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[…continua]

Dopo quell’impresa, prima che arrivasse mia moglie, Francesca bussò alla porta dello studio per parlarmi.
“avanti” – dissi
“Fabio…” – esitava
“Francesca, dimmi” – non sapevo cosa aspettarmi da quell’incipit.
“Fabio, io credo che abbiamo esagerato un po’. Credo in realtà di aver esagerato e di essermi fatta prendere da qualcosa che mi è sfuggito completamente di mano.” – si sedette sul divanetto e scoppiò a piangere. Ammetto che mi fece tenerezza e mi avvicinai per consolarla.
“Francesca, mi dispiace molto e devo dirti che sono rimasto molto sorpreso da oggi. Non mi aspettavo di vederti fare questo” – sospirai. Era stato eccitante, ma anche estremamente sorprendente ed il fatto di aver visto entrare in questo “gioco” un’altra persona mi aveva lasciato ulteriormente interdetto. Il paese era piccolo e, per quanto dubito che il giardiniere sposato sarebbe andato in giro a raccontare di essersi chiavato quella tardona di mia suocera, non era il caso di lasciare troppe tracce. E chissà che il giardiniere non avesse visto il pompino fradicio che mi aveva riservato la suocerina. Ammetto inoltre che ero un po’ contrariato dal fatto che il giardiniere si era scopato mia suocera ed io no.
“Anche io ne sono rimasta sorpresa e mi sento sporca, molto sporca. Vorrei che smettessimo per sempre questa nostra avventura. Siamo andati troppo in là” – mi guardò dritto con i suoi occhi gonfi di pianto e quel suo fare da cerbiatta ferita. Per certi versi avrei voluto chiavarla in quel momento, in quella situazione, ma me ne tenni alla larga, per non complicare le cose ulteriormente.
“Va bene, Francesca. Sono d’accordo con te, è stato troppo. Ma è stato anche un bel gioco finché è durato e sappi che ti considero e continuerò a farlo sempre molto desiderabile.” – il trucco le colava dalle lacrime ora smorzate, ma abbozzò un sorriso.
“Grazie per aver compreso, Fabio. So che l’avresti fatto.” – mi schioccò un bacio sulla guancia ed uscì.
Raccontai tutto a mia moglie quando tornò a casa, senza tralasciare nulla. Anche lei convenne di soprassedere ed in tutto questo stava cominciando un altro capitolo delle nostre esperienze amorose con Vittoria, che tuttavia non tratterò qui, ma in un altro racconto.
La nostra storia con Vittoria si concluse qualche mese dopo, un po’ bene ed un po’ male, non senza scossoni, ma sicuramente ci rafforzò ulteriormente come coppia. In qualche maniera scoprimmo altre sfaccettature della nostra coppia e del nostro ego e, semmai potesse avvenire, sentii di amare ancora di più mia moglie dopo tutto l’accaduto di questi mesi e sapevo che il sentimento era reciproco.

Avevamo deciso di trasferirci, dopo quasi 4 mesi tutti e tre insieme, di nuovo a casa nostra in città a metà luglio. Le lacrime di mia moglie e mia suocera al momento del distacco furono il giusto contraltare al mio turbinio di emozioni contrastanti. Da un lato non volevo andarmene, mi era sempre piaciuta la compagnia di mia suocera ed in generale una mano in casa per qualsiasi evenienza non era male; dall’altro lato le situazioni pregresse ed il fatto di poter godere di nuovo di un’intimità tutta nostra con Lara non mi dispiaceva affatto.

Ad ogni modo, avremmo fatto parte delle nostre ferie insieme a mia suocera in una casa al mare, affittata per l’occasione come quasi ogni anno da quando eravamo sposati. Il fratello di mia moglie non sarebbe tornato, a causa delle restrizioni anti-COVID e del periodo di ferie forzate che il datore gli aveva addebitato durante il lockdown (morte al padrone!). Eravamo quindi soli noi tre, di nuovo. Scegliemmo una bella casa sulla costa sud della Sicilia, vicino Ragusa, ma in un paese più piccolo. La casa era grande per tre e consentiva di avere una buona dose di intimità, con una stanza dedicata ad uno studiolo e due bagni, uno per camera. Perfetto per le mie similferie, dato che avrei potuto godere di pochi giorni di vera vacanza ed i restanti 10 sarebbero stati in smart working.

Partimmo l’1 agosto alla volta della casa, passando a prendere mia suocera con la nostra macchina. Lara aveva riempito la nostra valigia con i vestiti per le due settimane ed una parte era stata dedicata ad una selezione dei nostri toys preferiti, tra cui la mia fleshlight (diceva lei: “tesoro, visto che dovrai lavorare, magari ne approfitti per una pausa produttiva!”). Anche mia suocera aveva una grossa valigia, ma ero sicuro che si trattasse delle immancabili chincaglierie da donna, che finiscono per essere i tre quarti del bagaglio.

Arrivammo nel primo pomeriggio e ne approfittammo per prendere possesso della casa, disfare le valigie, una doccia (con megascopata annessa) ed un bagno al tramonto. Nel periodo che avevamo frequentato meno mia suocera avevo ancora fantasticato sul suo corpo e su quel culone, perciò vederlo in costume al mare fu una vera tortura per il mio uccello, cosa che mi costrinse a trascorrere in acqua buona parte del tempo.
Dopo 5 minuti in acqua e nessuna soluzione alla mia erezione, mia moglie si avvicinò per fare una nuotata. Nuotammo e ridemmo complici fino ad allontanarci di qualche decina di metri dalla riva. L’acqua ci dondolava dolcemente ed era bassa anche a largo e ci avvinghiammo l’uno all’altra, baciandoci intensamente. Sorrideva maliziosa e bellissima.
“vedo che sei sempre sull’attenti, amore” –
“tesoro, che dire, fai questo effetto!” –
“Solo io faccio questo effetto?” – rise ancora più maliziosa
“Beh… in realtà anche il culone di tua madre ha un suo fascino” –
“Porcellino, lo sapevo” – sentii una mano scivolarmi in mezzo alle gambe a trovare la mia grossa e dolorosa erezione. – “il tuo secondo cervello è molto attivo… e caldo” – prese a massaggiarlo, entrandomi dentro il costume con la sua mano molto esperta, quindi titillò la cappella. La spiaggia intanto si svuotava lentamente e vedevo mia suocera restare sempre più sola sulla battigia e donarci sempre più attenzioni.
“Tua madre ci guarda…” – dissi io poco convinto, mentre mi torturava la cappella che ingrossava sempre più e rimandava sensazioni sempre più forti. I miei testicoli gonfiavano intanto e diventavano più duri. Ne approfittai per portare le mie mani sul suo costume e scostarlo, per poi prendere a stimolarle il clitoride. Tirò indietro la testa dal piacere, le mie grosse dita sapevano massaggiarla con la giusta decisione.
“Come se fosse mai stato un problema, porcellino” – disse ansimando – “Infilami questo palo e fottimi come si deve” – lasciò andare il mio cazzo ed avvicinò il suo bacino al mio, togliendo definitivamente il costume. Diedi un ultimo sguardo alla spiaggia. Dietro gli occhiali ero sicuro che Francesca ci guardasse ed intuisse bene cosa stava accadendo, nonostante la distanza.
Il mio cazzo non fece alcuna fatica ad entrare dentro di lei. La presi dalle natiche e poggiando i piedi sul fondo, presi a fotterla con grande entusiasmo. Lei mi abbracciò ed ansimava sempre più forte al mio orecchio, incitandomi a farla venire.
“Si, mio toro, sbattimi così” – diceva – “Sbattimi di fronte a mia madre così” – mi piantava le unghie sulla schiena – “Fammi venire, la senti come si stringe questa fica? La senti come la fa pulsare quel tuo cazzone?” – Per un attimo rimandai uno sguardo furtivo alla spiaggia. Il tramonto era ormai crepuscolo e la gente era poca e rada e mia suocera era sola per decine di metri sul bagnasciuga. Mi sembrò che una mano furtiva si insinuasse in mezzo alle gambe. Mi convinsi così o fantasticai così e la stantuffai ancora più forte, fino a farle scappare un urlo lascivo che terminò con una malcelata risata. Il suo orgasmo la fece tremare ed i capezzoli ritti puntavano tosti contro il mio petto. Mi eccitai così tanto che non tardai ad arrivare anche io dentro di lei, grugnendo il mio piacere, un po’ più discretamente. Restammo così ancora un po’, poi uscimmo dall’acqua sorridenti e complici.

Mia suocera ci guardò sorridente e mentre mia moglie già si avviava per casa, mi sembrò che ammiccasse verso di me, con quello sguardo che conoscevo bene. Non ne ero sicuro, ma non restai indifferente alla cosa ed un pensiero cominciò ad insinuarsi sempre di più.

I restanti 4 giorni delle mie ferie passarono più o meno sempre così: sveglia, sveltina del buongiorno, colazione, mare, pranzo, porcate varie post pranzo, mare, scopata della buona notte. Dei criceti impazziti. Immaginavo intanto che mia suocera facesse lo stesso. Cioè, che quanto meno approfittasse dei nostri momenti hard per titillarsi quelle grosse labbra brune. Ed una notte, in un sonno impastato, mi sembrò di sentirlo quel “ciaff ciaff” che avevo ascoltato nei mesi passati. La cosa aumentava esponenzialmente il mio desiderio anche nei confronti di mia moglie e così nessuno sembrava scontento.
Tuttavia, le mie ferie terminarono troppo presto e così le mattine dovetti rinunciare ad andare al mare con le donne per restare a sudare nello studio. Questa cosa si tramutò in una mutazione dei miei ritmi sessuali, convertendo la scopata mattutina in una soddisfacente sega di metà mattinata, quando facevo la pausa caffè e ristoravo gli occhi dal perfido PC.

Madre e figlia andavano a mare di buon mattino, facevamo perciò colazione tutti insieme e poi ognuno al suo da fare. Al quarto giorno del mio lavoro, appurati gli orari delle donne, cominciai a prendere una routine tutta mia: appena uscivano di casa, io mi mettevo nudo e lavoravo nudo per la maggior parte del tempo, godendo della corrente data dalle finestre aperte e l’aria di mare. Verso le 11, montavo la caffettiera e, dopo aver preso il caffè, cominciavo a sfogliare le pagine del mio sito porno preferito alla ricerca di qualcosa di interessante.
In quei giorni, le tardone diventarono un chiodo fisso per me e dedicai alla mia perversa suocera delle sontuosissime seghe. Come previsto dalla mia altrettanto perversa mogliettina, il fleshlight fu un’ottima idea e ne approfittai per fantasticare sulla figona di mia suocera, mentre vedevo giovani dotati stantuffare attempate culone.
Furono quattro giorni piuttosto interessanti e la masturbazione mattutina diede ancora più impulso alle nostre porcate serali. Una sera capitò che facessimo più tardi del solito con le nostre acrobazie sessuali e Lara si addormentò profondamente subito dopo. Ne approfittai per darmi una sciacquata dopo tutto quel sudore e mi presi il tempo necessario ad una doccia rinfrancante.
All’uscita dal bagno, pensai che Lara si fosse svegliata, e anche piuttosto ispirata, visti i mugolii che potevo sentire piuttosto distintamente. Tuttavia qualcosa suonava strano: i gemiti non venivano dalla nostra stanza da letto, ma dalla stanza da letto di mia suocera. Con la massima circospezione possibile, scalzo com’ero, mi avvicinai alla porta ed effettivamente era inequivocabile! Mia suocera si stava sditalinando con gusto!
Non resistetti e sbirciai dallo spioncino: supina sul letto, Francesca tutta nuda aveva due dita nella sua fica bruna e pelosa e ci dava dentro tremando tutta dal piacere. Con l’altra mano torturava un capezzolo e mugolava parole. Trattenni il respiro cercando di capire e fu più chiaro:
“si, si, si… Fabio… si… scopami… fammi tua, scopami questa figa… così, si, si, siiii…” – ero di nuovo in tiro ed impazzito dall’eccitazione.
Mentre diceva così, si girò a pancia in giù, mostrandomi il culone e la fica lucida di umori. Prese a penetrarsi nuovamente, mentre con l’altra raccoglieva umori e li passava sul buchino. Un dito scivolò nell’ano e si praticò una doppia penetrazione che non riuscì a lasciarmi indifferente. Me lo presi in mano e mi segai violentemente, mentre vedevo quello spettacolo così lascivo. In pochi minuti un orgasmo sconquassante la fece tremare tutta e si accasciò soddisfatta mentre io continuavo il mio servizietto. Non arrivai a terminare – e sfido io dopo tutta l’attività della giornata – e tornai a letto con l’uccello che non mi lasciò dormire più di tanto.
La mattina presto, dovevano essere le 6, scivolai nel bel culetto di mia moglie. La sveglia sembrò essere gradita. Era cominciata un’altra interessante giornata.

Salutate le donne, mi misi comodo al solito e cominciai la mia giornata lavorativa con la solita routine. Presi un caffè alle 10,30 (mi sentivo più stanco del solito) e preparai la mia solita pausa. Presi il lubrificante dalla valigia, ma questa volta non la fleshlight. Trovato quello che mi interessava, mi misi comodo e oliai bene il mio arnese, cominciando a scivolare su e giù, lasciando che la cappella gonfiasse piano piano. Sullo schermo, una donna molto simile a mia suocera si faceva leccare una topona pelosa e fulva. Ero in visibilio e andai aumentando la velocità della mia sega. Non mi accorsi che, nel frattempo, qualcuno era entrato in casa.
Mia suocera era entrata in casa, in costume, forse per andare in bagno. Era passata dallo studio che confinava con il suo bagno e mi aveva visto. Facendo molto silenzio, si era fermata a guardare la scena. Io mi segavo guardando una donna che le somigliava parecchio. Non perse molto tempo ad identificare un’opportunità: scostò le mutande del costume e liberò i seni, cominciando a carezzarsi la fica pelosa. Non durò molto. Decise di avvicinarsi, ancora silenziosamente, poi, giunta molto vicina, diede un colpetto di tosse.
Saltai in aria e appena la vidi, mi nascosi il cazzo alla meno peggio tra le mani:
“Francesca!” – rabbrividii – “scusami, non ti avevo sentito!” – la guardai meglio era mezza nuda che mi guardava.
“Vedo che ti stavi dando da fare…” –
“Eh…” –
“Interessante il soggetto, lo trovo… somigliante” –
“ehmmm” – ero rosso fuoco, ma non capivo perché fosse mezza nuda – “che dire, scusami!” –
“non ti scusare… mi stavo molto divertendo, in realtà…” – restai impietrito ed eccitato – “ Ti piace quello che vedi?” – ero ancora impietrito e di pietra era anche il mio cazzo, mentre lei appoggiava le mani al bracciolo del divano dello studiolo, favorendomi la visuale del suo culo nudo e del pelo della sua micia.
“oh… cazzo…” – mi alzai, quasi come un automa – “questa volta ti prendo.” – mi avvicinai a lei. Ero come spersonalizzato e contestualmente consapevole.
Avvicinai il mio cazzo pulsante al suo culo lentamente e potevo sentirne tutto il calore aumentare, man mano che mi avvicinavo. Abbassò il busto, a favorire la penetrazione, era pazzesco, eccitante, sbagliato e per questo ancora più eccitante. Avvicinai la cappella al suo segreto, strofindandola al pelo umido e schiudendo quella fica così calda ed accogliente. Lei già gemeva e tremava. Se io ero eccitato, lei lo era ancora di più.
Entrai lentamente, godendomi ogni centimetro di quell’esperienza, fino a penetrarla completamente, facendo aderire i miei testicoli gonfi al suo clitoride. La cinsi dai fianchi, strizzandole il culone così burroso e fragrante, poi allargandolo, per avere la visuale del suo ano. Mi ritrassi piano, quindi di nuovo cercai di penetrarla più a fondo. Miagolò dal piacere e la sua fica sprizzava umori, che colavano sulle mie palle ed accrescevano la mia eccitazione. Continuai lentamente per un tempo che sembrò infinito, aumentando via via la frequenza della mia penetrazione, mentre i suoi mugolii si facevano rantoli, poi incitazioni, poi ancora miagolii ed infine, quando la stantuffavo come un mandrillo infoiato lascive incitazioni ancora, intervallate da urla di piacere:
“Si, ah… fottimi così, fottimi come fai con mia figlia. Scopati questa figa e fammi sentire tutto il succo dentro. Svuotati quelle palle dentro di me, fai godere questa vecchia fica. Dio, quanto l’ho voluto! Sbattimi ancora, ancora, ancora! Godo, vengo, fammi venire ancora!” – così facendo fu in preda ad un orgasmo violento e sconquassante, proprio come avevo visto la sera prima, che non mi lasciò indifferente, ma montò la mia eccitazione per quella fica che mi immaginavo larga, ma invece risultò essere piuttosto stretta ed eccitante.
Le mie palle erano gonfie come non mai, rantolai: – “vengo, vengo, vengooo” – e mentre lei urlava ancora per un altro orgasmo, le mie palle si svuotavano completamente dentro il suo antro caldo, mentre continuavo a fotterla come un forsennato, in preda ad un piacere ancora più forte, dato dalla situazione assurda. Restammo attaccati ancora un po’, poi senza dire una parola ci asciugammo, lei si rivestì e fece finta di niente uscendo.
Eravamo diventati amanti.

[… continua]
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