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Racconti Erotici Etero

La tentazione

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Il pomeriggio, troppo caldo e afoso, mi impedisce qualsiasi pensiero. L’impianto di condizionatore è rotto da un paio di giorni e nessuno, ancora, è venuto a ripararlo: vorrei essere dappertutto tranne che qui in ufficio, ma ho un importante impegno per l’indomani: devo presentare un progetto per una gara d’appalto e tutto deve essere pronto già stasera.

Ho più volte la tentazione di darla vinta al caldo e scapparmene via, ma l’appuntamento del giorno successivo è troppo importante. Quando, però, mi accorgo che il sudore comincia a gocciolare dalla fronte, prendo la decisione improvvisa: mollo tutto, vado a mare un paio di ore e poi recupererò stanotte.

Detto fatto. Salto in macchina, passo a prendere il costume e prendo la strada per il mare.

Conosco una spiaggetta non molto frequentata che è l’ideale per rilassarsi e, perché no, organizzare mentalmente il lavoro che ancora mi resta da fare.

Arrivato sulla spiaggia, noto alcuni gruppetti (non molti, per fortuna), quindi mi sistemo nel posto più isolato. Finalmente rilassato e ristorato da una piacevolissima brezza che mi accarezza lentamente, chiudo gli occhi. Li riapro dopo un po’ sorpreso da rumori vicini: una ragazza carina si sta sistemando poco distante da me: evidentemente anche lei è alla ricerca di un posto un po’ isolato. Non posso non soffermarmi a guardarla: è davvero carina con indosso una camicetta, che lascia intravedere un generoso seno, ed una gonnellina corta vaporosa e colorata.

Che ci fa una ragazza così carina da sola in una spiaggia come questa? So che non dovrei, ma come resistere alla tentazione di sbirciarla mentre si leva gli indumenti per restare in costume? E’ una cosa non propriamente elegante da farsi, ma noi maschietti a mare in questi casi non badiamo molto il galateo. Quindi, nascosto dagli occhiali da sole e facendo finta di leggere un libro che ho subito preso in mano, mi godo la scena, sperando che il mio comportamento passi inosservato.

Infatti lei sembra non accorgersi di niente (oppure fa finta). Con gesti misurati e lenti si sistema il costume sotto, poi si sbottona la camicetta, la toglie ed infine si sfila la gonna. E’ uno spettacolo!

Quando sto per riprendere la lettura, mi accorgo che lo spettacolo continua: infatti, dopo aver armeggiato con la chiusura, sgancia il reggiseno e si sdraia sul telo da mare faccia in giù. E’ stato tutto veloce, ma ho fatto in tempo a vedere il seno gioiosamente libero e molto bello, come avevo già immaginato. Il mio interesse verso di lei cresce a dismisura: oltre ad essere carina ha anche un corpo splendido.

In più è anche sola. Inizio a fantasticare su di lei e come sarebbe piacevole passare la serata (e soprattutto la nottata) con lei. se solo non avessi quel maledetto urgente, importantissimo lavoro da fare. Poi con un gesto veloce lei si sistema lo slip dietro, raccogliendolo intorno alla giuntura dei glutei, in modo che gli ultimi raggi di sole possano posarsi su quasi tutto il suo meraviglioso culo. Davvero non riesco più a staccarle gli occhi di dosso e temo di farlo con tanta insistenza che mi meraviglio che lei non se ne accorga. Il sole che si tuffa nel mare e le prime ombre della sera che incombe, attenuano la calura della giornata, rendendo il caldo, che comunque rimane, più umano e sopportabile.

A questo punto dovrei tornare allo studio a finire quanto avevo programmato, ma non ho assolutamente la voglia (né la forza) di muovermi da lei.

Nel frattempo la spiaggetta sembra svuotarsi e restano solo in pochi oltre noi due.

Finalmente lei sembra accorgersi di me e, girando la testa nella mia direzione mi guarda con insistenza, poi si rigira. Adesso so che devo fare qualcosa senza, però, fare la figura del solito “pappagallo importunatore”.

Mentre sono alle prese con l’elaborazione di una frase simpatica per rompere il ghiaccio, lei si alza, fa due passi, poi con un gesto talmente naturale e spontaneo da non sembrare vero, si toglie lo slip e si tuffa in mare.

Resto interdetto!

E’ davvero troppo!

Sono rimasto senza parole non solo per quello che ha fatto, ma soprattutto per come lo ha fatto.

Ha fatto apparire tutto come una cosa normale, semplice, naturale ed a me è rimasto solo il tempo di vederla tutta nuda entrare nell’acqua. A questo punto decido di tuffarmi anch’io e di tentare il tutto per tutto.

Faccio due bracciate, poi torno verso riva e mi fermo dove sta galleggiando lei.

Provo a rompere il ghiaccio: “E’ bellissimo sentire, con il caldo che fa, l’acqua fresca a contatto con la propria pelle, vero?” E’ l’unica stupidata che mi è riuscito di dire, però lei sorride e risponde.

E’ anche una ragazza simpatica, dice di chiamarsi Giuliana e di essere lì in vacanza.

Restiamo a parlare qualche minuto, dove diciamo piacevoli banalità, poi lei mi saluta ed esce dall’acqua.

Io non me l’aspettavo e, preso di sorpresa, resto lì a mollo senza sapere più, a questo punto, che cosa fare.

Dopo un po’ esco anch’io e la trovo nella posizione di prima: stesa di nuovo faccia in giù, solo che questa volta è senza slip. Le gambe appena appena divaricate lasciano solo intravedere il paradiso.

Deluso ed anche un po’ arrabbiato con me stesso per come non ero riuscito a sfruttare la situazione favorevole e per come non riesco ad elaborare nessuna strategia per riagganciarla, mi lascio cadere sulla sabbia, deciso, appena asciutto, ad andare via. Nel frattempo, tuttavia, continuo a bearmi della sua visione. Passano solo pochi minuti, e lei sembra dare segni di risveglio, si guarda intorno, poi gira la testa verso di me, mi sorride e mi dice: “Puoi farmi un favore, mi spalmeresti un po’ di crema dopo sole sulla schiena?”

Puoi farmi un favore?

Ma sono cose da chiedersi queste?

Le sembra un favore quello che mi chiede di fare?

Ma se è la cosa che più desideravo fare.

Infatti le rispondo “Non è affatto un favore, è un piacere, per me”. Mi metto vicino a lei e solo in quel momento mi accorgo che sulla spiaggetta siamo praticamente rimasti da soli. Inizio a spalmare la crema, prima timidamente, poi sempre più lateralmente verso i suoi seni.

Giuliana non sembra trovare niente da ridire. E’ decisamente eccitante. A questo punto mi metto a cavalcioni su di lei e scendo con le mani verso il basso. Inizio a massaggiarle il culo e sento che lei ha un sussulto.

Indugio su quelle rotondità che avrei voglia di mangiare. Allora decido tentare il tutto per tutto e, quasi perdendo la testa, provo ad insinuare una mano verso il buchetto: incredibilmente lei asseconda aprendo leggermente le gambe. Allora mi sposto e al posto della mano inizio a baciarla, mordendole i glutei e lasciando alla lingua il compito di entrare per prima nel paradiso. Lo bacio con avidità, estasiato dal poter affondare la faccia lì.

Poi lei si scosta. “Non ti pare di esagerare? Se arriva qualcuno che figura ci facciamo?”.

“Scusa, mi sono lasciato andare, ma non ho saputo resistere” balbetto io.

“Adesso che fai ti giustifichi come un scolaretto. – riprende con una voce dolcissime e iniziando ad esplorare con la mano dentro il mio costume e trovando il mio uccello già in tiro da un po’ – E’ che mi sembra sciocco stare qui come due ragazzini, visto che ho la mia stanza in albergo a disposizione: non credi che prima di portarmi a cena potremmo andar a fare una doccia lì?”

Certo che lo credo, ma il mio lavoro? Se non presento il progetto per domani addio appalto, addio occasione quasi irripetibile. Ma anche questa è un’occasione irripetibile. La tentazione è davvero forte ed a me le tentazioni mi hanno sempre allettato.

Sono roso dal dubbio, il mio socio Marco non sarebbe per niente contento se tornando da New York si accorgesse che abbiamo bucato questa gara.

E’ probabile che si arrabbierebbe così tanto da voler rompere l’amicizia ventennale e la società che ci lega. Ma come si fa a resistere ad una tentazione come Giuliana? Se solo Marco potesse vedere quel sorriso con cui Giuliana mi sta guardando, capirebbe sicuramente.

Quasi quasi al limite vado con lei e poi dopo torno allo studio a finire tutto.

So che è una bugia quella che mi racconto, che non avrò mai il coraggio di staccarmi da lei per andare a lavorare, ma è sufficiente per convincermi a prenderla sottobraccio e a dirle: “una doccia è proprio quello di cui ho bisogno.”

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