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Racconti Erotici Etero

La solitudine estiva gioca brutti scherzi…

By 16 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Era agosto, TUTTI e dico TUTTI i miei amici erano partiti per le vacanze ed io non ero potuto partire con loro per un contrattempo, la mia ragazza era anche lei partita con le sue amiche, pure i miei genitori erano andati in vacanza! Ero solo nel mio paese e non avevo nulla da fare o nessuna con cui scopare. Già… A 19 anni non ci si stanca mai di farlo e se si ha la ragazza bhé allora ci si da dentro come conigli, ma era da una settimana che andavo avanti a pugnette senza vedere un po’ di fregna dal vivo e per godere io avevo bisogno di una donna; di conseguenza passavo le giornate accaldato in casa e a cazzo duro che non riuscivo a far stare nei pantaloni. Un giorno mi svegliai verso le 11 di mattina nel mio letto con l’alzabandiera tra le gambe come ogni mattina, prima di dirigermi in bagno per la mia sega mattutina, andai verso la finestra per aprirla e quello che vidi mi sconcertò: dalla finestra della mia camera nella villetta in cui abitavo vedevo la finestra speculare della villetta di fronte a noi nel quale viveva una donna zitella sulla cinquantina senza figli e molto acida, guardando dentro alla finestra della vicina riuscii a distinguere un letto, probabilmente quella era la sua camera ma guardando meglio mi accorsi che sul letto matrimoniale c’era la mia vicina nuda a gambe aperte che si stava masturbando ignara che qualcuno potesse vederla. “Finalmente un po’ di figa!” Pensai, anche se la mia vicina di casa non era proprio la personificazione del concetto si MILF, anzi ci si avvicinava ben poco ma nelle mie condizioni non dovevo essere troppo schizzinoso. Decisi che era il momento di agire: in fretta e furia mi misi mutande, pantaloncini e maglietta e andai davanti a casa sua e suonai il campanello. Ci mise un po’ a rispondere, probabilmente ci aveva messo un po’ per ricomporsi, e così dopo qualche minuto aprì la porta e la vidi davanti a me: si chiamava Anna, come ho già detto aveva una cinquantina d’anni, era bassa con un corpo minuto, seno quasi zero, culo non degno di nota e dei capelli biondi tagliati corti. Guardandola meglio notai che i capezzoli ancora duri si intravedevano attraverso la stoffa sottile dell’accappatoio, intanto lei mi chiese cosa volessi ed io sparai la prima scusa che mi venne in mente:”Hai delle uova da prestarmi?” Lei con fare seccato (mai interrompere una zitella mentre si masturba) mi fece entrare ed andò in cucina, mentre stava aprendo il frigo le dissi senza peli sulla lingua di averla vista masturbarsi in camera sua e mentre lei ancora mi guardava con aria confusa mi calai i pantaloncini mostrandole il mio cazzo duro come il marmo. Mentre lo guardava imbambolata io mi avvicinai a lei e le sciolsi il nodo del cinturino dell’accappatoio che si aprì mostrandomi il suo corpo nudo. Pensavo sarebbe stato più difficile convincerla, invece dopo neanche 5 minuti che ero entrato in casa sua lei era già in ginocchio a baciarmi la cappella. Con i pompini non se la cavava bene: non riusciva nemmeno a prendermi la cappella in bocca, era proprio una zitella che aveva visto forse uno o due cazzi nella sua vita, allora presi la sua testa tra le mani ed iniziai a scoparle la bocca come ero solito fare con la mia ragazza. Inizialmente lei provò a fare resistenza ma sapevo che si stava eccitando e allora non cedetti di un millimetro; il mio cazzo faceva avanti e indietro nella sua bocca, ogni tanto quando lei si lamentava per la mancanza d’aria lo tiravo fuori e lei tossendo sputacchiava la saliva mista a sborra che le colava addosso sporcandole il petto e prima che potesse respirare bene di nuovo glielo ributtavo nella bocca. Dopo un po’ decisi che era arrivato il momento di fare sul serio e la portai nella sua stanza e la feci sdraiare sul letto a pancia in su, mi sputai sulla mano e le feci un ditalino per bagnarla un po’ e poi senza mezze misure glielo ficcai dentro alla figa tutto d’un botto; un suo urlò echeggiò nella stanza, evidentemente si aspettava un po’ più di delicatezza anche perché lei era abbastanza stretta ma io non volevo aspettare ed iniziai a pompare. Lei continuava a mugolare e lamentarsi per il dolore ma io aumentavo costantemente il ritmo senza curarmene e ci presi gusto sul serio e a giudicare dalle sue parole anche a lei stava iniziando a piacere. Continuava ad incitarmi e con le sue mani appoggiate sul mio sedere mi spingeva verso di sé per sentirmi tutto dentro. Dopo un po’ sentì che le palle iniziavano a farmi male e mentre la scopavo mi partì un getto di sborra che le esplosi dentro; velocemente estrassi il cazzo da lei e masturbandomi schizzai la mia sborra sulla sua figa, qualche getto raggiunse anche la sua pancia ed i suoi capezzoli, appena ebbi finito di sborrare lei succhiò lo sperma rimasto sulla mia cappella ed iniziò a raccogliere quello che aveva su di lei con le dita per poi portarselo alla bocca soddisfatta. Entrambi sporchi e sudati andammo a farci una doccia insieme ma già prima di entrarci mi era tornato duro e non mi parve che Anna ne fu dispiaciuta, anzi,mentre l’acqua percorreva i nostri corpi lei era tra le mie gambe che continuava a spompinarmi questa volta in modo più sciolto facendomi godere un po’ ma poi lei volle di nuovo farsi scopare allora dandomi le spalle appoggiò le mani al muro della doccia offrendomi la sua figa. Io presi una bottiglietta di shampoo che avevo vicino e me ne spalmai un po’ sul cazzo per lubrificarlo, la afferrai per i fianchi e puntai la cappella sul suo buco del culo, mentre lei che accortasi di cosa avevo in mente iniziava a chiedermi di non farlo perché era vergine e non voleva sentire dolore. Ancora una volta incurante di lei, feci scivolare la cappella dentro il suo culo e poi con un singolo movimento le misi dentro il resto del mio cazzo, lei urlò dal dolore di iniziò a piangere mentre io la scopavo sempre con più forza. Il suo buco era così stretto che sentivo le pareti del suo intestino stringermi con forza il cazzo, la cosa mi stava mandando in estasi e venni ancora una volta sborrandole copiosamente dentro al culo ed appena tirai fuori il cazzo da lì un rivolo di sborra le uscì dal buco mentre lei si accasciava dolorante per terra. Finimmo di lavarci, io la feci sdraiare sul suo letto e lei si addormentò subito sfinita dalla scopata che avevamo appena fatto. Tornai in casa mia e mentre dalla mia finestra la guardavo nuda mentre dormiva mi sentivo felice per aver trovato un buco, anzi due, nei quali svuotarmi le palle.
Continua. Passai qualche giorno a scoparmi in continuazione Anna, in pratica passavo sia il giorno che la notte da lei ed appena mi veniva duro iniziavo a fotterla ma poi mi anche Anna andò in vacanza e la situazione tornò come prima: Dopo tre giorni senza scopare avevo sempre il cazzo in tiro e di nuovo bisogno di una donna. Una mattina mi svegliò il rumore della chiave nella serratura della porta di casa, mezzo addormentato pensai che fossero i miei genitori di ritorno dalle ferie ma poi capì che era semplicemente la donna delle pulizie che passava ogni tanto durante le vacanze a sistemare la casa. Con lei non avevo la minima intenzione di scopare: Era brutta e vecchia ma lei mi aveva visto crescere ed ormai era una della famiglia per cui senza nemmeno vestirmi scesi a salutarla. Scendendo le scale vidi una figura diversa da quella che mi aspettavo, Girata di spalle c’era una ragazza russa sui 20 anni e quando si girò la guardai nascosto ancora nella penombra delle scale: Era Andrea, la figlia della donna delle pulizie che era russa ed era emigrata qualche anno fa in Italia con sua figlia che notai aveva il corpo tipico di una russa; minuta, pelle bianchissima, bionda, zero tette ma un culo da favola coperto da un paio di shorts molto corti. A giudicare da come era vestita non si aspettava di trovare qualcuno in casa allora si spaventò moltissimo quando mi vede scendere dalle scale a cazzo durissimo e dirigermi verso di lei. Con forza la strinsi a me facendole sentire il calore del mio cazzo contro la sua pancia, lei si divincolò e rimase un attimo impaurita ma riguardandomi meglio decise che valeva la pena godersi il mio cazzone allora con un grande spirito d’iniziativa si inginocchiò ed iniziò a succhiarmelo… Dio quanto era brava! Era proprio una pompinara esperta, ingoiava tutto il cazzo senza battere ciglio e poi succhiava le palle con una maestria degna di una pornostar e quando schizzai la mia sborra nella sua bocca lei bevve avidamente tutto. Dopo essersi goduta la bevuta si alzò in piedi per spogliarsi e poi mi cinse le braccia attorno al collo ed io la sollevai in braccio puntando dritto con la cappella contro la sua figa depilata; lei era davvero una troia infatti senza che io facessi nulla saltellava sul mio cazzo come se fosse posseduta ed urlando come una pazza ma io ero ancora più insaziabile di lei allora la feci mettere a pecorina per terra e con il cazzo inumidito dai suoi umori le ficcai la mia mazza nel suo culo in un solo colpo; ovviamente il suo buco era già bello allargato (chissà quanti altri ne aveva già presi) ma comunque godevo abbastanza a scoparla da dietro e lei con dei movimenti del bacino assecondava la penetrazione. Mentre la scopavo presi i suoi capelli biondi in una mano e glieli tirai con forza all’indietro facendo aprire la sua bocca da cui uscì un potente urlo di godimento. Lei intanto colava umori come una fontanella e mentre la scopavo si sgrillettava come una pazza ma quando sentì che stavo per venire glielo dissi e lei subito si scostò ed io puntai la cappella diretta contro la sua faccia e schizzai tutta la sborra che avevo tenuto da parte in quei giorni imbiancandole tutta la faccia. Lei attese con gli occhi chiusi che io finissi di sborrare ed appena ebbi finito succhiò le ultime gocce di sborra rimaste sulla mia cappella e con la mano raccolse tutto il seme sul suo viso per portarselo alla bocca. Appena finì mi guardò soddisfatta dandomi un’altra breve succhiata al cazzo per ringraziarmi, poi come era arrivata se ne andò. La mattina dopo mi svegliai ed iniziai la giornata con una bella colazione, nel giro di una settimana i miei sarebbero tornati quindi dovevo iniziare a prendermi cura della casa che da un mesetto non riceveva attenzioni sia da me che dalla donna delle pulizie (che si occupava di me) allora misi una canottiera e dei pantaloncini e raccolta tutta l’immondizia che c’era mi diressi verso la “casa dell’immondizia” una stanzetta vicino ai garage del condominio dove tutti i condomini lasciavano i rifiuti che poi la portinaia avrebbe portato via. Entrai nella stanzetta maleodorante e vidi che non ero solo, infatti Nicoletta, la portinaia del condominio, stava raccogliendo i sacchi dell’immondizia mentre ascoltava della musica con delle cuffiette. Senza farmi notare buttai la mia roba e mi misi dietro alla portinaia: aveva 50 anni, era bassa e con un corpo più largo che alto, infatti doveva pesare sicuramente sui 100 chili che però erano quasi tutti distribuiti sul suo culone e sulle sue tettone che, nonostante fossero cadenti per l’età, erano davvero enormi…. Una sesta direi. Dopo aver buttato la mia roba mi misi dietro di lei che era piegata in avanti a raccogliere i sacchi e senza pensarci un attimo le tirai una pacca molto forte sul culo, lei sobbalzò dalla paura alzandosi ed inarcando la schiena ed io prontamente le appoggiai il pacco duro sul sedere e con le mie braccia la tenni ferma e togliendole le cuffie le sussurrai all’orecchio che avremmo passato una piacevole oretta insieme. Lei, una volta riconosciuta la mia voce, si rassicurò: mi conosceva sin da bambino e da un po’ di tempo avevo notato che mi guardava spesso tra le gambe. Allora mi disse di spostarci a casa mia per stare più comodi, prendendola per una mano la condussi da me e la feci salire in camera mia. Una volta arrivati là lei subito iniziò a spogliarsi ed io con gli occhi sgranati vidi le sue tettone che letteralmente saltavano fuori dal reggiseno slacciato e tra le gambe vedevo una figona un po’ pelosa ma molto slabbrata. Una volta spogliato mi avvicinai a lei e presi subito in mano una sua tetta saggiandone la consistenza: era davvero pesante ma molto soffice e allora diedi subito un morso al capezzolo che subito si indurì; lei intanto armeggiava con le mani sul mio cazzo durissimo. La feci inginocchiare per terra e con le mani sulla sua testa spinsi la mia cappella sulle sue labbra che lei subito accolse nella sua bocca ed iniziai così a scoparla. Lei aveva capito che volevo fare allora docile docile teneva la bocca spalancata per il mio cazzo mentre con le mani si sgrillettava come una pazza. Dopo un po’ decisi di divertirmi con le sue tettone allora tirando fuori il cazzo dalla sua bocca glielo appoggiai sul petto mentre con le mani schiacciavo i suoi seni sulla mia mazza, iniziai così a fare avanti e indietro la le sue tette e lei con la lingua provava a raggiungere la mia cappella per leccarla, la cosa mi eccitò moltissimo e lei schizzai sulla lingua la mia sborra e lei si affrettò per berne il più possibile. Adesso che mi ero riscaldato la feci mettere a pecora e mi posizionai sopra di lei, ma avvicinandomi alla sua figa sentì un odore di pesce molto forte e la cosa mi schifò un po’ allora per non rimanere a bocca asciutta decisi di sfondarle il culo e la preparai con qualche sculacciata bella forte che le fece arrossare subito le chiappone. Con entrambe le mani divaricai le natiche ed appoggiai la cappella sul suo buco, spinsi e con uno schioppo entrai nel suo intestino e lei gridò dal piacere. Aumentai il ritmo sempre di più tanto che per rimanere in equilibrio afferrai da dietro le sue tette tenendomi stretto ad esse mentre lei aveva un orgasmo dopo l’altro; quando fui sul punto di sborrare tirai fuori il cazzo da lei e la feci sdraiare a pancia in su, mi sedetti sulla mia pancia e mentre mi masturbavo per imbiancarla di sborra lei teneva strette le sue tette che poco dopo inondai di sperma coprendole sia il petto che la faccia. Lei prontamente raccolse con le dita lo sperma che aveva in viso e se lo portò alla bocca mentre io con la cappella spalmavo sui suoi capezzoli ancora duri tutta la sborra che aveva sulle tette, ed una volta finito di bere il mio seme Nicoletta diede un’ultima succhiata alla mia cappella raccogliendo altre gocce di sborra. Stremato mi sdraiai per terra e mentre la guardavo alzarsi per andare in bagno per pulirsi notai che aveva tutto il culo rosso compreso il suo buco, cavolo l’avevo proprio sfondata!

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