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La moglie dell’ingegnere – 17. Pomeriggio languido

By 29 Maggio 2022No Comments

Ce la prendiamo calma, però… la carbonara da finire, prima di tutto, poi una delle preziose bottiglie di vino dell’ingegnere che se ne va piano piano mentre ci coccoliamo sul divano. La sua mano che mi carezza lentamente la schiena… la mia che solletica piano la sua nuca… le nostre lingue che si intrecciano fino allo sfinimento…

Poi la mia tuta che vola sul tappeto… lui che emerge ancora una volta nudo dalla sua salopette… io inginocchiata ad ammirarlo come se fosse una statua greca… le mie mani che corrono sui muscoli delle gambe per fermarsi alla base del sesso eretto… non lo tocco: mi limito a guardarlo, a fargli sentire il mio respiro, a respirare il suo odore…

E dopo tocca a lui prostrarsi ai miei piedi: non mi tocca… si limita a mimare le carezze, a pochi millimetri dalla mia pelle increspata di brividi. Lascio che il suo fiato caldo scompigli dolcemente l’aiuola che nasconde il mio monte di Venere. Lo guardo aspirare avidamente il mio profumo più intimo. Accolgo ancora una volta, sui capezzoli quasi doloranti dalla tensione incessante di questa giornata d’amore, il suo sguardo pesante e denso come una carezza.

Si sta facendo di nuovo buio, e nella penombra continuiamo a giocare, a offrirci senza pudore l’uno agli sguardi dell’altra, e viceversa. Mi sdraio sul divano e spalanco le cosce fino quasi ad aprirmi in due: gli occhi del ragazzo Leonardo, accucciato sul tappeto a un centimetro dalla mia fica aperta, affondano increduli nel giardino che tanto piacere gli ha dato. Poi è lui a levarsi in piedi e a guidare il cazzo gonfio in una lenta danza sui miei piccoli seni turgidi. Senza febbre, senza tensione, solo la voglia di conoscere ogni piega più recondita dei nostri corpi.

Mi metto a quattro zampe sul tappeto, spingendo il culo in fuori per offrire al suo sguardo anche il mio buchetto posteriore. Lo lambisce delicatamente con la lingua facendomi sussultare, poi si insinua come una serpe sotto di me, striscia pancia a terra in avanti carezzandomi piano con la schiena il seno, e avanza fino a che posso mordicchiare piano i suoi glutei muscolosi prima di scendere con la lingua dentro al solco che li divide. Lo sento tremare leggermente quando a mia volta saggio la sua apertura con la lingua curiosa.

Si gira di scatto e il suo sesso eretto mi schiaffeggia… oddio quant’è bello… lo lecco in tutta la sua lunghezza mentre lui mi spinge pian piano di lato, fino a farmi mettere a cavallo sulla sua faccia, fino a sentire la sua lingua che restituisce alle mie labbra gonfie la medesima carezza.

Come in un gioco di specchi, bacio dolcemente la sua cappella tesa mentre lui mi succhia piano il clitoride eretto. Sfioro nuovamente il suo buchetto mentre lui forza leggermente il mio. Aspiro a pieni polmoni il suo odore di giovane maschio in calore mentre lui si abbevera ai miei succhi che di nuovo scorrono copiosi.

Sono io a fermarmi, prima che il gioco diventi troppo caldo e la libidine ci travolga ancora: mi alzo in pieni barcollando, stravolta dal distillato di piacere che mi scorre nelle vene, ma lui cerca di tirarmi di nuovo giù… e allora il gioco si fa lotta.

Rotoliamo avvinghiati sul tappeto cercando di sopraffarci a vicenda: prova a bloccarmi stringendomi il collo tra le cosce, ma lo mordo e mi deve mollare. Gli salgo sulla schiena per costringerlo alla resa, e lui mi disarciona con uno scatto repentino per poi portarsi sopra di me e inchiodarmi spalle a terra tenendomi per i polsi… “Lasciami, vigliacco, non si tratta così una signora… ora ti faccio vedere io…” e mimo una ginocchiata al suo basso ventre.

“Basta così -ride allegro tirandosi su- o va a finire che ci facciamo male davvero… e poi, scusa, non dovevamo fare la sauna?”

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