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Racconti Erotici Etero

La sinfonia dell’amore

By 5 Giugno 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La sinfonia dell’amore

La camera &egrave fiocamente illuminata. Le luci soffuse, i colori della stanza fanno sembrare d’ambra la sua pelle. Mi avvicino, piano piano. Contino a guardarla negli occhi che le brillano. Le do un bacio. Ha le labbra calde, si muove appena; un bacio, intimo, languido, lascivo. Le accarezzo la schiena, salgo, trovo il suo collo, tiepido. Le accarezzo una guancia, scendo un poco, fino a trovare il colletto della sua camicetta, e poi, il primo bottone. Ci stacchiamo, continuo a guardarla negli occhi. Le sbottono la camicetta. Lentamente. Gliela sfilo via. Non si muove. Cade per terra dopo un paio di volteggi. I riflessi dorati sulla sua pelle liscia. Le accarezzo le braccia. Le mie mani salgono. La bacio di nuovo. Le sfioro dolcemente la schiena. Con calma. Le mie dita incontrano il suo reggiseno. Un piccolo clic metallico e l’ho sganciato. Un brivido la percorre tutta. Lo sento. Abbiamo varcato la sottile soglia del non ritorno. &egrave tranquilla. Continuo, le bacio le labbra, il mento, il collo, scendendo sempre più, riempiendo di attenzione ogni singolo particolare che incontro. Il suo profumo mi inebria. Il reggiseno, ancora aggrappato a lei, cade. Sento, la pelle farsi più liscia. Ha un seno piccolino, ancora acerbo, ma molto sensibile. Al contatto con le mie labbra, si irrigidiscono ancora di più, somigliando a due piccoli chiodini. Il suo respiro diventa più corto. Sembra passare un’eternità durante il quale mio unico scopo &egrave darle piacere.
Siede sul letto. Questa volta &egrave lei che bacia me. Si lascia andare all’indietro, coricandosi. La guardo. Le sfioro con la lingua l’ombelico. Le slaccio con calma e delicatezza, i pantaloni. Irrigidisce un po’ la schiena, consentendomi di sfilarglieli via. Le tolgo anche le calze. Ha dei piedi piccolini e stupendi. Ancora coricata, solleva un poco il capo per vedermi. Le massaggio dolcemente le estremità. Poi le caviglie. Le ricopro le gambe di tanti piccoli, leggeri, asciutti baci. Salgo, con estrema lentezza. Le sue cosce sono calde e lisce come madreperla. Salgo ancora. Oltrepasso l’inguine e raggiungo di nuovo l’ombelico, per poi scendere. Senza fretta abbasso l’ultimo, intimo, indumento rimastole, scoprendola dove &egrave più calda e umida. Il gioco continua. Scivolo verso il basso con estrema lentezza. A ogni centimetro che le mie labbra guadagnano sulla sua pelle, sento il suo respiro sempre più corto. Sorvolo un triangolino dai dorati peli che lambiscono e sfiorano le mie labbra, solleticandomi il naso. Respira profondamente, la sento tremare per l’eccitazione mentre espira. Sento il profumo della sua inviolata eccitazione. Come fosse un delicato petalo di cristallo, lecco le sue piccole labbra rosa. Abbandonata sul letto, un brivido attraversa il suo corpo. Lo sento, continuo con lo stesso ritmo cercando di rassicurarla. I suoi sospiri diventano man mano più frequenti, mentre esploro il suo bocciolo in maniera più decisa. Con pennellate più piene e profonde. Salgo un pochettino. Come un alpinista che giunge sulla vetta della montagna, appare così la sua. Lo sfioro, un gemito le sfugge, sfumandosi in un estasi di piacere. Sento la sua mano poggiarsi sulla mia testa. Giocherellare con i miei capelli, mentre la paura si trasforma in godimento. Prende il mio viso tra le mani. Ci guardiamo negli occhi. Mi bacia curiosa di conoscere il suo sapore. Mi sento come un somelier che assaggia per la prima volta il vino. Perché della prima volta anche per me si tratta. Ci alziamo in piedi. La nudità non l’imbarazza, &egrave un momento magico, due anime che sorvolano l’eternità nella memoria in una nuvola di fumo rosa. Col mio aiuto, mi sfila via la maglietta. Con un sorrisetto malizioso mi slaccia la cintura dei jeans, poi il bottone. Senza sostegno, i pantaloni cadono per terra. Un passo avanti e ne sono libero. Le tremano le mani. Le sue delicate dita mi toccano. Si ritraggono, per poi farsi avanti con maggiore sicurezza. Lo guarda come fosse una bimba che non ha mai visto un giocattolo. L’accarezza. Non voglio che faccia niente a cui non sia pronta. Mi inginocchio anche io, portandomi alla sua altezza. ‘ Ti amo ‘ le dico. Sorride. La alzo delicatamente. La prendo in braccio e, come fosse una bambola, l’adagio sul letto. Prendo una piccola precauzione. Nella camera in penombra così distesa, mi sembra una venere. Sono sopra di lei. Mi guarda, carezzandomi il viso scivolano i suoi occhi verso il basso, come per darmi il permesso. La sento vibrare, l’attesa aumenta, la paura nelle vene ci intontisce di una sensazione strana, mille fantasticazioni sfumano in un solo istante, realizzate nel modo più dolce in questa serata d’estate. Gli occhi le luccicano, le sue labbra, rosse d’eccitazione, tremano in un sorriso. Non voglio farle male. Un ultimo sguardo, chiude gli occhi. Entro. Con molta dolcezza, rallentando ancora di più se scorgo una punta di dolore nei suoi occhi. La paura si &egrave ormai dissolta. La sento rilassarsi. Comincia a provare piacere. In un attimo diventiamo una cosa sola. Un solo ritmo che scandisce i secondi di questo momento che rimarrà per sempre nella nostra memoria. Un ritmo che &egrave come le onde del mare calmo che si infrangono sul bagnasciuga. Ansima, i suoi mugolii di piacere sono come la più bella delle sinfonie. La sinfonia dell’amore. Raggiunge la vetta del godimento. Un orgasmo precoce, violento, intenso le fa fare un urlo. Mai ci avrei sperato alla prima volta. Ha gli occhi chiusi, un’espressione sognante sul viso. Si lascia andare completamente rilassata sul letto. Sembra dormire. Io scivolo via. Mi corico affianco a lei. Vederla, dorata nella luce soffusa, per me &egrave il più grande dei piaceri. Si volta verso di me. Apre le palpebre. ‘ Scusa. ‘ dice. ‘ Scusa? Per cosa? ‘ sussurro. ‘ No, nonn’ ‘ non le lascio il tempo per finire la frase. ‘ Ssst, non dire niente. Non ti preoccupare. &egrave stato bellissimo, sei bellissima, e io ti amo. Solo questo conta.

La delicatezza con cui ci doniamo agli altri, la delicatezza con cui trattiamo una persona, deve essere la nostra fonte di felicità. Credo che si tragga molto più piacere, nel donarlo (il piacere). Piuttosto che nel riceverlo. Io solo questo voglio. Donare protezione, piacere e felicità alla persona che amo. Niente di più, niente di meno.

Dedicato a te, mio piccolo grande amore.

email: paride.iovieno@gmail.com

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