Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

La passione di una vedova.Ramy: La vacca che sto possedendo

By 14 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho conosciuto Ramy o meglio Ramona in una chat, su Badoo per essere chiari. Ramy non è italiana è rumena, e ha 40 anni. Prima di incontrarla abbiamo molto discusso. Io le ho detto molto di me e lei molto di se. Mi piaceva il suo modo di fare esplicito e la sua serietà nell’affrontare le cose. Lei cercava una relazione e io anche. Ci siamo trovati in chat e ci è piaciuto molto flirtare. Per un certo periodo Ramy ha giocato con me alla gatta che intrappolava il topolino e per un altro periodo io ho fatto il gatto e lei la topolina. Ci siamo attratti a vicenda e non potevamo resistere tanta era l’esigenza di scriverci sensazioni, interessi, pensieri, impressioni. Poi siamo passati ai messaggi sms e alle telefonate. Anche qui le cose avevano funzionato a meraviglia, tutto era fatato e il passaggio successivo è stato skype, li ci siamo potuti sentire e ci siamo potuti vedere. Ramy che in foto appariva interessante era senza dubbio belloccia, ben truccata e molto molto in carne. La sua carne debordava. Era una splendida signora abbondante, florida e opulenta. A me le donne così mi fanno sangue e io ho iniziato a farle una corte ancora più serrata, senza darle scampo. Mi piaceva, mi eccitava e io non le ero insensibile. Mi rendevo conto che cercava in più occasioni di restare sulle sue ma non le è stato possibile per molto tempo. Una sera mi sono denudato di fronte alla web cam e con il mio pene grosso e ritto come un pennone le ho chiesto di spogliarsi per me. Lei ha voluto declinare ma dai suoi occhi si vedevano le scintille aveva vergogna ed era indecisa. Era avida guardava il mio grosso pene e rideva, era a disagio combattuta fra quello che voleva il suo intimo e quello che la morale le imponeva. Ad un tratto io ho chiuso il collegamento ed ero certo che lei, come al solito, avrebbe chiuso e si sarebbe fatta la doccia prima di andare a letto. Non ho dato ulteriore interesse alla questione quando dopo circa una oretta mi è comparso un suo messaggio su wathapp. Ramy non riusciva a dormire e mi chiedeva di ritornare su skype. Ci ho riflettuto ma non ho voluto dargliela vinta. Credevo che si sarebbe sciolta e mi avrebbe fatto vedere il suo corpo ma non ho voluto darle la soddisfazione di ritornare on line. Dopo circa una ora su wathapp la frase era netta e perentoria, in maniera stizzita e mi imponeva quasi di ritornare sui miei passi. Ho abbassato la suoneria, mi sono voltato dall’altra parte e ho cercato riposo. Non ci sono riuscito ma la mattina è ricominciato con il buongiorno da parte della donna e tutto è passato nella normalità. La sera la solita chiamata su skype. Non ho risposto subito ma con fare riottoso ho deciso di’ accettare la chiamata. Ramy era seduta sulla sua sedia difronte al suo computer ma questa volta era in accappatoio e sorrideva nervosamente. La notte l’aveva maturata e dopo poche parole dolci e sicure le dissi perentoriamente di aprire l’accappatoio e lei con moltissimo imbarazzo lo fece. Esponeva alla mia vista due tettone enormi. Fantastico, Erano due fantastiche bombe 5 misura. Le dissi che quella vista mi faceva morire e lei sorrise di un sorriso malizioso. Iniziò a massaggiarle sfiorando i capezzoloni con le dita che avevano le unghie smaltate di un rosso molto arrapante. Non sapeva giocare con il corpo molto ingombrante ma si toccava in una maniera straordinariamente goffa e si stupiva vedendo che io morivo per lei. Portò alternativamente le dita in bocca riempiendole di saliva. La saliva debordava dalle labbra e lei la faceva cadere con dei filamenti proprio sul suo fantastico seno. Continuava ad impastare saliva e tette, chiedendomi se mi piaceva e io rischiavo un infarto. Guardavo i suoi movimenti goffi ma eccitanti senza tregua. Ero eccitato sempre di più e ben presto il mio cazzo si è rizzato. Ero già pronto in tiro e ho iniziato a segarmi mentre lei continuava a pastrugnare senza tregua quelle tettazze infinite. Era troppa tutta quella carne e il suo viso era arrapante le labbra rosse colore delle unghie, il trucco e quei sommovimenti erano straordinari per me che guardavo tutto e sognavo di possedere quelle montagne. Le ho detto che il mio scettro doveva montarla e lei ha fatto stretto a se le mammellone come per accogliermi. Nonostante fossero cadenti erano piene e il mio desiderio aumentava sempre più. Le urlavo che era fantastica e continuavo a godermi un rapporto a distanza con le sue poppe che ballonzolavano sbatacchiavano e ciondolavano al ritmo della mia masturbazione. Per quanto Ramy stringesse le tette il loro sballottare non dava tregua quelle montagne salivano e scendevano in maniera arrapante. Anche Ramy faceva sul serio si portava le tette alle labbra e si succhiava in una maniera spettacolare era oramai una performance erotica e il mio pene grosso di suo non resisteva più. Non chiesi nulla a Ramy, lei vedeva il mio stato in cam e la sua eccitazione era anch’essa al culmine. Aveva abbassato la sua mano destra e se io oramai reggevo il mio cannone lei si stava sditalinando il clitoride senza riposo. Ansimava e si masturbava. Toccava le sue intimità, si toccava in modo vorticoso quasi in una danza che le sue mani portavano a termine in maniera indiavolata. Non era abituata a pastrugnarsi ma voleva darsi piacere e voleva vedere il mio cazzo in primo piano. Lo chiedeva a gran voce, in maniera roca. Lo voleva in bocca, diceva che voleva sentire la sborra e sebbene lo stesse facendo di fronte a me in cam il senso del pudore era evidente e io sapevo che dovevo farle saltare il limite. C’era ancora in lei qualche freno inibitorio. Io la volevo e volevo facesse molto di più, molto di più. Mi sollevai sulle gambe e le mostrai il pennone dicendo che era tutto per la sua ficona calda, che non vedevo l’ora di infilarla senza tregua e lei rossa in volto toccava la fica e succhiava le dita in maniera voluttuosa. Mi diceva che io ero dentro lei e che voleva sentire il mio cazzo penetrarla ancora, ancora e poi ancora. Dissi che la stavo penetrando e lei ansimò ancora di più, gemeva non si dava tregua e io la incalzavo. Niente tregua e niente limiti. Ben presto tutto divenne ritmico e Ramy si fece rapire dal desiderio. Guardava avidamente la mazza, urlava che la voleva dentro e io le dicevo di si che era tutta per lei e che gli e lo stavo mettendo con tutta la forza che avevo. Guaiva laida e tutta la sua opulenza di carne era debordante, scomposta. Si alzò anche lei era grassa ma oramai ogni parte di se urlava desiderio mi desiderava in modo animale come io la volevo senza tregua. La sua lingua mulinava e continuava a gemere mentre le sue dita penetravano nella fica la aprivano in maniera lacerante e lei si carezzava con passione. Poco ci volle ed esplose in una maniera fragorosa cadendo sul letto vicino in preda all’orgasmo. Non sentii nulla per diverso tempo dopodiché lei ritornò ancora nuda e mi disse che era tutta bagnata e che avrebbe dovuto fare di nuovo la doccia. Avrei voluto essere in quegli istanti li a succhiarle tutto quel miele di donna ma ero distante era il problema di skype, le dissi di andare ma lei non volle lasciare il collegamento. Volle rimanere a fissarmi e ad incitarmi nella mia attività masturbatoria e la sua voce fu perfetta per spingermi dove ancora non ero arrivato, venni tra le mie mani e lei urlò che venne anche lei ancora, ancora e poi ancora e fece una cosa magnifica riempiendo dei suoi umori le tettone e offrendomi quei fantastici capezzoli grossi e duri pronti per essere succhiati. Fu bello sentii la realizzazione di un desiderio anche se eravamo distanti.

I giorni che seguirono furono simili a quello. Ogni sera avevo il pretesto e le chiedevo sempre di più il suo corpo carnale mi faceva godere sempre e solo la distanza ci frenava. Visto che io risiedo a Roma e lei in un paese vicino ma il desiderio per me è sovrano ed incontrollabile’ per cui le feci capire che non avrei aspettato oltre. Lei mi tirò per le lunghe l’incontro mentre io ormai avevo una voglia che mi portava via. Conoscevo tutto di lei e volevo possedere dal vero tutto quello che possedevo telematicamente. Più cercavo un appuntamento più lei nicchiava faceva di tutto si toglieva il reggiseno e io godevo di sentirla e vederla godere. Oramai eravamo diventati perfetti godevamo telematicamente all’unisono in continuazione la mia voglia era molta ma una volta che lei era diventata disinibita non la fermava più nessuno. Con il passare delle settimane io avevo acquisito tutti i dati possibili e immaginabili sapevo di lei tutto o quasi del suo passato e anche della sua vita attuale. Era divorziata e con una figlia ma viveva ormai da anni in Italia dove si voleva stabilire. Era infermiera ma faceva la badante e avevo saputo pure l’indirizzo della famiglia in cui svolgeva il suo servizio. Sapevo che Ramy ogni sera faceva una passeggiata al centro del paese e nel paese piccolo dubbi per trovarla non ve ne erano molti. Ero fortemente decisa a prendermi quello che mi spettava e dopo aver parlato in mattinata con lei e dopo averle promesso che ci saremmo rivisti nella serata su skype partii alla volta del paese con la mia macchina, intenzionato a godermi tutta la trasferta. Fu una giornata piacevole il paese era ospitale e anche le aree limitrofe non erano male. Mangiai in un ristorantino molto noto e poi andai ad attendere la sua uscita. Aspettai non poco ma più attendevo più il mio desiderio cresceva. Finalmente il portone si aprì e lei comparve. Era quasi identica a come la vedevo su skype. Truccata bene con occhiali da vista modello leggero un bel viso, curata e abbondante, molto straripante. Era vestita con gusto sebbene senza esagerazione. L’unica particolarità era nella ricerca degli accessori: collane e bracciali. Scesi dalla macchina e mi avvicinai. Lei rimase perplessa come fulminata e io le sorrisi. Il suo sorriso fu imbarazzato e io le dissi Sali tu in macchina o devo farti salire io? Non rispose salì e io uscii dal paese. Non mi disse altro di evitare la gente pettegola e io evitai tutto e quando fummo ad una distanza ragguardevole dal paese le dissi: ‘in albergo o a casa mia a Roma?’ ma lei non rispose. Decisi io e partii per Roma. Lei mi disse che non si poteva allontanare per così tanto tempo ma io le dissi che era solo una notte che avrebbe dovuto trascorrere e che era meglio che si fosse rilassata tanto indietro non l’avrei portata. Prendemmo l’autostrada e finalmente la donna si era rilassata ora rideva e scherzava, mentre io covavo desiderio. Era stato un rapimento vero e proprio con lei che però sembrava consenziente. “Non ci volle’ che un’oretta ed eravamo sotto casa mia parcheggiai sebbene non fosse affatto facile e la feci scendere dalla macchina. Era rosa dall’ansia e dai sensi di coolpa mentre io già l’avevo abbracciata e la tiravo verso il portone di casa. Esitammo ancora ma io sentivo il suo sudore, lìodore di lei misto al profumo femminile in un che di afrodisiaco che non mi dava pace e allora la spinsi, la trascinai senza violenza ma con risoluta convinzione e lei fece i passi che doveva fare. Già quando salimmo in ascensore lei era fra le mie braccia e io l’abbrancavo con grande smania. Fu un attimo aprii la porta e le piombai addosso con lei che era in mia balia. La voglia mia era irrefrenabile anche se non nascondo che Ramy provò a resistere. L’avevo già condotta sul divano e con metodica insistenza avevo preso di mira le sue labbra prima dischiuse poi sempre più aperte sino a far entrare la mia lingua guizzante e sempre più prepotente. La volevo tutta e subito mentre lei cercava di sottrarsi. Sapevo che dovevo un po’ forzarla e se la lingua sendeva in profondità le mie mani non erano da meno. La stavo lavorando cercando di sfilarle il pantacollant. Le dissi che la desideravo. Volevo sfinirla. Ora non avevo in mente altro che possedere quella immensa donna che iniziava a gemere per le toccate che andavano tutte a segno. Volevo chiavarla, soddisfare tutto quel ben di dio e soprattutto soddisfarmi. Nonostante le vane difese di Ramy sono arrivato dove volevo. Abbiamo lottato una mezzoretta. Schermaglie più che altro ma lei aveva allargato le gambe. Aveva iniziato ad accettare ed io le avevo iniziato ad infilare in vagina alcune dita titillandola. Sapevo di dover raggiungere la clitoride e lo feci. Era di grandi dimensioni, fu semplice sgrillettarlo e lei subì i miei primi giochi. Non ci volle molto che era già fra le mie dita e io lo potei suonare a mio piacimento prima pollice e indice poi pollice e medio quindi pollice ed anulare. Ramy non sapeva più che fare era in preda ad una tempesta di sensazioni, si stringeva a me prima di cedere e intanto ansimava. Era desiderio forte, vibrante. Ho accompagnato le sue dita sulla fica e lei ha iniziato a fare la cosa più naturale lavorandosi le grandi labbra come solo una donna può fare. Si è offerta. Io ero già in posizione e il suo pensiero fu il mio. Iniziai a leccarle tutto l’interno cosce e poi con le labbra umide e la lingua calda succhiai tutto con avidità. Mordicchiai e leccai come un affamato e lei era pronta a capitolare. Ci voleva poco, nulla era li per abbandonarsi. Lavorai tutto di lingua senza lasciarle un attimo di tregua. Sentivo di dominarla ma ancora non cedeva la porcella. Era tanto il suo liquido, i suoi umori mi piaceva sentire come produceva, come secerneva. Ansimava, grugniva la porca, era pronta. Non bastava la lingua guizzante c’era bisogno di altro e allora infilai le dita ritmicamente. Lavoravo con forza e sapevo che era questione di attimi. La clitoride era in mio possesso. Tra dita lingua e labbra non aveva scampo. Ero avido iniziai a ciurrarlo a succhiarlo come dovessi prenderle l’anima e in effetti questo volevo da lei ‘come stesse succhiando un capezzolo. Questa sollecitazione fu troppo per Ramy e la voce rotta dall’emozione segno il momento. Stava venendo in maniera brutale e fu una cascata di orgasmi a catena, una ripetizione senza limite. Fu fantastico sentire tutto nella mia bocca. Quel liquido era il simbolo del mio possesso. Penso a quanto è fantastico averla domata e penso a quanto ancora mi potrà dare ora che l’ho presa per la prima volta. La voglio vedere in viso mentre lei si vergogna di essere venuta in questo modo travolgente. Il divano è pieno di liquidi e lei sbroda ancora mi chiede per favore di andare al bagno, non sopporta quei liquidi i suoi liquidi e soprattutto non sopporta che la mia barba è piena di suo liquido di suoi umori, mi chiede ed esige di potersi lavare ma io non gli e lo concedo. Sono più forte, lei svaccata dal solo preliminare, dalle mie leccate e dallo sditalinamento si sente sfatta. Ancora esce quel fantastico liquido dalla fonte e io bevo. Credo che leccare la fica di una donna sia la cosa più fantastica del mondo.e sento lei’ che gode. Mi implora di lasciarla andare ma non ha capito molto perché io la devo svuotare. Devo prendere tutto da lei. Lei è esterrefatta e io non ho tempo da perdere la sistemo in maniera brutale in modo che possa infilarle il mio cazzo nella sua bocca e lei non ha la possibilità di parlare. Io entro fino in gola. La sento soffrire non respira non fa nulla poi inizia a succhiare. Anche in questo è goffa, forse non ha mai fatto un pompino ad un signor cazzo? Ho pensato che imparerà. Le labbra sono carnose fantastiche, la bocca ha una bella apertura e la lingua è dolce e calda. Lei impara mentre io la dirigo. Non è una bocchinara ma fa il suo effetto, poi i suoi seni sono li a portata di mano e io amo mungere le vacche. Si è una vacca, una vacca rumena e io sento il desiderio di dominarla mentre lei è sottomessa. Muggisce la vacca la sento che è calda che vuole tutto senza risparmio e allora io sono li dentro di lei. Mi vuole finalmente e lei che mi cerca avida e io la servo con il mio cazzo che spadroneggia nella bocca. Non riesce a farmi venire, io sono molto lungo. Lei ciurra ma io non venni. Ramy aveva capito e fece la cosa più eccitante che poteva fare offrendomi le tettone che io iniziai a leccare senza tregua. Le baciavo, le succhiavo e le leccavo lasciando su di esse la mia copiosa saliva. I suoi capezzolotti mi stimolano pensieri lascivi, mi sento un porco che vuole la sua scrofa e la otterrò. Mungo la donna in una maniera così violenta che lei rimane senza fiato. Sono sempre su di lei. Anche lei capisce che voglio penetrare nel seno e finalmente trova la posizione giusta. Non vi è dubbio le sue tettazze debordanti ricoprono il mio pennone e la lotta e impari ma ben presto le sue tette e i suoi sforzi vengono premiati e io l’ho inondata senza limite, innaffiando tette, capezzoli bocca e braccia. Mi sono svuotato sopra di lei e ho avuto la sensazione di afflosciarmi come si affloscia un palloncino sgonfiato. Questa sensazione è durata molto poco mentre continuavo a succhiare avidamente le sue poppazze bagnate dal mio seme. Non ci volle molto, solo un po’ di riposo e il mio fantastico pistone era già pronto ad entrare in lei finalmente. La posizionai alla pecorina. Era oscena grassa e cosce larghe, davvero oscena. Il mio ingresso fu facile, facile, lei era zuppa di secrezioni vaginali. Pensavo tutto fosse più difficile e invece no, tutto fu estremamente facile. La sensazione di monta è terribile, forte e indicibile. In quel momento lei è la mia femmina da monta e io sono il maschio da monta che la piega e la fa sua nella maniera più animale possibile. La fotto”””.., si la chiavo senza limiti. Non voglio limiti. Non le do tregua con il mio stantuffo pompo la sua fica. Lei e grossa, voluminosa mentre io sono forte e agile. Entro ed esco con rapidità ma sono profondo, netto, duro. Sento la mia vacca e sento di essere il toro che quella vacca deve distruggerla. La voglio demolire e le lo sente e mi incita. Il suo italiano non è perfetto ma è meglio così l’eccitazione rende meglio e la sua fregna è un lago, un brodo caldo da cui non esco più non voglio uscire. I miei colpi sono molto violenti. Brevi e violentissimi. Perdo in velocità ma sono molto profondo L’ho abbrancata per le tette e la mungo come una vera vaccona deve essere munta. Lei mi cerca con le mani e io non le faccio mancare nulla sono tutto per lei. Gronda di umori. La vacca è bagnata zuppa. La fica rasata è madida e io non riesco di fronte a tanto squirtare a resistere e vengo in lei nella sua ficona con un urlo spettrale. Ci ho messo tutto in quell’urlo di disperato possesso mentre lei ansimava e gridava. Si accasciò ed io su di lei rimasi. Lei cedette al sonno mentre io rimasi a guardarla. A me sembrò una eternità ma era un peccato avere tanta abbondanza e sprecarla così per cui iniziai a lavorarla in profondità mentre dormiva. Mi predisposi nel modo migliore e la predisposi titillando ogni parte intima con le mie dita. Nonostante fosse in dormiveglia ilsuo corpo rispondeva pienamente a tutte le sollecitazioni. Era bagnata, ancora bagnata di umori che scendevano a fiume e quello oramai era il mio fiume. Quanto è bello sentire le sue secrezioni e l’orgasmo, liquidi umori che succhio e lecco con grande desiderio: fantastico. Ramy ora era sveglia le sue mani si agitavano sul suo corpo giunonico e si mungeva con ardore le tette, mentre godeva delle mie succhiate. Si torturava i capezzoli, era magnifica. A questo punto non risposi più di me stesso, mi impuntai che volevo il suo ano e lì fu una vera battaglia, anzi direi una vera guerra Ramy da subito si mostrò ostile. E più io imponevo le mie mani sul suo culone natiche puntando a infilare le dita, per fare pressione, aprire e soprattutto allargare il buchetto più lei si rivoltò con forza. Lottammo le diedi diversi ceffoni ma lei non voleva cedere quel buchino in quel deretano immenso. Ero più forte ma faticai a imporle le dita nell’ano. La insalivai, avevo una crema ma non avevo tempo per andarla a prendere. Non immaginavo che quella vaccona avesse il buco del culo vergine. Mi toccava violarla. Ci volle molto si difendeva la cagna, nonostante la colpissi in maniera diretta. Le cose più belle si ottengono con difficoltà mi ripetevo e più la martirizzavo più la donna rumena cedeva e io aumentavo il mio desiderio. La posizionai bene e puntavo solo all’orifizio anale. Urlava e non sapevo come fare, pensavo e decisi che avevo bisogno di pochi istanti. La massacrai di toccate e ditalini, la feci sgorgare senza ritegno la affaticai senza tregua. Tutto di mano e di dita uscendo ed entrando dal ficone e poi mentre lei era in catalessi mi alzai di scatto raggiunsi la camera da letto. Presi il dildo e mentre ancora Ramy si riprendeva eccolo che gli e lo avevo messo nel culo, forte possente e solo un po’ lubrificato. Urlò come la stessi scannando, diceva parole indicibili, in una lingua indecifrabile era arrabbiatissima ma il dildo era in culo e la sformava a mio piacimento mentre io giocavo ormai con la fica che era zuppa piena, satura di brodo. Questo era il succo primordiale che volevo. ‘

 

Ormai Ramy è il mio fine settimana preferito e ogni settimana vola via sapendo che posso godermi la mia opulenta rumena. Mi piace godermela e mi piace sentire come gode. La fantastica cosa è che Ramy mi fa sentire come sia l’unico uomo sulla terra. Nei suoi orgasmi illimitati mette l’anima e mi fa sentire unico. I suoi orgasmi sono sconquassanti. Ogni attimo è buono e lei ha capito che dobbiamo ritagliarci i momenti per noi e solo per noi, in cui ci possediamo senza rispetto. Nel letto non si possono fare sconti o avere rispetti particolari e così le ho spiegato che nel culone lei lo deve prendere sempre, almeno finché starà con me. Siamo partiti che lei aveva l’idea che nel suo ano non sarebbe mai passata neanche una piccola supposta o un clistere e, invece, si è trovata il buchetto massacrato da un dildo e dalle mie dita. Lei ha fatto la riottosa ma c’è poco da fare, in culo lo deve prendere tante di quelle volte che il suo buco dovrà diventare un tunnel di un’autostrada tutto per me. Voglio entrare e uscire in lei come meglio credo. Ha fatto storie ma deve finire di farle. Lo so, ormai, la penetrazione anale la sente sconveniente, la sente sporca e oltraggiante ma è la cosa che voglio di più da lei: me ne fotto e più si oppone più questo oltraggio me la rende ancora più appetibile. Non le ho fatto togliere il dildo per tutto il periodo in cui abbiamo fatto l’amore e ora le ho donato un butt plug che lei deve inserire ogni giorno per tante ore al giorno, minimo 4. Lei fa la badante e penso spesso a che tipo di problemi può incorrere con un aggeggio fisso in culo a dilatarla e penso anche alle voglie che questo ispira in me e in lei. Inoltre io voglio sempre’ vedere che svolge la sua azione quando siamo collegati su skype. Le ho regalato anche un vibratore che deve attivare ogni qual volta io ho voglia e fare in modo che possa vedere i suoi effetti e a giudicare da quello che vedo si tratta di effetti ottimi. La cam è un miracolo per controllare i suoi progressi. L’intera settimana scorsa sono rimasto a desiderare la mia vaccona che più passa il tempo e più si surriscalda e più si surriscalda più io la bramo. L’ho aspettata il venerdì scorso immaginando che lei mi desse appuntamento per una cam erotica ma non si è fatta vedere. Ero furente e lo stesso è accaduto sabato. Mi sono chiesto se per caso volesse giocare ancora al gatto con il topo ma essendo in fatto di donne molto risoluto ho fatto una nuova incursione. Ogni sabato Ramy so che è libera e io la voglio. Anche al telefono non mi ha risposto e allora l’unica cosa è stata andare a prenderla. Arrivato sotto casa le ho telefonato e lei non ha risposto ancora. Ho fatto passare, allora, mezza ora e l’ho richiamata. Lei non ha risposto ancora e le ho scritto un messaggio su wathapp: se non scendi salgo io a prenderti entro 20 minuti e non me ne fotte se ti sputtano con i tuoi datori di lavoro. Ti prendo e ti scopo li per li così vedono tutti come si deve trattare una come te. Non erano scaduti i minuti che le avevo dato che lei era scesa e un po’ timorosa e si era avvicinata alla mia macchina. In modo brusco e prentoriole ho detto di salire e lei è salita. La ho subito abbrancata e lei mi ha allontanato, mi ha detto che non voleva farsi vedere in paese e io l’ho accontentata, ma usciti dal paese siamo andati subito in camporella. Ramy si è un po’ stranita ma io volevo consumare al più presto e ho fatto quello che avevo in animo. Lei era allarmata mi chiese dove la portavo e cosa volevo fare. Le dissi che non era difficile capire. Strada dissestata, aperta campagna, macchina spenta e assalto alla vacca. La macchina era comoda, Ramy grossa e con poche possibilità di movimento. Iniziai subito a massaggiare le tette e a baciarla e lei presa d’assalto non seppe difendersi. Non riusciva era impacciata e io godetti dei primi momenti di sbandamento. Dopo poco avevo la situazione in pugno e lei mi masturbava. Non sembrava contenta ma lo faceva. Iniziai con baci profondi e lei tentò di evadere. La mia lingua guizzava nella sua bocca violata mentre sovrastavo i suoi seni mungendoli come una vacca deve essere munta e ben presto accadde quello che doveva accadere: Lei iniziò a gemere e a pompare il mio cazzo in maniera sempre più convinta. Le succhiai le tettone senza ritegno e con foga e irruenza e lei si lasciò andare alle sue solite frasi in rumeno, miste ad italiano. Le piaceva molto ripetere ossessivamente mettimelo e io volevo proprio metterglielo. Certo la cosa era scomoda da seduti, per cui aprii la portiera arrivai dalla sua parte e senza aspettare nulla le sollevai la gonna che aveva. Le abbassai le mutandine mentre le sue grasse cosce erano strette. Allargai quanto possibile e infilai la mia mano nel prezioso scrigno pieno di umori caldi. Mi aveva fatto la sorpresa. Ramy era zuppa fradicia e non aspettava altro che il mio cannone la facesse mia. Ripetevo: hai capito Ramy la porcona’.., mamma mia che vacca che sei? E lo sai che tutto miele questo’.. e grugnendo bevvi con foga come un assetato. Ramy era al culmine dell’eccitazione: la situazione, la mia lingua, le mie dita, le mie labbra; Ramy si sentiva pazza. Chiuse le cosce e io fui stretto sempre più con le sue mani che premevano sulla mia nuca e spingevano chiedendo sempre più, sempre più. Era lei che mi chiedeva di succhiarla, mi carezzava i capelli e gemeva. La fica era calda sugosa e voleva esplodere: mi implorava di farla scoppiare. Urlava: Tisoro, Tisoro mio, mio bello, mio cuore mittimelo, mittilo tutto’.. e io non volevo attendere più era inutile. Continuavo a penetrarla in mille modi diversi. Lei ora voleva il cazzo ma non era possibile e allora esplose nelle mie dita, nella mia bocca mentre la abbuffavo di preliminari e lei si contorse e scoppiò ancora e ancora e ancora. Non finiva più di venire e l’odore forte di lei mi inebriava. Ero grosso da fare paura mentre lei era spossata e vinta, senza più forze, come è giusto quando si è dato tutto. Ora il mio spadone era puntato verso lei e lei sorrideva un po’ ebete e un po’ no dicendo sono una schifezza, sono tutta bagnata è un casino. Non era un casino. Era stato l’inizio di una fantastica chiavata. La baciai e lei maternamente mi prese e giocò con la spada di carne. Mi chiese ingenuamente se poteva svuotare il mio cazzo. Io le dissi che se c’è l’avesse fatta mi avrebbe fatto un notevole favore. Iniziò un fantastico pompino, non credevo arrivasse a nulla ma poi scoprii che aveva fatto tesoro delle cose scoperte la settimana scorsa. Tette e bocca, bocca tette, lingua labbra e tette, gioco di tette a morire. Imparava presto la rumena e io esplosi senza neanche colpo ferire e fu una esplosione che lei diresse tutta sull’incavo delle tettone scampanellando i capezzoli. Fu magnifica. A questo punto rimasi ebete io e lei sorrise e mi accompagnò a succhiare e ripulire tutto quel ben di dio che ci passammo di bocca in bocca di lingua in lingua. Volevo di più ma lei fu irremovibile. Stava diventando buio e allora ripartimmo. Ramy era stanca ero indeciso sul cosa fare ma quando si trattò di decidere fu lei a dire: ora dove mi porti. Non vorrai tornare paese io volio scopare. Mi devi fottere pune pula in vagin rip fundul meu și rupe anus. Non dovevi fare quello che vuoi? Mi sorrise e io capii che potevamo andare a Roma. Non ci volle molto. Fu difficile parcheggiare, poi abbracciandola la condussi al portone. Non riuscivo ad evitare di pastrugnarla e sebbene lei fosse abbastanza in imbarazzo mi lasciò fare. Aprii la porta di casa e Ramy era già pronta per il divano, ma io la condussi in camera da letto. Si distese e io le misi il cazzo in bocca come assaggio di quello che l’avrebbe aspettata. Le labbra aderirono come tutta la bocca al cazzone e iniziò a sbocconcellare. Non era brava di lingua ma fece. Mancava l’esperienza ma vi era il desiderio. Fu un pompino atipico con Ramy che spesso rallentava e aveva conati di vomito. Non riusciva a farmi arrivare ma riusciva ad eccitarmi. Ero stanco di giocare stanco di desiderare e volevo esplodere a modo mio. L’ho impostata a pecora, non volevo sapere nulla volevo solo fotterla e ho iniziato a penetrarla le ho infilato le dita in vagina e lei mi ha sentito bene nonostante sia mastodontica. Ha aspettato un attimo con panico, perché io sono ricomparso con il dildo. L’ho vista perdere colore, mi ha pregato di non farle male al culettino. Ricordo bene sempre la sua frase che mai niente sarebbe entrato da quel buchino e allora trovo la voglia perversa di infilare, un dito, poi due e poi anche tre e inizio a muoverli sempre più freneticamente a ritmo dei suoi urli. Urla Ramy, urla a non finire e io la abbasso sul cuscino che così attutisce ma l’ano deve essere mio. La rimesto a mio piacere e poi finalmente per lei tolgo le dita. E’ un attimo arriva il dildo che infilo con precisione insalivandolo in maniera giusta. Protesta Ramy protesta ma il dildo è dentro e io entro in vagina e tengo il dildo in posizione utile. Lo muovo in lei. Ramy cerca di resistere ma non può’le sollecitazioni sono troppo forti e ora è la volta del mio cazzo che pompa a pieno regime. Entro con potere, con autorità e lei deve subire. Sono eccitato dal vedere ciondolare lascive le poppe. Fantastica, tutta da scopare. Le urlai che questa notte l’avrei inculata senza tregua e che il suo culo sarebbe diventato una galleria anale tutta e solo per il mio cazzo. Pianse ma fu soprattutto per nervosismo. Entrare col cazzo fu un’esperienza bella in quelle natiche enormi. Entrai e spinsi, fui tutto dentro e poi inizia a pompare con lei che ancora piagniucolava mentre io schiaffeggiavo alternativamente le natiche fino a fargliele rosse. Infilai il cazzo nel culo il più profondamente possibile, non finiva mai. Andavo con i miei colpi sempre più possenti ,ma all’inizio eravamo ancora molto scomposti. Ramy era ancora tesa e le pareti dello sfintere ne risentivano. Era dura anche se entravo la sua paura di sentire dolore rompeva il ritmo. Così non poteva andare. Decisi di mettere le mie dita a lavoro e mentre stantuffavo il suo secondo canale a tutto cazzo non le davo tregua nel primo canale con le dita. Ramy iniziò a sbuffare, non resisteva era indebolita anzi fiaccata dall’assalto. La pecorina era perfetta per dominare una come lei. La tenevo sui fianconi infilzandola ad ogni dai e vai un pistone che ora stava prendendo regolarità. Ramy urlava, ma io pensavo chissà cosa sentisse la mia vicina, e godevo come una bestia nel suo ano di vacca. La chiavai per un tempo lunghissimo e quando sentii che stavo venendo le montai ancora più sopra con le dita che ormai avevano macellato la sua fregna. Tutto era liquido, e si sentiva un forte odore di umori misto ad un po’ di urina. La porca nell’eccitazione si era un po’ fatta sotto. Finalmente scaricai nell’intestino la dose di seme e lei urlò in maniera straziante. Mentre lei piagniucolava, io ero orgoglioso di averla sodomizzata. Si accasciò e io la coccolai finchè si tranquillizzò. Anzi addirittura prese sonno per un po’ e io la lasciai fare. Quando si risvegliò la portai in soggiorno avevo preparato una cena fredda che lei si limitò ad assaggiare. Si sentiva grassa e sebbene avesse fame, lo si vedeva, evitò di mangiare. La coccolo, la vezzeggio sono sempre con le mie mani sul suo corpo, la faccio bere un buon vinello bianco e poi inizio a stuzzicarle i capezzoli, succhio e slinguo. Le mie labbra si attaccano alle sue mammelle come ventose. Lei è a disagio ma dopo poco accompagna le tette nella mia bocca. Alza lo sguardo al soffitto. Io succhio con maestria, passo la lingua e lappo tutto. Ramy aveva dischiuso la bocca ansimava e godeva con gemiti lunghi e profondi. Io sono ingordo. La mia lingua saetta sui capezzoli e le mie labbra umide coprono tutta la pelle delle tettone. Gode e per capirlo ci vuole poco ricomincia il lago la miciona è piena ed è urgente il mio intervento; scendo con la bocca e lappo tutto, la lingua ripulisce tutto, la mia bocca beve avidamente. Ramy mi ha spinto giù, mi ha collocato sulla fica e trattiene il mio viso li dove gli umori colano senza tregua. Lecco e titillo ogni parte che sento calda e pronta a darmi godimento. Urla ma il suo urlo maggiore è tutto della clitoride. Ramy sembra imazzita ora si che le cose si possono fare. La donna rumena è totalmente liquida. Posso sollevarla e posizionala a 90 gradi tenendosi al tavolo. La sua mole non le consente di fare posizioni audaci: è grassa ma tutto quello che le posso fare lo faccio ed esigo che lei ci stia. Non ci volle molto e con una sapiente opera di preparazione perianale ed anale era pronta. Le infilai una pomata in culo, doveva essere antiemorroidaria ma fece bene l’effetto, il buco si dilatò e io entrai con il cazzone senza proteste. Fu un’altra battaglia: Ramy era stanca ma io inesauribile. La volevo. Sono dietro e la bacio sul collo. Sono caldo. Il vino mi ha arrapato più del solito ero duro e la sbatto forte, sempre più forte, ad un ritmo forsennato. Sono profondo. Non le do pace nella sodomizzazione. Ramy sembra aiutarmi ha capito come aprirsi e cosa fare. Il suo culo flaccido è favoloso. Ramy si era piegata in avanti e assecondava i colpi. Sono colpi secchi, asciutti e lei urla ma io sono dentro e la voglio. Lei è sfondata. Non è stretta anzi è prolassata dalla mia cura. Ha le emorroidi ma non è importante. Il suo culo profuma, ci tiene a tenerlo pulito. Un forcing con Ramy che è una larva. Mi sento di distrugerla, lei è inoffensiva, vuole solo riposare ma io la voglio. Ogni tanto geme, ansima ma si vede che è in balia mia. E’ totalmente sottomessa. è fantastico, tutto è stupendo. Sì, c’è il dolore, ma viene compensato dal piacere che sta montando ora sembra quasi semplice. Ramy è rilassata. Si volta a guardarmi e sorride, mi diche che gli piace, mi incita la porca e dice cose che non capisco, ma non è un problema. Io le dico che la voglio tutta e che la inonderò fra poco. Mi ripete che le piace essere sfondata e io sorrido’ sono termini miei mi dice: bello mi hai rotto i culi e io sorrido ancora mentre entro ed esco a ritmo infernale. Non c’è più problema. Le mie dita hanno assediato la sua figona calda e burro cola da quella fessa. Le ripetevo sei contenta ora ti sfondo il culo e lei ripeteva : sfondi culi. Il seme era quasi pronto e lei oramai immobile e sfranta lo sentiva crescere e mi chiedeva: ora vieni? Ora vieni? Ma io colpivo e basta a ripetizione mordendole il commo sotto la nuca. Era più forte di me resistere e ciò nonostante vedevo che Ramy non ce la faceva più. Era sfatta e le sue gambe non reggevano il peso. Ormai era faccia avanti sul tavolo immolata e poi finalmente sento che stavo venendo’ la avverto, Ramy fa solo in tempo a ridestarsi che la invasi in maniera totale e le mie dita finirono di sviolinarla freneticamente nella vulva. La rumena si era accasciata definitivamente mentre il mio pene era sporco di cose che non ebbi difficoltà a riconoscere come escrementi visto anche l’odore forte che emanavano. Le chiesi se si fosse fatta addosso ma non capì’. Era comunque ovvio che nell’intestino vi fossero residui di escrementi. Ramy si stava abbattendo a terra sporca e sudata ma io riuscii a trasportarla sul letto dove la coprii per farla riposare. Dormì come un sasso tutta la notte, mentre io feci una lunga doccia ristoratrice.. Questa mattina, domenica, è stata fantastica sin d’all’alba ho iniziato a giocare con il suo corpo e sebbene Ramy abbia continuato a sonnecchiare ho ottenuto nel primo mattino una calda accoglienza’ nella sua ficona. Era rimasto il sapore e l’odore di ieri e io ho potuto godere dei nuovi succhi che la donna secerneva essendo continuamente sollecitata. Tanto ho fatto e tanto ho toccato che me la sono ritrovata ancora una volta pronta, sebbene volesse a tutti i costi fare una doccia. Diceva di sentirsi sporca, di avere bisogno di tempo e che voleva rimettersi apposto. Il trucco era in effetti andato via, e certamente l’odore di sesso era forte come quello del sudore e la pelle era appiccicosa. Provò ad alzarsi ma io la tirai giù la misi sopra di me e la impalai nella ficona. Protestò poco più del giusto poiché quando la lasciai galoppare sul mio cazzo a briglia sciolta non si trattenne e iniziò lei a scatenarsi senza pace. Le poppe saltavano su di me ad ogni colpo e io cercavo di trattenere tutto seppure sapevo fosse impossibile. Fu un’orgia di sensazioni inenarrabili, fortissime e io ci ho dato dentro. Per la prima volta credo di aver capito cosa vuol dire scopare da dio o meglio scopare una dea poiché Ramy si è dimostrata oggi una dea del sesso. Disinibita e disinvolta si è data completamente senza risparmio e a favorito ogni mia iniziativa e ogni mia voglia anche la più porca. E’ stata una domenica da dio. La rumena era indiavolata ed io approfitto. Le chiedo senza mezzi termini di farsi sodomizzare ancora. Voglio il culo. Lo esigo. Lei lo sa e si fa fottere il culo con sofferenza impalare. Ho sentito finalmente di averla distrutta. Di averla rotta, di averla aperta. Ho goduto pienamente nell’invaderla e lei ha subito grugnendo ad ogni mio assalto. Si è stata una ccosa molto lunga e abbiamo messo molte energie. Sapevo che continuare così tutta la giornata sarebbe stata una follia ma l’ho fatto. Ho continuato a farmela ininterrottamente finche uno dei due avrebbe ceduto. Lei non sapeva cosa avessi in mente ma dopo la seconda inculata aveva iniziato a capire le mie intenzioni e mi aveva detto: sei pazzo mi amazzi cosi ma io l’avevo schiaffeggiata sulle natiche ed ero ripartito. Ero già pronto e non ci volle molto a rendere pronta anche lei. La penetro alternativamente in culo e fica e Ramy non sa più come trattenersi. Gronda liquidi da ogni parte è in balia del desiderio e io che riesco a rimanere abbastanza lucido la posso predisporre a dare il meglio. L’ho sentita agitarsi venire con uno squirting continuo ed ora gode mugghiando senza limite, urla, sbatte la testa ciondola i seni. Sono le tettazze tue che mi fanno impazzire Ramona del cazzo. Sei mia stronza di una rumena e lei si fa strizzare. Geme la scrofa. Mi incita a succhiare e a non parlare e io la insalivo tutta. I suoi capezzoli alternativamente sono ostaggi delle mie labbra. Li mordicchio con i denti. Lei riparte e io la lavoro con le dita. Di nuovo succhi, di nuovo sugo, sapore di donna, miele. Lei non capisce più niente è sconquassata dalle sensazioni, mentre le mie dita sentono la sua crema più intima. E’ un oceano una tempesta sono tutte secrezioni vaginali. Ora sono io a cercare la sua micia calda e bagnata. Voglio metterle il mio cazzo. La penetrai ancora e poi ancora. Sono stato arrapato e senza tregua sapevo’ che avrei dovuto farmi bastare il desiderio di Ramona per tutta la prossima settimana e devo dire che non ho potuto fare a meno del forcing, non ci sono riuscito è stato più forte di me non mi è bastato mai. Abbiamo fatto la doccia insieme, sono sceso al bar le ho portato una sontuosa colazione e poi di nuovo l’ho voluta e l’ho rivoluta e ancora in uno stato di arrapamento bestiale che si è concluso con un 69 che le ho fatto di forza, quasi violentandola.

A ora di pranzo è stata la volta delle tette. Ho voluto penetrarla in quelle magnifiche montagne e l’ho fatto senza chiederle più di tanto’ lei ha capito e mi ha fatto venire. Il pomeriggio dopo un abbondante pranzo l’ho invece ripresa dal buco del culone e lei ha saputo appagare ogni desiderio. Abbiamo concluso il nostro week and romano con una chiavata in bagno, lei davanti allo specchio posta a 90 gradi e io dietro in una interminabile massacrante ennesima inculata a sangue, poi la doccia e siamo ripartiti. Domani è lunedì e Ramona deve lavorare. Chissà come si sentirà domani mattina. Sono tornato adesso e mentre sto scrivendo sento ancora l’odore e il sapore della sua vagina, dei suoi succhi e del buco del suo culo che ho rimestato con le mie dita fino ad un’ora fa. Che bel weekend. ”’

 

 

Dopo l’intensa mattinata di sabato passata con Rita ho deciso di ritagliarmi tutto il pomeriggio per riposare. Il vero tour de force, del resto, è partito venerdì e Rita è stata molto esigente devo ammetterlo. La mancata consueta visita alla mia amante rumena, tuttavia, mi è stata rinfacciata ampiamente da Ramona che ha iniziato a telefonarmi e a bersagliarmi tramite wathapp e skype, fino a quando io non ho risposto. Ho scoperto solo allora quanto può essere gelosa una donna rumena. Solo in tarda sera è rispuntato il sereno nei nostri rapporti e abbiamo potuto prendere appuntamento per l’indomani. Dopo averle chiesto scusa mille volte e averle spiegato che per miei impegni non abbiamo potuto portare a termine il nostro incontro, le ho dovuto promettere un incontro di fuoco la domenica mentre lei di fronte al video sbatteva oramai senza ritegno le sue poppe di fronte ai miei occhi. Potenza di skype mi sono arrapato non poco. Ramona e la sua abbondanza mi provocavano. Lo show si protrasse per lungo tempo e Ramy che di solito era molto meno disponibile in cam mi fece comprendere appieno la sua disponibilità e quanto fosse calda. Si masturbò in diretta godendo sfrenatamente e facendomi godere alla vista di lei che si contorceva con il dildo che le avevo donato e che pieno di liquidi vaginali succhiava e leccava senza limite. La domenica ero pronto a compiere il mio piacevole sacrificio tuffandomi nell’abbondanza delle forme di quella vaccona di Ramona che mi aspettava. Avevamo fatto i calcoli. Avremmo avuto tutta la giornata davanti a noi. Un oretta e arrivai al paese, e meraviglia delle meraviglie lei tirata a festa era già all’appuntamento. Non dovetti aspettare nulla. Salì in macchina e mi stampò un caldissimo bacio a tutta lingua. Durante tutto il viaggio la sua mano sinistra fu costantemente a frizionare il mio pene e io fui ancora più certo delle intenzioni della mia compagna di viaggio. La presenza della sua mano in segno di possesso mi eccitava molto. Il cazzo, infatti, cresceva a dismisura. La restante parte del viaggio mi vide impegnato a tenere sulla corda Ramy che ha questo punto dovette subire la visita della mia mano destra tra le cosce. Complice lei, avevo alzato le mutandine ed ora mi godevo l’afrore dei succhi che l’eccitazione di Ramona ingenerava. Per quello che potevo sentire stando alla guida era bagnata fradicia e pronta per l’uso. Ad un certo punto arrivammo che la stavo facendo godere con le sole dita e giudicai un peccato essere in autostrada. Volevo prenderla ma non sapevo come. Lei oramai aveva sbottonato il mio pantalone e stringeva a se la mia mazza come fosse un suo trofeo. Continuammo a viaggiare così con un frdiderio che mi portava via. All’altezza di un autogrill a poca distanza da Roma reputai che era meglio entrare in un parcheggio, la domenica mattina non era frequentatissimo. Scelsi un parcheggio appartato reclinai lo schienale di Ramy e iniziai la festa baciando e succhiando tutto quello che potevo portare a contatto della mia bocca e della mia lingua con Ramona che di fatto subì questa iniziativa. La cosa se possibile surriscaldo ancor più i nostri animi per cui quando ripartimmo, quasi subito, io ero ancora più desideroso di prima e Ramy era diventata un oceano di quel sugo denso e vischioso che avevo imparato a suggere con entusiasmo. Finalmente arrivammo e la fretta di Ramy fu ancora più evidente. Nell’ascensore si era donata e la sua bocca si era attaccata alla mia, mentre ci i succhiavamo a vicenda le lingue. Raggiunta la porta ci siamo catapultati dentro. Non vi è tempo, il divano basta, butto Ramy su di esso.’ Apro le cosce e tuffo il viso in esse. Mi accoglie, socchiude le cosce mi fa entrare. Sa che la sazierò con i preliminari. La mia lingua compie un percorso noto le sue grandi labbra sono belle gonfie aperte è tutta pregna di umori la fica è fradicia e io succhio nettare senza tregua. Lei ha lo sguardo liquido e voglioso. La assaporo in ogni parte e lei risponde come può con fremiti, mugugni e gemiti. So come trattarla e lei sa come farsi trattare. Andiamo oramai all’unisono, l’accordo è perfetto e io non ho tempo che dedicare un flash al ricordo di Rita con la quale ancora la medesima sintonia non esiste. E mie labbra sono stampate a pressione alla sua fica. La lavoro senza tregua e lei ansima e schizza schiuma, la vedo insalivarsi le mani, cerca di mettere le dita nella sua bocca per tranquillizzarsi, per regolarizzare i suoi fremiti, per cercare di tenere sotto controllo il desiderio, la passione, ma non ci riesce. Ritorna a rovistarti i capelli impastandoli con la sua saliva. Ormai tutto è un lago. Gli umori vischiosi sono colati sul divano e fanno bella mostra. Le mie dita suonano come un’arpa fra la clitoride e la vagina, Entrano nelle grandi labbra, si insinuano e provocano fiotti di liquido che Ramy non sa più come tenere a freno. La vagina secerne indipendentemente fluidi e lei che di suo è pesante grossa, voluminosa appare già spossata e in balia mia. Questo io voglio e mi ci vuole molto poco per prendere il sopravvento, posso’ agire come mi pare e lei è inebetita, forse il troppo desiderio l’ha messa subito in debito. Una buona occasione per posizionarla alla pecorina e incularla come fino ad ora non ho mai potuto fare. Il mio istinto è più forte di tutto voglio squassarle quel cazzo di culo. Le apro le chiappe e lei inizia a gemere, inizia a capire che la monterò nel culo ma io gli e lo dico chiaro. Adesso te lo spacco e mentre prova a articolare una risposta io sono già che spingo con forza e martello. Prova a disperarsi ma io le schiaffeggio le natiche. Le urlo che gli e l’ho già messo tante volte e che non mi faccia incazzare. Per come è messa non può divincolarsi, anzi non può fare nulla e io sono già dentro per metà. Le mungo le tette e la mordo al collo. Lei ha un solo moto di stizza ma è dovuto all’impotenza. Sono tutto dentro nel momento in cui la mungo con tutta la forza e mi sembra di essere un toro che ha sottomesso la sua vacca preferita. Lei si accascia e così facendo mi rende le cose ancora più facili il suo culo in aria adesso è davvero osceno da vedere. E’ totalmente sfranta con il viso infossato nel bracciolo del divano. Io le sono sopra e infierisco sul culo con lei sottomessa. Che non può fare altro che guaire laida ad ogni colpo. La siluro con un vigore particolare, senza darle tregua e le mie dita sono energiche nello sditalinarle la clitoride. La vacca esplode a ripetizione, ansima come una gatta in calore e i miei affondi vanno tutti a segno. Non articola nulla che non siano lamenti e mugolii. La tempesto di ceffoni sul culo le intimo di parlare ma lei con la voce rotta dagli orgasmi mi dice mi ammassi. Mi stai amassando, mi ucidi e io le urlo di parlare più forte non la capisco voglio sentirla godere e lei esplode di nuovo come sa presumibilmente in rumeno, forse maledicendomi per il massacro che sto esercitando sull’ano. Dai cazzo miagola gattona raglia, fai che cazzo ti pare ma fammi sentire come lo prendi in culo e lei singhiozza la voce è rotta dall’affanno’. Spero non le venga un infarto visto che io oramai non mi posso più fermare. La monta è irrefrenabile. Non penso altro che sfondarla e sentirla urlare, questi cazzo di affanni mi anno rotto, come anche i gemiti’ Sta perdendo ogni controllo ed ogni inibizione. La sento contorcersi, sento sotto le mie dita la sua fica gonfia, bollente, un mare di umori le colano tra le cosce. Non reagisce più ma il culo è mio è rotto definitivamente e le mie palle toccano le sue naticone. Entro ed esco ad un ritmo forsennato ma non arrivo e lei è sempre più sfondata, remissiva e inerme. Ecco cosa è manca il mordente. Così la posso dilaniare a vita, lei è sfatta non geme neanche più continuo per mio gusto in quella massa informe di carne e finalmente sento che tira. Sono vicino a riempirle l’intestino. Mi muovo ancora più freneticamente lascio la pozza di umori. Le mani ora mi servono ad altro. Le tiro i capelli con forza e lei finalmente da segni di vita si ribella proprio nel momento in cui trionfo inondandole il culo e urlando tutta la mia rabbia ed eccitazione: vedi vaccona ora siche ti ammazzo, vedi ora si troiona che non sei altro. Te l’ho spaccato, ti ho squartato come una vacca e lei ha ceduto definitivamente. Sono stanco pure io e mentre lei aveva già preso sonno sul divano io ne ho approfittato per distendermi in camera da letto. Evidentemente presi sonno anche io perché mi risvegliai trovandomi Ramona che stava leccandomi il cazzo. La sensazione era piacevole e presala per i capelli la intrappolai fra le mie cosce. Mi piaceva come sbocconcellava la mia asta, la lasciai fare poi mi venne una idea migliore mi alzai e la obbligai a stare sotto. La preparai per uno straordinario 69 e lei seppure recalcitrante dovette posizionarsi. Lei poteva sbocchinarmi ma io andavo più facilmente a segno. Presi di mira nuovamente l’area perianale, le grandi labbra e le torturai insieme alla clitoride e lei iniziò a far sgorgare fiumi di liquidi. In men che non si dica il letto come al solito era bagnatissimo come se avessero versato litri di acqua. Era incredibile quanto lei potesse essere sensibile al sesso orale e insieme avevamo capito che opportunamente gestita era una donna fantastica in grado di squirtare. senza limite. La lavorai senza tregua e lei iniziò ad avere come al solito i cedimenti a cui mi ero abituato. Sapevo che non avrei dovuta portarla al limite delle sue resistenze ma lo facevo sempre perché era per me perverso il gusto di sentirla sfranta, senza forze e senza difese. Si ripeteva a questo punto la stessa scena con me che mi lamentavo del fatto che lei era inanimata e lei che dopo molte richieste mi rispondeva: mi amassi così, mi fai male non ci la fascio. Mi amassi non lo capissi chi mi amassi. Tu ci la fai ma io no e non posso nascondere che sebbene apparissi spazientito ero molto felice di sentire che l’avevo per l’ennesima volta distrutta. Mi serviva sentire questo, mi inorgogliva sentirla in mia totale e completa balia. Era fradicia ed ero fradicio pure io cambiai posizione. Avevo veramente paura di ucciderla. Le diedi tregua. La sollevai la portai in bagno e nonostante avessi voglia di sodomizzarla vedendo quel culone da paura la lasciai nella cabina della doccia e aspettai che aprisse l’acqua e uscii dal bagno. Intanto preparai qualche cosa da mangiare. Era già pomeriggio e io come lei avremmo avuto bisogno di carburante. Quando uscì dalla doccia e la vidi in accappatoio mi sembro che una dea madre era arrivata. Era tanta carne ma messa bene. Sovrappeso ma arrapante in una maniera bestiale. Mi trattenni e la lasciai sedersi al tavolo. Mangiammo e lei dimostrò un buon appetito La lasciai calma e lei riprese il suo spirito. Il fatto di mangiare mi disse che l’aveva fatta riprendere. Soffriva spesso di cali di zuccheri specialmente adesso che stava con me e fece un sorriso malizioso. Mi faceva tenerezza adesso stavo scoprendo la sua natura più intima di una donna che per tanti anni era stata legata ad un uomo che non amava, con cui aveva fatto una figlia e che l’aveva utilizzata solo per i suoi capricci. Lei aveva sofferto molto, si vedeva e ora venuta in Italia dopo la morte del marito stava riscoprendo se stessa e il gusto di godere le cose e se stessa. Mi baciava con passione le mani, ringraziandomi di cosa stavo facendo per lei. Io le sorrisi e lei continuò: mi ucidi ogni volta, mi amassi nin ce la fascio a resistere sei troppo forte e tropo bravo nil sesso. Mi svuoti tutta, mi sento che non posso resistere ma tu mi rendi donna tutta e allora vengo sempre con te che mi fai godere tutta. Sorrisi ancora, la accarezzai e lei mi donò il seno in tutti i modi. Lo sguardo era dolce mi prese per mano mi accompagnò sul letto e si posizionò sotto i miei baci. Le massaggiai con pazienza le tette. Le leccai e le stuzzicai i capezzoli, che nonostante la loro grandezza erano molto turgidi. Le assediai l’aureola mammaria con la lingua e la spennellai a dovere, mentre lei sgrillettava la clitoride. Fu lei a dare il ritmo e fu molto dolce. Anche le mie dita scesero al clitoride e iniziò a mugghiare. Mugolava, ansimava sempre più e gemeva. La tentazione era quella di scendere con la bocca a ricreare un nuovo fuoco nella sua vagina ma Ramona sorridendo mi disse non ci la faccio prendimi li tette, prendimi sono buona. Non ebbi dubbio’ me lo chiese con tanta dolcezza che mi preparai e in poco tempo ero dentro il suo mastodontico seno. Era un enorme panino un grande hot dog. Iniziai a pompare a ritmo forsennato. Il seno rispondeva e lei era buona, come diceva lei’ in questo ci sapeva fare meglio che nell’altro. Gestiva bene il seno e lo muoveva in modo da rendermi sempre più eccitante il movimento. Andai avanti la vedevo che mi bramava. Il mio pene spesso fuoriusciva e raggiungeva le sue labbra e lei avidamente cercava di succhiarmi. Era eccitante e la lasciai fare arrivai sempre più spesso in prossimità della bocca e sentii che il desiderio era quello di prenderlo in bocca. Ora lo diceva proprio. Voleva farmi un pompino e io non ebbi nulla in contrario. Le imbucai il mio cazzo duro in bocca e lei succhiò avidamente. Stava imparando anche a leccare, mentre era già bravina a succhiare. Si impegnava e io la volli premiare. La lasciai fare era una sua iniziativa e alla fine venni in lei. Prese solo una parte dell’orgasmo, l’altro lo ributtò. Adesso non mi andava di costringerla a fare niente e la leccai. Scesi ancora in vagina con le dita e ebbi la magnifica sorpresa di sentirla molto lubrificata. Godeva molto di questa libertà che io le stavo offrendo e io ricominciai a torturarla sulle grandi labbra. Non resistette un attimo, mi prese le dita e le guidò sul clitoride, mi volle con una intensità che non mi aveva mai mostrato. La leccai nell’interno delle cosce iniziando a leccarle le cosce,’ la fica labbra e ripresi definitivamente il dominio sul clitoride che ormai era svettante. La sollecitai per molto tempo e alla fine ottenni quello che volevo era ripartita in modalità squirting e fu un’orgia di emozioni con lei che si contorceva senza ritegno. Ovviamente non era agile ma non riusciva a trattenere tutte le emozioni che io le provocavo Sapeva che io godevo di vederla schizzare tutti quei liquidi e io lo facevo apposta. La volevo in quella maniera. Era stracotta di nuovo e non riusciva più a dominare l’istinto e allora feci tutto io ed io scopandola nel vaginone madido. Ansimava solo, alternando qualche gemito. Le chiesi se le piaceva e non rispose. Continuai a martellarla con un entra ed esci ad un ritmo terribile e lei subì. Le sue cosce aperte al massimo di quello che poteva erano sopra le mie spalle e mi prendeva tutto, subendo i miei colpi instancabili. Andai profondissimo negli ultimi colpi e lei urlò, finalmente. Avevo raggiunto le pareti dell’utero mentre lei era esausta. Pompai, pompai e pompai senza tregua Più forte entravo, più forte uscivo per poter rientrare ancora e ancora sempre più forte con lei che era annichilita e sfranta. Quando fui pronto le urlai che stavo venendo e lei mi abbracciò e con le residue forse mi donò quello che poteva. Rimasi dentro la sua piscina a godermela mentre lei mi sorrideva ebete come al solito. Era arrivata al capolinea che più capolinea non si poteva e allora la lasciai riposare. Le permisi i suoi tempi. Io feci una doccia e aspettai che lei si risvegliasse. Fece una doccia sontuosa e ripartimmo. Anche questa Domenica era stata una domenica stupenda

Ramona ormai sa che io scopo frequentemente on un’altra donna è per questo che sabato pomeriggio incurante di tutto e di tutti me la sono ritrovata a casa. Non ha chiesto spiegazioni è salita e mentre io ero allibito dalla sua determinazione si è spogliata lasciandomi di sasso. Ora notavo la sua abbondanza opulenta. Non ha parlato di nulla e non ha fatto cenni, sembrava un automa e io l’ho portata sul letto. Non ero da meno’ e non appena mi venne sotto tiro la predisposi per come volevo, ponendola alla pecorina come le vacche da monta che devono essere prese dai tori. Con vari schiaffi le ho fatto capire che il culo sarebbe dovuto essere alto e sempre pronto ad essere sfondato. Bello flaccido e morbido ma consistente nella zona perianale. Senza alcun preavviso ho iniziato a darle delle pacche con il palmo della mano sulle natiche Era grossa e carnosa la maialona rumena e le naticone bianche si erano ora fatte rosse per tutti i ceffoni che le ho dato. Ramona si ribellava ma non vi era nulla da fare io la sovrastavo come sempre. Con le chiappe rosse che ballonzolavano era uno spettacolo. Io avevo voglia ed ero ruvido di mio, cattivo come quando mi capita di sentire dolore al glande e ai testicoli per non avere svuotato tutto il mio potenziale. Rita non era venuta, ma adesso avevo sotto le mani Ramona e allora sono andato duro con lei. Ho preso dal comodino il dildo e ho visto che Ramona si è subito irrigidita. Ho sorriso mentre lei mi è parsa preoccupata. Mi ha chiesto cosa volessi fare e io le ho risposto che per il momento nulla. Ho iniziato a massaggiarle la zona perianale la fica, le grandi labbra e le piccole labbra. Le ho torturato il clitoride, con le dita, la lingua le labbra e ancora le dita. Le ho infilato le dita ovunque. Sono entrato e uscito, le ho fatto sentire il mio cazzo grosso, smisurato strofinare sulla fica. L’ho sentita ansimare, gemere, guaire laida e fiottare liquidi, succhi miele dalle labbra della sua vagina. Ho impastato il suo sugo con la mia saliva e quando l’ho resa folle di desiderio, senza che lei potesse capire cosa io volessi farle e dove io volessi colpirla, l’ho colpita. Le ho ficcato il cazzo in culo e contemporaneamente indice e medio in vagina e ho iniziato a cavalcarla con la frenesia che fa parte di me, del mio desiderio e che so bene l’avrebbe messa in difficoltà. Ramona pressata resistette poco ai colpi possenti e veloci e ben presto fu tutto bagnato. Sul letto fiottava il succo di donna e il suo ano si apriva sempre più al passaggio del mio cazzo che si produceva in un entra ed esci imperioso. L’ho pistonata a sangue senza scampo, mentre lei ripeteva mi mazzi cosi mi amazzi, il buco mi hai rotto tutta il buco, mi fa mali, bruchia ahiiiiiiiaaaaaaa e io più sentivo questo e più ficcavo in profondità. Ho spadroneggiato la sua fica e il suo culo per tutto il pomeriggio e non le ho mai dato un attimo di riposo, nessuna requie, mai un momento di pausa. Appena mi sentivo vicino a venire rallentavo e così potevo riprendere l’assalto sempre più cruento sempre più forte con sempre maggiore ardore. Sudava la maiala e io le strizzavo la sua 5 di seno in tutti i modi possibili le torturavo i capezzoli e poi ritornavo con le mie mani a dominarle la vagina sditalinandola in continuazione. Non ci riusciva più la porca mi implorava di lasciarla ma lei era venuta apposta per farsi sottomettere. Era fradicia, bagnata madida di sudore saliva, umori e succhi vari. Le urlai tutta la mia violenza e lei si sentì totalmente in mia balia. Era flaccida, voluttuosa e maneggevole come un peluches. Potevo farle qualsiasi cosa. Tutta quella donna come al solito era diventata liquida e fragile debole penetrabile in ogni modo, in ogni maniera. Era prostrata. Le potevo fare tutto e le feci tutto. Le aprii la fica e gli e la rigirai e pastrugnai finché non fui colpito dai getti caldi di orgasmo che di continuo schizzavano tanto che io potetti berne di quel liquido. Le riempii la bocca con il cazzo e iniziai a scopargliela mentre lei era presa dai conati di vomito. Ero ritto duro e forte come il pennone di una barca mentre le diedi la possibilità di succhiarmi in modo regolare. Quanta saliva che produceva la mia Ramy. Proprio tanta e con la lingua doveva fare un buon lavoro. Succhiò e lecco Ramy, come non aveva mai fatto. Seppe succhiare i testicoli e la lingua mi fece eccitare tantissimo. Nel suo italiano molto particolare Ramy mi chiedeva cosa volessi farle e io sorridevo e le dicevo: ancora non hai capito??? Sei straordinaria: ti ho sfondato il culo, ti ho fottuto l’anima dalla fica, ti ho succhiato il cervello dalle tette, ti ho sfondato la bocca e mi chiedi cosa voglio farti’ indovina vaccona mia’ indovina’ e mentre le dicevo questo l’avevo predisposta per montarle le tette. Fu un’esperienza straordinaria, surreale con Ramona sotto che teneva botta a tutti i miei assalti senza cedere un attimo. Così, fra le tette la rumena era straordinaria, non cedeva mai e più io la incitavo più lei si rinvigoriva e voleva leccare e succhiare il pene.’ Brava, brava, grande brava vaccona mia brava. Succhiava Ramy e le tette trattenevano il mio cazzo dentro la valle. Fui preso da quelle tette così mastodontiche e venni dentro con tutta la carica di cui disponevo annaffiandola tutta, soprattutto il viso la bocca il seno e i capezzoli’.. venni urlando il mio desiderio, il mio possesso su di lei e lei si accasciò sfatta. La lasciai orgogliosamente a godersi il mio seme, mentre io andai a rinfrescarmi. Un pomeriggio da leone era tempo che non lo passavo con questa rumena. Ho fatto una lunga doccia rigenerante e all’uscita dalla cabina mi sono trovato l’ingombrante figura di Ramy che mi ha sorriso. Il viso era sfatto come un po’ tutto il corpo. Ci siamo guardati e lei ha preso con padronanza il pene fra le mani come fosse il suo scettro, in quel momento, infatti era la regina del mio cazzo. Se lo è strusciato a fondo fra le grandi labbra arrossate e irritate, lo ha sfregato in continuazione e ossessivamente con il glande’ e ha fatto per masturbarmi, poi ha cercato ancora la posizione giusta si è messa a 90 gradi di fronte allo specchio del mio bagno ha aperto il culone che ormai era un antro e da sola si è impalata urlandomi di spaccare il culi e io l’ho fatto netto e risoluto come sempre dopo averle imbevuto il buco di saliva. Gli e l’ho messo profondo e tutto dentro dentro dentro fino a farla rantolare. Sono Rimasto dentro di lei molto tempo, mi sono divertito a montare, cavalcare in maniera sfrenata e bloccarmi d’un botto con il gusto di lasciare il cazzo fermo e teso nel suo culazzo, senza muovermi, aspettando che lei sfranta dal desiderio si contorcesse intorno al bastone fino a farmi arrivare. Lo estrassi più volte sino alla fine e mi rituffai con foga maggiore stantuffando dentro quel buco che si allargava a dismisura per accogliermi. Spingevo tutto dentro e non contento avevo iniziato a crearle con le mie dita l’inferno nella fica. Bello stantuffare in un culo inerte mentre dalla fica tracimavano umori da ogni parte. Ramy era una fontana che non smetteva di zampillare e ogni scusa era buona per un nuovo festival del liquido. Ramona era una troiona senza alcun dubbio. Che goduria scoparla mentre toppi di liquido colavano per terra quasi a litri. Il culo era il mio unico obiettivo, era il mio desiderio sfasciarglielo, frantumarglielo aprirglielo e lei a cosce apertissime non poteva che subire i miei colpi sempre più possenti, profondi e cattivi. Adesso Ramy aveva iniziato con la sua nenia: no così, no troppo forte te preco no te preco me amazi così me amazi non ci la fascio più tu me amazi’.. nin ci riesco, nin ce la fascio ed io le urlavo di sentire senti come gli e lo mettevo spingendolo dentro fino in fondo. Ormai avevo preso il ritmo e la pompavo senza tregua così potevo andare avanti per ore sentivo lei sfranta e più lei si disfaceva con il culo prolassato più io la dominavo senza limiti. Lentamente le sue gambe si stavano appesantendo cedeva sotto i colpi e la bava le colava dalla bocca. Non sapeva più cosa fare era vittima impotente ed aspettava il suo martirio del culo sfranto. La vedevo dallo specchio come rantolava e sbavava e le mie mani che mungevano energicamente le tettazze passarono a impastarle il viso. Le infilai le dita della mano destra nella bocca e lei aveva iniziato a ciurrarle come fossero il mio pene. Succhiava in maniera avida e ingorda la troia. Mentre le sormontavo il culo con colpi da paura. Lei era ridotta a dire a mezza bocca mi sfondi mi stai sfondando il culi ed io mi sentivo sempre più padrone. La vacca produceva saliva in continuazione e la fica era un bagno. Cadevano per terra fiumi di liquido denso sbrodolante fra le cosce e io ero sceso con la mia mano sinistra a provocare sempre più questa fuoriuscita. La martellavo ossessivamente nel culo e in vagina con le dita velocissime. La troia esplodeva in continuazione e sembrava rimanere senza respiro. Dai, dai dai, le dicevo e lei si contorceva, si accartocciava e mi diceva che godeva. Io sentivo il suo culo pulsare oramai dominato e aperto. Era la resa definitiva. Adesso potevo spingere gli ultimi colpi prima di esploderle nel deretano. Ramy era provata ma cercò di resistere all’ultimo assalto, mentre io la reggevo con le dita dentro la ficona sugosa. Mentre io trionfavo il culo di Ramona era sempre più largo con lei che in una smorfia, con il trucco oramai totalmente impastato sul viso sfatto cercava di respirare affannando con la bocca. L’esclamazione Dai porca rumena’ fu l’ultimo urlo che accompagnò l’orgasmo nel culo. Era piena di crema ma mi chiese di distendersi sul letto e io la accompagnai. La serata fu dolce l’ho condotta in un ristorante e abbiamo mangiato la pizza. Ritornati a casa si è addormentata subito. Si era meritato il riposo ma la domenica appena ridestato ero già partito all’attacco preso a martellare col cazzo nella mia foga solita foga. Ramy era dormiente ma dalla fica si secernevano i liquidi giusti, e io scesi con la bocca a succhiare e leccare. Ramy era una sbrodolona. Mi trattenne per quel che potè era calda ed io infierii con la lingua succhiandole il clitoride’ in modo irresistibile. Non riusciva a controllarmi e io decisi di prendere il dildo infilandoglielo nel culo mentre contemporaneamente la dominavo con il mio cazzo nella fica. Gettò un urlo lancinante la mia vaccona ma accolse bene tutti e due i cazzi che la penetravano a stantuffo prima il cazzo vero e poi il dildo nel culo in un ritmo sistematico. La avevo costretta ad inarcarsi e a muoversi in modo sincopato. Penetravo senza pietà ma in maniera lenta e possente decisa. Andai fino all’utero e Ramona che si era abituata al dildo in culo aveva chiuso le cosce intorno al mio bacino. L’ho lasciata fare mentre affondavo in lei colpi su colpi, sempre più veloci. Ansimava Ramona, la volevo sentire e il mio stantuffo andava alla perfezione con lei che ansima e poi geme lungamente di piacere. Mi vuole mi chiede ficcami, ficcami fottimi dentro, spaccami culi’ e io ci metto una forza maggiore con il suo incitamento le urlo così, cosi, coso, cosìììììì e lei rilascia dei si interminabili, profondi con la voce che è gutturale. Mi chiede di spaccarla e io lo faccio ora con violenza pura. La apro e lei cede ancora. Sono oltre quello che le ho sempre fatto e lei resiste’ la sbatto e lei urla. E’ tutta fica oramai io affondo nel burro di fica e lei dice si non ha limiti scoparla. Io affondo ma lei resiste è una vera porca gli e lo dico e lei controbatte dandomi del porco, maiale schifoso’. Ma io sono dentro lei e la fotto a dovere è la fine’.. mi libero lo sento arriva finalmente il mio cazzo di orgasmo e lei rimane impalata crocifissa tra il mio cazzo e il dildo che ormai è parte del suo ano e finita con lei che apre le braccia si stringe il seno e si prepara a godersi tutto il mio orgasmo nel modo migliore è finita mentre si munge le tette’. è finita e io sborro in lei tutto quello che ho mentre lei mi raggiunge con i suoi orgasmi siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Scopa Ramona Scopa, scopa, scopa come una cagna’ Fantastico non ho finito di soddisfarmi di lei. L’ho costretta ad un tour de force per tutta la giornata di domenica e poi l’ho accompagnata al suo paese dove lavora. La fica le bruciava il culo era rotto lei era massacrata ma era felice. Era ancora maliziosa. L’ho succhiata alle tette, poi le ho messo le dita in fica ed è bastato poco per fargliela fradicia di sugo. Era buio l’ho fatta accucciare e lo ha preso in bocca. Doveva finire così il week end si con la mia sborra in gola. Sono soddisfatto. Mi ha lasciato le mutandine deliziosamente piene di miele

 

In questa torbida estate mi ritrovo come al solito in estate solo e depresso. Sono scomparse tutte le donne che hanno allietato i vari giorni del mio anno. Mi ritrovo a fare i conti con la solitudine e soprattutto con la mancanza di affetto, amore o anche solo sesso’Sembra incredibile ma è così non voglio mollare nulla e poi mi ritrovo solo e affamato a masturbarmi in ricordo di tempi che sono stati migliori. Stamattina sul cellulare compare un messaggio di Ramona’.. così all’improvviso’.Ormai è un po’ di tempo che non la frequento’. Lei mi spara una serie di lamentele sul fatto ce non ci siamo più visti e poi di seguito: io mi sono fidanzata’..

Casco dal letto, mi sento male, posso morire per una cosa del genere’ una crisi di ansia sto morendo’ passano momenti terribili ”no non sto morendo ‘sono solo geloso, sono gelosissimo. La comunicazione si chiude mentre io sono furente, terribilmente furente. In me si fa largo una strana idea, ormai il mio cervello è tutto concentrato su Ramona’.sulla troia che mi tradisce e che mi tradirà. Il mio attacco di gelosia è sempre più forte’. Devo fare qualche cosa ma non so che cosa. Non penso ad altro che agli amplessi, alle scopate che abbiamo fatto insieme. A quel modo brutale che ho sempre avuto di farla mia. Penso al gusto che ho sempre avuto di possedere tutta quella carne senza ritegno, senza risparmiale niente e penso a quanto mi è sempre piaciuta distruggerla, lasciarla impotente dopo ore e ore di rapporti sessuali che dimostravano in modo chiaro che lei era mia solo mia. Ho fatto tutto quello che un uomo può fare con una donna e dentro una donna. L’ho riempita senza tregua e adesso lei mi fa sapere che si è fidanzata e che sarà di un altro?

Non mi pace questo sono ancora più arrabbiato. Arriva un altro messaggio sempre lei: sono veramente contenta a me va tutto bene adesso spero tu sarai felice prima o poi. Spero troverai una donna che riesce a resistere al tuo desiderio ‘ io ho provato ma tu hai troppa voglia mi hai destruto. Rimango ancora più imbestialito non si rende conto di quello che dice? So che la voglio e le chiedo un ultimo appuntamento’.. le scrivo che sono molto contento per lei, voglio festeggiare questa bella notizia”siamo oramai solo amici”.Non risponde”..

Stamattina mi sveglio e trovo un messaggio Ramona non intende incontrarmi’. Per il nostro passato non vuole più avere nulla dei rapporti con me’..Adesso deve pensare al suo futuro e al suo nuovo amore. La rabbia monta di primo mattino. Non so cosa fare. Sono già spossato, stanco e logorato da questa situazione. Sento il suo sugo tra le gambe’. è una suggestione ma il mio cazzo è enorme ‘..svetta dalle mutande e si presenta a me tra le mie mani e io mi tocco pensando a lei. La sento, sento il suo odore di femmina, l’afrore della sua figa calda che vomita succo, il suo sudore mentre la monto selvaggiamente. Non può finire, vado sempre più veloce e ricordo quando le rubavo l’anima facendola squirtare tutto quello che aveva. No, non può lasciarmi così per un altro’La mia mano va sempre più veloce. Il mio cazzo è teso, grosso e duro. La sento, la sento come quando prendevo Ramona e la penetravo in bocca. Ecco questo non gli e lo mai fatto con la violenza e la foga che sto adoperando ora. La bramo, sono eccitato da quelle maledette tettazze che mi ossessionano. La voglio ora la voglio più di tutte le donne’.Desidero le sue tettone, desidero il suo culone mastodontico. La esigo. Devo possederla ancora. Mi preparo tutto non posso perdere tempo lei non si farà mai più trovare”so come è fatta è per un uomo alla volta e ormai ha scelto l’altro. Io non voglio fare la parte dell’imbecille me la vado a prendere, visto che l’appuntamento lei non me lo ha dato vado a prendermela io. Sono stato ancora un po’ a decidere sul da farsi, avevo solo qualche piccolo dubbio, qualche stupida paura ma ho rotto gli indugi, ho deciso e sono partito. Entrato in macchina è stata una volata arrivare nel paese dove lavora. La rabbia non mi passava avevo in mente solo il suo corpo voluttuoso, carnale, abbondante anzi direi straripante. Il desiderio della rumena mi arrapava, più passava il tempo più pensavo più mi galvanizzavo. Doveva essere l’ultima volta e gli e la avrei resa indimenticabile per la vita’ Non si sarebbe dimenticata di me Ramona. Non si sarebbe dimenticata di me per sempre. Parcheggiai al solito posto, la chiamai con il cellulare tempestandola di chiamate finché non rispose su whatsapp. Non voleva più vedermi perché il fidanzato era geloso’.. bene dissi dentro di me. Aspettai ore interminabili finché alle 19 la vidi scendere agghindata’ sapevo che tra le 18 e le 19 di solito usciva sola per fare una passeggiata ma mi accorsi che era in tiro, quindi non era la solita passeggiata e infatti passò vicino alla mia macchina ma non si accorse che io ero la. Non si accorse di molte cose si era truccata in maniera appariscente. Le volendo lo sapeva fare. Era una bella donna seppure appesantita dall’età e da qualche chilo di troppo in una vita non perfettamente felice. L’uomo che la fece salire in macchina non era giovane, non era particolarmente avvenente ma doveva essere abbastanza ricco, la baciò come uno che deve sembrare carino e pieno di attenzioni ma in realtà è un porco sfrenato. Partirono e io li segui sino a giungere in un agriturismo. I signori avevano prenotato io ovviamente no ma riuscii a trovare un tavolo singolo in modo da poterne seguire i movimenti. Tra una cosa e l’altra, con le ordinazioni si erano fatte le 20 e10 e ad un tratto vidi che il ‘fidanzato’ era molto noto nell’agriturismo mentre anche Ramona si muoveva con una certa familiarità, indizio del fatto che era andata spesso in questo locale. Chiese scusa con una certa cerimonia che non le apparteneva e si allontanò e io che avevo ordinato chiesi in quale direzione fosse il bagno’.era molto probabile che Ramona andasse alla toilette. Scesi una rampa di scale e facendo finta di sbagliare bagno entrai in quello femminile dove trovai la mia preda che si stava ritoccando il trucco. Aveva un vestito scollato, nero tanto per far vedere la sua sontuosa quinta misura. Il vestito semilungo cadeva poco più giù delle ginocchia. Le scarpe con il tacco medio e dava la sensazione di essere una bella porca’. Quello che in realtà era. Ebbe il tempo di intravedermi nello specchio mentre mi precipitavo su di lei fu questione di un attimo e ero con le dita che facevano gorgogliare il clitoride. Lei era presa tra il mio cazzo che premeva dietro e il lavandino, mentre io la lavoravo con una violenza che lei non immaginava. La sviolinai senza che lei potesse dire neanche una parola. Si era accartocciata mentre io la masturbavo con rabbia, con violenza e lei ansimava solamente, accartocciata gemeva e ansimava con il cuore che era in gola. La porca si era posizionata da porca si aspettava una inculata? Sapevo che non avevo tempo a sufficienza ma la potevo eccitare facendo tutte le cosine che le facevano perdere la testa e continuai a pastrugnarla fra tette, fica e culo con le mie mani assaggiando un po’ di tutto mentre lei si stava liquefacendo come al solito. Le misi indice e medio nella bocca e lei iniziò a succhiarle come faceva quando la inculavo a sangue. Non ci voleva molto e sotto il mio tocco con la lingua che andava a stuzzicare ogni buchino iniziò a fiottare in maniera lasciva e io duro le dissi: se il signore sopra vedesse quanto sbavi, e quanto sugo esce dalla figa che direbbe? Lo vedi sei tutta bagnata fradicia sei con una voglia che ti porta via’. ‘ma che cazzo hai fatto? Sembra che tu abbia squirtato senza il tuo fidanzato e questo non si fa. Non si era ancora ripresa he io le avevo preso le mutandine piene di umori ed ero partito nuovamente all’assalto facendole chiedere il mio cazzo in bocca. Mi disse che voleva essere scopata ora e io sorrisi e lei vide il mio sorriso beffardo nello specchio. La ripulii era zuppa fino a dentro il buco del culo. Era vinta, era già vinta ma io sparii e mi andai a sedere per una piacevole serata. Ramona salì su visibilmente sconvolta e pronta a guardare fissamente i miei atteggiamenti e movimenti. Incrociammo i nostri occhi e lei potette vedere che io aspiravo a pieni polmoni l’odore dei suoi umori di cui erano impastate le mutandine. Credo per lei sia stata una tortura vedere che ripulivo le mie labbra con le sue mutandine e non usavo il tovagliolo, senza contare che lei era a disagio perché senza mutandine. A metà della serata le feci un cenno, passai vicino al suo tavolo e le feci capire inequivocabilmente che doveva scendere di nuovo. La aspettai questa volta nello spazio dedicato al fasciatoio dei bambini e come avevo fatto per la toilette femminile chiusi la porta dopo averla fatta entrare. Qui lei si chiese cosa volessi farle era chiaro oramai che volevo umiliarla ma credo che fu pù facile del previsto capire le mie intenzioni il cazzo era ritto e svettava bello duro e grosso come un monolite’. Era tutto per lei, non dovetti dire molto dovetti solo spingerla a me e con una certa forza farla inginocchiare. La presi dalla nuca e nonostante la difficoltà iniziale il cazzo entro bene nella bocca, mentre io mi servivo dei suoi seni e dei suoi capezzoli a mio piacimento. Ci volle una certa opera di persuasione a farle comprendere che lo avrebbe dovuto prendere tutto nella sua boccuccia e con le buone ma soprattutto con le cattive lo fece e iniziò un discreto pompino. Non pompava benissimo, non era capace ma io la volli sempre con la bocca piena del mio cazzo pronto ad entrarle con sempre maggiore pressione. Ad un certo punto la rumena si rese conto che non le stavo facendo fare un bocchino ma ero io a scoparle la bocca in maniera forsennata e lei più volte ebbe conati di vomito. Non avevo mai spinto tanto dentro la gola di una donna il mio cazzo e fra le altre cose non mi piacciono molto i pompini li trovo poco gratificanti per la donna. Un atto di sottomissione inutile se non richiesto espressamente da lei ma questo me lo godetti tutto mentre la saliva di Ramona riempiva il pavimento del bagno. La scopai nella gola senza tregua senza darle altro respiro che quello per poter continuare a farmelo venire sempre più duro sempre più tosto e quando le arrivai dentro con tutta la forza che avevo sbrodolò tutto e anche il prezioso vestito si riempì della mia sborra. La costrinzi a deglutire tutto quello che aveva in bocca’ ‘Ramona non disse niente, cercò di rassestarsi alla meglio e stava per salire in sala quando io la fermai’ senza darle tempo e le misi le dita in figa la maneggiai spudoratamente con forza e rapidità, muovendo tutte e due le mie mani alternativamente in lei e quando squirtò misi tutto in bocca e lei per l’ennesima volta succhiò tutto. Ero quasi soddisfatto, sorridevo e le dissi. Non vedi che sei ancora bagnata senza le mutande chissà’ come è il tuo posto’ ma che fai’.. sei sempre bagnata e vai sempre al bagno ci stai una ora ogni volta al bagno’.. ma che sarà forse soffri di incontinenza’.o magari ti manca il cazzo giusto’. Quello della tua misura. Fu lei questa volta la prima a salire e quando salii io mi resi conto che ancora una volta aveva trovato una ottima soluzione’ era brava, aveva messo un giacchetto a coprire la macchia della vistosa eruzione di orgasmo che era fuoriuscita dal mio cazzo. Stavo decidendo se per quella sera poteva bastare poi decisi di no. Una terza chiamata gli e la dovevo fare e bussare al culo. Avevo servito di mano la vagina, avevo servito con il cazzo la bocca e ora rimaneva il terzo buco da soddisfare. Aspettai il tempo giusto e le feci capire come al solito che doveva scendere. Questa volta tardò più del dovuto. Forse dovette dare qualche spiegazione ma riuscì a scendere. Questa volta ci facemmo ospitare nel bagno maschile che chiusi prima di iniziare una delle inculate più pazzesche che abbia mai fatto. La posizionai a 90 gradi davanti al lavandino e la penetrai senza perdere un istante fu doloroso per me e dolorosissimo per lei che urlò in una maniera inumana prima che riuscissi a tapparle la bocca.. mi morse la mano con ferocia e io” non ci vidi più andai durissimo dentro senza preoccuparmi di lei ma solo guidato dalla foga, dalla potenza e dalla voglia di prevaricarla umiliandola. Non sentii nulla ne gemiti, ne lei ansimare e neanche chiedermi di riempirla, di montarla e di fotterla. Tutto rimbombava in me ma io dove vo sfondarla e lei ripeteva sfondami, sfondami, fammi tua amazzemi, amazzemi, fami tua ti volio, ti volio tuto dentro me amazami ti do culo ti do tuto. Fu fantastica la sua resa. Le scopai il culo con una intensità che non avevo mai utilizzato. Ero impazzito e con le mani sditalinavo senza tregua la figa e il clitoride. Lei non era sfatta come al solito ma al contrario dirigeva le operazioni. Si toccava come poche volte l’avevo vista fare e quando esplosi lei era venuta pure e fu fantastico. La riempii di tutto il mio liquido, quello che era rimasto sul glande gli e lo feci succhiare e poi la lasciai nel bagno tramortita. Salii su pagai la mia cena e ritornai a Roma.

Questa mattina è arrivato da Ramona un messaggio carico di sesso, voglia allo stato puro. Vuole il mio cazzo e se vuole lo prenderà. Il servizietto gli avrà fatto bene? Ancora non lo so’. Voglio vedere cosa succede nei prossimi giorni. Chissà se l’ho domata o ha ancora bisogno di una lezione supplementare’.Se dovrò ripetere sarà molto duro’ il mio cazzo

 

Leave a Reply