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Racconti Erotici Etero

La professoressa madrelingua

By 24 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La sua carta d’identità indicava che aveva ormai quasi cinquant’anni. Eppure vedendola nessuno gliene avrebbe mai dati più di quaranta. Magra e slanciata di costituzione, amava mantenersi in forma con il jogging. Inoltre, la pelle perfettamente curata e di un colore scuro, quasi tendente più al marrone che al rosa, le davano un’aria ancora più giovanile. Eppure erano già più di venticinque anni che Cate aveva lasciato l’Australia per seguire il fidanzato in Italia, che era successivamente diventato suo marito. Ed erano ormai una ventina di anni che Cate faceva l’insegnante di inglese in un liceo di una grande città italiana. Ed erano anche ormai circa dieci anni che aveva divorziato dal marito. Ed erano già passati un paio di minuti da quando aveva cominciato a praticare del sesso orale a Davide.

Davide non avrebbe mai immaginato che recarsi casa della sua insegnante di inglese per chiederle delucidazioni su un argomento di letteratura inglese in vista dell’esame di maturità si sarebbe trasformato in una situazione così piacevole. Davide era un ragazzo alto e magro con una grande passione per le lingue. Questo era uno dei motivi per cui la professoresse Cate Bryce era la sua insegnante preferita. L’altro era perché era una dei pochi insegnanti in grado di scatenare in lui curiosità nella materia che insegnava. E l’unica in grado di scatenare in lui delle fantasie sessuali. Lo spiccato accento inglese, il fisico da giovane donna, i capelli corvini lunghi fino al collo, la frangia con il ciuffo e gli eleganti e sottili occhiali da vista della professoressa Bryce occupavano la mente di Davide ogni volta che si masturbava. E recarsi a casa sua per chiederle spiegazioni sul pensiero shakespeariano e parlarle delle proprie ansie per l’esame erano state sufficienti per trasformare le sue fantasie in realtà.

Appoggiato alla scrivania dello studio della sua professoressa, Davide aveva i jeans slacciati, quel tanto che bastava per liberare dalla loro morsa il pene, ormai piena erezione. Inginocchiata ai suoi piedi, la professoressa Bryce osservava le sue reazioni mentre muoveva la testa avanti ed indietro lungo l’asta del suo pene.

Davide aveva già immaginato di trovarsi in situazioni simili con la professoressa Bryce durante la masturbazione, ma mai si era immaginato tutti i dettagli che poteva osservare vivendo l’esperienza nella realtà. E da quella posizione era in grado di osservare ogni cosa, compresa la quarta di reggiseno attraverso la generosa scollatura della camicia bianca di seta della sua insegnante di inglese. La donna indossava inoltre dei larghi e comodi pantaloni a zampa di elefante rossi con una fantasia di pois bianchi. Ai piedi, dei sandali con un buon tacco e la zeppa di sughero. Il suo modo di vestire, così colorato e appariscente, era un altro dei motivi per cui la donna dimostrava ancora un’aria così giovanile.

A Davide venne stranamente in mente una domanda: per diventare degli insegnanti di lingua bisognava essere abili con la lingua? Se così fosse stato, la professoressa Bryce avrebbe potuto essere una delle insegnanti di inglese migliori del mondo. Non si fermava un attimo. Gli leccava l’asta del pene. Gli leccava la cappella. Gliela baciava. Se la infilava in bocca. Andava con la testa su e giù lungo il pene. Su e giù. A ritmo lento, che sapeva tuttavia aumentare rapidamente con grande abilità. Data la giovane età, Davide non aveva avuto molte esperienze sessuali e poteva dire con certezza che quello era il miglior pompino che avesse mai sperimentato. Si appoggiò con tutto il peso alla scrivania ed inclinò la testa all’indietro. Non riusciva ad osservare la professoressa mentre si prendeva cura del suo pene: lo eccitava troppo. E lui non aveva alcuna intenzione di venire così presto.

Cate smise di succhiare il membro del suo studente, che tornò finalmente ad osservarla. Era incuriosito, oltre che dispiaciuto del fatto che la sue insegnante avesse smesso di dedicarsi a lui. Ma Cate non aveva affatto l’intenzione di lasciare andare il suo studente. Una brava insegnate dedica anima e corpo per aiutare i propri studenti. E lei aveva infatti tutta l’intenzione di donare il proprio corpo a Davide. Sbottonò la camicia, mostrando a Davide il reggiseno bianco di pizzo. Poi, senza sfilarselo, ne fece i seni, che si prese tra le mani. Ci giocherellò un po’, sorridendo.
‘Ti piacciono?’, chiese Cate con uno spiccato accento inglese. Nonostante vivesse in Italia ormai da molti anni, non riusciva a scollarsi di dossi quell’accento. Accento che Davide, e probabilmente molti altri uomini, trovavano tuttavia molto sensuale.
‘Sì, prof’, rispose lui con voce decisamente emozionata ed ansiosa. Non vedeva l’ora di scoprire cosa la sua insegnante aveva intenzione di fare.
”Yes, teacher.’ Devi rispondere ‘Yes, teacher”, lo contraddisse lei. Aveva tutta l’intenzione di dominare. ‘Dillo’
‘Yes, teacher’, rispose con tono un po’ confuso, ma decisamente eccitato.

Cate si avvicinò ancor di più a Davide, inserendone il pene tra i due seni. Poi, tenendoli con le mani, iniziò a masturbarlo con la quarta di reggiseno. Questo Davide non lo aveva mai provato. E gli piaceva molto. Soprattutto quando Cate aggiungeva l’utilizzo della bocca alla pratica. Si teneva saldamente alla scrivania. Era eccitatissimo. Non riusciva a smettere di osservare le tette della sua insegnante muoversi su di lui e dominarlo. Aveva due tette sode di una forma rotonda. Nonostante la forma, Davide aveva la certezza che i seni di Cate non fossero rifatti, ma naturali. La loro morbidezza ne erano una prova.

Ancora appoggiato alla scrivania, Davide tentò di allargare le gambe per mettersi più comodo, ma i pantaloni abbassati fino alle ginocchia glielo impedirono. Così se li abbassò del tutto e liberò una gamba dalla loro presa, tentando di non disturbare il lavoro della sua insegnante, che lo osservò sorridendo. Era contenta di vedere che il suo allievo avesse trovato la sfrontatezza di mettersi finalmente a suo agio. Voleva dire che era pronto per passare al livello successivo del suo trattamento antistress preesame.

Gli sfilò le scarpe dai piedi. Davide era dispiaciuto del termine del massaggio, ma il suo attrezzo mantenne l’erezione a causa della curiosità sulle azioni prossime della sua insegnante. Cate si alzò da terra e sfilò la maglietta a Davide, che si ritrovò ad indossare solo i suoi calzini bianchi. Poi, trascinando il ragazzo per il pene, si scambiò di posto con lui e si appoggiò alla scrivania del suo studio. Vi si sedette sopra ed iniziò a sfilarsi i pantaloni. Senza farselo chiedere, Davide la aiutò a levarseli. Glieli strappò via, senza levarle le scarpe. I pantaloni a zampa di elefante hanno questo vantaggio. La professoressa rimase in tanga, bianco, della stessa foggia del reggiseno, che Davide poteva ben osservare in mezzo alle gambe divaricate.
‘Queste non le sfili?’, chiese Cate con un ché di provocante.
‘Yes, teacher’. Aveva imparato subito ciò che voleva la sua professoressa. Era completamente in sua balìa.
Senza farselo ripetere, Davide fece scivolare via le mutandine della sua insegnante, rivelandone la vulva. Davide non aveva avuto numerosi rapporti sessuali nella sua vita, ma nessuna delle giovani ragazze con cui era stato a letto aveva una vulva curata e depilata come quella della sua insegnante di inglese. Avrebbe tanto voluto ficcare la testa in mezzo alle gambe di Cate e leccarle la vagina. Lo avrebbe fatto per ore. Cate glielo impedì.

Prima di dargli il tempo di fare qualunque cosa, Cate prese il pene di Davide, ancora in piena erezione, e lo avvicinò a sé. Avuto il ragazzo, ne avvicinò il membro alla sua vulva. Ce lo appoggiò sopra.
‘Fuck me’, gli disse. Nonostante vivesse in Italia da tempo e avesse oramai imparato bene l’italiano, Cate prediligeva ancora l’inglese quando si trattava di certi argomenti. E poi credeva potesse essere più eccitante per il suo studente. E non sbagliava. Davide spinse in avanti il bacino, inserendo il proprio pene nella sua insegnante. Non poteva credere a quello che stava facendo. Stava penetrando la sua insegnante di inglese. Se la stava scopando. Stava avverando uno dei suoi sogni erotici.

Seduta a gambe aperte sulla sua scrivania, Cate osservava il ragazzo godersi la sua fica. Si stava impegnando molto. Tenendola per i fianchi, spingeva e ritirava il bacino a velocità impressionante. Si vedeva che guardava molti film pornografici. Nella finzione cinematografica, tutti gli attori scopano a ritmo incredibile dall’inizio alla fine. Ciononostante, il giovane ragazzo le stava dimostrando di essere dotato di una grande resistenza. Per questo motivo, decise di dargli qualche soddisfazione in più ed iniziò a mugolare rumorosamente. Non che ne sentisse la necessità; nonostante il suo impegno, infatti Davide dimostrava comunque una certa inesperienza e non la stava facendo godere più di quanto non avessero fatto alcuni uomini con cui aveva avuto dei rapporti sessuali nel corso della sua vita. Pensò tuttavia di premiare l’impegno del ragazzo.
Cate aveva ragione. Galvanizzato dai mugolii della donna, Davide iniziò a spingere a ritmo sempre più elevato e sempre più in profondità. La donna si teneva al bordo della scrivania, che si spostava sotto le foga del giovane, sempre più sudato. Nonostante quello che pensasse della scarsa esperienza del ragazzo, Cate non poteva non ammettere di essere molto eccitata. Con la mano destra, iniziò a massaggiarsi la vulva, poco più in alto della penetrazione. Allo stesso ritmo della penetrazione. Sempre più rapidamente. Anche lei iniziava a sudare. La sua fica era sicuramente molto bagnata.

Davide iniziava a non farcela più. Era molto eccitato. Tutto ciò che vedeva della sua insegnante non faceva altro che eccitarlo sempre di più. I suoi capelli corvini bagnati dal sudore. Le sue tette che le rimbalzavano sul petto fuoriuscendo dal reggiseno e dalla camicia aperta. Le dita sfiorare il pene mentre entrava ed usciva dalla sua fica calda e bagnata. Non poteva resistere un secondo di più. Estrasse il pene e si calmò. Non voleva venire. Voleva scoparsi la sua insegnante preferita ancora un po’. Tuttavia, quando si avvicinò per ricominciare a penetrarla, Cate lo fermò.

La donna si alzò in piedi e diede le spalle a Davide. Poi si chinò ed aprì l’ultimo cassetto della scrivania. Quando si rialzò, porse al giovane un piccolo pacchetto di plastica. Era un preservativo. Davide non comprese subito il motivo del regalo. La donna si era fatta penetrare senza alcun problema fino a quel momento. Poi, quando rialzò lo sguardo verso la donna, capì. Cate era china in avanti, appoggiata alla scrivania, e si stava infilando un dito nell’ano. La donna voleva fare del sesso anale con lui. Il suo sogno non poteva realizzarsi nel migliore dei modi.

L’ano di Cate era ormai molto dilatato. Grazie alla lubrificazione della sua stessa saliva, la donna riusciva già ad infilarsi due dita nell’ano. Il suo sedere era abituato a questo tipo di trattamenti. Già da qualche anno infatti la donna si masturbava anche analmente, grazie all’aiuto di giocattoli particolari appositamente studiati. Tuttavia, erano ormai molti gli anni che il suo sedere non accoglieva un pene reale. E Cate non vedeva l’ora.

Timidamente, il ragazzo si avvicinò alla donna tenendosi il pene, protetto dal profilattico. Non aveva mai fatto del sesso anale e, visto il numero esiguo di donne disposte a sottomettersi a tale pratica di pura dominazione maschile, non aveva intenzione di farsi sfuggire l’occasione. Immaginando che il ragazzo fosse vergine a questo tipo di pratiche, sempre china sulla scrivania, Cate allungò una il braccio dietro di sé e prese in mano il pene del ragazzo. Poi, cercando di dilatare più che poteva l’ano con l’ausilio dell’altra mano, vi indirizzò il membro di Davide. Aiutando la donna ad allargare l’orifizio con le mani, Davide spinse il lentamente il bacino in avanti. Attraverso lente e progressive spinte, il pene riuscì a farsi accogliere dall’ano di Cate, che emise un profondo gemito.

Cate smise di aiutare il ragazzo con le mani e si accasciò sulla scrivania. Davide cominciò a spingere e ritirare il pene. Inizialmente trovava difficoltà a far scivolare il pene all’interno di quell’orifizio così stretto. Già dopo qualche spinta, tuttavia, l’ano della sua insegnante si era abituato all’ospite, permettendo al ragazzo di penetrarla piuttosto agevolmente. Cate ora stava decisamente godendo. Nonostante l’inesperienza, il ragazzo la stava facendo godere. E molto. Probabilmente la masturbazione praticata con i sex toys negli ultimi anni aveva preparato il suo culo talmente bene, che ora l’introduzione di un vero cazzo le stava facendo provare il miglior sesso anale della sua vita. Si teneva alla scrivania. Alzò una gamba, che poi appoggiò sulla sedia da ufficio presente vicino alla scrivania. Il cazzo del suo studente affondava e si ritirava velocemente dentro di lei. Iniziò a gemere. Poi ad urlare. Nella foga dell’amplesso quasi non se ne rese conto.
‘Fuck me!’, diceva al suo allievo. ‘Fuck my ass!’

Davide credeva che solo nei film pornografici le donne pronunciassero frasi simili. Eppure, a quanto pare, le donne inglese urlano davvero quelle cose durante l’orgasmo. Osservò il suo cazzo entrare all’interno del culo sudato della sua insegnante. All’interno di quel buco così stretto e caldo. Quella situazione lo eccitava moltissimo. Troppo. Stava per venire. Non voleva. Voleva incularla ancora. Tentò di fermasi un attimo. Tentò di estrarre il suo attrezzo dall’ano della sua insegnante per cercare di calmarsi. Non fece in tempo. Quando il suo pene rivide la luce, stava già inondando il preservativo di sperma.

Cate si toccò il sedere. Il suo ano era dilatatissimo e grondante di sudore. Si alzò dalla scrivania e guardò il suo allievo, in calzini e con il preservativo pieno di sperma penzolante dal suo pene, che stava già perdendo l’erezione. Soddisfatta dell’esperienza, si avvicinò al ragazzo e gli diede un rapido bacio di ringraziamento. Poi, gli tolse il preservativo e si avviò verso il cestino della spazzatura per gettarlo e gli chiese: ‘Dov’eravamo rimasti con Shakespeare?’

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