Mi presento,mi chiamo Claudio Rossi,sono un ragazzo di appena diciannove anni,di quelli che potreste definire non addirittura navigati,ma con delle esperienze alle spalle. Ho una madre di quarantadue anni,molto bella e,a dirla tutta, un po’ fissata con la forma fisica. Una di quelle donne che alla prova costume fa sfoggio del fatto di essere una MILF,col suo pancino piatto da poterci mangiare sopra,un seno che,non avendoci mai fatto caso prima di allora avrei detto fosse una quarta e un sedere sporgente e sodo da far ben intendere che passava tutto il tempo libero che poteva in palestra. A lei si aggiunge una sorella maggiore di due anni,una ragazza che aveva evidentemente ereditato la bellezza dalla madre:castana,da tratti molto belli ed aggraziati(al punto di essere stata scelta in vari casting per agenzie minori di modelle),con una quinta di seno (e di quello ho la certezza perché mi era capitato di vedere le misure della biancheria) e dal fisico decisamente eccitante,con un culetto sodo e con un notevole stacco di coscia,accentuato molto dai vestiti un po’ succinti e dai tacchi alti che sovente porta. Una ragazza che per molti aspetti,ad un tipo un po’ esuberante,ma sempre accorto e meditabondo come me,dava spesso fastidio per la maniera con cui trattava la sfilza di ragazzi che pendevano dalle sue labbra: facendomela bollare come una di quelle che mi piaceva chiamare ‘profumaie’,che fan credere a tutti di essere pronte a darla (in gergo facendogliela ‘annusare’) e poi non dandogliela mai una volta ottenuto quello che voleva,degna erede degli atteggiamenti della madre con gli uomini che spesso frequentava. In tutto questo,nostro padre era una figura misteriosa andatasene quando io ero ancora in fasce.
Capitò una sera estiva molto calda,in cui mia sorella era uscita con i soliti amici, che io,al solito dopo la doccia,mi stesi,intorno all’una,facendomi una sega totalmente scoperto,convinto del fatto che,anche dormendo nella stessa camera,non sarebbe mai rientrata abbastanza presto da scoprirmi. Così fu,come era la prassi quasi tutte le sere in cui era in giro. Quel che mi tradì fu menarmelo pensando a lei,me ed alla mamma che facevamo l’amore,perché quella stessa notte,cosa che da anni non avveniva,parlai nel sonno. La prima volta,molto tempo prima, mi ritrovai a far figuracce con la mamma perché nel sonno dicevo,a voce abbastanza alta da essere udibile e comprensibile, bestemmie a ragazzi che stavano usando violenze su mia sorella,ma quella sera mi ritrovai a incitare per nome (e questo mi fu raccontato) la stessa che faceva sesso con me ed una persona che lei,Laura,non scoprì chi fosse per ancora qualche giorno.
Mi svegliò che erano le due,con addosso solo il suo ben noto intimo in pizzo,senza nemmeno la coppa perché diceva che aveva tette tanto grandi che sarebbero state esagerate con un reggiseno rigido, e una canotta,che io notai essere madida di sudore ben più di quanto la calura estiva avrebbe potuto provocare.
‘Che cazzo stai dicendo coglioncello?’ mi disse ed io risposi quasi prontamente ‘Nulla,che cazzo vuoi rompiballe,stavo dormendo così sereno!’
‘Per curiosità,cosa stavi sognando? Perché che eri sereno si vede abbastanza bene’ disse puntando gli occhi sui miei boxer,dove il pene era visibilmente duro. Io che non ricordavo già nulla iniziai a pensare di aver fatto un’altra figura di merda e risposi semplicemente,con aria più innocente possibile: ‘Ti prego,cosa ho detto?,non me ne rendo conto Laura,non lo faccio apposta’.
‘Nulla,stavi solo incitandomi a far questo’ disse portando giù i boxer e iniziando a leccarmelo con estrema delicatezza,facendomi nulla più che solletico al cazzo,che nel frattempo era diventato duro al massimo.
‘Oh mio Dio! Ma com’è che non ho mai saputo di questo lato nascosto?’ disse,in riferimento alle dimensioni,con gli occhi che brillavano guardandolo nella penombra della finestra spalancata prima di sdraiarsi completamente nel mio letto ed iniziare a limonarmi.
‘Sai di alcool Lau,hai bevuto?’ dissi io inebetito dal sonno e dalla situazione.
‘Quanto basta per eccitarmi con le tue parole e spararmi un ditalino mentre dormivi. E per’ e qui venne a bisbigliarmelo con una voce che più sensuale di così avrebbe potuto farmi scoppiare qualche capillare nel pene ‘volertelo succhiare,ma non teneramente,con violenza ‘ per volerti svegliare e chiedere di scoparmi la bocca fino a farmi bere tutta la sborra che hai nei coglioni’.
‘Ma che cazzo stai dicendo?’ dissi a fatica mentre lei mi infilava la lingua in bocca e cercava di farmelo diventare più duro che mai agitando i fianchi sul mio cazzo ‘Sarebbe incesto!’
‘Che oltre al fatto d’essere intrigante,mi viene obbiettato da quello che sognava di farmi scopare con chissà chi,mentre glielo,testuali parole ‘leccavo in punta” disse lei con la stessa voce sensuale mentre iniziava ad abbassarsi. Io imbarazzato com’ero presi il lenzuolo che era di lato e la coprii. ‘Strano ,non vuoi vedere mentre lo faccio? Bhè,affar tuo,ma fai come ti ho detto stronzetto,altrimenti lo dico alla mamma’.
Io preso dall’imbarazzo per una cosa così, le lasciai fare, godendomi la sua lingua che alternava lappate a spostamenti per farlo meglio entrare; fino al momento in cui preso com’ero necessitai che mi ricordasse che voleva subire,se così si può dire, un pompino violento,quindi presi il lenzuolo raccogliendo anche qualche ciocca dei suoi capelli e iniziai a spingerla delicatamente sull’asta. Lei tolse il cazzo dalla bocca,il lenzuolo dalla testa e mi disse con un sorrisetto malizioso: ‘Stai scherzando? Sono riuscita a togliermelo di bocca e riesco ancora a respirare mentre succhio,voglio che me lo spingi dentro fino a farmi far fatica a prendere aria,lo so che lo vuoi anche tu,me l’hai detto’ e riprese a fare quello che stava facendo prima,senza il lenzuolo,e cercando di andare sempre più a fondo,guidando infine le mie mani ai suoi capelli e lanciandomi un’occhiata che mi fece ricordare che,avessi fatto altrimenti, ne avrebbe parlato con mamma.
Decisi di acconsentire a quello schifo di ricatto,curioso,eticamente scorretto,ma eccitantissimo e le presi con uno strattone i capelli (lei gemette divertita ed eccitata) dai quali iniziai a spingerla sull’asta verso i miei fianchi. Il cazzo faceva un suono sordo in gola e lei ad un certo punto dovette battermi sulla coscia perché allentassi la presa. Tirò un respiro rumoroso e soffocato,facendo uscire un rivolo di bava dalla bocca che incurvandosi faceva un ponte tondo tra la cappella e l’interno nella sua bocca,prima di cadere sulla mia pancia per il peso eccessivo: ‘così è perfetto,ma ogni tanto lasciami dare una mezza boccata d’aria,altrimenti svengo!’ e si rigettò all’attacco ed io,ormai persi i miei freni, ricomincia con lo stesso trattamento apportando le modifiche richiestemi. Andammo avanti per venti minuti ed ormai la sua bocca faceva uscire bava ovunque,aveva pure preso a sditalinarsi ancora,soffocando dei gemiti che altrimenti sarebbero arrivati fino a camera di mamma,prima che io le chiedessi se davvero voleva che le sborrassi in bocca,allentando la presa per poter ricevere la risposta,ma quella riposizionò le mie mani e nell’impeto continuò a pomparmi facendo capire che voleva di più ancora. Allora io,per meglio accontentarla mi spostai dalla posizione supina in cui ero con lei accavallata che avidamente succhiava e mi misi in ginocchio facendolo entrare tanto in profondità sa sentire oltre al suono del cazzo nella bocca anche quello dei coglioni sulla faccia,fino al momento in cui,trattenendo il mio piacere le bisbigliai con evidente godimento che stavo per venire.
Lei si staccò di forza e si mise davanti alla cappella con la bocca aperta,ma non prima d’avermi detto ‘Mira bene e non sbagliare che se ne perdi una goccia m’incazzo’. Le riversai tutto il mio piacere in bocca e la vidi gustarselo fino a farne cadere un rivolo a lato della bocca. Ingoiò tutto e lo prese al volo in linea con la precedente affermazione di non volerne perdere nemmeno un po’. Io mi lasciai andare sul letto,credendo che fosse finita li,lei prese di nuovo l’asta per pulirla,ma io fraintendendo ricominciai il gioco di pochi secondi prima.
Lei si staccò: ‘No,no,per oggi basta,ma non sai come ci divertiremo da questo momento in poi caro,non hai nemmeno idea’ ed io che avevo,dopo quel fantastico pompino,perso tutto il mio pudore pensai tra me e me: ‘quella che non lo sa purtroppo sei tu sorellona’.
La mattina seguente,che in effetti era la stessa,mi svegliai di buon’umore,ma il pensiero di quello che era accaduto la notte prima mi assillava ancora. Iniziava a figurarsi nella mia mente l’immagine di nostra madre che ci scopriva,piuttosto che di mia sorella che andava a dirglielo per tirarmi qualche tiro gobbo. Tuttavia l’unica cosa che non mi inquietava era l’idea di avere una persona così porca in casa con cui scopare qualsiasi volta volessi,anche se la certezza di poter avere un rapporto completo ancora non l’avrei avuto per qualche altro minuto. Guardai istintivamente dopo pochi secondi dal mio risveglio in direzione del letto di Laura dove lei stava li a guardarmi,con la mano in mezzo alle gambe in un atto di masturbazione tranquillo e sistematico,non frettoloso e isterico come la notte prima. ‘Allora? Divertito?’ disse lei con la medesima voce da farlo diventar duro ad un morto che aveva usato qualche ora indietro. ‘Si,ma credi che sia il caso di rifarlo?’ ripresi io. Rise e poi aggiunse ‘siamo solo all’inizio’ e dicendo questo si mise seduta appoggiata alla testiera del letto,si tolse canotta e reggiseno,rimanendo solo col tanga all’altezza della coscia,spalancò le gambe e riprese il suo giochino,prima di finire con un’ammiccata al mio pene seguita dalle parole: ‘dai,sbrigati,so che vuoi… tira fuori quell’animale e menatelo’.
Io non aspettai di farmelo ripetere,mi misi seduto al suo stesso modo,e presi a fare su e giù sull’asta durissima. Lei lo guardava con avidità e d’un tratto si fermò,facendo istintivamente fermare anche me,che ripresi non appena mi disse che potevo continuare. Poi con fare da gatta,muovendosi a gattoni in maniera sinuosa raggiunse il mio letto dicendomi che ,nostra madre era già andata a lavorare (eravamo soli in casa) e le erano venute delle brillanti idee su come passare la mattinata. Nel frattempo aveva già posizionato il viso tra le mie gambe,e sfiorava le cosce talmente vicino da farmi sentire l’alito sul pene. Prese a leccare e a spiegarmi che il suo sogno era scoparsi il fratello,dalla sera in cui tornando a casa mi notò scopare con la ragazza che frequentavo prima della mia ex. Leccava e menava con estrema maestria e mi chiedeva da quanto sognassi di farci sesso. ‘Da un paio d’anni’ risposi io. ‘Vuoi trombarmi?’ disse dopo qualche altro minuto di pompino. Io rimasi spiazzato,era una domanda semplice e la risposta era si,ma per alcuni versi avrei dovuto dire no,tuttavia non fu quello a farmi stentare,fu l’idea che non sapevo fino a che punto ci saremmo potuti spingere,poi risposi: ‘Si’.
Lei si mise a cavalcioni sulle mie gambe,facendo strusciare il mio pene sul suo sesso,si era messa ad una precisa altezza per farmi giocherellare con le sue tette,che ora succhiavo,ora mordicchiavo. E nel frattempo ogni volta che lanciavo occhiate a quel viso vedevo solo puro piacere e questo mi faceva scoppiare tra le gambe,dove ora notavo,a causa del contatto,quanto fosse bagnata. Presi due dita e gliele portai alla bocca lei le succhiò senza problemi,ma mentre io le infilavo dentro,lei mi disse: ‘sai,volevo tirarla un po’ per le lunghe,fartela faticare,farti esplodere,ma se aspetto ancora vado a fuoco,ti prego mettilo dentro e inizia a scoparmi’.
Io sapevo cosa dovevo fare per la situazione,ma ero ancora stranamente imbarazzato,per cui dopo tue tentativi falliti lei prese il cazzo e fece da sola,poi mi spostò di lato perché potessi sdraiarmi e iniziò a cavalcarmi. Le sue tette ballonzolavano e io non riuscivo a guardare altro,ogni tanto mi si avvicinava e rallentava il ritmo,baciandomi e facendomi succhiotti,ogni tanto si fermava completamente,perché vedeva che non sarei durato molto,ma ad un tratto mi prese la frenesia e ci girammo all’opposto:’finalmente hai preso l’iniziativa coglioncello,dai,scopa la sorellona!’ ed io punto un po’ sul vivo da quella ragazza che mi conosceva appena sotto quel punto di vista: ‘coglioncello? A te piacciono le cose spinte,vero? Mo’ son cazzi tuoi’. E mentre lei stava per ribattere presi a scoparla con affondi velocissimi,ma profondi per dieci minuti a fila,cosa che chi dice di poter superare o è un culturista o non ha idea nemmeno di cosa voglia dire far sesso. Quella iniziò ad urlare solo alla seconda serie di affondi: ‘stronzo,vuoi sfondarmi!’ ed io di rimando con tutto il disprezzo accumulato negli anni: ‘brutta troia così impari,sto giro mi scarico i coglioni e magari se mi va te lo butto in culo,cazzo me ne frega!’,poi di nuovo lei mi stupì ‘si scopami come l’ultima delle puttane,si,infilamelo nel culo,credi non l’abbiano mai fatto? Vediamo se riesci a farmi sentire più che il solletico che sento ora!’
A queste parole con ci vedetti più,alzai la tapparella e tirai le tende,in modo che entrasse il sole,ma non ci si vedesse da fuori (volevo vederla in tutta la sua porca e statuaria bellezza). La girai supina e glielo infilai facendomi passare le gambe dietro al collo,e ripresi la mia forsennata ficcata. Non volevo venire prima di lei,e riuscii nell’intento,poiché dopo averla girata lei non tardò a venire prepotentemente,cercando di tirarlo fuori tra urla e lacrime di piacere per l’orgasmo; non glielo permisi. ‘Hai voluto fare la stronza? E adesso vado avanti fino a che non ho voglia e poi sta attenta,perché adesso ti giro alla pecorina e vedrai come ti apro il culo!’ e di nuovo con mia sorpresa,tra le urla spezzettate dai miei affondi ancora intensi ‘sfondami tutta,non me ne fotte nulla! Voglio perdere il senno dal piacere!’
La misi alla pecorina ed iniziai a farlo entrare dalla cappella che una volta passato il buco si fece strada con un colpo di reni,fino a far sbattere i coglioni;lei urlava il suo piacere intanto che con una mano le pizzicavo il capezzolo e con l’altra le torturavo il clitoride,mentre le trapanavo il culo ‘Sono sconcertato da quanto tu possa essere troia’,’si sono una troia,la troia di mio fratello,dai dagli dentro!’ continuava a provocarmi,fino a che,forzando la penetrazione non mi ritrovai a schiacciarla completamente contro il letto. Urlava e gemeva,mi piaceva avere una sorella da trombare che facesse tutto quel rumore,mi piacevano quelle rumorose; affondava le unghie sulle mie cosce per cercare di portarmi a lei con ancora più forza,il dolore misto al piacere si vedeva incredibilmente nel suo volto,mentre mordeva il cuscino o rimaneva per alcuni istanti senza il fiato dalla goduria per quel trattamento da completo estraneo. L’orgasmo fu simultaneo e non ebbi nemmeno il problema di tirarlo fuori,inondandole il culo del mio caldo seme.
Cademmo sfiniti sul mio letto con lei appoggiata su di me che ancora si agitava per l’intenso orgasmo ed io che con molta tenerezza passavo le mie dita dalla figa alla mia bocca,assaporandomi tutto il sapore di sesso che emanava.