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Racconti Erotici Etero

La mia ex “Chiesaiola”

By 7 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Prima di conoscere Clara la mia attuale fidanzata e futura moglie, ho avuto varie ex, come tutti immagino; storie più o meno importanti, questo è chiaro, ma la storia più importante che ho avuto anteriormente questa di ora, che credo proprio sia l’ultima, visto che sia fuori che dentro il letto ce la intendiamo alla perfezione, è stata con Ambra.
Avevamo io 19 e lei 18 anni all’epoca dei fatti che sto per raccontare, lei una bella ragazza, studentessa a cui piace studiare, ma anche ballerina con un fisichino di quelli che non noti subito, ma che quando fai attenzione ti fanno girare la testa! Alta 1,67, seconda si seno, un culetto sodo e ben tirato su, capelli ricci, il tutto contornato da un abbigliamento sempre casto ma con quel non so che di sexy, trasmesso dalla sorella più grande probabilmente, la quale storia racconterò in un altro racconto..!
Io alto 1,89 per 90 chili, frutto di una vita passata in piscina, non un fisico scolpito, da buon siciliano mi piace la pasta, quindi un po di pancetta l’ho sempre avuta, ma spalle larghe e una potenza fisica non indifferente mi hanno sempre accompagnato.
Ambra però aveva un difetto: assidua frequentatrice dell’oratorio, credeva nell’amore alla luce di dio, quindi non voleva rapporti sessuali prima del matrimonio.
Io ero innamorato pazzo, e ho assecondato questa sua scelta, accompagnando i due anni di fidanzamento con qualche scappatella dalle prostitute, dovevo pur sfogare, da buon agnostico che sono. Molte sono state le dispute, siamo arrivati dante volte sul punto di lasciarci.
Una sera la andai a prendere sotto casa, andammo a mangiare una pizza e poi ci andammo a fare un giro in macchina; quella sera era diversa: aveva messo un abitino rosso cortissimo, scarpe con tacco 12 che mettevano in mostra piedi, gambe e culo fenomenali, scollatura vertiginosa con reggiseno push-up che metteva in risalto in modo vergognoso il decolté.. Non la riconoscevo più, anche nei modi di fare, alla pizzeria, strapiena come al solito, tutti si sono girati a guardarla, e devo ammettere che mi diede molto fastidio il suo atteggiamento, ma con un pizzico di eccitazione. Arrivati in un luogo appartato, avevo cominciato a massaggiarle i piedini doloranti, visto il tacco assurdo che aveva messo: aveva appoggiato i suoi piedi sulla mia patta, che metteva in risalto l’inevitabile erezione, data la mia predilezione per i piedini ben curati.
Cominciò piano piano a massaggiarmi il pene da sopra i pantaloni con i piedi, guardandomi intensamente negli occhi come non aveva mai fatto.. Stufatomi, la presi dal sedile del passeggero e la baciai, il tutto senza dire una parola, mi aprì i pantaloni e tirò fuori il mio arnese, che stava già scoppiando dalla voglia, si abbassò e cominciò un pompino esagerato, sputando e risucchiando come un indemoniata. Ero in estasi, stavo per venire, le dico: “Fermati che sto per venire!!” Mi guarda, maliziosa con la cappella ancora in bocca, e continua a spompinarmi in modo selvaggio! Era lei quella sera? Non è possibile! Continuava il suo su e giù, quando sentiva che stavo per venire si fermava, senza mai staccare la bocca dal cazzo, per poi ricominciare il suo su e giù selvaggiamente, per farmi impazzire ancora di più; fece questo giochino per ben tre volte, alla quarta volta le presi la testa e guidai io il movimento, inondandole la bocca di sperma caldo.
Mi girai per prendere i fazzoletti, abituato al fatto che non ha mai voluto ingoiare, mi giro e lei era sdraiata sul sedile del passeggero, con la bocca vuota: aveva ingoiato tutto!! Ringraziai qualunque santo o demone che si era impossessata di lei, e mi misi su di lei per baciarla. “Grazie amore, mi hai fatto impazzire..!” le dissi, “Lo so, adesso però non parlare” mi rispose, allora cominciai a baciarla, scendendo fino ad arrivare alla sua figa, e vidi che era senza mutande! La guardai stupito, e lei con un sorriso malizioso spinse il mio volto verso il suo sesso; cominciai a leccarla, prima piano piano, per farla eccitare, anche se non era necessario, poi man mano più veloce; il mio pene era tornato con il vigore di dieci minuti prima, quando mi sentii tirare su, mi volle baciare intensamente, allargò le gambe e puntò il mio cazzo sull’entrata della sua fighetta. Non credevo a quello che stava succedendo, cominciai a entrare piano piano in lei, sapevo come trombare per la prima volta una ragazza vergine, anche se indemoniata, non volevo farle male. Quando sentii che la cappella era dentro senza difficoltà, presi un fazzoletto e lo misi sul compri sedile dell’auto, dopo di che cominciai piano piano a entrarle dentro; non riuscii a metterle dentro tutti i 18 cm del mio pene, lei mi fermò perché le stavo facendo male, allora cominciai a scoparla così.
Qualche smorfia di dolore accompagnò i primi colpi, fin quando il dolore si trasformò in piacere, cominciai a aumentare il ritmo e vedevo lei che si dimenava come una pazza sotto i miei colpi di cazzo.
Fortunatamente eravamo in aperta campagna di notte, perché cominciò a urlare, in preda a un orgasmo primordiale, dovuto alla stimolazione del punto G con la punta del pene, che cercavo da venti minuti e che finalmente trovai. Un getto di umori mi inondò il petto! La maglietta completamente fradicia, schizzò tutta la macchina, ma in quel momento non mi interessava, era uno spettacolo vederla tremare dagli spasmi dell’orgasmo.
“Adesso però devo farmi perdonare una anno e mezzo di castità” mi disse, in cuor mio era già perdonata, ma mi fece sedere al posto di guida e cominciò una lenta spagnola, accompagnata da qualche colpo di lingua sulla cappella, mi fece salire sulle stelle quando lo rimise in bocca, e in un secco pompino allucinante mi fece venire copiosamente, ma sta volta mi sono goduto lo spettacolo di Ambra che ingoiava! Che serata!
Rimanemmo abbracciati per un po’, per la macchina non mi preoccupavo, un amico aveva un autolavaggio, gli avrei telefonato sta sera stessa e mi avrebbe lavato l’auto in mattinata presto.
“Sta sera non ti ho riconosciuta proprio, non perché mi dispiace quello che hai fatto, anzi! Ma volevo solo chiederti perché..? Cosa è cambiato?” le chiesi, e lei rispose: “Sai, mi sono confessata ieri, ho raccontato a padre Mario i nostri problemi, il mio dubbio esistenziale, lui mi ha detto di fare quello che diceva il mio cuore, allora mi sono lasciata andare! Per quei lavoretti che ho fatto, ringrazia mia sorella Daphne, è stata lei a insegnarmeli..”
Ringraziamo Padre Mario allora!

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