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Racconti Erotici Etero

La prima volta con I., la mia bella professoressa

By 25 Aprile 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Incontro dopo diversi anni la mia professoressa di lettere delle scuole superiori, la procace I. Dopo i soliti convenevoli mi invita ad andare da lei per un caffè ed una chiacchierata.
Il giorno convenuto mi presento a casa sua, non ci sono mai stato ma mi è sembrato carino accettare anche per fare un po’ di conversazione.
Mi apre lei, formosa e piacente come sempre, vestita con una maglietta rossa su di una gonna nera, scarpette basse da bimba nere, occhiali e rossetto in tinta con la maglia, capelli neri raccolti. E’ decisamente attraente. Entro, ci salutiamo baciandoci sulle guance e mi fa accomodare sul divano. Mi informa di essere sola in casa, quindi prepara il caffè promesso e si siede con me a chiacchierare.
Parliamo, e ci diamo del tu, non siamo più allievo ed insegnante ma conoscenti, amici, ridiamo. Ha un leggero difetto di pronuncia sulla R che la rende ancora più affascinante. Stiamo bene, siamo sereni e sembra normale avvicinarsi sempre di più sul divano, fino a sfiorarsi le gambe, fino a lasciarla giocare col piede sul mio, a toccarsi ed accarezzarsi le mani. Sempre con naturalezza ci avviciniamo ancora, le accarezzo il viso e finiamo a baciarci dolcemente ma con passione, a lungo, nonostante io sappia che è sposata.
Mi sta piacendo ma la smetto, le chiedo scusa, lei mi dice che è tutto a posto, mi sono alzato per andarmente ma lei si alza e finiamo ancora avvolti in un bacio, sempre più complici. Tenendomi per mano, tirandomi, baciandomi, sorridendomi la bella I. mi trascina fino alla sua accogliente camera da letto, dentro la quale mi sospinge verso la parete. Mi appoggio, ci baciamo ancora, non posso fare a meno di accarezzarla anche sul seno, sui fianchi, sulla schiena. I. si preme contro di me, mi incolla al muro con il suo ardore, mi mangia di baci, mi tocca. Mi sfila la maglia e prima che mi renda conto di cosa sta facendo si accoccola ed armeggia per slacciarmi i pantaloni. Non la aiuto anche se la voglia di liberarsi è tanta, ma lei ci riesce e mi ritrovo coi fianchi nudi ed il sesso circonciso completamente eccitato, eretto, teso, leggermente arrossato per la costrizione fin lì subita.
Sono in imbarazzo, non sono mai stato così nudo ed eccitato, articolo qualche goffa scusa, non so fin dove voglia arrivare I. Lei intuisce, capisce, sa che è la mia prima donna, sorride, mi tranquillizza, mi bacia sul ventre, e scende. Sospiro qualche timida protesta, mi si spezza il fiato, sono prigionero del piacere. I. ormai ha il rossetto sbavato, è inginocchiata davanti a me, mi accarezza, bacia, lecca, titilla maliziosamente e dolcemente il sesso, che ormai pulsa ed è teso come non mai. Ansimo, non posso resistere molto, sento il piacere pronto ad esplodere ma allo stesso tempo vorrei prolungare questo egoistico momento, mi trattengo.
Dopo poche altre tenerezze sono al limite, cerco di gridarlo, di avvertire I. ma non mi esce niente di coerente. Lei capisce, continua a baciarmi e toccarmi e mi invita lussuriosamente a venire con tutto quello che ho.
Vengo gridando confusamente il mio piacere, cerco di godere il più possibile ma di far durare quegli istanti, mi sento mancare le ginocchia mentre lei lecca i primi fiotti bianchi, caldi, abbondanti e vitali e lascia il resto ad imbrattarci.

Mi sorride, ricambio ma non dico nulla, ci rinfreschiamo un attimo dai miei umori e siamo di nuovo in camera. Ora tocca a me, mi avverte I.
Sono completamente nudo, di nuovo eccitato, in sua totale balia, inzio a spogliarla e baciarla, la lascio in biancheria intima e scarpette. Si siede sul letto e mi spinge giù, mi ordina di baciarle le gambe. Non me lo faccio ripetere, prima che se le possa sfilare mi getto sulle scarpette, le lecco e le bacio i piedi e le caviglie, gliele sfilo e proseguo a succhiarle le dita e leccarle le piante dei piedi, procurandole del solletico. Risalgo, bacio lecco tocco ed accarezzo ogni angolo possibile di quelle gambe, I. mugola soddisfatta stringendo, spingendomi giù, invitantodmi a salire in base al suo gusto. Vorrei strofinare il mio sesso lungo quella pelle e ricoprirla con un caldo orgasmo, ma non oso. Al termine della risalita I. si libera il seno, che si rivela prosperoso ed invitante, mentre io cerco di sfilarle gli slip.
E’ nuda, mi getto sulle sue valli, tocco e bacio il possibile ma dopo poco lei mi sospinge nuovamente verso il basso, tenendomi la testa e guidandola verso il suo sesso. Bacio e lecco senza criterio, senza ritmo, avido. I. mi tiene la testa, mi appoggia le gambe oltre le spalle, formando una gabbia dalla quale non posso uscire, stringendomi sempre di più verso il suo piacere. Cerco di affondare sempre di più con la lingua, spingendomi con le mani sui suoi morbidi fianchi. Lei geme, ansima, ma non so come e quando farla godere di più, mentre la mia eccitazione è di nuovo al culmine, non posso far altro che venire un’altra volta, godendo da solo del caldo piacere che cola lungo il mio sesso.

Finito il gioco di sottomissione siamo nudi, sudati e sporchi dei nostri umori, ma ormai non c’è più imbarazzo. Ci ripuliamo velocemente e I. baciandomi e stuzzicandomi mi riporta verso il letto, ci si distende e mi invita. Mi allungo, la bacio, le lecco il seno e i capezzoli, mi accarezza e mi strofina con le gambe, ci eccitiamo nuovamente. Prende da un cassetto una protezione e me la infila lentamente sul sesso, guardandomi nel frattempo con occhi vogliosi ed eccitanti, rischio di venire nelle sue mani. I. si distende nuovamente, tirandomi a sè, annunciandomi con voce complice che ha intenzione di prendersi completamente la mia verginità. Non posso fermarmi, né fermarla, sono il suo verginello, mi accoccolo sul letto, mi appoggio alle sue cosce, lei mi prende e con movimenti di gambe e bacino mi invita e distendermi ed entrare dentro di lei. Mi distendo come posso, cerco di muovere i fianchi, I. mi prende il sesso delicatamente con la mano, lo guida verso il suo, stringendomi da dientro con le gambe finchè le scivolo dentro godendo e mugolando dal piacere. Cerco di controllarmi, vorrei godere dieci orgasmi su tutto il suo corpo, inizio a muovermi dentro di lei, esco, rientro, aumento il ritmo, spingo, ansimo. I. mi lascia fare, poi si rialza, si gira, si mette sopra di me, mi cavalca con lenti movimenti del bacino.
Vengo rapidamente, grido di piacere, mi contorco, cerco di stringerla a me, godo dentro di lei che continua il suo ritmo.
Continua anche dopo il mio orgasmo, non è concessa tregua al mio sesso che si ritrae, sono in sua balia, sono tutto suo, provo dolore misto a piacere, grido ad ogni affondo, cerco di divincolarmi senza troppa forza. I. prosegue, non si cura di me, mi strofina i seni sul viso, si fa leccare, toccare, i suoi umori le colano lungo le cosce, mi fa uscire e rientrare continuamente in lei, finchè sono di nuovo duro, mi tiene giù, aumenta il ritmo. Il suo respiro si fa più corto, aumenta il volume dei lamenti, inarca di più la schiena, lancia degli urli di piacere, è al culmine.
Viene a lungo, sempre mugolando e cavalcandomi, colando abbondanti umori. Mi unisco ai suoi ultimi spasimi di piacere, grido, strillo il suo nome all’inaspettato intenso orgasmo che provo ancora dentro di lei, la stringo forte per trasmetterle il mio piacere fino all’ultima stilla, la bella I. mi stringe, sorride soddisfatta.

Cadiamo esausti abbracciati sul letto, ci baciamo dolcemente, ci accarezziamo.

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