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Racconti Erotici Etero

LA VISITA SPECIALISTICA

By 25 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

LA VISITA SPECIALISTICA

 

Da qualche settimana accusavo dei dolori all’addome, così mi recai dal mio dottore, mi fece fare alcuni esami e mi disse che c’era un po’ di sabbia nei reni, ma niente di grado, in ogni caso mi diede l’indirizzo di uno specialista per fare una visita più approfondita. Telefonai e mi prenotarono la visita per il mercoledì della settimana successiva. Mi recai in quello studio all’ora che mi avevano indicato, mentre aspettavo vedevo passare delle belle ragazze con il camice bianco, più o meno della mia età intorno ai 30 anni, mi sembrarono delle infermiere, in ogni caso anche se era uno studio medico, era un piacere stare lì, e si miei cari, si vedevano passare belle gnocche, culi che si pavoneggiavano sotto quei camici bianchi, e addirittura qualcuna di loro sotto il camice non indossava nulla, si notava benissimo, soprattutto quando era in contro luce.

Dopo un po’ di piacevole attesa, mi chiamano, come al solito mi chiesero le generalità, e dopo altre domande mi fecero accomodare in una stanza per farmi l’ecografia all’addome, dopo un po’ spuntò una assistente e disse:

A: allora, che cosa succede mio bel maschietto, come mai qui?

Rimasi un attimo in silenzio e sbalordito per il suo modo di parlare, poi risposi

L: certo non sono venuto a farmi una gita!

A: che fai lo spiritoso?… allora?

L: è da qualche settimana che ho dei dolori all’addome, secondo il mio medico sarà della sabbia ai reni, però mi ha mandato qui per un esame approfondito.

A: capito, spogliati, togli la maglietta e i pantaloni e sdraiati su quel lettino.

Tolsi maglietta e jeans e mi sdraiai come aveva detto lei, che intanto stava preparando del gel e l’apparecchio, se ne stava zitta, iniziando a passare quel coso sul mio addome partendo da sotto le costole, dopo un po’ disse

A: fai palestra?

L: si…

A: complimenti hai un bel fisico

L: grazie!

Continuò a lavorare con quel macchinario, iniziando a scendere ed osservandomi sempre più intensamente, prese di nuovo il gel mettendolo sul mouse ma rimanendo ferma quasi sopra il mio pacco, le altre volte si era girata,  stavolta no, boo! Ne mise molto, tanto che né cadde un bel po’ sopra i miei boxer, la guardai e lei:

A: tranquillo è acqua non macchia, ora ti asciugo!

Mentre con il mouse girava sull’addome basso quasi a sfiorare l’elastico dei boxer, con l’altra mano iniziò ad asciugare il gel che era cadutomi addosso, il tutto facendo finta di guardare lo schermo del computer, senza prendere la carta strofinava la mano sopra i boxer, ma in maniera molto sensuale dicendo:

A: piano piano si sta asciugando!

In realtà piano piano, mi drizzava il cazzo.

A: oltre al fisico hai anche un bell’arnese, spero che lo sai usare bene!

Senza riflettere risposi

L: provare per credere!

Il suo massaggio diventava sempre più intenso, ad un certo punto abbassò i boxer e iniziò a passarvi sopra il mouse, come se dovesse fare l’ecografia al cazzo, lo percorse in lungo e in largo scendendo anche sui coglioni, ormai ero diventato durissimo, senza dire nulla lo afferrò e lo mise in bocca, mi fece un bel pompino, leccava tutta l’asta e i coglioni, lo ingoiava e succhiava, poi prese dell’altro gel né verso un bel po’ sul cazzo e iniziò a segarmi, mentre con la mano si masturbava la figa, continuò velocemente facendomi schizzare sborra ovunque, ma la sua mano non si fermava, spalmando così anche la sborra, fino a che non ebbe un orgasmo.

Prese della carta mi pulì tutto e disse:

A: prego puoi rivestirti.

L: scusa, ma in questo studio siete tutte troie?

A: ti prego, non dire niente a nessuno, ma avevo una gran voglia di cazzo, tu sei giovane e anche molto bello, peccato che più di tanto non si poteva fare… ti prego non dire nulla, altrimenti il dottore mi licenzia!

L: ma figurati è stato un piacere.

Mi rivesto, e torno nella sala d’aspetto in attesa dell’esito e della visita con il dottore, mentre aspetto lei esce, stavolta per andarsene perché aveva completato il suo turno, mi fa cenno di seguirla fuori, arrivati davanti alla porta mi ripete di nuovo di stare zitto, e come se pentita di ciò che aveva fatto, si mette a piangere supplicandomi. La rassicuro che nessuno saprà nulla, le accarezzo il viso e le dico che magari potremmo organizzarci qualche sera per un’uscita privata, lei ride, si tranquillizza, mi dà un bacio sulla guancia e va via.

Rientro e continuo ad aspettare, fino a che l’infermiera, mi dice di accomodarmi, entro e trovo dietro la scrivania, una bellissima donna, molto giovane, strano ma doveva esserci un dottore, pensai che poteva essere un’infermiera, in realtà era una dottoressa da poco laureata, ma era bellissima, molto più bella dell’assistente, era delicata, capelli castani con sfumature chiare, lunghi ed ondulati, occhi neri con un paio di occhiali con montatura nera, che gli davano un fascino particolare a quella sua bellezza.

D: si accomodi.

L: grazie!

D: allora che succede, mi faccia vedere la ricetta del suo medico!

Il suo tono di voce non prometteva nulla di buono, doveva essere molto seccata e nervosa, senza dire nulla porsi la ricetta, lei la lesse e poi disse:

D: altro tempo da perdere per delle sciocchezze, poteva prescrivere una terapia direttamente il suo medico!

Rimasi di stucco, mi aveva detto quella frase con un tono così irritato e nervoso che mi indispose talmente tanto, da farmi reagire:

L: scusi tanto per il disturbo, ma se non ha voglia di lavorare vada a fare un altro mestiere, io ho pagato per questa visita, comunque grazie lo stesso, è stata molto gentile…

Mi alzai dalla sedia, con fare altrettanto indisposto le tirai la ricetta dalle mani, e mi voltai verso la porta per andarmene.

D: le chiedo scusa per il mio atteggiamento, si accomodi, (reggendosi la testa con le mani) non è nel mio carattere fare così, mi perdoni, ma il mio collega si è assentato, ha preso una settimana ed oggi ho avuto una giornata particolare, mi rendo conto di avere sbagliato con lei, la prego mi perdoni…

L: capisco benissimo il suo stato, ma che colpa ne ho io? Poteva chiedermi di rimandare la visita, ma veramente non mi sarei mai aspettato un tale trattamento, comunque faccio finta di niente…

Mi chiede ulteriormente scusa, e mi ringrazia per la mia pazienza, se ne sta ferma per un po’ poi inizia a farmi delle domande, ma è troppo frastornata, dopo circa 10 minuti, il nervosismo la fa scoppiare in lacrime, mi guarda mi chiede scusa e mentre si asciuga il viso dice:

D: mi perdoni ancora, ma non c’è la faccio, mi vergogno un po’ anche, ma non mi sento di continuare,… posso chiederle un’ulteriore cortesia?

L: non si preoccupi, dica pure!

D: è un problema se le chiedo di ritornare sabato mattina? Lo studio è chiuso, ma visto che sono stata poco educata con lei, per farmi perdonare faccio uno strappo alla regola, così le potrò dedicare anche tutta la giornata, con calma e tranquillità.

L: veramente l’ho già perdonata, ma se non si sente di farla ora, beh! Va bene.

D: la ringrazio è stato veramente paziente con me.

L: di nulla! Una cortesia però me la deve fare lei

D: cioè?

L: non mi dia più del lei, mi chiamo Luca!

D: ok Luca, io sono Daniela!

Ci salutammo, ed andai via. Sabato mattina ritornai allo studio verso le 10, tutto era chiuso, pensai che lei non fosse ancora arrivata, aspettai qualche minuto, poi suonai, mi aprì la porta entrai e dall’altra parte ad alta voce mi disse di chiudere la porta e di farmi avanti, feci come mi disse sperando che le si fossero calmati i bollori. Entro, mi viene incontro ad accogliermi, stavolta è sorridente e dolce, mi fa sedere e mi offre un caffè iniziando a parlare del più e del meno, durante il discorso torna più volte a chiedermi scusa per la volta precedente, continuiamo a parlare, come se fossimo amici da tanto tempo, si vede che oggi è diversa, inizia discorsi più confidenziali, mi dice che ha 31 anni, mi parla di lei, come io le parlo un po’ di me, ridiamo e scherziamo con qualche battuta. Poi passa alla visita, inizia a farmi le domande che stava facendo la volta precedente, ascolta con attenzione, chiede ulteriori informazioni, poi prende l’ecografia la guarda attentamente, mi da delle spiegazioni e dopo un po’ mi invita a sdraiarmi nel lettino. Mi alzo e mi sdraio sul lettino, lei mi guarda, si mette ridere e dice:

D: beh hai proprio dei bei jeans, ma non posso visitarti così, dai spogliati!

L: hai ragione sono uno sbadato

Mi spoglio e mi sdraio di nuovo, inizia a visitarmi, con molta professionalità, mi fa girare diverse volte, di tanto in tanto mi fa altre domande, e poi:

D: fisico ben curato!

L: faccio palestra, sto sempre in movimento ecc….

D: bene questo è positivo, comunque niente di preoccupante, devi bere molta acqua, per i dolori sicuramente sarà stato qualcosa che ti ha fatto indigestione.

Si gira per andare dietro la scrivania, ma non sembra convinta, io mi alzo e inizio a rivestirmi, mi era sembrato che avesse completato, d’un tratto lei si gira e dice:

D: aspetta! Non ho finito, dimmi quando hai accusato queste fitte, urinavi bene?

L: si, normalmente.

D: ma sentivi dolore al pene quando urinavi?

L: no affatto, tutto normale!

D: in ogni caso voglio guardare lo stato della vescica.

Così inizia con le mani a tastare il basso addome, poi abbassa leggermente i miei slip fino all’attaccatura del pene, inizia a tastare proprio sul pube, dove abbiamo i peli, il suo sguardo si fissa ora sul mio viso, mentre le sue mani diventano leggerissime, quasi a volermi fare il solletico. Sta giocando con i peli del mio cazzo, mentre i suoi occhi trafiggono i miei, mi sorride e una mano scivola sotto gli slip mentre l’altra accarezza dolcemente il mio petto, si morde il labbro, alzo un po’ la testa e lei si abbassa, ritrovandoci con le labbra attaccate, e le nostre lingue che saettano nelle nostre bocche. Toglie la mano dagli slip, rimanendo vestita si mette sopra di me a cavalcioni, e tenendomi la testa riprende a baciarmi con più foga, prende respiro e dice:

D: Luca sei bellissimo! Mi piaci tanto, ti prego mettiamoci insieme.

L: anche tu mi piaci tanto, ma ci siamo appena conosciuti!

D: beh ci conosceremo durante …

Non completò la frase che subito si riattaccò alla mia bocca, limonammo in quella posizione per una ventina di minuti abbondanti, intanto le mie mani l’avevano spogliata lasciandola solo in slip. Senza staccarsi iniziò a percorrere con la lingua tutto il mio corpo, fino ad arrivare al cazzo, mentre con la lingua solleticava la cappella, le sue mani tolsero completamente i mie slip, lo leccava lentamente in tutti i punti, per poi aprire la bocca e farlo entrare lentamente dentro. Dapprima fece entrare solo la cappella, tenendola stretta con le labbra e muovendo la lingua, aspirando di tanto in tanto. Mi sembrava impazzire quando aspirava, ne avevo ricevuti di pompini, ma mai nessuna aveva fatto così, sembrava aspirare anche il cervello, poi aprì la bocca e ingoiò tutto il cazzo fino ai coglioni.

La feci pompare per un po’, poi la invitai a salire con la figa sopra la mia bocca, iniziammo un bel 69, lei continuava a dedicarsi al mio cazzo, mentre io iniziai a leccargli figa, bellissima tutta depilata con un striscia di peli centrali a forma di V, leccavo delicatamente, con le mani la allargai, infilandovi dentro la lingua, mordicchiare il clitoride e leccare tutto intorno fino ad arrivare al buchetto del culo per poi scendere e incollandovi le labbra iniziai anche io ad aspirare quella meravigliosa figa, dopo un po’ un orgasmo la pervase, iniziò a tremare ed io mi ritrovai con la bocca piena di un liquido caldo, denso e dolcissimo, il suo orgasmo, così dolce così buono che ingoiai tutto.

Appena l’effetto dell’orgasmo si attenuò, la feci mettere sul lettino a pancia un su, mi stesi sopra di lei, iniziai a baciarla fortemente, e lentamente feci entrare il mio cazzo dentro la sua figa, lei intrecciò le gambe dietro le mia schiena, come ad incatenarmi, permettendomi solo dei piccoli movimenti molto profondi, più stringeva le gambe più sentivo il calore della sua figa avvolgere il mio cazzo, ed i miei coglioni incastrarsi col suo morbido culetto, il mio petto sentiva la morbidezza del suo seno e la durezza dei suoi turgidi capezzoli. Ci staccammo, scesi dal lettino, lei si mise a novanta con la pancia appoggiata al lettino e le mani aggrappate al bordo, le penetrai la figa da dietro, sempre dolcemente, non riuscivo ad essere “selvaggio”, era tutto così dolce e romantico, lo studio ormai era pieno dell’odore dei nostri sessi in ogni suo angolo, alternavo colpi lentissimi e profondi a movimenti più veloci, ma delicati.

Cambiammo posizione, mi sdraiai nel lettino e lei si pose sopra di me iniziando a cavalcare ora lentamente ora velocemente, stavo per sborrare, la avvisai, ma lei non si staccò, anzi incollò prima la sua bocca alla mia, e spingendo il bacino sempre più forte fece si che il mio cazzo entrasse sempre più in profondità della sua figa, le sborrai dentro tutta la mia sborra e contemporaneamente lei riversò sul mio cazzo un altro dei suoi orgasmi. Sentii il mio cazzo pervaso da un forte calore, rimanemmo un bel po’ in quella posizione limonando, mentre il mia cazzo si godeva quella magnifica calura avvolto dalla sua dolce figa. Si alzò e feci uscire il mio cazzo semiduro dalla sua figa, dalla quale iniziò a sgocciolare la mia sborra mista al suo dolce liquido.

Fu così che decidemmo di metterci insieme, ed iniziare una storia di amore, sesso e passione, facendoci vivere dei momenti veramente particolari, momenti che solo due innamorati sanno vivere, ormai i nostri corpi erano diventati uno solo, fu una storia molto bella e dolce che purtroppo, per motivi che non posso dirvi, durò solo 5 mesi.

 

Grazie ancora a tutti voi, per commenti o altro contattatemi  soluma@hotmail.it

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