La supplente di matematica
Capitolo 6
Per contattarmi, critiche, lasciarmi un saluto o richiedere il racconto in PDF, scrivete a william.kasanova@hotmail.com. Il mio profilo Telegram è @williamkasanova
Seduto sull’angolo di un banco accanto al mio, Michele scuote la testa. «Nemmeno io riesco a togliermi dalla mente la Nobili. Quelle tette, ragazzi…» e mette le mani a coppa davanti al petto, sospirando.
Andrea scuote la testa, il capo chino. «Cazzo, quanto mi scoperei quella zoccola. Peccato sia una grandissima carogna, quella». Se è andata male a me l’interrogazione della lezione precedente, lui non se l’è cavata molto meglio. «Quasi era meglio la Mancuso…»
Non intervengo nella discussione dei miei compagni, sono troppo concentrato a rivivere nella mia mente le sensazioni che la sega che mi sono sparato sulla foto ritoccata del corpo di Francesca con il volto della supplente mi ha procurato. Lascio defluire lentamente il fiato mentre riassaporo il caldo piacere che ho provato al petto, come se si fosse tolto un peso, e l’orgasmo liberatorio che era schizzato sul pavimento immaginando di possedere la figa della carogna, come l’ha definita Andrea. Un paio di gocce calde di precoito mi scaldano e pizzicano la cappella…
«Che cosa ci fate in giro per l’aula?» La voce della vera Sandra Nobili mi getta nella fredda realtà. È comparsa sulla porta e assesta un paio di manate allo stipite. «Dovete essere seduti quando arriva l’insegnante!»
Tra le mura risuonano i rumori di sedie e tavolini che strisciano sul pavimento e un sommesso vociare di studenti. Torna il silenzio. Sandra ci fissa con uno sguardo che lancia lampi, scosta la sua sedia e prende posto alla cattedra. «Dovete portare più rispetto ai professori».
Appoggia la borsa sul tavolo, l’apre e, invece di estrarre qualcosa, fissa ognuno di noi, uno alla volta, come se volesse leggerci la mente. Chi finisce sotto il suo sguardo si muove agitato. Sa che i suoi studenti si sparano le seghe pensando a lei, e ha capito come scoprirlo, ne sono certo.
Passa in rassegna quasi tutta la classe prima di arrivare a me, dove si concentra a lungo. Un sorriso che non mi piace compare sulle sue labbra. La mia bocca si fa asciutta e una forte traspirazione inizia sulla schiena, la mia mente si fa vuota. Sa che ho immaginato di vendicarmi! Vede nei miei occhi come le ho aperto le gambe e scopata guardando un fotomontaggio!
Sono sul punto di alzare la mano per chiedere il permesso di andare al bagno, e non tanto per interrompere quell’eterno momento di terrore, quanto per dare sfogo allo sconquassamento che quello sguardo mi sta provocando, ma lei mi precede.
«Pierobon,» pronuncia, e nella stessa parola riconosco derisione e sfida, «pensi che oggi sarai più preparato di ieri?»
Deglutisco a secco, la mia testa si riempie di cotone e le mie viscere sembrano prendere fuoco.
Sandra indica il pavimento a destra della cattedra. «E allora? Alza il tuo bel culo e portalo qui».
La mia sedia fa un rumore assordante quando si sposta al mio movimento scoordinato e la distanza che percorro fino alla lavagna è infinitamente breve.
Sandra si gira verso di me. Accavalla di nuovo le gambe, il mio cuore balza nel petto. É la stessa posizione che assume nel fotomontaggio. Discosto a fatica lo sguardo dal suo inguine. Avrà davvero un ciuffo di pelo che si vede appena quando mette così le gambe?
Una voce femminile si affaccia appena alla mia coscienza. Chissà che profumo ha quel pelo… Mentre la stai ditalinando ci appoggi sopra il naso e inspiri, come faccio con Isabella… profumo di Sandra mentre la masturbo. Il cazzo comincia a occupare sempre più spazio nelle mutande, e l’eccitazione si aggiunge alla bambagia nella mia mente e alla lava nelle mie viscere. Sollevo lo sguardo, Sandra tiene sollevata una mano in cui regge una penna, la medesima posizione del calice dell’immagine che ho usato come spunto per la sega. In un attimo, tutto viene sostituito dal ricordo della mia Sandra immaginaria, bloccata sulla scrivania dal mio corpo, le gambe aperte, il mio cazzo che scopa la sua-
«Daniele Pierobon!»
Il grido di Sandra mi strappa da quella fantasia a occhi aperti, riportandomi in quella aula gelida. La donna mi guarda con tutta la rabbia possibile sul volto, muovendo la penna tra le dita come una majorette pazza.
La voce della donna sembra affilata come una lama, e mi sta facendo altrettanto male. «Daniele, capiamoci: non ho tempo da…»
Deglutisco qualcosa della consistenza del muco. Le parole che escono dalla mia bocca sono un pigolio. «Ga… Gabriele… il mio nome è Gabriele».
Sandra si blocca, sbatte gli occhi. Un sorriso ironico appare sulle sue labbra e la sua voce perde tutta la sua astiosità. «Giusto. Daniele è tuo fratello. Dovrei ricordarmelo…»
Se non avessi avuto lo scambio di battute con Daniele, ieri, non potrei dare un significato particolare a quelle ultime due parole, ma sapere che era stato il fidanzato di Anna e che i genitori delle due donne lo consideravano la causa della vita miserabile della sorella di Sandra mi fa perdere un colpo al cuore. Anche lei pensa che mio fratello sia il colpevole della disgrazia di Anna. E io l’unico su cui scaricare la sua vendetta.
«Va bene…» Sandra fa un sospiro e sembra calmarsi. «Come te la cavi con i insiemi?»
Spalanco gli occhi. Di cosa cazzo sta parlando? L’unico ricordo che ho è una serie di grandi ovali disegnati sulla lavagna che si sormontano e… qualcosa come una “U” scritta sottosopra… Cosa porca puttana stai tirando fuori, Sandra?
Il sudore pizzica sulla fronte e un pesante odore imbarazzante di ascelle mi soffoca. «Io…»
Il fiato sibila attraverso le narici della supplente. «Ho già capito che anche oggi sarai utile solo per prendermi il caffè. Anzi…» E, aperta la borsa, ne cava una moneta da 50 centesimi, come se l’avesse già preparata in previsione di quel momento. Me l’allunga. «E questa volta non perdere tempo, che magari dalle interrogazioni dei tuoi compagni impari qualcosa».
Continua…
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Bel racconto, complimenti. Aspetto i prossimi capitoli, perché prosegue, vero?
Sono assolutamente d'accordo: sarebbe bello poter avere uno spazio per disquisire di questi aspetti senza necessariamente scriverli qui. Un sistema…
Grazie di nuovo per l'apprezzamento! Non manca molto per la conclusione (con un capitolo pubblicato alla settimana, manca esattamente un…
Sì, diciamo che c'è stata una piacevole conclusione della vicenda, Onestamente attendo con immenso piacere il proseguire di questa tua…
Molto belli i tuoi racconti questo in particolare mi piace moltissimo , il marito dopo aver sollevato il"polverone" sono curioso…