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La radura

By 14 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

“Non l’ ho mai fatto prima” gli dico.
Mi sfiora la gamba, come se involontariamente scivolasse fra le mie cosce: “non è difficile, vedrai, ti aiuto io …”
“Sicuro?”
“Vieni qui!” e mi aiuta a salire a cavallo, mette un mio piede nella staffa, faccio leva e salgo saldamente facendo attenzione a non cadere dall’ altra parte.
Sale a sua volta a cavallo, aitante e bellissimo come sempre.
Ci incamminiamo per i boschi. Alberi bellissimi scorrono al nostro fianco e un odore di muschio e foglie fresche mi sale nel naso.
Lui è accanto a me.
Solo guardarlo mi fa ribollire il sangue nelle vene.  Averlo così vicino e poterne respirare il profumo a pochi metri di distanza mi fa sentire un caldo terribile. Sento il sangue fluire più facilmente nelle vene e nella mia testa cominciano a formarsi immagini sconvolgenti.
Ci fermiamo in una radura. Un bel prato folto, alberi a segnarne il contorno, qualche grosso masso disseminato qua e la.
Si ferma, scende e lascia libero il suo cavallo di girare indisturbato per i boschi, sa già che tornerà da lui.
Si avvicina a me. Prende la mia mano e mi aiuta a scendere stando sempre attento a toccarmi quanto più è possibile.
“Come ti sembra?” mi chiede.
“E’ un posto bellissimo. È proprio come me lo avevi spiegato, come me lo immaginavo. Fantastico!” gli dico abbassandomi per massaggiare il polpaccio.
Mi guarda, se ne accorge: “Ti fa male?”
“Un po’ ma, non credo sia niente di particolare.”
“Vieni qui!” e mi tira verso di se. Mi fa sedere su grosso masso e si inginocchia ai miei piedi.
Tocca il mio stivale, tira giù la zip e guardandomi negli occhi me lo sfila. La sua mano a contatto con la mia pelle mi mette i brividi. Comincia a massaggiare prima piano, poi con più forza. Massaggia per lungo tempo e poi passa all’ altra gamba.  Comincio a rilassarmi e mi spingo a sdraiarmi sul masso liscio. Le sue carezze diventano più insistenti. Le sue mani cominciano a salire sempre più su. Arrivano alle ginocchia e poi riscendono verso i piedi.  Quando risalgono nuovamente arrivano questa volta alla coscia per poi riscendere nuovamente. Risalgono e, questa volta arrivano alla mia figa.
Non so se se ne è accorto ma io sono già eccitata.
Stavolta  la sua mano arriva al mio ventre e poi riscende verso l’ interno delle mie cosce. Mi appoggio sui gomiti e lo guardo negli occhi.
“Voglio leccarti la figa! Adesso.” Mi dice guardandomi.
“Che aspetti allora?”
Mi abbassa i pantaloni, sollevo un po’ il bacino per facilitargli il compito. Li tira giù, li toglie completamente, senza mai staccare i suoi occhi dai miei.
Passa la mano sulle grandi labbra.
Infila  la testa fra le mie cosce e comincia a leccare.
Morde il clitoride.
Lecca per bene dal basso verso l’ altro.
La lingua si insinua fra le labbra.
Comincia a penetrarmi, prima con la lingua e poi con due dita. Mentre mi scopa con le dita morde il clitoride, lo lecca, lo succhia.
Metto una mano sulla sua testa e lo costringo a restare li fra le mie gambe.
Aumenta il ritmo delle dita, ne infila un’ altra, mi scopa più forte non smettendo per un attimo di leccare e succhiare il clitoride. Sento caldo. Sento i brividi che mi pervadono la schiena. Sento la figa contrarsi in un piacere immenso. Il calore mi pervade, i sospiri crescono e cerco di trattenere i gemiti.
“Urla troia, fammi vedere come godi di me. Fammi sentire come ti piace la mia lingua fra le tue cosce. Contorciti. Si…così..brava…”
Non riesco a controllare i miei impulsi, urlo e vengo copiosamente.
Tira fuori le tre dita e me le mette in bocca. Me le fa leccare e mentre la mia lingua è sulle sue dita, la sua lingua si fa spazio fra di esse e assapora per la prima volta la mia.
Si stende su di me e io sento inevitabilmente il suo cazzo durissimo attraverso la stoffa dei suoi pantaloni.
“Ora mi farai godere come io ho fatto con te, vero?”mi dice continuando a baciarmi.
“Posso darti tutto quello che vuoi!”
Mi prende per mano mi fa alzare e mi porta vicino ad un albero, al centro della radura.
Mi ci fa appoggiare di schiena e si inginocchia nuovamente. Mi fa divaricare le gambe e comincia a leccarmi ancora. Questa vola infila dolcemente un dito nel culo.
Ho un sussulto. Se ne accorge e lo infila ancora più in profondità. Comincia a stantuffarmi.
Estrae il dito e questa volta ne infila un altro.
Comincia a scoparmi con due dita e sento grattarmi dentro ed è come se mi stessero facendo del male.
Tira fuori le dita e improvvisamente senza nessun preavviso infila dentro il suo cazzo.
Un cazzo grosso, lungo, largo, che mi riempie completamente. Che mi lacera e mi uccide.
Caccio un urlo e le gambe mi cedono.
Lui mi tiene per i fianchi e delicatamente mi posa per terra senza uscire da me.
Si allunga sulla mia schiena. Sbottona la mia camicia. Mi libera i seni e mi lascia completamente nuda.
Fa la stessa cosa con il suo golf.
Sento la sua pelle sovrapporsi alla mia. Sento il suo peso sulla mia schiena.
Delicatamente comincia a muoversi dentro di me. Prima piano e poi più veloce. Entra ed esce facendo in modo che il cazzo si abitui alle dimensioni ristrette. Mi mette una mano sui fianchi e mi tira a se. Mi tiene ferma e non mi fa muovere per nessuna ragione.  L’ altra mano è fra i miei capelli. Li intreccia fra le sue dita e poi tira indietro.
“Dimmi che sei una troia” mi dice. “Dimmi che sei una troia e che sei pronta a fare tutto per me. Dimmi che godi come una schifosa puttana e che l’ unica cosa che ti piace è il mio cazzo. Dimmelo!”
Sospiro e gemo per il dolore, non riesco a parlare e invece di supplicarlo di fare più piano gli dico di continuare.  Questo lo eccita ancora di più. Comincia a spingere più forte. Facendo sbattere i coglioni sulla figa.
“Ti prego, fammi male. Sfondami il culo. Fammi sentire come una troia pronta a soddisfare tutti i tuoi desideri.” Gli dico sempre più eccitata e dolorante.
Lascia i miei capelli e prende un mio braccio. Lo torce dietro alla schiena e mi dice di sopportare quel dolore perché è l’ unico modo in cui lui vuole godere oggi.
Il ritmo aumenta e sento che lui non si regge quasi più sulle gambe. Lo sento quasi irrigidirsi. Sento le sue mani che stringono di più sulla mia pelle, quasi a volerci passare attraverso.
Assesta ancora un paio di colpi forti e decisi e poi geme affannosamente cadendo sulla mia schiena, restando su di me. Restiamo così per un po’ con lui dentro di me,  fino a quando lui si sposta e si siede sotto all’ albero secolare.  Mi prende per mano e mi fa sedere su di lui. Mi bacia dolcemente. Mi accarezza il viso. Passa le mani fra i miei capelli e le nostre lingue giocano a cercarsi e le nostre bocche si succhiano avide.  Lo guardo negli occhi mordendomi il labbro inferiore. Capisce subito cosa voglio da lui. Mi sposta, mi fa mettere con le spalle appoggiate al muro . Divarica le mie gambe e ricomincia il gioco…

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