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Racconti Erotici Etero

La nuova collaboratrice

By 2 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto iniziò quando l’azienda informatica presso il quale lavoravo mi diede il tanto sperato trasferimento vicino casa. Il reparto presso cui lavoravo prima era prettamente maschile, e il mio stupore è stato grande quando vidi che il mio nuovo ambiente lavorativo era ben assortito. Tutto però si limitava a qualche occhiata veloce, niente di più. Dopo qualche mese la direzione mi mise a collaborare con Daniela, ragazza molto carina, non molto alta, mora, capelli castani ai quali dava sempre un riflesso rosso, e con le forme al punto giusto. Non che fosse il mio primo pensiero quello di provarci, ma col tempo divenne tutto spontaneo, anche perchè Daniela aveva l’abitudine di venire a lavoro con ampie scollature che mettevano in risalto un seno abbondante (credo una quarta misura), e minigonne da capogiro, che lasciavano intuire tranquillamente una gamba e un sedere particolarmente sodo. Complice anche la stagione estiva alle porte, questa era un tipo di tenuta che indossava spesso.

 

Lentamente iniziò una frequentazione extralavorativa, che si limitava a semplici uscite, aperitivi e chiacchierate. Man mano che la confidenza cresceva, era normale per me arrivare ad esprimere apprezzamenti su di lei, sempre in maniera bonaria e amichevole, tant’è vero che spesso ci ridavamo su insieme. Era partito anche un continuo scambio di sms, che iniziavano sempre di più ad essere incentrati su di lei e sugli apprezzamenti di cui tanto ridevamo, pur mantenendo sempre un comportamento esemplare a lavoro.

 

Un giorno Daniela era senza auto, e dalla sua postazione, circa un metro dalla mia, mi lanciò un biglietto piegato chiedendomi un passaggio. Risposi affermativamente, e a lavoro gli sms vennero sostituiti da questi fogliettini volanti, che puntualmente strappavamo e buttavamo a fine giornata. Non mi andava che nell’ambiente emergesse qualcosa, anche perchè essendo Daniela davvero una bella ragazza, era parecchio ambita, e mi sarei creato non pochi nemici. 

 

Una domenica pomeriggio mi stavo dedicando in garage al fai da te, mi arriva il solito sms, Daniela diceva che era nei paraggi e sarebbe passata per un saluto. Io la avvisai che ero sudato e sporco di segatura, ma non ebbi il tempo neanche di una doccia, arrivò 10 minuti dopo. Si fermò a guardare il mio operato, un mobiletto in legno, in quel momento io ero dietro di lei, forse a 20 cm di distanza, e sentivo chiaramente il calore che emanava il suo corpo, oltre che il suo gradevole profumo. Il tutto contornato dal solito abbigliamento, e questo per la prima volta mi causò un’erezione che la tuta non riusciva a nascondere. Per mascherarla mi sedetti su uno sgabello. Lei fece lo stesso sedendosi sullo sgabello di fronte, e credo che abbia notato l’erezione da come tenevo le gambe una sull’altra. Mentre chiacchieravamo si mise a giocare con le cuciture della mia tuta, all’altezza del ginocchio. Si stava creando una situazione eccitante e imbarazzante, interrotta dal suo telefono, era ora di tornare a casa per cena. La accompagnai e tornai a casa per una doccia fredda. Dopo un’ora mi telefona lei, proponendomi un’uscita. A quel punto, non dico di no, in tempo record sono sotto casa sua. Solita uscita, solite chiacchiere, e poi  in giro in auto. Parcheggio in pieno centro, non volevo giocarmi tutto andando subito in un posto appartato. Iniziamo a chiacchierare in auto, e intanto inizia a giocare con la mia mano, accarezzandola e intrecciando le sue dita con le mie. 

 

Si ripresentò la stessa situazione del pomeriggio, e mi accorsi che da un paio di minuti aveva gli occhi socchiusi. Non potevo più aspettare, e mi fiondai per baciarla. Prima a stampo sulle labbra, non rispose. A quel punto, diedi il secondo,al terzo bacio la sua lingua era dentro la mia bocca. In pochi istanti le sue labbra si erano spostate sul mio orecchio, e sentivo distintamente la sua respirazione accelerata e ansimante. Io dovevo stare piegato, provando a stendermi la pressione del jeans su un pene ormai in piena erezione, non faceva altro che causarmi dolore. Fece per slacciare la patta, ma le feci notare che eravamo in centro, e sebbene non passasse nessuno a quell’ora, avremmo comunque dato spettacolo. Si limitò a strusciarsi, col suo petto sul mio, e con la mano da sopra il jeans a massaggiare il mio pacco, mentre io avevo le mani fisse sul suo sedere. Riuscì a farmi venire anche in queste condizioni, in pratica nelle mutande. Con un sorriso soddisfatto mi chiese di accompagnarla a casa, vista l’ora tarda e la giornata lavorativa successiva. Non mancarono i soliti sms subito dopo, commentando quanto accaduto. 

 

Il giorno dopo, Daniera era ancora senza auto, e arrivò il solito bigliettino per il passaggio. Risposi affermativamente, ma la avvisai che io sarei uscito 2 ore dopo di lei, visto che avevo del lavoro da recuperare. A lei andava bene, anche lei aveva qualcosa da sbrigare, quindi nessun problema. La prima ora passò a quel punto organizzando la serata. All’inizio della seconda, nuovo bigliettino, con scritto in stampatello “PRENDITI UN’ORA DI PERMESSO”. Alzo lo sguardo stranito, ma rapidamente mi rispondo da solo “ok”. Usciamo quindi, ci aspetta cena etnica, come concordato. Subito dopo ennesimo giro in macchina, e questa volta punto dritto verso il posto appartato. Si inizia come la sera prima, la sua lingua nel mio orecchio.  Dopo poco mi sussurra “è libero il tuo garage?”. Inutile dire, rimetto in moto e si va al mio garage. A quel punto si ricomincia. Scivolo sul sedile passeggero, con lei di sopra che continua a muovere la sua lingua con la mia. Palpo per la prima volta quel seno che avevo iniziato a desiderare da tempo. Bellissimo, sodo, e nonostante il reggiseno sento sotto i polpastrelli i suoi capezzoli ormai induriti. Le sfilo la maglia, abbassandole il reggiseno. Daniela continuava spesso a spostare la sua lingua nel mio orecchio, aveva capito che mi faceva eccitare parecchio, e il suo scopo era proprio quello. Iniziai ad accarezzarle le gambe, da sotto la mini. Man mano che mi avvicinavo alla sua mutandina aumentava il calore, e più mi avvicinavo, più lei mordeva il mio lobo e ansimava. Sfilata la minigonna, si dedicò a me, slacciando la patta e tirando fuori il mio pene, ormai diventato duro e gonfio di desiderio. Ormai senza maglia, inizia a massaggiarlo, baciandomi il collo. Pian piano scende baciando il petto. Baci sempre più bassi, mentre si abbassava, sentivo il glande strofinare sul suo petto e passando attraverso i seni. Pochi istanti dopo era nella sua bocca. Il contatto con la sua lingua era elettrico, indescrivibile. Con movimento lento e sapiente dopo pochi istanti stavo già per venirle in bocca. Evidentemente aveva capito, perchè si staccò dal mio pene, sfilando velocemente la sua mutandina e scoprendo una passerina completamente depilata. In un lampo, la trovo avvolta al mio pene, la sua bocca era tornata ora sulla mia, ora nel mio orecchio, mentre i suoi capezzoli premevano sul mio petto. Il suo enorme desiderio che era cresciuto e i suoi movimenti mi han fatto venire in poche pompate. Volevo ovviamente che non finisse lì, desideravo farla godere. Fino a quel momento lo avevo fatto praticamente solo io. Inizio così a dedicarmi al suo seno, mordicchiando i suoi capezzoli, e massaggiandole la passerina con le dita, assaporando il lago che aveva tra le gambe. Iniziava ad ansimare vistosamente, e questo era bastato per farmi tornare nuovamente in tiro. Dopo pochi istanti, ansimandomi nell’orecchio, tra una leccata e l’altra, disse “voglio fare ancora l’amore con te”. Questo mi basta per far tornare l’eccitazione al massimo. L’adagio sul sedile e mi metto sopra di lei, iniziando ad esplorare nuovamente quella passera così desiderata. Daniela inizia a contorcersi, seguendo il ritmo delle mie pompate, inizia ad ansimare sempre più forte, quasi a gridare, e io, essendo venuto poco prima, ho una resistenza molto maggiore. Sfruttando il fattore resistenza, pompo sempre più forte, e lei inizia a contrarsi. I capezzoli all’insù, sempre duri, e la sua espressione eccitata mi fa impazzire. Continua a contrarsi, e inizia a stringere le sue gambe intorno al mio sedere per premermi sempre di più sulla sua passerina diventata bollente, come il suo corpo. Stringendo le gambe sempre di più le parte un grido “sto venendo”, mentre continuava ad ansimare. Io reggo benissimo, e nonostante il suo orgasmo che mi fa sentire il pene completamente infuocato e circondato dai suoi umori, non mi fermo, continuo a pompare come prima. Lei gradisce, e continua ad ad ansimare, un po per riprendersi, un po per l’eccitazione che non sembrava affatto sparita. voglio farla venire ancora, e ricambio il favore mordicchiandole l’orecchio. Le piace, continua a stringersi a me, e inizio ad avere le sue unghie conficcate nella schiena. Continua a cercare il mio orecchio, questa volta per parlarmi, o meglio, per provare a parlare, visto il suo ansimare continuo. Continua a ripetermi “più forte, scopami sempre più forte”. La sua respirazione accelera, la pressione delle gambe avvitate alle mie e delle sue mani aumenta, io aumento il ritmo. Il secondo orgasmo è lungo e ancora pensandoci sento il glande infuocato dai suoi umori che le colano dalla passerina. Io sono ancora in tiro, ma mi fermo perchè la vedo proprio esausta, quasi in trance. Passano pochi istanti in cui restiamo immobili, o meglio solo lei. Io continuo impercettibilmente a muovermi dentro di lei, per farle capire che ci sono ancora.Si alza con un sorriso malizioso, e con i capelli arruffati, il che la rende tremendamente sexy, e ritorna alla posizione iniziale, con il mio pene nella sua bocca. Capisce che per pareggiare il conto deve dare il massimo, e inizia a leccare e succhiare in un modo che non mi consente di resistere ulteriormente, vuole farmi venire alla grande. Mentre lo fa mi guarda, e con le dita solletica lo scroto, facendomi salire un brivido di eccitazione improvviso. Sento che sto per cedere, la avviso, lei è come se non mi sentisse, aumenta il ritmo e sento la sua lingua muoversi sempre più velocemente sul glande. Esplodo venendole in bocca, lei continua a pompare con noncuranza, succhiando tutto.  Entrambi ansimanti, lei si posa su di me, baciandomi. Le labbra erano asciutte, non aveva risparmiato neanche una goccia. La sua lingua sa di sperma, misto ai suoi umori. Ansimanti e soddisfatti, ci volle un bel po prima di iniziare a pensare di ricomporci e riaccompagnarla a casa.

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