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La prima volta di Lisa

By 6 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

La nuova arrivata era fantastica. Una paio di tette favolose ed una migonna vertiginosa completavano il panorama di una bellezza unica, prigioniera di quelle labbra carnose e di quella pelle di ebano. Sembrava la sorellina di Beyoncé, e mi sorrideva come se volesse mangiarmi. All’inizio credevo che avesse voglia di me, ma dopo un paio di tentativi e proposte, mi resi conto che era solo il suo modo di fare. Che non aveva affatto voglia di farsi scopare da me, e che era totalmente innammorata del suo fidanzato, africano anche lui, vent’anni piu giovane di me, e molto geloso. Pero’ io ero pazzo di Josette. Anche se avevo il doppio della sua età non me la toglievo dalla testa, e mi facevo tre seghe al giorno pensando a lei. Avevo scaricato da Internet tutte le foto delle negrette nude con un corpo simile al suo, e ci avevo incollato su la testa della mia giovane collega, con tutta la mia abilità di professionista di Photoshop. Pensavo a lei di giorno e di notte, e riuscii anche a farmi mandare ad una conferenza da solo con lei, all’altro capo del mondo, e riuscii a farmi dare una suite di lusso, la portai a cena ogni sera, ordinando I vini piu pregiati. Mi infilai persino nel suo letto una mattina, dandole una sveglia dolcissima di carezze e baci, Niente, Resisteva sempre. A meno di violentarla non c’era verso di farsela, la mia bambolina nera.

Una sera la invitai a cena da me, assieme al suo ragazzo, perchè ero curioso di conoscere il fortunato che si scopava quella fighetta incredibile. A mia sorpresa Jim era un energumeno di quasi due metri tutto pieno di muscoli. Giocava a basketball in una squadra semi professionale, e a fianco alla Josette sembrava King Kong con Naomi Watts. Ovviamente c’era anche mia moglie, e quindi la serata comincio’ in modo abbastanza normale. Si parlo’ delle solite cose, come cinema, musica, libri ecc. Piano piano pero’, col fluire del vino, le risate si fecero piu alte. Inevitabilmente io e Josette cominciammo a parlare di un progetto di lavoro, mentre Jim, il cazzo nero che si scopava Josette (almeno cosi’ lo vedevo io), e mia moglie Lisa si raccontavano barzellette e ridevano piu forte del solito. Poi Lisa comincio’ a sparecchiare e Jim la segui’ per aiutarla a portare la roba in cucina. Ad un tratto intravidi qualcosa attraverso la porta della cucina socchiusa. Mi moglie era in punta di piedi su uno sgabello per rimettere un’insalatiera su una mensola alta, ma stentava ad arrivarci. Il mio sguardo si era soffermato un attimo sul quel limbo di deliziosa pelle Bianca compresa fra le autoreggenti e le mutandine di pizzo nero, che potevo intravedere sotto il suo abitino corto quando lei levava le braccia in alto. Chissà se Jim aveva lo stesso panorama. D’un tratto il ragazzo apparve dietro a mia moglie, per aiutarla. Pero’ invece di prendere l’insalatiera dalle sue mani e porla sulla mensola, lui mise le mani sui fianchi di mia moglie e la sollevo’ affinchè lei arrivasse a posare l’insalatiera. Mia moglie squillo’ in una risatina divertita. Una volta posata l’insalatiera, Jim la discese molto lentamente fino a terra, letteralmente strusciando il bel culetto della mia metà lungo il davanti del suo corpo. Prima che i tacchi a spillo di mia moglie toccassero a terra, lui si fermo’ un instate, tenendola stretta a se, col vestitino che era rimontato sino alla vita. Dal leggero movimento delle sue natiche capii che le stava facendo sentire il suo gonfiore a contatto col culetto della mia bella. Resto’ li un momento muovendo le natiche ancora un paio di volte, finchè lei non si giro’ sorridendo ed accennando alla porta della cucina socchiusa, sussurrandogli qualcosa nell’orecchio. Io mi spostai un po’ a destra perchè non si accorgessero che stavo guardando, e quando mi rimisi in posizione, vidi una scena incredibile: mia moglie in punta di piedi baciava il colosso, accarezzando con una mano una specie di mega cetriolo nero che gli spuntava dalla braghetta. Allora capii. Il bastardo non le stava solo facendo sentire solo un gonfiore nei pantaloni, ma gliel’aveva bell’e buono infilato fra le cosce, mentre la metteva giu, sfregandolo contro le mutandine di mia moglie. E lei ci stava! Poi I due si spostarono fuori vista ed io feci finta di niente, continuando a parlare con Josette, che seduta di spalle alla cucina, non sospettava niente. I secondi diventarono eterni. Che mai faceva mia moglie col negro in cucina? La gelosia mi rodeva, e tendevo le orecchie per ascoltare ogni minimo rumore che tradisse un verità difficile da immaginare. Che la mia mogliettina mi stesse cornificando al dilà di quel muro? E cosa fare? Alzarmi e piombare in cucina con una scenata di gelosia?. Not cool. Ad un tratto potei distinguere una risatina di mia moglie, seguita da un gridolino soffocato. E da un “umpfff” soffocato di lui. Ma cosa stavano facendo? E come era possible? Qualcosa mi sfuggiva. Mi sembrava di vivere una realtà parallela. Lei la mia dolce metà era cosi’ timida, cosi’ ingenua, e non tanto calda. Sessualmente era quasi una bambina. Facevamo l’amore sempre in posizione da missionario perchè malgrado tutte le mie preghiere ed implorazioni, non voleva mai tentare nulla di diverso. Io morivo dalla voglia di leccarle quella fighetta leggermente pelosa e deliziosa, ma lei non me lo permetteva mai perchè diceva sempre che non era igienico, e che si vergognava. Dovevo quindi accontentarmi di baciarle le grandi tette, ma non a lungo perchè I capezzoli le facevano male. Insomma, scopate di dovere, e controllate, con tutto vietato. Quanto alla passione, non credo che lei abbia mai raggiunto un vero orgasmo. Piccoli sospiri ogni tanto, ma appena percettibili. Insomma un po troppo silenziosa. Pero’ era bellissima. Un viso da cover girl, un corpo piccolo, snello, con due grandi tette che sembravano quelle di una sedicenne, malgrado I suoi 35 anni. Da vera inglesina aveva la pelle molto Bianca ed I capelli scuri in un caschetto che incorniciave degli occhi verdi da sogno e che la faceva sembrare una bambolina. Dimostrava non piu di 22 anni. Da quando la sverginai, venti anni fa, sono stato il primo ed il solo uomo per lei. Capirete ora quanto quella scena fosse incredibile per me.

Ignara di tutto, Josette continuava a parlare, mentre io cercavo di nascondere la mia inquitudine. Josette. Quanto avrei voluto essere io solo in cucina con lei, a spupazzarmela e a pomiciare. Questo pensiero mi rese ancora piu geloso. Stavo per alzarmi e piombare in cucina… ma all’improvviso ebbi un’idea. Jim, il suo ragazzo, si stava strofinando con mia moglie. Questo mi apriva una nuova strada con la negretta. Restava il problema della gelosia di Jim. Tutt’a un tratto la soluzione mi apparve. Dovevo far si che si scopasse mia moglie. In ricambio, lui mi avrebbe poi dato la sua ragazza. Occhio per occhio… Bastava giocare sul senso di colpo, e sulla mia gelosia.

Fu cosi’ che, dopo aver installato delle telecamere nascoste nel soggiorno, in cucina e in camera da letto, predisposi la situazione. Invitai ancora la coppia a cena, ma questa volta feci si che all’ultimo momento Josette fosse mandata in missione di lavoro proprio quel giorno. Sarebbe rientrata solo il giorno dopo, quindi offrii a Jim di venire comunque da noi, soprattutto perché altrimenti sarebbe rimasto da solo. Durante la cena feci si che Lisa bevesse abbastanza per lasciarsi andare piu facilmente, e quindi simulai una chiamata d’emergenza dall’ufficio. “Mi spiace ma devo proprio andare. Data la situazione mi ci vorranno almeno tre ore per sanare la situazione” dissi. Jim accenno’ ad andar via anche lui, ma io lo pregai di restare tranquillamente a terminare la cena: “Ma scherzi? Almeno resti tu a far onore a tanto ben di dio”. A ripensarci, la mia frase era a doppio senso, ma nessuno ci fece caso. Li lasciai a tavola, uscii la macchina dal garage e la parcheggiai un paio di strade piu in la. Ero tutto euforico e caricato dalla situazione che avevo creato. Che sarebbe successo fra Jim e mia moglie? Avrebbero avuto il coraggio di riprendere quel che avevano cominciato l’altra sera, o si sarebbero forse limitati a cenare? Tornai a casa a piedi ed entrai dalla porta del garage che avevo lasciato aperta. Andai dritto nel mio studio, ed accesi il televisore. La telecamera della sala da pranzo mostro’ il tavolo vuoto. Commutai su quella della cucina, nessuno. Passai quindi al soggiorno ed ebbi subito la risposta ai miei dubbi. Lisa e Jim erano li, a pieno schermo, avvinghiati l’uno all’altra, a baciarsi appassionatamente.

Il ragazzo la teneva stretta a se, penetrandole avidamente le labbra con la sua lingua tanto lunga. Mia moglie aveva gli occhi chiusi e muoveva lentamente le labbra e la mascella reagendo dolcemente al quella penetrazione orale, aprendo la sua bocca sino a sentirsi la lingua del negro in gola. Jim le esplorava il palato, I denti, la lingua, e mischiava la sua saliva con quella di lei, mentre le tastava i fianchi e faceva scorrere le mani su e giu per il corpo da capogiro di Lisa. Lei corrispondeva con piccoli mugolii, e lo stringeva forte a se alzandosi in punta di piedi perchè lui affondasse meglio la lingua nella sua bocca. Le dita di Jim ora flirtavano con l’orlo della minigonna di mia moglie, sfiorandole la pelle delle cosce compresa fra l’elastico delle calze autoreggenti e lo slip. Lisa non portava mai biancheria sexy. Aveva sempre delle mutande bianche da collegiale che andavano dall’ombelico alle gambe. Il tutto rinciuso in un collant da suora. Diceva che voleva sentirsi comoda. Tutti I miei regali di San Valentino, consistenti in string, giarrettiere, balconcini, autoreggenti a rete, erano finiti in fondo ad un cassetto senza che io avessi mai la possibilità di verderglieli adosso. Io di notte mi masturbavo all’idea di vederla cosi’. E adesso guarda: aveva messo le autoreggenti!. La mano di Jim segui la rotondità della gamba e risali’ fino a toccare la parte di mia moglie che mi sta piu cara e che mi è riservata: la sua figa. Lisa mugolo’ forte ed apri’ gli occhi lanciandogli uno sguardo complice che voleva dire “ci sei arrivato, bel negrone”. Poi apri’ leggermente le gambe e si abbandono’ contro il suo corpo, emettendo dei gridolini di piacere mentre lui la accarezzava fra le gambe. Dal movimento lento e sinuoso del bacino della mia donna, che si inarcava spingendosi avanti e indietro contro la sua mano, capii che lui la stava esplorando completamente, che le sue lunghe dita nere stavano sfiorando il cotone sottile della striscia di mutandine che passa sotto, protezione ultima dell’intimità di mia moglie, scrigno sacro delle mie voglie e del mio desiderio, cancello ultimo della mia proprietà privata che avevo sinora custodito gelosamente, e che stava per esser violata da un altro uomo, molto piu dotato di me. Dio mio, che avevo fatto? E se lui l’avesse fatta godere piu di me? Lei sembrava trasformata. da monaca in un volcano erotico. Respirava forte, si muoveva in modo felino, guradandolo negli occhi, quasi a provocarlo. Continuarono a baciarsi per un po, poi lei si giro’, dandogli le spalle, e strofinando il sedere contro la braghetta del negro, che aveva assunto dimensioni impossibili. Jim le baciava il collo, mentre le sollevava lentamente la gonna. Chissà se… non tardai ad avere una risposta alla mia domanda. Per la prima volta vidi mia moglie in string. Altro che mutande! Portava quello string piccolissimo, nero e trasparente coi fiocchettini rosa che le avevo dato qualche anno fa. Era talmente arrapante che per poco non mi sborrai addosso. Liberai subito il mio cazzo, che si era gonfiato alla velocità di un canotto di salvataggio, e presi a massaggiarlo mentre guardavo mia moglie verginella, girata indietro a slinguarsi con un altro uomo, godendosi le carezze sempre piu audaci della grossa mano nera, che massaggiava sinuosa il bottoncino del clitoride, ancora seminascosto dal delizioso string. Le dita esperte di Jim si trastullavano giocando con la peluria sparsa che fuoriusciva impaziente ai lati dello string tanto teso e rigonfio, pieno della figa di mia moglie. Con l’indice il negro scosto’ di lato lo string, e fece scivolare tre dita dentro la mutandina, prendendo possesso della fessura e facendo sussultare la mia femmina, che prese a baciarlo ancora piu avidamente. Lei si lascio’ andare alla dolce invasione, aiutando la mano sinistra del ragazzo a prendere possesso di una delle sue grandi tette, che fuoriusciva completamente dal reggiseno a balconcino. Tutta toccata e palpata, la mia mogliettina si abbandonava alle sue carezze con mugolii di goduria. Io intanto guardavo esterefatto due dita del ragazzo entrare ed uscire piano piano dalla sua vagina. Le dita erano inzuppate. Ma come poteva essere tanto bagnata quando con me ci volevano quintali di gel per aprirla? Dopo un po un altro dito apparve inaspettatamente stretto fra le sue cosce, strusciandosi sotto I peli dela figa. Era un ditone molto piu grosso, che fuoriusciva dalla braghetta del ragazzo puntando dritto verso di me, dopo aver attraversato le morbide cosce di mia moglie. Lei strinse le gambe e si inarco’ indietro per sentirselo meglio. Sembrava che stringesse una mazza da baseball. In punta di piedi sui tacchi a spillo, Lisa era terribilmente eccitata dal farsi spogliare poco a poco da dietro. Adesso la sua camicia era aperta ed il negro aveva entrambo le mani piene delle sue tettone da sogno. Il cazzone del ragazzo fuoriusciva per quasi 15 centimetri davanti alla sua fighetta. Se non fosse per il colore troppo scuro, sembrerebbe che Lisa avesse l’uccello. Dio mio ma quanto è lungo? Il mio è 12 cm in tutto! Dopo ancora quanche minuto di palpate, strusciate e slinguate, Lisa si stacco’ da lui e gli si inginocchio’ davanti, osservando quel mostro in tutta la sua maestà. Emise poi un gridolino di meraviglia, gli sorrise complice, e spalanco’ la bocca per prendere in bocca la grossa cappella. Il mostro scompariva poco a poco fra le labbra vellutate che tante volte avevo baciato. Quelle labbra che avevano pronunciato il “si” davanti all’altare stringevano adesso il cazzo di un altro uomo dandogli un piacere immenso. Quanto avrei dato per provare la sensazione di esser succhiato da mia moglie. L’ultima volta che mi ha fatto un pompino di 30 secondi al massimo fu in luna di miele. E adesso la guardavo succhiare, baciare, leccare, ingoiare quell cazzone rampante da piu di 10 minuti! E doveva piacerle un sacco, perché ogni tanto mugolava e si toccava la figa. Il cazzo che mia moglie aveva in bocca era tanto lungo che malgrado ne avesse metà piantato fino in gola, riusciva a stringerne il resto con entrambo le mani, e c’era posto ancora per un’altra mano. La mazza nera era piu grossa del polso della mia donna. Il ragazzo stava impazzendo dal piacere. Teneva la testa di Lisa fra le mani e se la tirava a se controllando il ritmo del pompino, spingendo il suo enorme sesso fino in fondo alla gola di mia moglie, soffocandola ogni tanto. Lei era come una bambola di gomma, obbediente al suo volere ed al suo desiderio. Ad un tratto Jim comincio’ a rantolare e smise di pompare la bocca di Lisa, dicendo “basta, altrimenti vengo”. Ma lei no si fermo’, anzi gli strinse le palle in mano e disse “si vieni, sborrami in gola”. Allora lui riprese a fotterla in bocca fino all’orgasmo. Inarcandosi indietro ed emettendo ululati di goduria, glielo spinse tutto dentro, almeno sei volte inondandole la bocca di sborra calda ad ogni spinta. Lisa rallento’, poi tirando fuori la verga, apri’ la bocca per morstrargli quanto sperma le aveva scaricato dentro. Un rivolo bianco colava sul lato destro. La sua bocca era piena e debordava. Mai visto tanto sperma . Avevo i brividi a guardare la mia donna, a cui non avevo mai potuto venire in bocca, affogare nella sborra che lei aveva pompato fuori dalle grosse palle di un altro uomo. Lei fece un sorriso diabolico ed ed alzo’ la lingua per ingoiare tutto nel modo piu erotico che abbia mai visto in qualsiasi film porno. Quindi si alzo’ di nuovo in punta di piedi per baciarlo, poi disse: “Mi piace da morire la tua sborra Jim, una vera delizia”. Non credevo ai miei occhi. Non solo l’aveva spompinato, ma l’aveva anche ingoiato tutto. Ripensai a quella volta che mi fece un pompino un po’ piu lungo, quando eravamo ancora fidanzati, e le chiesi se potevo venirle in bocca. Lei smise subito con un secco: “ma scherzi? Che schifo! Mi prendi per una puttana?”. Non osai mai piu chiederlo.

Dopo qualche minuto di baci, carezze e parole dolci sussurrate all’orecchio, i due si spostarono in cucina. Commutai la telecamera e vidi Lisa prendere il dolce dal frigo. Era una torta al cioccolato coperta di panna. Lo poso’ sul tavolo, si avvicino’ al ragazzo e gli prese la spranga nera, che ammosciata doveva fare il doppio del mi cazzo in erezione, e lo tiro’ come fosse un cane al guinzaglio. La appoggio’ quindi sul dolce affondandola nella panna dicendo: “panna bianca, cazzo nero. Muoio dalla voglia di assaggiare”, e con una risatina discese sulla banana nera che pendeva flaccida fra le gambe muscolose di quel fusto. Accarezzandogli le palle, comincio’ a leccare di nuovo il cazzone. Questa volta andava con la punta della lingua, seguendolo in lunghezza e quindi girandola intorno alla cappella. Si soffermo’ a leccare il frenulo, quel pezzo di pelle attaccato sotto al glande, che da tanto piacere, poi finalmente glielo riprese in bocca, masticando e succhiando dolcemente tutta la panna. Lui chiaramente godeva, ed in meno di un minuto era di nuovo duro come un bastone. Fu lui a tirarsi fuori questa volta. Tiro’ su in piedi la mia dolce metà e la appoggio’ col sedere sull’orlo del tavolo. Scese quindi dolcemente con la lingua lungo il suo corpo, poi affondo’ la mano nel dolce, la inzuppo’ nel cioccolato, e prese a cospargerle le grandi tette. “cazzo nero, panna bianca… tette bianche, punte nere” disse scherzando, e ando’ dritto a leccarle i capezzoli, mentre le palpava le tettone. Quando furono di nuovo bianche, Jim continuo’ a scendere, leccandole lo sterno, l’ombelico, il ventre e giu, fino ai fiocchetti rosa. Che scena ragazzi! Io ero duro come il cemento. Non avevo mai desiderato mia moglie tanto, non l’avevo mai vista tanto arrapante e tanto arrapata. Qualcosa dentro di me mi diceva che dovevo fermare tutto prima che fosse troppo tardi, che dovevo far irruzione e attaccare una scenata, poi scacciare l’invasore e scoparmi Lisa da matti. Ma non potevo, Ero pietrificato. E soprattutto ero arrapato, ma in modo strano. Non volevo scoparla. Volevo vederla scopata da lui. La cosa mi eccitava molto di piu. Stavo rincoglionendo? Forse si.

( continua )

La grossa lingua risali’ dai fiocchettini all’ombellico, leccando il ventre piatto della mia donna e tenendola in trance. Ogni volta che scendeva sembrava fosse la buona, e invece no, risaliva all’ombelico. Finalmente una buona volta ando’ piu giu dei fiocchettini rosa e prese e scese fino alla punta inferiore della V delle mutandine della mia Lisa. Ancora con le gambe chiuse, quella V di pizzo nero si stagliava netta incorniciata dalle sue cosce piene e bianche. Le labbra carnose del negro giocavano col cotone sottile che copriva l’intimità di mia moglie, e la sua lingua si spostava su e giu seguendo la sua fessura verticale. Lo sentivo annusare e sospirare, inebriato. Lo slip della mia femmina era tanto bagnato, e potevo solo immaginare il profumo delizioso della sua fighetta che l’Africano si stava gustando, e che io ho annusato solo qualche rara volta, ai nostri primi incontri, quando lei era quindicenne e ancora vergine. Io rubavo la macchina di mio padre e si andava in campagna a pomiciare. Era tanto bagnata che mi pareva di infilare la punta delle dita in un pomodoro. A leccarle la figa venivo nei jeans in tre minuti. Mi ci vollero due anni per convincerla a farsi scopare. E adesso era il negrone a godersi quelle sensazioni di scoperta con mia moglie. Finchè a un tratto lei disse “leccami… leccami… leccami la figa!” Il linguone ando’ dritto giu, e mentre le sue mani abbassavano lo string, scese fino al clitoride di mia moglie. Prese a leccarglielo lentamente, giocando col bocciuolo di rosa, e affondando sotto, stretto fra le labbra della vagina e il cotone della mutandine. Dolcemente lui l’adagio’ sul tavolo, distendendola, poi le abbasso lo slip fino alle ginocchia e continuo’ a leccarla con le gambe chiuse, affondando la sua lunghissima lingua nel soffice pelo. Lei smaniava e si contorceva, tentando di aprire le gambe per farsi meglio penetrare da quella lingua, ma lui le teneva strette. Voleva mangiarsela chiusa e verginella. La MIA verginella. Io mi stavo sparando una sega paurosa, mentre spingevo la lingua fra due dita strette, immaginando fosse la sua fighetta. Finalmente Jim acconsenti’ ad abbassarle lo string fino alle caviglie, e la penetro’ d’un colpo di lingua fino in fondo. Poi prese a muovere la lingua su e giu, solcando lentamente tutta la lunghezza della fessura fra le cosce della mia donna, dal pelo del suo monte di Venere, fin dietro al culetto, stuzzicandola e spingendo la punta dentro ai buchetti della vagina e dell’ano. “Oh Jim, Jim, aprimi, leccami, mangiami, fammi godere!”. I colpi di lingua si fecero piu regolari e la mia femmina conciava a contorcersi, a sollevare il pube contro la sua lingua, ad urlare “Jim, Jiiiiim…”. Lui inseri’ due dita nella vagina mentre il mignolo si articolava per farsi strada nel culetto, e le slinguetto’ il clitoride velocemente. Lisa eruppe immediatamente in orgasmo pauroso,. “Jim… Jim scopami! Scopami adesso!!!” Obbediente Jim tiro’ fuori le dita e spalancando al massimo le labbra inseri’ l’enorme cappella in quella fighetta piccolissima. L’urlo della mia donna fu apocalittico, ancestrale. Dolore e piacere misti in un desiderio di essere spalancata, aperta, violentata, presa senza scampo dal cazzo piu grande del mondo. Lo sentivo dentro di me. L’amavo tanto la mia mogliettina che mi stava dando quelle sensazioni per via telepatica. E mentre lui si immergeva fino a fondo nella sua fighetta stretta, lo sentivo dentro di me centimetro per centimetro, e lo amavo, gli ero grato di far godere la mia bambola cosi’ tanto, di riempirla completamente come io non ero mai riuscito. E gridavo all schermo: “falla godere Jim, prendila tutta, sfondala, goditi mia moglie, sbattitela, dalle tutto il tuo cazzone, penetrala a fondo, baciala, leccala, falle tutto quello che a me non mi permette, falla puttana, prenditi la mia troia, trapanala, scopalaaaa!”. Col telecomando zoommai la telecamera su un primo piano di quella mazza che entrava e usciva dalla mia donna, nuotando nei suoi umori. Accanto allo schermo, sul tavolo de mio studio, la foto del notro matrimonio. Non era cambiata affatto, sempre bellissima. Lisa col l’abito bianco, corto sulle ginocchia, Lisa col cazzone nero nella figa. Sempre lei, sempre la mia Lisa, quella che amavo e che desideravo piu di ogni altra. Lisa che adesso stava dandosi completamente ad un altro. Presa, scopata, penetrata… penetrata, penetrata, penetrata… ripetevo mentalmente quella parola incredibile, quasi volessi convincermi. Mia moglie penetrata da un altro uomo. Ascoltavo in silenzio i sospiri dei due amanti, ed anche il suono di quello sciacquio magico che fa un cazzo che scivola dentro e fuori da una figa inzuppata. Ascoltavo e godevo in lacrime, col cuore spezzato dalla sensazione di averla persa. Quell’amaro piacere che ti da gelosia pazza, quello strano sentimento che ti indurisce il cazzo come il cemento la prima volta che vedi tua moglie scopata da un altro. Quell’immensa felicità di essere cornuto!

Il ragazzo nero si scopava la mia mogliettina sbattendola come un fruscello. Lei tanto piccola e stretta, lui tanto enorme e duro. La prendeva in modo impossibile, dilaniandole la fighetta che era stata solo mia fino a mezz’ora prima, e facendola sua, profanando la mia proprietà, facendola urlare di piacere come non l’avevo mai sentita. Io guardavo quella sbarra nera entrare ed uscire nel copo della mia bambina, spingendole ad ogni colpo il fiato fuori dai polmoni con un gridolino che mi faceva morire di gelosia, ma anche di piacere. Ero in piedi davanti allo schermo con gli slip giu alle ginocchia ed il mio cazzo durissimo in mano a guardarmi lo spettacolo piu erotico che avessi mai visto. Avrei voluto che non finisse mai, che lui potesse scoparla per sempre per farmi godere. A guardarla scopata cosi’ l’amavo ancora di piu. Bellissima, morbida, bagnata, puttana, tutto cio che una moglie dovrebbe essere. Ero il piu felice dei mariti.

( continua )

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