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Racconti Erotici Etero

La Storia di Monica – Cap. 3.2 – Stefano

By 15 Marzo 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo deciso d’iniziare la mia nuova vita da fidanzata di un gran cornuto, con una giornata ricca di spese, con tutti i conti pagati ovviamente da Tommaso.
Ero appena uscita dal più caro negozio di lingerie del centro, quando mi sentii chiamare da una voce che riconobbi immediatamente.
“Allora Monica cosa mi dici, a parte che ci stiamo dando alle spese folli.” mi disse Stefano con un gran sorriso.
Stefano era l’uomo che mi aveva ‘presentato’ Teresa, e che dopo un rapporto a tre con quella donna, mi aveva brutalmente sodomizzata nell’atrio di casa mia.
“Non capisco come tu mi possa rivolgere la parola dopo quello che mi hai fatto.” gli risposi stizzita.
“Non mi dire che sei ancora arrabbiata per come te l’ho messo nel culo ! Più che altro non riesco a capire come tu possa sposare uno come Tommaso Soleri.”
“Perch&egrave cos’ha che non va ?”
“Iniziamo che &egrave senza cazzo.”
Rimasi stupita dalla sua affermazione, e cercai di balbettare qualcosa senza però riuscire a dire due parole in fila.
“Stai tranquilla che non dirò a nessuno del suo piccolo problema.” mi disse afferrandomi un braccio “Ora però sediamoci a bere qualcosa, così parliamo con tutta calma.”
Scoprii che Stefano era un rinomato chirurgo, e che era stato lui ad operare Tommaso dopo l’incidente, ma nonostante fosse obbligato a tenere il segreto professionale, la sua conoscenza dello stato fisico del mio fidanzato mi preoccupava moltissimo.
“Quindi tornando a noi, come mai stai con uno che non potrà mai farti godere. Perch&egrave a me &egrave sembrato che a te il sesso piaccia, e anche tanto.”
“Per il vil denaro, e ci metterei anche per il potere che avrò quando sarò sua moglie. Quanto al sesso ti dico subito che Tommaso &egrave incapace di farmi godere anche facendo la donna, ma non credo che avrò dei problemi a soddisfare le mie voglie, non credi anche tu ?” gli risposi con un pizzico di malizia.
Ora era lui ad esser stupito dalla mia franchezza, ma gli bastò bere un po’ del suo drink, per tornare in se.
“Anche secondo me non avrai alcun problema a trovare qualche martire che si sacrifichi sull’altare del tuo piacere.” mi rispose ridacchiando “Anzi se vuoi ne conosco uno che vorrebbe essere il primo, e dietro di noi c’&egrave un hotel dove la discrezione &egrave un comandamento da non infrangere mai.”
“Se non ricordo male l’ultima volta che ci siamo visti non &egrave che sei stato proprio un gran signore…” gli dissi non ancora del tutto convinta dalla sua proposta.
“Anche perch&egrave tu non ti sei comportata proprio benissimo con la nostra comune amica, o se preferisci se ti comporti da puttana poi non ti devi lamentare se qualcuno ti tratta come tale.”
Stefano aveva perfettamente ragione, ed in più io avevo una gran voglia di scopare, cosa che non facevo da quando Carla mi aveva portata da un suo amante. Guardai con più attenzione Stefano, e se da Teresa m’era sembrato poco più che belloccio, alla luce del sole era ancora meglio, fresco di rasatura, coi capelli castani corti, e una faccia da schiaffi a cui era quasi impossibile resistere.
“Va bene, paga e andiamo.” gli dissi alzandomi e raccogliendo i sacchetti con le mie compere.
Arrivati alla reception non ci furono problemi per avere una stanza, e una volta entrati nella nostra alcova, andai in bagno con la solita scusa della ‘rinfrescata’. In realtà volevo indossare un completino appena comprato, composto da un body molto sgambato, una vestaglietta alquanto trasparente e delle autoreggenti, il tutto bianco, che ben s’intonava col colorito ambrato della mia pelle.
Mentre indossavo quella lingerie mi guardavo allo specchio, e per un attimo mi fermai a pensare a quanto ero cambiata in un paio d’anni. Mi ritornò alla mente il mio incontro con Flora, la prima a non farmi sentire brutta, alle storie da una notte e via con Daniela o Carla, sino a quella più seria e duratura con Manlio, l’uomo che era riuscito a far uscire la mia anima feticista allo scoperto.
Quella che vedevo allo specchio non era più una ragazza impaurita dal sesso, ma una donna consapevole della propria bellezza, ma soprattutto con una gran voglia di mettersi sempre in gioco.
“Vedo che ti sei messo comodo.” gli dissi uscendo dal bagno e dirigendomi verso Stefano che si era tolto giacca e cravatta.
“Tu vuoi farmi venire un infarto.” mi rispose prima di stringermi a se e darmi un lungo bacio in bocca.
“No voglio solo che tu mi faccia godere.”
La bocca di Stefano si spostò sul mio collo, mentre le mani dopo essersi infilate sotto la vestaglietta, corsero lunga la schiena sino ad arrivare al sedere, facendo sì che la parte bassa del body s’infilasse ancor di più fra le natiche.
“Vediamo se mi ricordo bene com’&egrave il tuo cazzo.” gli dissi aprendogli i pantaloni che caddero a terra insieme agli slip, e facendo così uscire all’aria il suo pene, che afferrai subito ma senza stringerlo in alcun modo. “Si &egrave proprio come lo ricordavo, e secondo me ha bisogno di molte attenzioni.”
La bacia nuovamente in bocca, prima di scendere con le labbra su tutto il suo corpo, sino a raggiungere l’oggetto dei miei desideri, che leccai quasi con avidità, tanta era la mia voglia di sesso.
Mentre passavo la lingua su tutta quell’asta di carne, mi tolsi la vestaglietta e spostai la parte superiore del body, in modo da scoprire il seno. Lui mi mise le mani fra i capelli per poi spingermi, quasi con dolcezza, il pene in bocca, e a me non rimase che accoglierlo fra le labbra. Lo coprii di saliva per poterlo succhiare meglio, ma senza avere mai alcuna fretta, come se il tempo fosse un concetto del tutto secondario, mentre quello primario era il nostro piacere. Iniziai anche a toccarmi prima il seno, per passare poi la mano sopra quel sottile lembo di pizzo che copriva la mia passera, che ovviamente era bagnatissima.
“Ti voglio.” gli dissi alzandomi e prendendogli la mano per andarmi a sedere al centro del letto.
“Anch’io, ma non adesso.”
Stefano mi baciò l’interno di una coscia per risalire lentamente verso il monte di Venere, che scoprì spostando la poca stoffa che lo celava. Quando sentii la sua lingua passare lungo tutto la spacco, mi sdraiai abbandonandomi al piacere che mi stava donando. Ora ero io tenergli schiacciata la testa contro il mio pube, quasi avessi paura che scappasse via senza portarmi all’orgasmo. Non lo supplicai di scoparmi solo per orgoglio, ma quando lo vidi muoversi per mettermi il cazzo davanti alla fica, non potei che esserne felice.
Non so se arrivai all’orgasmo ancor prima che lui finisse di penetrarmi, tanto ero eccitata e vogliosa di lui, che da gran signore aspettò che mi riprendessi un po’ per iniziare a scoparmi.
Appena mi tornò un minimo di forza, iniziai a massaggiarmi la passera, desiderosa di godere il più possibile, fregandomene di qualsiasi forma di decenza.
‘Com’&egrave non ti basta il mio cazzo ?’ mi chiese Stefano fingendosi offeso.
‘Stai zitto e scopami.’ gli risposi allargandomi la fica con le dita.
‘E quando sarai la signora Soleri ?’
‘Continuerai a fottermi, ma solo se adesso mi fai godere.’
‘No fammi vedere tu quanto vuoi il mio cazzo.’ mi rispose sdraiandosi al mio fianco.
Gli salii sopra e senza alcun’esitazione, guidai il suo bastone dentro di me, impalandomi su di lui dando così sfogo alla mia voglia di sesso. Mentre lo cavalcavo sentii le sue mani correre dalle mie tette al sedere, per darmi ancora più godimento. Lo baciai a lungo quasi togliendogli il fiato, senza mai arrivare ad esser sazia di lui, e del suo gran cazzo.
‘Ora scopami tu.’ gli dissi alzandomi per poi mettermi carponi e tenergli la passera aperta con le dita.
‘Eccoti accontentata futura signora Soleri.’ mi rispose infilandomi tutto il cazzo dentro con un solo affondo.
‘Sì la signora di un gran cornuto.’ pensai fra me e me mentre godevo senza sosta.
Stefano non solo mi scopò per un tempo che mi parve quasi interminabile, ma riuscì a fare in modo che arrivassimo all’orgasmo quasi insieme.
‘Sto venendo.’ mi disse quasi tirandosi indietro.
‘Sì anch’io, riempimi la fica di sborra, voglio sentirmi tua fino in fondo.’
Lui mi afferrò ancor più saldamente per i fianchi e diede le ultime bordate, prima di venire dentro di me, per poi lasciarmi quasi cadere sul letto.
‘Ma sei tutto sporco !’ gli dissi girandomi verso di lui per abbassarmi e potergli leccare il cazzo.
‘E tu sei proprio insaziabile !’
‘Sì ma sei fortunato perch&egrave devo correre a casa. Sai stasera ho una cena altrimenti avrei chiesto il bis.’
Stefano cercò di fermarmi promettendomi altro buon sesso, ma fui irremovibile, anche se in realtà non avevo nessuna cena in programma, ma un appuntamento da Carla.
Così non mi rimase che andare in bagno per ripulirmi, per poi rivestirmi e correre a casa.
‘Questo &egrave il numero, quando vuoi chiamami.’ mi disse Stefano dandomi il suo biglietto da visita, ben sapendo che l’avrei usato.
‘Vedrò di non perderlo.’ gli risposi dandogli un veloce bacio in bocca, prima di lasciarlo solo.
Mentre tornavo a casa non potevo non pensare a quanto avevo ceduto in fretta alle avance di Stefano, ma forse era anche perch&egrave con Tommaso non riuscivo proprio a godere. Mi chiesi se fosse il caso di confessarmi con Carla, sempre che da lei non ci fosse qualche piccante sorpresa.

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