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La mia inquilina, una prof universitaria – Quarta parte

By 5 Aprile 2023No Comments

Nei giorni che seguirono ripensavo continuamente alle sensazioni di quel momento.
Al piacere che avevo provato nello scoparla, al potere che sentivo nel penetrarla, alla gioia che avevo provato dopo per averla, finalmente, posseduta.
Mi ero sentito forte, dominante, come se Cris non potesse fare a meno di me e del mio pene.
Le era piaciuto, ne ero certo, aveva goduto molto.
Nei giorni seguenti però la situazione in casa cambiò.
Cristina era distaccata, seppur sempre amichevole, come era i primi tempi di coabitazione.
Io non sapevo come comportarmi.
Mi feci assalire dalla timidezza e dalla vergogna, sentendomi tremendamente in colpa per quello che avevo fatto, per averla presa con la forza, almeno nella fase iniziale quando l’avevo spinta sul tavolo e penetrata; non avevo chiesto e nemmeno fatto intendere le mie intenzioni, non permettendole di accettare o rifiutare, ascoltando solo la voce della mia libido.
In più occasioni provai a parlarle, a chiedere. Mi rispondeva semplicemente che stava benissimo ma era molto impegnata con il lavoro.
Poi un giorno, insistendo riuscii a farla parlare.
Con gli occhi lucidi, mi disse che il mio comportamento l’aveva turbata, si era sentita usata e violata, nonostante, ammise, avesse goduto con me e, alla fine, le fosse piaciuto molto.
Mi scusai sinceramente ed in seguito cercai di riallacciare un rapporto fratturato dalle mie azioni sconsiderate.
Ma fu molto difficile.
Se provavo ad avvicinarmi, lei si scansava, anche un semplice tocco sulla spalla non era gradito.
Cris nel frattempo continuava con le sue provocazioni in un balletto incessante di contraddizioni.
In casa stava sempre con la sua vestaglietta, che lasciava intravedere larghe porzioni del suo corpo, si accarezzava la pelle in modo molto sensuale quando eravamo a tavola e un paio di notti la sentii gemere di passione col suo amato vibratore.
Cercai di rimediare al mio errore facendole piacere in ogni modo; le preparavo da mangiare, facevo le pulizie nella sua stanza, la aiutavo in qualsiasi cosa mi chiedesse e capivo che lei lo apprezzava.
Passarono quasi tre settimane fino a quando fu lei che decise di porre fine a questa situazione confusa.

Una sera ero già a letto, nella mia stanza, a leggere un romanzo quando bussa alla mia porta.
-”Avanti”.
-”Ciao, posso?”
-”Si certo!”
Appoggiai il libro sul comodino e la guardai.
Indossava la sua solita maglietta larga e lunga a coprire appena le mutandine.
Si accomodò di fianco al letto, accavallando le splendide gambe nude, mi appoggiò una mano sul ginocchio e mi guardò negli occhi.
-”Senti… ho deciso di porre fine a questa situazione di stallo. Tu sei sempre così buono e gentile e, ho capito, che ti sei reso conto del tuo sbaglio, che è la cosa più importante. Voglio lasciarmi alle spalle l’accaduto, non posso permettere che quell’attimo istintivo rovini del tutto il nostro rapporto.”
-“Anch’io del resto ho le mie colpe; è vero, girando per casa in maniera discinta ti provocavo, anche se non me ne rendevo conto. Sai, io a casa ho sempre tenuto un comportamento molto libero, però ho capito che ciò per te doveva essere una tortura”.
-”Eravamo arrivati ad essere così intimi amici, complici e, devo essere sincera, mi manca tutto questo. Quindi, ti perdono e torniamo a comportarci come prima.”
Incredulo e sollevato le prendo la mano tra le mie, stringendola.
-”Grazie, davvero, te ne sono molto grato, è vero sono stato uno stupido.”
-“So che non farai più nulla del genere, almeno non senza il mio consenso.”
-”No assolutamente. Mai!”
-“Ora, però, per suggellare la nostra riconciliazione , voglio da te una prova.”
Davanti a miei occhi sbarrati, si alza dal letto e con estrema lentezza sfila la maglia; compare l’ombelico e il pancino sexy e poi i piccoli seni dai capezzoli irti.
Si gira e piano, abbassa le mutandine, rivelando tutto ciò che nascondono.

Vado subito su di giri, il cuore batte all’impazzata e il membro mi diventa rigido e pulsa irrequieto.
Quel corpo spettacolare e sinuoso che si muove danzando, mi sta facendo impazzire.
Senza preavviso Cris sale sul letto, si avvicina, tira giù il piumone che mi copre e si siede su di me, le gambe aperte ai miei fianchi e con i seni a pochi centimetri dal mio viso.
Resto immobile.
Il desiderio di toccarla si fa sempre più forte, sento il contatto della pelle serica delle sue cosce sulle mie e il calore del suo ventre sul mio mi avvolge.
Prima che io possa alzare un dito per toccarla, lei si china e mi sussurra all’orecchio:
”Non azzardarti a toccarmi, non hai ancora il mio permesso. Devi solo guardare, goditi lo spettacolo. Non spogliarti, non segarti, non sfiorare nemmeno il tuo sesso. Osserva in silenzio, come facessi parte dell’arredamento. Chiaro?”
Annuisco, quasi spaventato, dalla sua voce tagliente, ma anche estremamente sensuale.
Con lentezza si alza, si gira e si mette a pecorina sul letto, le ginocchia sul bordo e i piedi che mi sfiorano le gambe.
Avevo il suo culo e la sua passera a meno di un metro da me, uno spettacolo mozzafiato!!!
Le labbra, semi aperte, sono lucide di umori e rivelano una abbondante eccitazione, la clitoride fa capolino tra esse, dura.
Lei passa una mano dietro e con due dita la raggiunge, circondandola e iniziando ad accarezzarsi con lentezza.
L’uccello preme sul tessuto delle mutande, non posso muovermi per sistemarlo, la mia lingua desidera ardentemente posarsi su quel sesso umido e gocciolante.
I gemiti di Cris mi fanno impazzire, sono esagerati, passionali, sta godendo della mia presenza, del fatto che io la guardi masturbarsi e che sia in suo potere.
-“Ti piace lo spettacolo?”
Non rispondo, ho la gola secca,
-“Rispondi” – mi intima con voce roca.
-“Sì, moltissimo” – riesco ad articolare in un sussurro.
-“Allora goditelo, ma guai a te se mi tocchi o ti tocchi.”
Infila due dita dentro di sé e sembra paralizzarsi a quel contatto.
Il braccio è immobile ma le dita si agitano frenetiche nella sua figa producendo un rumore liquido; l’odore che emana dal suo sesso è inebriante !
Continua a torturare il bottoncino, poi cambia mano e con l’altra, da sopra, prende ad accarezzare il buchetto anale, che palpita come una boccuccia.
Il medio si fa strada nell’ano, pianissimo, ed ad ogni millimetro di penetrazione segue un gemito.

Appoggia il viso sul letto e torna, con l’altra mano a torturare la clitoride, sempre più gonfio, mentre l’altro dito ora è saldamente piantato nel culo.
Il cazzo mi brucia, mi fa malissimo; sono sicuro che è tutto arrossato a causa delle mutande strette a contenerlo.
Mi muovo impercettibilmente per cercare di sfregarlo appena sul tessuto, per donarmi una vaga sensazione di piacere.
Cris sporge la testa di lato per guardarmi mentre si masturba selvaggiamente, la sua faccia è una maschera di godimento infinito, il tutto accompagnato da gemiti di pura lussuria.
I suoi occhi si spostano sul mio pacco che pulsa sensibilmente e questo le dà ancora più forza nel toccarsi.
All’improvviso chiude gli occhi e si abbandona all’orgasmo, smette di respirare e gode, gode intensamente.
-“AAAAAHHHHHH !!!!”
Per almeno un minuto, durante l’orgasmo, continua a massaggiare la figa, ora un lago, ad ogni passaggio delle dita cade qualche goccia di liquido vaginale.
Poi si abbandona sul materasso distrutta.
Il suo posteriore è rivolto verso di me, lentamente, con la mano, si apre una natica e mi mostra il dito mentre fuoriesce dal buchetto; l’ano per qualche secondo resta oscenamente aperto, quella vista mi fa impazzire, poi lentamente, palpitando, si richiude.
Resto immobile sul letto con il cazzo che pulsa dolorante; come vorrei dargli sfogo.
Cris si gira e si avvicina a me felinamente e prima che possa dire o fare qualcosa mi infila un dito in bocca.
-”Succhialo” – ordina.
È il medio, quello che si è appena infilata nel culo, e per me, in questo momento, è la cosa più buona del mondo.
Un sapore aspro e intenso mi pervade la lingua, continuo a succhiare tutto quel lungo dito sottile, quel pezzo di carne e ossa che l’aveva fatta godere così tanto.
-”Ed ora lascia stare la lettura e vediamo come te la cavi con l’esposizione orale, la tua prof ti darà un voto” – dice ridendo.
Con una giravolta mi piazza le gambe ai lati del viso, mettendomi davanti figa e culo.
Incredulo e titubante esco la lingua e la appoggio sulle labbra gonfie, cercando di inserirla nel mezzo.
Un suo gemito mi da il via.
Mi faccio largo nella sua carne ed entro il più possibile nella vagina, trovandola bollente e bagnatissima.
Mi muovo in lei come avessi un piccolo pene al posto della lingua, rapidamente dentro e fuori, leccando le pareti interne e bevendo tutto ciò che esce da quella fonte infinita di piacere.
Sento le sue mani che afferrano l’elastico dei boxer e me li abbassa fino alle caviglie, per poi sfilarli.
Il cazzo durissimo svetta verso l’alto.
Lei, intanto, comincia ad agitare il bacino su e giù scopandomi la lingua; le sue chiappe mi sbattono sulla fronte e quando si alza di qualche centimetro posso vedere la stupenda rosellina anale.
La lingua scivola in lei veloce e cerco di tenerla dura e ferma il più possibile, ma comincia a farmi male, ma lei continua a sfregare figa e glutei sul mio viso dandosi piacere.
Sento una mano sulla pancia che lentamente scende verso l’inguine e mi accarezza le palle in modo molto sensuale.
Prendo a leccarle la clitoride piano piano e lei inizia ad ansimare.
Sta godendo, la sento.
Lecco e succhio quel bottoncino vibrante, facendole emettere versi gutturali.
Le sue dita ora prendono a muoversi su di me, su tutta la parte genitale, ma sempre senza arrivare a sfiorare il membro.
Voglio raggiungere l’orgasmo al più presto, l’attesa e la continua stimolazione stanno diventando insopportabili.
Lei, intanto, continua a premermi la patata in faccia.
La sento bagnata, umida e appiccicosa e mi piace moltissimo.
Ad un certo punto sento una mano afferrarmi l’uccello mentre con l’altra mi massaggia i testicoli con forza.
Dimena il bacino sul mio viso ed io sono in paradiso.
Sento il suo odore forte, acre e terribilmente eccitante, mi passa la figa sulle guance, il naso e la bocca, preme il suo buchetto sul naso, facendomi impazzire.
Senza preavviso sento un vortice caldo avvolgermi la punta dell’uccello mentre le sue mani aumentano il ritmo sull’asta.
Me l’ha preso in bocca e con passione lo fa entrare ed uscire dalle sue labbra gioiose !!!
La lingua mi solletica il glande facendomi provare un piacere immenso.
Adesso oltre che alla figa, mi struscia sul viso anche l’ano, che emana un odore diverso, più acre ma ancora più eccitante.
Non resisto e tiro fuori la lingua e irrigidendola cerco di penetrare la rosellina vogliosa.
Cris gode del mio tocco grugnendo di piacere e dalla figa un rivolo di liquido mi scende sul mento, lecco quel succo che mi piace moltissimo.
Sto per godere.
Cris mi succhia forte e mi sega ad una velocità pazzesca; sembra voglia assaggiare tutto il mio seme !
La cappella mi pulsa ferocemente e le palle mi fanno male.
Sento arrivare l’orgasmo, potente e irrefrenabile.
La sua lingua lascia spazio ai potenti getti che le riverso in bocca, fortissimi e liberatori.
Mentre ingoia tutto il mio seme, le sue gambe cominciano a tremare e il suo respiro si ferma, assieme ai suoi movimenti.
Resta immobile a gustarsi ogni singolo colpetto della mia lingua sul suo sesso mentre un orgasmo potente la travolge.
Cris gode con me, sulla mia lingua, riempiendomi il viso di umori.
Non mi fermo e continuo a leccarla dolcemente finché la mia inquilina torna a respirare ossigeno a pieni polmoni, ansimando pesantemente e si riversa sul letto accanto a me.
Tutta la bocca mi fa male, è stato un cunnilingus lungo e passionale, mai provato prima.
Mi giro verso di lei e la bacio appassionatamente.
La sua lingua ha il gusto del mio sperma, ma non mi dispiace; restiamo così, abbracciati, cercando di riprendere fiato.
Sento il suo respiro che mano a mano si placa, poi prende a russare leggermente.
Spengo la luce e mi addormento anch’io felice e soddisfatto.

FINE QUARTA PARTE, CONTINUERÀ
I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

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