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La versione di Shy

By 17 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Shy e Tom erano una coppia ben affiatata. Lei bella da copertina di Vogue, lui un tipo interessante. Lei solare e affascinante, lui un ragazzone sportivo buono e gentile. Erano innamoratissimi e avevano un felice menage. Anche sul piano sessuale. Anzi Tom era convinto che i loro rapporti sessuali fossero di prima classe. Per questa ragione, gli era venuta una idea che solleticava la sua vanità: voleva riprendere la scena di sesso con Shy, per caricarlo su qualche sito e far morire di invidia i suoi amici. Ma c’era un problema: Shy non avrebbe mai acconsentito a farsi riprende durante le sue performance sessuali. Fu così che Tom pensò di montare delle microcamere collegate con il suo computer per registrare i loro amplessi all’insaputa di Shy.   

Shy viveva con due sue amiche in un appartamento dove condividevano la cucina, il bagno e la linea internet a larga banda. Ognuna di loro aveva una stanza e la stanza di Shy conteneva a malapena un letto a due piazze, un armadio e un tavolo/scrivania. Una finestra esposta a sud completava l’arredamento.

Tom acquistò quattro microcamere dotate di interfaccia WIFI per collegarsi al computer e sensore a infrarossi che serviva per attivare la telecamera solo in presenza di persone all’interno della stanza.  Un pomeriggio che era solo in casa di Shy, posizionò le quattro telecamere in modo che non fossero visibili e che riprendessero tutto ciò che avveniva sul letto, con diversi fattori di ingrandimento. Poi, soddisfatto, una ora prima che Shy tornasse casa, andò via. Aveva appuntamento con Shy per andare al cinema quella sera stessa, verso le otto e mezza, in modo che all’uscita dal cinema avrebbero potuto mangiare una pizza e poi sarebbero andati a casa di lei per una bella scopata da registrare.

Ma le cose non andarono così. Incontrò Shy, andarono al cinema e poi a mangiare una pizza, ma quando Tom si incamminò verso casa di Shy, lei gli disse: “Sono molto stanca, Tom. È meglio che andiamo a dormire, domani ho tante cose da fare”

Tom tentò di insistere, ma non ci fu nulla da fare. Shy, in effetti, appariva stanca e Tom sospettava che al cinema avesse anche un po’ sonnecchiato. Tom accompagnò Shy a casa e poi tornò a casa sua.

Il giorno dopo Tom, sicuro di non trovare Shy, tornò a casa di lei per vedere se il suo sistema aveva funzionato.  Si accomodò sulla sedia, accese il computer e, con impazienza, si mise a scorrere le immagini del pomeriggio precedente. Il sistema aveva funzionato divinamente. Commutava da un una telecamera all’altra con la pressione di un dito, mentre in fondo allo schermo aveva, in tempo reale, lo scorrere delle immagini più in piccolo di ogni telecamera. 

Vide Shy, appena tornata a casa che si preparava per il loro appuntamento. La vide mentre si spogliava per indossare l’accappatoio e Tom rimase incantato dalla bellezza della sua ragazza. La vide andare in bagno e rientrare in camera dopo la doccia. Capelli bagnati e accappatoio aperto davanti. Shy si asciugò un po’ i capelli, poi tolse l’accappatoio e di nuovo apparve in tutta la sua bellezza. Aveva delle tette grosse dure che stavano su da sole. Le vide ondeggiare mentre lei prendeva dall’armadio quanto le occorreva per uscire. Mise tutto sul letto e ricominciò, completamente nuda, ad asciugarsi i capelli.  

Si sentì bussare alla porta della stanza. Shy, posò il phon, indosso l’accappatoio e sparì dal quadro di visione delle telecamere per andare ad aprire. 

Rientrò nel campo di ripresa, quasi subito. Ma non era più sola. C’era Paolo, il ragazzo di Viola. Shy si rimise seduta sul letto per ricominciare ad asciugarsi i capelli. Paolo si appoggiò al muro, davanti a lei, con aria un po’ minacciosa. Tom non capiva cosa stesse succedendo. Sembrava il proseguo di una conversazione cominciata già prima.   

“Devi smetterla, Shy – disse Paolo – devi smettere di provocarmi”

“Io non ti provoco. È una tu impressione o, peggio, un tuo desiderio” 

“Mi hai preso per un deficiente? O credi di potermi prendere per il culo? Anche poco fa, sei venuta in camera di Viola con questo accappatoio semiaperto, per provocarmi”

“Io non voglio provocare niente e nessuno. Sono venuta in camera perché cercavo Viola. Ora lasciami sola che devo prepararmi per uscire con Tom”

“Tu non sei entrata in camera perché cercavi Viola, Cercavi me, una vittima da provocare. Poi sei andata in bagno e, con la porta semiaperta perché potessi vederti, hai cominciato a spogliarti a massaggiarti le tette. Volevi vedere se sono di sangue e carne o di stagno ammaccato come il tuo ragazzo?”

“Ora basta, Paolo. Mi hai stancata. Puoi continuare a credere quel che ti pare. Ma lasciami sola, devo prepararmi per uscire.”

“No, Shy, Sono io ad esser stanco delle tue provocazioni. – disse Paolo mentre sbottonava la patta per tirare fuori il suo gingillo – ora farai quello che dico io. Prendilo in bocca e fammi un pompino”

Paolo a sorpresa tirò fuori un cazzo già in tiro, di almeno trenta centimetri. Tom non sapeva che Paolo fosse così dotato e, a giudicare dalla sua faccia, non lo sapeva nemmeno Shy. A meno di un metro di distanza, alla altezza del cazzo, Shy rimase impietrita. Poi, in pochi secondi, che sembrarono non finire mai, riprese la situazione in mano.

“Smettila Paolo, oppure lo dirò a Tom”

“A quel coglione di Tom? Che paura mi fa?” 

“Lo dirò anche Viola!” 

“Puoi dirlo a chi vuoi, non c’è nessuno che può aiutarti in questo momento e tu mi farai un signor pompino. – Paolo posò la mano sul collo di Shy per afferrarla e tirarla a se – Vedrai che ci divertiremo. Apri la bocca!”

“Ti prego Paolo, sono la migliore amica della tua ragazza. Cosa penserà di te se mi violenti”

“Ma io non ti violento mica. Sei tu che vuoi farmi un pompino, Non è vero?”

“No, no, non è vero! Sei il migliore amico di Tom e approfitti della sua ragazza!!!” si lamentava Shy.  Tom sperava che Shy riuscisse a svincolarsi, a fuggire e liberarsi. Come in un match televisivo aveva cominciato a fare il tifo.

Shy cercò di divincolarsi poi, piagnucolando, riprese: “No, Paolo, ti prego lasciami stare. Pensavo ti piacesse il mio corpo, ti piacesse guardarmi. Ti prego lasciami, non lo farò più.”

Ma Paolo non mollava la presa: “Non lo farai più? Nemmeno io lo farò più. Ma questo pompino me lo devi per quello che già hai fatto e non per quello che farai. E poi vedrai che ti piacerà tanto che tornerai tu stessa.” 

Fino a quel momento Tom avrebbe detto che Shy si sarebbe battuta fino alla morte per non subire quella violenza. Invece accadde qualcosa che non si aspettava. A giudicare da quanto si vedeva, Paolo non forzava la testa di Shy e tuttavia, lentamente, molto lentamente, Shy si avvicinava a quel cazzo mostruoso. Quando fu a pochi centimetri dal cazzo di Paolo, Shy aprì la bocca e piagnucolando, come fanno i bambini quando la mamma vuole lavarli, richiuse le labbra attorno a quel cazzo enorme.  Lento e maestoso, come un incrociatore che entra nelle acque calme di un porto amico, il cazzo di Paolo entrava nella bocca di Shy che cominciò un pompino fantastico. 

Tom commutava tra le varie microcamere per scegliere la miglior inquadratura. Da qualsiasi punto di vista, la scena appariva di un erotismo ad alto potenziale. Shy afferrò con la mano destra l’asta di Paolo per meglio guidarlo e farlo scivolare fra le labbra socchiuse. Ella aveva una dote naturale nel praticare i pompini e, in pochi minuti, Tom sentì Paolo che godeva. Allora Shy diminuì il ritmo, lo estraeva dalla bocca e lo leccava con la sua lingua, passando e ripassando sul glande e sul frenulo. Shy guardava Paolo negli occhi con aria di sfida, come se avesse voluto dirgli che il coltello dalla parte del manico lo aveva lei e avrebbe potuto trafiggerlo in qualsiasi momento. 

Ogni tanto, per ricordargli questo semplice concetto, Shy chiudeva un po’ la bocca piantando i suoi denti affilati sul glande rosso di Paolo. Paolo trasaliva, gli si fermava il respiro,  e come un drago medievale inspirava dalla bocca per espirare dal naso. E intanto Shy continuava a spompinarlo e, guardandola, si sarebbe detto con molto gusto. Shy succhiava a pieni polmoni e con tutta la sua forza, spingeva l’enorme cazzo nel profondo della sua gola e, continuando a succhiare, lo ritirava fuori. Paolo aumentava i gemiti di piacere e sembrava stesse per prendere il volo.  Tom ne era distrutto, annientato. La sua ragazza stava spompinando il suo migliore amico!!!

A quel punto, Paolo appoggiò la sua mano sulla testa di Shy e cominciò a spingere il suo membro sempre più in profondità. La mano gli serviva solo per tenere ferma la testa di Shy mentre lui assestava colpi sempre più potenti. In poco tempo la scena si era capovolta e Paolo teneva ben salda la situazione e scopava senza sosta la bocca di Shy. 

Tom si accorse che, senza volontà, la sua mano era entrata nei pantaloni ed aveva cominciato a smandruccare il cazzo. Si stava masturbando eccitato dalla scena di Shy e del suo amico Paolo.  E fu così che Tom e Paolo vennero insieme, il primo sui pantaloni ed il secondo nella bocca di Shy, quasi annegandola. 

Shy deglutì ed ingoiò il caldo miele di Paolo e poi, da brava pompinara, con la lingua gli ripulì il glande. E ogni volta che ritirava la lingua, inghiottiva il prezioso unguento. 

“Adesso vestiti e va da Tom. – disse Paolo – Ti aspetta e non è bello farlo aspettare. Stasera, però torna a casa presto e senza Tom, perché voglio finire il lavoro e scoparti come si conviene ad una figa come te!”

Tom non ebbe il coraggio di andare avanti, si sentiva svuotato e distrutto e si addormentò sul letto.

 

 

 

 

 

Tom dormì poco e si svegliò con il pensiero di voler terminare di vedere il film della sua ragazza che scopava con il suo amico. Avviò il media player e partì il film registrato là dove lo aveva interrotto. 

Alle ore 23 del sistema di registrazione, Shy rientrò in camera e il sistema di registrazione si rimise in funzione. Dopo pochi attimi entrò in camera Viola, la sua amica e coinquilina. Era molto allegra anche se di li a poco avrebbe dovuto andare a lavorare. Era infermiera specializzata, lavorava in ospedale e quella sera aveva il turno di notte. Salutò Shy, le fece mille complimenti per la nuova pettinatura e poi sparì. Shy si tolse la giacca che appoggiò sulla sedia e si sedette sul letto. Poco dopo entrò Paolo. Lei gli sorrise. Lui le chiese: “Com’è che sei tornata così presto? Ti avevo detto di tornare a mezzanotte. Ora siediti qui e aspetta il tuo turno!”

Shy recuperò un po’ di orgoglio e rispose immediatamente: “Non sono tornata per te, sono tornata perché sono stanca e perché ho il diritto di fare quel cazzo che mi pare!” disse, senza alzare la voce, quasi a voler impedire che Viola potesse sentire. Paolo la guardò torvo: “Abbassa la cresta! Potresti pentirtene” e uscì senza nemmeno aspettare la risposta. 

 Shy si spogliò ed indossò il suo pigiama, quello hot, che avrebbe fatto eccitare un eunuco di sessant’anni. Raccolse la sua roba e cominciò a piegarla per rimetterla nell’armadio. Improvvisamente sentì un rumore sordo, ripetuto, come di martellate. Era Paolo che stava scopando Viola, sul loro letto. Shy portò le mani alle orecchie per tapparle e non sentire. I rumori continuavano e Shy, mise la testa fra due cuscini. Dopo un po’, ad accompagnare i colpi sordi, cominciarono i gemiti di Viola, sempre più forti. Per Shy fu una vera tortura, che continuò a lungo, inframmezzata dai frequenti orgasmi di Viola. Poi si fece silenzio e, dopo una decina di minuti, Paolo entrò nella camera di Shy. Nudo. Aveva il cazzo appeso, ciondolo tra le gambe né in erezione né a riposo. Ballava tra le gambe e si scappellava sulla coscia. E, tuttavia, aveva delle dimensioni ragguardevoli. Una istigazione a non fermarsi all’apparenza per scoprire come potrebbe diventare quando è irrorato completamente dal sangue della passione.

“È andata via, è andata a lavorare. – disse Paolo sorridendo a trentadue denti – Ti sei già preparata, vedo! Brava, ora è il tuo turno, è il turno della puttanella di Tom!” A quella battuta Shy ritrovò il sorriso, mentre Tom fu trafitto da una spada di fuoco. 

“Lo hai mollato in mezzo ad una strada, vero? Tom si era preparato la seratina per scoparti e, invece, tu sei qui ….. con me, per prendere il giusto compenso. – proseguì Paolo – e brava la mia zoccoletta! Sei in gamba! Si, davvero in gamba! Una donna che prende quel che vuole! Non ce ne sono molte.”

Shy rimase in silenzio, ma si avvicinò a lui. Con la testa leggermente piegata verso il basso. Quasi mesta. Si avvicinò a lui e gli prese il cazzo fra le mani. Lo soppesò, per verificare che fosse ancora utile.  Poi si sedette sul letto.

“Devi farlo tornare duro, amore, ho buttato l’anima con Viola, non ne voleva sapere di smettere e mi ha spompato” disse Paolo. E si sedette sul letto, anche lui. Prese Shy per un braccio per farla inginocchiarsi davanti a lui, tra le sue gambe. Shy si lasciò fare. docile, divaricò le gambe di Paolo e gli prese l’uccello tra le mani.

“Dove lo hai lasciato il tuo fidanzato? “ Chiese sarcastico Paolo

“È andato a casa sua” rispose Shy

“E cosa gli hai detto perché non ti seguisse fin qui, come un cagnolino?”

“Che ero stanca e avevo bisogno di dormire”

“Ti ha creduto?”

“Perché non avrebbe dovuto credermi?”  

“Perché sei una zoccola, ad esempio!”

Shy non rispose, ma prese in mano l’uccello di Paolo e lo mise eretto, struggendosi al pensiero di perdere l’amato bene. Non era rigido. Lei lo teneva per la punta mentre gli dava delle vigorose leccate che partivano dalle palle e salivano, lente, fino alla cappella. Poi, con la lingua, seguiva il profilo della cappella e premeva sul glande. Poi si fermava, lo guardava, gli sorrideva e rideva giuliva. Faceva un po’ la stupida. Paolo cominciò a gemere di piacere, poi, piano piano, si distese con la schiena sul letto e alzo le gambe a squadra, scoprendo oscenamente il suo buco del culo. Shy capì immediatamente e lentamente portò la lingua sullo sfintere anale di Paolo. 

Shy, senza lasciare la mano che teneva il cazzo, spazzolava con la lingua il suo sfintere, provocandogli grande eccitazione e gemiti sempre più rapidi e sempre più rumorosi. Shy infilava la lingua nel buco, sempre più in profondità, e Paolo mostrava di gradire. Leccava con foga, Shy, mentre con la mano segava quel cazzo ancora barzotto e non ancora plasmato dall’azione della sua mano, pregustando, al tempo stesso, quello splendido cazzo nella sua piccola figa. 

Saliva con la lingua sullo scroto, mentre con la mano lo scappellava con violenza. Il cazzo di Paolo, lentamente tornava al suo fulgido splendore. Lavorava bene Shy e Tom guardava la scena con attenzione, gli sembrava di morire a poco a poco, ad ogni colpo della lingua di Shy sul cazzo di Paolo. Soffriva al punto di voler piangere, ma al tempo stesso non poteva accorgersi della estrema eccitazione che lo stava prendendo.  Anche il suo cazzo stava crescendo e aveva tutta l’aria di voler strappare i pantaloni per farsi largo. Tom slacciò i sui pantaloni per liberare la bestia.

Shy apprezzò la consistenza del cazzo di Paolo e decise che era giunto il momento di prenderlo dentro di se, nella vagina. Pregustava già lo scompiglio che il guastatore Paolo avrebbe portato tra i suoi ormoni, una volta che fosse entrato. Le sue dimensioni e la sua vivacità era una buon viatico per le sue aspettative. Ma era la sua abilità nel manovrare un arma micidiale che l’attirava. Il pensiero di un potente mastello tra le gambe, nel suo intimo, uno stantuffo instancabile che esplorava l’interno della su vagina, alla ricerca dei punti più sensibili, maggiormente irrorati da terminazioni nervose capaci di farla sentire una donna molto desiderata. In fono era questo il meccanismo che madre natura aveva ideato per popolare il mondo, per generare il desiderio nella femmina e mantenerlo vivo nel maschio. Ora Shy aveva davanti a se un obelisco dalla rigidità invidi abilissima, un tronco unico, nodoso e lucente capace di mettere i brividi ad ogni casta fanciulla che si fosse trovata a tu per tu. 

Shy ha spesso suscitato l’invidia di molte sue amiche, per il numero elevato di persone che era riuscita ad attirare, concupire e portare nella sua tana per consumare i frutti della passione.. La figa di Shy era il sogno di tutti i ragazzi che la conoscevano, una piacevole scoperta per le fanciulle curiose, l’incubo degli omosessuali. Per tutti la figa di Shy rappresenta lo svenimento, la perdita di sensi, la morte catartica del nuovo millennio per essere la concretizzazione del desiderio, talmente grande, che poi sopraggiunge la morte cerebrale. E Shy, come un’ape regina sceglieva il suo fuco e lo aveva portato nel suo rifugio. Grazie a lei, Paolo giaceva sul letto, per espiare e liberarsi degli orgasmi di Viola e purificarsi full immersion nella voluttà della Dea Shy. A questo pensava Tom guardando con quanta facilità Shy aveva scelto la sua vittima e se l’era cucinata a modino per poterne sfruttare il massimo del piacere. A poche ore di distanza, Tom nello stesso letto aveva il cazzo fra le mani mentre si spugnettava con vigore. 

Shy si alzò e, mentre Paolo abbassava le gambe, lasciando in vista il solitario obelisco, Shy cominciò la fase dello smutandamento che aveva reso pazzi di felicità tanti maschi. Con lentezza estrema, senza distogliere lo sguardo dagli occhi della sua vittima sacrificale, con una smorfia delle labbra che rendeva ancora più eccitante il pensiero di ciò che nascondevano, abbassò prima i pantaloncini del pigiama a mezza gamba, rivelando una tanga nero che entrava tra le grandi labbra per comparire di nuovo all’uscita dello sfintere anale.  Shy, liberò la figa spostandolo lateralmente il tanga e, come una moderna amazzone salì a cavallo di Paolo, ben attenta ad infilarsi il tronco di piramide nella sua figa. Gli umori che prima le avevano inumidito la figa e poi l’avevano gonfiata, mentre colavano lungo le sue gambe perfette, favorirono l’introduzione. Shy chiuse gli occhi ed emise un gemito quieto che durò fino a quando non fu entrato tutto, fio a che la punta di diamante non toccò il fondo. Poi lentamente cominciò a muoversi ruotando il bacino perché l’obelisco di Paolo, ormai dentro di lei, potesse levigare le pareti della sua vagina. Ruotava il bacino e gemeva, mentre quel cazzo di dimensioni equine le levigavano la figa, spingendo ogni parete per far posto al re. 

Paolo cercava di afferrarla dal collo. Ma lei era una provetta cavallerizza e, con il timore che lui volesse imbrigliarla, drizzò la schiena e facendo leva sulle sue ginocchia poggiate sul letto si levò ritta si stendeva alzandosi parecchi centimetri per ricadere giù a peso morto sull’inguine di Paolo. In questo modo, Shy estraeva l’uccello dalla sua figa e poi lo reinfilava con forza dentro in modo da non trascurare le sensibilità della bocca della figa. Paolo ululava di piacere. Shy sembrava un capo indiano gettato a cavallo all’inseguimento dei visi pallidi. Un guerriero Navajo cui si leggeva sul volto tutta determinazione di prendere tutto quel che c’era da prendere!

Ululava Paolo ed ululava, solo poche ore dopo ma sul medesimo letto, anche Tom. Il respiro di Shy diveniva sempre più profondo ed affannato, sempre più in debito di ossigeno per alimentare lo sforzo. Dopo una decina di minuti di cavalcata, Shy diminuì il ritmo, si piegò di nuovo in avanti e riprese il movimento lento, rotatorio del bacino che fece gridare di piacere Paolo. Voleva baciarla, ma il ritmo lento ma inesorabile le avvicinava e poi le allontanava le labbra dell’amazzone. Infine l’afferrò per il collo con le due mani. Shy si senti desiderata sopra ogni cosa e si lasciò attirare a Paolo, senza smettere il movimento lento. Paolo strinse le mani intorno al collo interrompendole il respiro regolare, poi senza mollare la presa, con le braccia che agivano sulle spalle di Shy spingeva la sua amante a scivolare lungo la sua asta, pe poi, una volta libera dalla spinta di paolo, ritornare verso le labbra di paolo. 

Shy era una maestra del sesso, sapeva scopare, era una dote naturale che aveva affinato con il tempo e ….. con la pratica!  Dopo un alternanza tra cavalcata e roteazione, ripetuta due o tre volte, i gemiti di piacere di Paolo salivano come salmi al cielo, lui, Shy e Tom vennero, contemporaneamente, con grandi spasmi di piacere.  

“Shy – disse Paolo non appena ebbe riacquistato la forze di parlare – sei una gran troia e sei la mia amante”

“Ti farò godere come non lo ha fatto mai nessuno” rispose Shy ancora ansimando per lo sforo fatto e per il piacere ricevuto

“Sarà la nostra grande forza ed il nostro grande segreto”

 

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