Skip to main content
Racconti Erotici Etero

La porta a vetri

By 6 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La porta a vetri si apre cigolando, entro lentamente in quello che una volta era il salotto.
Una luce fioca che filtra dalle tapparelle leggermente alzate e mi permette di non inciampare. Tutta la stanza è a soqquadro, piatti distrutti, sedie cadute, tende strappate, il pianale di cristallo del tavolino davanti al divano in frantumi, le schegge di vetro e di ceramica sparse su tutto il pavimento.
Dietro di me un baritonale indistinto borbottio di gente.
Chiudo lentamente la porta e il chiacchierare indistinto scompare.
Adesso riesco ad udire dei singhiozzi provenire da dietro il bracciolo del divano.
Mi avvicino e ti scorgo.
Sei li, in lacrime, rannicchiata, le gambe al petto e le braccia serrate attorno. I capelli sciolti, il volto chino sulle ginocchia.
Ti sei nascosta li, in quello che è stato il tuo piccolo rifugio fin da quando avevi 4 anni e papà ti sgridava per le marachelle combinate. Scappavi li dietro a piangere, ‘a pensare’ come diceva mamma.
Quanto tempo è passato da allora. Adesso che sei donna mi fa ancora più strano vederti li.
Oso pronunciare il tuo nome, oso rompere il silenzio del tuo pianto.
Al suono della mia voce alzi il capo e cerchi il mio sguardo con i tuoi occhi gonfi di lacrime.
Sei bellissima.
L’abito bianco cercato tra mille negozi e scelto tra milioni di modelli ti rende bella come un angelo.
Il mascara sciolto dalle tue lacrime che cola sulle guance è la prova di quanto sei fragile adesso e ti rende ai miei occhi ancora più bella.
Mi inginocchio di fronte a te in silenzio.
Il tuo sguardo e il mio sono le uniche parole che ci scambiamo.
Nel silenzio della stanza mi avvicino a te spostando con le ginocchia i pezzi di vetro.
Le tue braccia si staccano dalle tue gambe e si tendono verso di me.
Mi abbracci.
Ti abbraccio.
Il tuo profumo, quello che usi da una vita, a cui dovrei essere ormai abituato, mi inebria e mi stordisce.
La tua fronte raggiunge la mia spalla destra, i tuoi capelli carezzano il mio viso.
Ti tengo stretta a me come non accadeva ormai da un secolo. Con una mano ti carezzo dolcemente il capo.
Cominci nuovamente a piangere. Mi stringi ancora più forte e liberi tutto il dolore che hai dentro.
Aspetto con pazienza che tu torni a calmarti un po’.
‘Io là fuori non ci vado!’ ‘ Mi sussurri tra un singhiozzo e l’altro.
Le tue parole mi strappano un sorriso.
Fino a ieri ti vedevo ferma nelle tue convinzioni: la ragazza perfetta che dopo otto anni di impeccabile fidanzamento decide di coronare il suo sogno con una sfarzosa e solenne cerimonia, la famiglia, il marito, i figli. Sembravi così sicura di te e dei tuoi obiettivi che adesso sentirti e vederti in questo stato mi fa sorridere.
‘Perché?’ ‘ Oso chiedere carezzandoti con una mano la schiena.
‘Io’io” ‘ balbetti con la voce roca ‘ ‘io non voglio!’
Poi ricominci a piangere. Lascio che le tue lacrime bagnino il mio vestito, continuo a massaggiare la tua schiena passando le mani tra i merletti del vestito e la tua pelle liscia come una pesca. Resto immobile a stringerti, aspetto che il violento uragano che c’è dentro di te si plachi.
Poi torno a chiederti ancora una volta con un fil di voce: ‘Perché?’
Con un lento movimento scosti il tuo volto e cominci a fissarmi.
I tuoi occhi fanno capolino tra i capelli ormai spettinati. Mi scosto da te quanto basta per permettere alle mie mani di spostarti i capelli sul viso e tornare a vedere il tuo volto.
Sei bellissima.
Qualsiasi altra persona in questo momento proverebbe tristezza, pena’io no.
Intento ad ammirare la tua bellezza, a fissare il tuo sguardo, a sentirti fragile e umana provo gioia. La gioia di averti ritrovata, sorellina mia. La gioia di essere l’unica persona in tutto l’universo che vuoi al tuo fianco in questo momento.
La tua bocca torna ad aprirsi e chiudersi un paio di volte senza che alcun suono venga articolato.
E mentre mi beo per una sorella ritrovata dopo un’eternità un fendente improvviso, violento e devastante si abbatte su di me mandando in frantumi tutte le mie certezze.
‘Ti amo’ ‘ Due sole parole, piccole, insignificanti per alcuni, sulla tua bocca risuonano e mi scuotono con una violenza inaudita. Sembra quasi che l’uragano che fino ad ora avevi tenuto dentro di te fosse uscito dalla tua bocca e trasportato da due parole si fosse abbattuto su di me.
Il tuo sguardo serio dà un senso chiaro ed inequivocabile a quelle due parole, lasciandomi spiazzato.
Non ho il tempo di reagire, la tua bocca si butta sulla mia amplificando quella sensazione di disorientamento.
La mia vista si annebbia, perdo quasi l’equilibrio e chiudo gli occhi, mentre le mie labbra rispondono per me al tuo bacio.
E mentre ti bacio mi passa davanti tutta la storia di noi due. Una bimba con cui per anni ho condiviso giochi e giocattoli, con cui ho passato i pomeriggi a far compiti e a preparare interrogazioni. Una ragazza a cui facevo i dispetti che a volte diventavano violenti litigi. Un essere che alla maggiore età si era trasformato in un pianeta lontanissimo dal mio mondo, presa com’eri da carriera, studi e famiglia.
E adesso, dopo tutto questo tempo e tutta questa distanza, ritornavi da me e come un enorme meteorite ti schiantavi su di me tirandomi fuori sentimenti impensabili.
Mentre penso a tutto questo sento che il tuo bacio da tenero e dolce si è trasformato in caldo e appassionato. Le tue mani cercano il colletto della mia giacca per spingerla via, sbottonano con nervosismo i bottoni della mia camicia, mi strappano via la cravatta.
Allontano con forza il tuo volto da me stringendolo tra le mie mani.
Il mio sguardo torna ad incrociarsi con il tuo.
In questo preciso istante avrei mille domande da farti: perché sei sparita dalla mia vita? Perché hai deciso di vivere così lontana da me? Dove è stata tutto questo tempo la mia dolce sorellina con cui solo io un tempo potevo litigare? E poi ancora perché questo ‘ti amo’ solo adesso? Perché così, all’ultimo minuto in tutta questa follia? Come facevi ad essere così sicura che avrei risposto con un bacio al tuo bacio? Come facevi a sapere cosa provo per te? Come eri riuscita a riconoscere quello che per anni ho nascosto e disperatamente soffocato per te?
Il tuo sorriso cancella in un istante questo tsunami di domande che mi assale e fa spazio ancora una volta ad un solo pensiero.
‘Sei bellissima!’
Questa volta il pensiero viene accompagnato dal suono della mia voce
E così la mia bocca torna ad aver sete della tua, e le mie mani cominciano a smaniare come le tue.
Comincio ad accarezzarti freneticamente.
Mentre le tue mani si avventano sulla cintura dei miei pantaloni, le mie tirano giù le spalline del tuo vestito nuziale, la cerniera bianca laterale, risalgono le tue lunghissime gambe e, superato il bordo delle autoreggenti bianche si avventano sulle tue mutandine per una carezza che di tenero non ha ormai più niente.
Brucio di passione per te, il tocco delle mie mani sul tuo sesso, il sentirti già eccitata e bagnata moltiplica per mille voglia che ho di possederti.
Ed è così che appena le tue mani liberano la mia erezione mi ritrovo disteso su di te, il mio volto a pochi centimetri dal tuo, il mio sesso che spinge contro le tue grandi labbra.
Sei bellissima.
E’ ormai il ritornello che rimbomba nella mia testa, un tormentone che non riesco più a placare.
Il mio bacino si muove lentamente contro il tuo causandomi una valanga di indescrivibili sensazioni.
La tua bocca e i tuoi occhi man mano che mi spingo dentro di te si spalancano.
Dopo interminabili istanti sento il mio pube incontrare il tuo.
Sei mia, ed io tuo.
Crollate le convenzioni e i pregiudizi dell’intero mondo intorno a noi, ci lasciamo andare finalmente in un dolcissimo e interminabile amplesso.
I nostri corpi danzano all’unisono al ritmo dell’amore, il mio sesso si disseta dei copiosi umori che il tuo sesso produce, le tue grandi labbra e la tua vagina mi avvolgono di un calore che sa di casa, le tue braccia e le tue gambe mi stringono a te con forza.
La tua bocca incollata alla mia si scosta di tanto in tanto per permetterti di prendere fiato.
Poi torna a soffocare i tuoi gemiti che divengono sempre più lunghi ed intensi. I tuoi occhi chiusi mi raccontano quanto tu sia persa nel piacere in questo preciso istante.
Sento il tuo ventre contrarsi spasmodicamente, le tue gambe si serrano ancora di più attorno a me.
Un’ondata di piacere pervade il tuo corpo.
Sentirti godere tra le mie braccia è una sensazione che nessuna parola riuscirebbe mai a descrivere.
Rapito dal tuo orgasmo mi lascio travolgere dal piacere. Vengo copiosamente dentro di te, spandendo il mio seme incestuoso dentro il tuo utero.
Scoprire più tardi che il tuo utero è fertile, che non stai prendendo alcuna precauzione completerà la serie di devastanti sensazioni vissute con te in questo giorno.
Ci ritroviamo per terra ansanti, come due lottatori dopo una lunga competizione, io pieno di te, tu piena di me.
I momenti intensi e indimenticabili che abbiamo appena vissuto vengono rovinati dalla realtà in cui siamo.
Lancinanti fitte di dolore assaltano le mie gambe. La foga dell’amplesso aveva tenuto lontano il dolore delle ferite che mi stavo procurando agitandomi sulle schegge di cristallo. Sicuramente starò sanguinando, ma non mi importa.
Dentro di me un nuovo esercito di domante senza risposta mi assalta provocandomi ferite ancora più profonde.
E adesso?
Che diremo ai parenti che aspettano con apprensione dietro quella porta a vetri?
Quale futuro ci aspetta?
Come riusciremo a far fronte alle convenzioni ipocrite della società in cui viviamo?

Torno a fissare i tuoi occhi e nel tuo sorriso trovo risposta:
sei bellissima, sorellina.

Leave a Reply