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Racconti Erotici Etero

La visita dal ginecologo

By 18 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Stavo andando a fare la consueta visita ginecologica, avevo 30 anni ed ormai ero abituata a farmi vedere nuda dal medico.
Entrai nella sala d’aspetto, la donna che aveva l’appuntamento prima di me era già dentro. Io avevo prenotato l’ultima visita per motivi di lavoro.
Faceva caldo ed io mi ero raccolta i miei lunghi e ondulati capelli biondi dietro la testa.
Poco dopo il mio arrivo la porta dell’ambulatorio si aprì e la signora, era sulla cinquantina, uscì. Quasi subito sentii chiamare il mio nome e cognome, mi alzai ed entrai nello studio.
‘Ciao Bianca. Come va?’, mi chiese il dottore con cui ormai ero in confidenza anche perché aveva circa la mia età.
‘Tutto bene, Michele. Tu?’.
‘Tutto a posto, grazie. Sei pronta?’.
‘Certo’, risposi, mi tolsi le infradito e gli slip, mi tirai su la gonna del vestitino leggero, era estate, poi mi misi sul lettino a gambe divaricate, come al solito.
Michele indossò i guanti e poi si mise fra le mie gambe, iniziò il consueto esame visivo.
‘Mi sembra che sia tutto a posto’, disse senza alzare gli occhi con tono molto professionale.
‘Meno male’, risposi io. Era sempre un sollievo sentirselo dire.
‘Perfetto, andiamo avanti’. Infilò lentamente un dito nella mia vagina depilata, per valutare le caratteristiche dell’utero e delle ovaie.
Sentivo il calore del suo dito attraverso il guanto e stranamente mi faceva un effetto più piacevole del solito.
‘Anche qui tutto in regola. Controllo ancora una piccola cosa”, disse con la sua voce calda e rassicurante Michele. Sentii insinuarsi il dito un po’ più a fondo. Entrava agevolmente visto che ero leggermente umida. Arrossii sentendomi pervadere da una lieve eccitazione.
Michele estrasse il dito dicendomi: ‘Tutto perfetto. Passiamo al seno’.
Mentre lui si cambiava i guanti, io abbassai le spalline del vestito e sganciai il reggiseno. I miei capezzoli scuri spuntavano turgidi sulla mia seconda soda di seno.
‘Chissà come mai oggi mi fa questo effetto’, pensai facendo un profondo respiro e cercando di calmarmi, anche se non era facile con le gambe aperte e la vagina quasi offerta a lui.
Michele si avvicinò e rimanendo in piedi a fianco a me, diede un’occhiata ai miei seni, poi iniziò a palparli, prima sui lati, quasi sotto l’ascella e man mano avvicinandosi verso il centro.
‘Tutto bene anche qui’, disse, mentre io faticavo a respirare regolarmente, mi stava salendo una strana eccitazione. Annuii.
Il dottore prese fra le dita il capezzolo sinistro, strizzandolo leggermente, poi passò a quello di destra. In quel momento mi bagnai completamente, cercando si trattenere un lieve gemito.
Mi voltai e mi trovai proprio davanti al viso il cavallo dei suoi pantaloni da medico. Erano sottili e feci caso per la prima volta del notevole rigonfiamento.
‘Che ce l’abbia duro?’, mi chiesi eccitata.
Non riuscii a fermare la mia mano mentre si allungava verso il suo pacco. Mi sembrò a riposo a toccarlo, ma Michele si ritrasse subito, esclamando: ‘Che fai?’.
Io arrossii violentemente, ritirai la mano e balbettai qualche scusa.
‘Lasciami lavorare’, mi disse con tono quasi di rimprovero tornando a palparmi il seno.
‘Se così a riposo, chissà da duro com’&egrave’, pensai.
Michele continuava a palpare professionalmente, ma mi sembrò che continuasse più a lungo del solito.
Guardai di nuovo verso il suo cavallo e notai che il rigonfiamento era aumentato. Ormai ero eccitatissima: allungai di nuovo la mano verso di lui e lo sentii duro stavolta.
Michele non si ritrasse più, ma disse: ‘Non dovresti toccare lì’.
‘E tu non dovresti avercelo duro’, risposi io, gli tirai giù i pantaloni da medico ed anche i boxer liberando il suo pene.
Mi scappò un ‘Wow!’, vedendolo: era molto largo, ma soprattutto molto lungo, sarà stato più di 20 centimetri.
Lo presi con la mano ed iniziai a masturbarlo lentamente, era caldo e pulsante. Intanto Michele si tolse il camice mettendo in mostra il suo fisico atletico.
Si mise fra le mie gambe ancora allargate sul lettino e guidò il suo pene dentro di me. Entrò facilmente perché ero completamente bagnata. Lo sentii arrivare fino in fondo e mi lasciai andare in un gemito di piacere. Lo attirai a me e lo baciai intensamente mentre iniziava a muoversi lentamente. Ogni volta che entrava ed usciva per me era un’ondata di piacere sempre maggiore.
Michele smise di baciarmi e iniziò a leccarmi i capezzoli duri facendomi godere ancora di più. Fortunatamente nella sala d’aspetto non c’era più nessuno perché penso che mi avrebbero sentita anche con la porta chiusa.
Gli misi le gambe dietro la schiena e lo invitai ad andare ancora più a fondo. Il dottore non perse tempo ed aumentò il ritmo e la profondità della penetrazione.
Non so se raggiunsi in quel momento l’orgasmo o prima, ma so che stavo godendo come non mai, quando Michele mi fece alzare e mi mise a pecorina in piedi appoggiata alla scrivania. Avvertii il pavimento freddo sotto ai miei piedi scalzi, ma no raffreddò per niente la mia eccitazione. Appoggiandomi alla scrivania sentimmo qualche oggetto cadere, ma non ce ne curammo; Michele mi entrò subito dentro fino in fondo, strappandomi un grido di piacere. Si era tolto i guanti e con le sue mani calde e grandi stringeva forte il mio sedere sodo.
Ora mi stava sbattendo più forte, con colpi che mi facevano vibrare e gridare di piacere.
Il suo ritmo ad un certo punto si fece meno regolare, poi me lo spinse fino in fondo e si fermò ansimando. Il suo sperma mi riempì, ne aveva tantissimo mentre io provavo un ultimo sconquassante orgasmo. Poi uscì dalla mia vagina piena e mi disse: ‘&egrave la prima volta che lo faccio con una paziente. &egrave stato fantastico!’.
Io dovetti riprendere fiato, poi mi voltai verso di lui e gli dissi: ‘Anche per me! Sei davvero fantastico!’. Poi lo baciai di nuovo intensamente.
Mi rivestii a malincuore e mentre uscivo dallo studio mi chiesi: ‘Chissà se ritorneremo medico e paziente come prima’ spero proprio di no!’.

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