, mi devi pagare come massaggiatore'!!!>.

Iniziò a ridere, si ricompose, e ritoranando seria mi disse: < sei davvero fantastico''mi vergogno a dirlo'ma soprattutto ad ammetterlo'ma 'be' si' ti voglio''>.

Rimasi a bocca aperta come un deficiente, non riuscii più a parlare, lei si avvicino e mi diede un bacio sulla bocca, molto casto ma molto caldo. E poi aggiunse: < di qualcosa ti prego'sono molto imbarazzato, scusa non volevo, anzi volevo'.ma non dovevo'>.

Rimasi qualche secondo a riflettere e risposi, con mio grande dispiacere: < Simo'ti devo dire la verità'.anch'io ti voglio'mi piaci da impazzire'non faccio altro che sognarti'ma' ma come si fa''sei sposata sei madre e presto lo sarai di nuovo'non posso e non voglio rovinare una famiglia''e lo dico con il cuore distrutto perché non immagini neanche quanto io ti desideri'>.

Lei: < scusa Marco'non ti dovevo dire certe cose'ma mi sono innamorata di te'e ti voglio'ti voglio sentire dentro di me'adesso'>.

Ero nella merda, ero ad un bivio fregarsene di tutto e tutti e soprattutto della coscienza, o battere in ritirata?”con il cuore in gola dissi: < Simo non mi sembra il caso'ti stai sfogando sei un po' confusa, hai anche bevuto un po'''e poi '. e poi non mi sento di approfittare di te in un momento difficile della tua vita'..,lasciamoci qualche giorna per pensare, poi si vedrà''>.

Accesi la macchina, erano quasi le tre di notte, e la riaccompagnai a casa. Non parlammo per tutto il tragitto. Arrivati sotto casa sua, scesi le aprii la portiera e l’aiutai a scendere. Una volta in piedi in fronte a me disse: < forse hai ragione tu'.pensiamoci qualche giorno''Guarda quello stronzo non &egrave ancora arrivato (il marito)'>.

Le dissi: < hai paura vuoi che ti accompagni in casa..??>.

Simo: < non ti preoccupare ci sono abituata, comunque se entri ti salterei addosso, quindi''>.

Dissi: < meglio di allora, però sappi che io ti sono vicino e ti amo''e sei bisogno chiama sarò subito da te..!!!>.

Ci salutammo con un bacio sulla guancia’ed ognuno per la sua direzione.

Inutile dire che quella notte non chiusi occhio’mille pensieri scorrazzavano per la mia testa’e la mano sul mio pene si mosse pensando a lei e alle sue meravigliose gambe.

”’

Passarono circa venti giorni da quella sera, al lavoro c’eravamo visti poco per via delle ferie Natalizie. Quando un sabato sera verso le sette, sento squillare il cellulare”guardo il display’&egrave lei’Simo”rispondo : < ciao Simo, dimmi tutto?'>.

Dall’altra parte sento singhiozzare, e un flebile voce mi dice:< Marck caro, ti prego, corri da me, ho bisogno di parlarti urgentemente''>.

Le dico: < Simo cosa &egrave successo'.stai bene?'>.

Lei: < non per telefono'ti prego corri'>.

Io: < stai tranquilla Simo arrivo subito, tengo il cell. acceso se c'&egrave bisogno chiama subito'mi raccomando tranquilla'>.

Prendo i primi vestiti che trovo per la stanza, e prima che riesca ad allacciarmi la cintura dei pantaloni sono già in macchina”dopo quindici minuti dalla chiamata, sto suonando il campanello di Simona”mi apre e corro per il vialetto’mi apre la porta di casa e la vede sull’uscio con la faccia sconvolta dalle lacrime’non dico niente l’abbraccio’la tengo stretta ‘.l’accarezzo”dopo pochi istanti si stacca da me, mi fa entrare e chiude la porte alle spalle.

Mi prende per mano e mi porta in salotto”ci sediamo sul divano’aspetto che sia lei ad iniziare a parlare’comunque la tengo stretta per farle sentire il mio calore’dopo pochi minuti mi dice:< grazie'Marck'non resisto più'Alessandro (il marito) &egrave uno stronzo'un'insensibile'lo odio'>.

Intervengo io: < ma cosa &egrave successo fammi capire'??>.

Piangendo inizia a raccontare: .

Le dico: < ma &egrave proprio uno stronzo'povera piccola mia'stai tranquilla adesso ci sono qua io'>.

Rimanemmo per un’ora buona abbracciati sul divano’non c’era bisogno di parlare bastava che la tenessi abbracciata, per farla stare meglio.

Poi dissi: < Davide dov'&egrave'da tua madre?'-mi rispose di sì, poi continuai- adesso stai qui tranquilla che ti preparo qualcosa da mangiare'sia per te che per la creatura che porti in grembo'>.

Preparai una cenetta frugale, mangiammo in silenzio, finita la cena sparecchiai, lavi piatti e preparai il caff&egrave.

Ci sedemmo sul divano a berlo, e finitolo, mi disse:< sei veramente speciale, non so come farei senza di te'sai'mio marito non mi ha mai preparato una cena'non mi ha mai coccolato come fai tu'e poi'be'e poi'Marco io ti amo ''ne sono convinta'ti voglio'ti prego'stasera non dirmi di no'>.

Le presi la faccia fra le mani, e le dissi: < anch'io ti amo Simo'e anch'io ti voglio'>.

Avvicinai le mie labbra alle sue e tutti i freni che mi avevano trattenuto si dissolsero, le diedi un lunga caldo bacio appassionato, dapprima con le labbra chiuse, poi le lingue si incrociarono. Le sue mani iniziarono a muoversi lungo tutto il mio corpo’piano piano iniziò a spogliarmi, anch’io inizia ad accarezzarla, il suo corpo era magnifico, avevamo la foga di due ragazzini alle prime esperienze ma le mani si muovevano con molto decisione, sapevano dove toccare dove accarezzare, in un attimo il mio pene era al massimo splendore e mi ritrovai nudo sul divano, le slacciai il reggiseno e il suo meraviglioso seno, si presentò per la prima volta a me, svettava fiero e sodo, molto più gonfio a causa della gravidanza, inizia a leccargli le tette con modo molto delicato, partendo dall’attaccatura sotto fino a salire fra la valle delle sue mammelle, con movimenti rotatori della lingua piano piano arrivai ai suoi capezzoli, che erano eretti erano molto grandi scuri e duri. Li presi in bocca ed iniziai a ciucciare come un bambino e qualche goccia di latte sgorgò dal seno. Le mia mani intanto le avevano sfilato le mutandine di raso blu come il reggiseno, e appari dinanzi ai miei occhi il monte di venere, aveva una strisciolina di peli, che accarezzai. Volevo gustarmi questo momento non avevo fretta, e poi i preliminari sono la cosa più bella di un rapporto sessuale”iniziò a godere, le avevo stuzzicato bene le tette, poi i baci sul collo fanno sempre un certo effetto sulle donne”decisi di andare in camera da letto perché sicuramente sarebbe stato più comodo soprattutto per lei’la presi in braccio e andammo nella sua camera matrimoniale, la adagia sul letto, e continua l’opera con la mia lingua, che voleva assaporare tutto quello stupendo corpo, devo dire che vedendola distesa sul letto con il pancione gonfio per la presenza del bambino mi eccitò a dismisura, il mio pene non era mai stato così alto e fiero”

Leccai ogni suo centimetro quadro, iniziando dai suoi piedini ciucciando ogni ditino, massaggiandogli le caviglie gonfie, e salendo mi avvicinavo sempre di più alla sua calda passerina”che si era gia impregnata dei suoi umori’.la sentivo mugolare era in estasi’volevo farla godere come non aveva fatto mai nessuno’finalmente arrivai fra le sue grandi labbra’la mia lingua le accarezzò, mentre le mie dite massaggiavano il monte di venere e stuzzicavano il clitoride, che era gonfissimo. Era vicina al primo orgasmo, il respiro si era intensificato e la schiena inarcata, allora affondai colpi decisi e precisi di lingua’la sua passera eruttò tutto il suo sbrodo, non lasciai scappare neanche una goccia di quella delizia’inizia a massaggiarla internamente con le dita’volevo farla impazzire, volevo fargli dimenticare suo marito, almeno per qualche ora’sotto i colpi di dita e lingua ebbe un altro orgasmo, che fu leggermente meno copioso del primo, ma le sue grida liberatorie mi assicurarono che aveva apprezzato parecchio’di disse che era giunto il momento di entrare nel suo ventre con la mia mazza’l’accontentai subito appoggia il glande fra le sue grandi labbra, applicando una leggera pressione entrai con delicatezza in lei e inizia a pomparla con colpi dolci ma sicuri, le mie mani scorrevano sui suoi fianchi e sulle sue tette’finalmente per la prima volta in quella sera vedevo un sorriso sulle sue dolci labbra’questo mi rassicurò e continuai a spingere aumentando leggermente il ritmo.

Dopo alcuni minuti ebbe un altro orgasmo infradiciandomi ancora di più il mio pene, che si lubrificò ulteriormente, cosicch&egrave scivolava meglio all’interno del suo paradiso.

Mi chiese di prenderla in un punto che neanche a suo marito aveva concesso”intinsi le dita nella sua passera per lubrificarle un po’ ed iniziai a massaggiarle l’ano, con le dite e con la lingua, quando fu tutto pronto appoggiai la cappella congestionata sul buco di ingresso, ed iniziai a spingere delicatamente, appena entrava di un centimetro mi fermavo per farla abituare all’intruso finche non fu tutto dentro i suoi intestini, solo allora inizia a stantuffare. Mentre la possedevo nel culo con le dite le stuzzicavo il clitoride ed ebbe così un altro grande orgasmo, era ormai distrutta, quindi usci dal suo posteriore mi misi a cavalcioni su di lei e con una splendida spagnola eruttai tutta la mia virilità sul suo collo e su tutta la faccia, con due dita prese un po’ di sperma e l’assaggiò. Dopo esausta si addormentò. Presi dei kleenex e la pulii tutta la coprii con il piumone e mi sdraiai accanto.

Dormi circa tre ore e per tutto il tempo l’accarezzai dolcemente.

Quando si svegliò mi disse: .

Le risposi: < sai qual &egrave il mio rimpianto invece'non essere tuo' purtroppo non lo sarò mai'ma ti amerò per tutta la vita'e quando vorrai o avrai bisogno io sarò lì pronto per te.. ti amo Simona'sei speciale'>.

Le diedi un grosso bacio sulla bocca, le salutai e le rimboccai le coperte”’

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