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Racconti Erotici Etero

La voglia nascosta di Francesca

By 18 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

La voglia nascosta di Francesca
>
> Torno a casa tutte le sere e come sempre, Mahid mi riempie di lusinghe, a volte anche pesanti, ma che comunque mi danno strane vibrazioni.
> Mahid, &egrave un ragazzo nero che &egrave venuto ad abitare sotto casa mia con tre suoi coetanei, avrà circa venticinque anni, non bello ma intrigante.
> Io sono Francesca, una ragazza normalissima, fidanzata e apparentemente tranquilla, fino ad oggi non avevo mai pensato a altri ragazzi che non fossero il mio, ma da qualche giorno, anzi notte’mi ritrovo a fantasticare su quel ragazzo di colore, &egrave una sensazione istintiva che nasce da dentro, sono emozioni nuove che mi turbano e mi coinvolgono e, la conseguenza, &egrave il mio modo di comportarmi e vestirmi.
> Ogni giorno divento più provocante, ascolto le parole di Mahid sul mio corpo e faccio in modo che il giorno dopo, quella parte del mio corpo sia ancora più pronunciata e esposta, &egrave un gioco che sta diventando sempre più intenso e che &egrave esploso quando il mio ragazzo, una sera mi ha detto di certi suoi pensieri sui ragazzi di colore.
> Ieri Mahid, vedendomi uscire con una gonna corta, ha fatto apprezzamenti sulle mie cosce e poi ha aggiunto;
> – Deve esserci un bel culo sotto quella gonna-
> Niente altro, ma i suoi occhi mi hanno spogliato e improvvisamente, ho sentito i brividi arrivare in mezzo alle cosce e più su, i miei umori hanno cominciato a bagnare gli slippini.
> Non conoscevo questo lato della mia femminilità, pensavo di essere una ragazza semplice e normale, invece, oggi, ho messo dei calzoni aderenti appositamente per fare vedere a Mahid che non si sbagliava, che il mio sedere, &egrave bello sodo e le mie natiche parlano da sole.
> Stamattina, uscendo non l’ho visto, adesso invece mi vede arrivare; mi entra dentro la pelle con quel suo sguardo, vedo che sta aspettando di vedere il mio sedere, lo saluto cercando di essere indifferente, aspettando le sue parole;
> – Lo dicevo io, che hai un gran culo, sei da mangiare tutta, uno spreco per un ragazzo solo’
> Il suo italiano stentato, mi scivola come una carezza, lo guardo e sorrido, per la prima volta, faccio un cenno di accondiscendenza, facendogli capire che ho apprezzato le sue frasi e, impudicamente, comincio a dimenarmi ancheggiando ancora di più, mentre mi avvio verso il piano superiore.
> Passano pochi secondi, ho il cuore che batte impazzito, quello che ho fatto, &egrave da stupida, ma ho seguito il mio istinto, voglio scoprire cosa non conosco di me.
> Mahid, segue i miei passi e mi ferma all’inizio della scala, mi palpa deciso il sedere, poi, sale su tutto il corpo assaggiandone la consistenza;
> – Domani mattina vestiti da troia e prenditi mezza giornata di libertà, farò in modo di essere da solo in casa, ti farò vedere cosa vuol dire scopare con un nero!
> Sento le gambe piegarsi sotto le sue mani e le sue parole, invece di offendermi o terrorizzarmi, mi eccitano da morire: non gli rispondo, lo guardo con aria di sfida e liberandomi salgo le scale veloce, le sue ultime parole, mi torturano per tutta la notte;
> – Ti attendo donna! Alle nove ti voglio davanti alla mia porta!!
> Sono perplessa e eccitata, immagino Mahid sopra il mio corpo e tutto quello che ne può scaturire, la mano dolcemente scivola tra le cosce cercando il calore intenso che mi pervade, piano, parte a cercare i miei punti erogeni e con calma, esplodo in un orgasmo silenzioso: un momento tutto mio, solo mio.
> Sono le otto di mattina, sono nervosa, agitata, ho cambiato mille vestiti, tra il sacro e il profano, ho provato a resistere a questa pulsione che mi sta bruciando l’anima, ma alla fine ho ceduto, apro il cassetto più intimo, quello dove tengo la malizia, quello che solo il mio ragazzo ha visto, metto le cose più indecenti: sopra una mini che lasciano trasparire le autoreggenti e ancora più su, una maglietta senza reggiseno che mette in mostra la mia terza abbondante, i capezzoli sono già duri, il solo pensiero che uscirò così, m’imbarazza, non &egrave da me’oppure solo adesso sto diventando me stessa?
> Mi guardo allo specchio, sono le nove meno dieci, quello che vedo mi eccita molto, si vede che sono in calore, diversa, Femmina come non mai; mi piace questa sensazione, guardo un ultima volta l’orologio, il tempo non passa mai, poi, apro la porta e scendo le scale.
> Tremo come una bambina, il cuore sembra uscirmi dal petto, mentre busso alla porta di Mahid, sono le nove precise e mi sento pronta ad affrontare questa esperienza, mi sento pronta fisicamente e moralmente: le mie esperienze sessuali sono anch’esse normali, si mi sento pronta a superare la porta.
> Mahid apre e mi prende per la mano senza parlare, mi fa entrare e chiude la porta dietro di noi, lo guardo, ha addosso una canottiera e un paio di calzoncini, guardo il gonfiore che spinge sotto la stoffa e mi sento mancare: la stanza gira vorticosamente, mentre vengo spinta contro la parete, sento le sue mani sono sotto la mini, salgono cercare lo slip bagnato, le sento spostare, un dito entra deciso;
> – La mia puttana &egrave gia pronta’- poi, percepisco il rumore dei calzoncini che si abbassano.
> Non ho il coraggio di guardare, chiudo gli occhi e aspetto, ho il respiro affannoso, mi forza la bocca con la lingua, facendomi sentire l’odore acre della nicotina, poi, mi sento scoppiare nella vagina, un pezzo di carne dura, enorme per le mie abitudini, si fa spazio tra la mia tenera carne, mi sento piena in un modo indicibile, il suo sesso tocca parti a me sconosciute, i suoi fendenti mi sbattono contro il muro;
> – Allora donna bianca, come ti sembra l’uomo nero?
> Non riesco a rispondere, mi manca il fiato, cerco di restare avvinghiata a Mahid, mentre mi alza le gambe e me le fa mettere dietro la sua schiena, in quella posizione, sono completamente aperta e alla sua merc&egrave: lui continua imperterrito a scoparmi, senza preoccuparsi del mio piacere, o del mio dolore, sono solo un oggetto di sfogo per le sue palle.
> Apro gli occhi e vedo il suo viso sudato e in quel momento, esplodo in un orgasmo incredibile, sento la mia voce, i miei gemiti, le mie urla di piacere e vedo la sua faccia compiaciuta, poi, sento il suo caldo seme, scaldarmi intimamente: aspetto che esca da me, invece Mahid, imperterrito continua a entrare dandomi colpi inauditi;
> – Siamo solo all’inizio donna, quando avremo finito, capirai cosa vuol dire avere scopato con un negro.
> Rimango allibita a quelle parole, cerco d’allargarmi al massimo, ma per quanto faccio, mi sembra di essere sempre troppo stretta per il suo cazzo, Mahid, mi mette le mani sul sedere e stringendo le natiche, comincia a farmi alzare per poi farmi impalare sul suo sesso teso, sembra non sia mai venuto;
> – Muovi il culo e fammi godere ancora!
> Mi dice quelle parole decise e io, cerco d’accontentarlo, ma mi brucia troppo;
> – Non ce la faccio, fammi riposare un poco, mi fa male’
> Mahib mi guarda, capisco dalla sua espressione che sta decidendo, poi, lo sento uscire e improvvisamente mi sento vuota, mi fa appoggiare le gambe tremanti e mi dice;
> – Allora mettiti in ginocchio e prendimelo in bocca!
> Guardo il suo cazzo nero, con la punta rossa, quasi violacea, sono esterrefatta, mi sembra impossibile che sono riuscita a prenderlo tutto dentro di me, piano, scendo, prendo in mano la cappella e mi avvicino a sentirne l’odore; sa di sesso, sesso di femmina’il mio odore.
> Provo a girare con la lingua e a allargare al massimo le labbra, una parte entra e scopa la mia bocca, io cerco di seguirlo, provo in tutti i modi a farlo entrare, non sono inesperta e so come fare venire un uomo, ma Mahib, &egrave uno stallone con un sesso da stallone, sono in grossa difficoltà, lui capisce, mi fa alzare deciso, mi spinge sul tappeto facendomi piegare a carponi, si mette dietro di me e prendendomi i seni, si spinge deciso di nuovo dentro la mia vagina infiammata, mi esce un urlo, poi un gemito, infine seguo il suo ritmo.
> Mi guardo nello specchio della sala, mentre vengo scopata a pecorina, penso alla gentilezza del mio ragazzo e a quello che mi sta facendo Mahid, vorrei ribellarmi, ma il mio corpo risponde diversamente;
> – Muovi il culo donna!
> E io eseguo.
> Dopo diversi minuti, sono allo stremo, quella violenza-piacere, mi ha sfinita, sento salire un altro orgasmo, mi preparo a spingere indietro il bacino nel momento della massima spinta;
> – Prendi il tuo piacere, ti prego, non ne posso più’
> Con quelle parole urlate, mi spingo contro di lui e godo indecentemente, poi, cado in un torpore, un oblio del tempo, vedo la mia immagine piegata e scopata attraverso lo specchio.
> Sento gli ultimi colpi dentro la mia ormai non più stretta vagina e infine, lo sento accasciarsi su di me.
> Torno alla realtà, percepisco il suo fiato pesante, la sua mano accarezza le mie natiche, scivola sul mio orifizio, ci gioca, lo accarezza;
> – hai veramente un bel culo, a noi neri piace molto questa parte delle donne.
> Lo ascolto, sto riprendendo il controllo della mia testa, guardo il suo membro semi rigido, fa ancora impressione, provo a immaginare quello che potrebbe fare dietro di me;
> – Io credo che la donna bianca sia molto soddisfatta dell’uomo nero, per ora basta così, accontentai’ come prima volta, credo che possa bastare.
> Mi alzo sfinita, faccio fatica a stringere le cosce, sento il suo sperma che scivola copioso;
> – Stasera non lavarti, devi sentire l’odore della mia pelle sul tuo corpo!
> Questa sua ultima richiesta, mi fa quasi felice, mi vesto piano e esco.
> Salgo piano le scale, sono distrutta, sento male da tutte le parti, la vagina, &egrave un fuoco ardente, mi sembra di essere andata contro un treno, non vedo l’ora di buttarmi sul letto; arrivo alla porta e trovo il mio fidanzato, mi guarda e mi dice;
> Ciao amore, ho fatto tana sul lavoro, che ne dici di farci una bella scopata?
>
>
per opinioni
fantasypervoi@libero.it Quella sera ho dovuto accontentare anche il mio ragazzo, non ne avevo voglia e onestamente, dopo il cazzo di Mahid, l’ho sentito anche poco: ho dovuto fingere per accelerare i tempi e soprattutto, per non addormentarmi mentre mi prendeva.
Pensavo a Mahid, mentre mi scopava e questo, mi faceva innervosire, mi rendevo conto che quel ragazzo di colore, mi era entrato nel sangue come un veleno e, che la cura, era tra le sue gambe: mi aveva completamente sfinita e aperta come mai nessuno, il suo sesso era esagerato, eppure, non facevo altro che pensare a quello.
Le sue parole e il suo modo di fare, mi avevano fatto capire quanto valesse poco la donna dalle loro parti, ma a me quel suo modo irriverente, mi aveva completamente mandato fuori di testa.
Finsi un orgasmo per liberarmi del mio ragazzo sperando se ne andasse, invece lui mi sorprese;
– Francesca, visto che i tuoi stanno fuori qualche giorno e io sono libero, sto qui qualche giorno, sei D’accordo?
Mi era appena venuto dentro e sembrava un gattino da proteggere, non ebbi il coraggio di dire niente e con la testa feci cenno di si.
Il giorno dopo, alzandomi dal letto, trovai un suo biglietto;
‘Sei sempre splendida, grazie delle chiavi, ci vediamo più tardi.’
Sapevo i suoi orari di lavoro, quindi, chiamai in ufficio e mi presi un paio di giorni liberi, poi, mi misi una gonna e una camicetta e uscii, sperando di incontrare Mahid.
La mia delusione fu totale nel non trovarlo, passai decine di volte davanti alla sua porta sperando uscisse o mi sentisse, ma niente da fare, così, mi rassegnai a restare sola fino alla sera.
Presi le scale e salii per tornare nel mio appartamento, quando sentii aprire il portone del palazzo e riconobbi la sua risata.
Il cuore accellerò subito mettendomi in agitazione e io tornai subito indietro facendo finta di passare per caso, lo vidi arrivare con i suoi amici, i quali, mi spogliarono con gli occhi; lui ebbe un lampo di ferocia ne gli occhi;
– Vai a casa donna!
Divenni tutta rossa a quelle parole, ero imbambolata, mi sentivo una bambina mortificata e abbassando gli occhi, mi avviai alle scale cominciando a a salirle, arrivata alla porta, mi sentii prendere i seni da dietro;
– Apri questo cazzo di porta che ti devo spiegare alcune cose!
Sentivo il suo fiato sul collo, il suo sesso spingeva contro la mia gonna, accarezzando le mie natiche.
– Ti prego Mahib, non qui’non adesso’
Ma le mie parole, erano leggeri lamenti, come una gatta in calore, aprii la porta eccitata;
Appena rinchiusa, Mahib mi prese per il collo;
– Tu sei la mia donna da ieri, non ti permettere più di vestirti come una troia senza il mio permesso, soprattutto davanti ai miei amici!!
Si guardò attorno, vide la scrivania vecchia nell’angolo della sala e mi portò al suo fianco, mi lasciò il collo e mi baciò con una passione disperata, sentivo il suo odore di maschio entrarmi nella testa.
Con una mano buttò per terra tutto quello che era sopra la scrivania e alzandomi come un fuscello, mi appoggiò sopra.
Guardavo i suoi muscoli, il suo sudore e in un attimo mi ritrovai completamente bagnaata, lui, spinse il palmo sopra la gonna, poi scivolò sotto e stringendomi la vulva, disse;
– Evidentemente ieri non ti &egrave bastato, sono stato troppo dolce con te!!
– Ti prego Mahid’non mi trattare male’ero terrorizzata e eccitata nello stesso tempoper quella frase.
Ormai la situazione era degenerata, con un gesto deciso, Mahid mi strappò le mutandine e portandomi al bordo della scrivania si abbassò i calzoni mostrando il suo sesso duro e teso;
– Allarga le gambe!
Quelle parole, invece di terrorizzarmi, ebbero l’effetto di eccitarmi a dismisura, lo guardavo inebriata, mentre appoggiava il suo sesso, poi, entrò deciso facendomi urlare, mi sembrò, come la sera prima, di essere squartata; per quanto fossi bagnata, le mie pareti erano ancora strette;
– Piano, ti prego, fai piano’
Cercai di stringermi al suo collo con le braccia per evitare di farmi male contro la parete
Avevo le lacrime a gli occhi per il dolore e nello stesso tempo lo stringevo a me: lui mi guardava, scrutava ogni mio movimento e mi scopava come se fossi l’ultima delle troie, quel pensiero mi fece esplodere in un orgasmo pazzesco.
Guardavo lo specchio dietro di lui, vedevo le sue natiche sode, impazzivo nel seguire i suoi movimenti, ogni volta che lo vedevo stringere i glutei sapevo che stava per entrarmi fino in fondo alla vagina e questo, mi ubriacava di piacere, guardavo le sue mani sulle mie cosce, me le allargava al massimo, immaginavo cosa sentisse e vedesse.
Una ragazza bianca in suo potere! Doveva essere una sensazione altamente eccitante.
Dolore e piacere si univano dentro il mio corpo, ero completamente sudata e sentivo la mia voce flebile;
– Basta’ti prego’mi stai spaccando’abbi pietà’
Ma Mahib aveva capito che i miei No, erano di facciata, per salvare il mio onore,.
Mi scopò per quindici minuti sulla scrivania, non sentivo più le cosce e la mia vagina, era tutto un bruciore, alla fine, senza venire, uscì da me;
– Vai sul divano donna!
Ero annichilita e offesa che non fosse venuto, obbedii e tremando per la fiacca dovuta alla scopata, mi avviai sul divano, mi misi a sedere e aspettai gli eventi, lui si mise davanti a me con le mani sui fianchi, il suo cazzo svettava come un Dio del sesso;
– Sai cosa fare!
Non disse altro, non ce ne era bisogno, mi avvicinai a lui e lo guardai come se mi avesse fatto il più bel regalo del mondo, comincia a giocare con la cappella e cercai per quello che era possibile, di farlo entrare tra le mie labbra, gli presi le palle e le accarezzai come avessi tra le mani il gioiello più prezioso e, piano, cercai di portarlo al godimento.
Dopo cinque minuti, ero stravolta, avevo fatto di tutto per farlo venire, ma lui imperterrito, mi guardava soddisfatto, ma non veniva; cominciò a piegarsi e a spingere il bacino contro le mie labbra, mi sentivo soffocare, ma non volevo cedere, volevo averlo nella mia bocca, sentire il suo sperma, le sue mani scesero sul mio sedere e cominciarono ad accarezzarlo, si insinuò tra le mie natiche e come se tutto fosse normale, con un dito mi forzò la stretta parete.
Mi irrigidii subito sentendo le sue parole;
– Adesso girati! &egrave ora che ti comporti come le donne nere, voglio godere nel tuo culo!
– No! Questo no! Non l’ho mai fatto e tu sei troppo grosso per me.
Uno schiaffo improvviso, inaspettato, un piacere incredibile tra le cosce a quel contatto, stavo reagendo come mai mi sarei aspettata;
– Non voglio’non mi piace.
– Girati donna.
Fece per alzare la mano e schiaffeggiarmi ancora, avevo ancora la gonna addosso e anche il piccolo perizoma fradicio, era a lato, piano, mi girai e mi mise con la pancia sopra il divano, stando con le gambe appoggiate al tappeto.
In quel momento, guardando lo specchio, rimasi allibita, vidi il mio ragazzo nella camera a fianco che si stava masturbando guardando noi due; quello stronzo si stava gustando, la scena come in un film porno e, invece di intervenire, lasciava fare ‘

continua

Vedere il mio ragazzo nascosto, mi aveva imbestialito, la paura di essere sverginata da quel focoso amante, era diventata quasi una vendetta verso quel bastardo che di nascosto si masturbava.
Pensavo a quante volte mi aveva chiesto il culo e , a quante volte gli avevo detto di no.
La mia vendetta sarebbe stata perfetta, avrei dato a Mahid, quello che lui agognava da sempre, il problema reale, in quel momento, era che avevo visto le fattezze di Mahid, il suo sesso mi avrebbe spaccata in due se non riuscivo a calmarlo, era ovvio che lui stava pensando di sodomizzarmi senza neanche usare qualche lubrificante che mi aiutasse a riceverlo.
Guardai un ultima volta quel bastardo del mio ragazzo nascosto in camera, e decisi;
Cominciai ad alzare il sedere verso la sua verga dura e dondolai i fianchi, poi, assumendo una voce calda e sensuale;
– Ti prego Mahid, voglio farlo anche io, adesso ti desidero anche dietro, ma vai in cucina e prendi l’oilo, almeno sarà meno doloroso’
Vidi Mahid che pensava al da farsi, poi, con una mano, scivolò tra le mie cosce bagnate, entrò e cominciò a penetrarmi deciso;
– Il lubrificante ce l’hai in mezzo alle gambe!
E così dicendo, senza tanti riguardi, sentii le sue dita uscire dalla mia vagina umida e spingere contro il mio orifizio stretto;
– Ahi’
Solo una piccola esclamazione a difendere il mio onore, il dito stava insinuandosi deciso, anticipando quello che sarebbe successo.
Cercai di rilassarmi, ma per quanto facessi, mi tornava in mente quel suo cazzo esagerato, quando sentii togliere le dita, capii che era ora;
– Mahib, ti prego, fai piano, ho paura’
– Rilassati donna, &egrave una cosa normale, devi solo abituarti!
Così dicendo, appoggiò il glande al mio stretto foro e cominciò a spingere deciso.
Alla prima spinta, sentendo la cappella farsi strada, urlai e cercai di scappare via da quella posizione, ma Mahib, aveva anticipato la mia mossa, si era messo con le gambe contro le mie e le mani, spingevano sulla schiena bloccandomi al divano, per quanto cercasso di spingerlo via con le gambe, l’unico effetto che ottenni, fu quello che spinse ancora più deciso.
Ebbi la sensazione di essere squartata, cominciai a piangere e a urlare;
– Sei un bastardo! Ti odio.
Stranamente, le mie parole erano rivolte al mio fidanzato, che guardavo dimenarsi l’uccello come un forsennato.
Mahib, una volta entrato, aveva spostato le mani sui fianchi e m’incitava;
– Muovi il culo donna, fammi sentire quanto ti piace!!
– Ma a me non piace! Mi stai facendo male un casino!
Per tutta risposta, Mahib, mi diede uno schiaffo deciso sulle natiche;
– Muovi il culo e fammi godere!
Ormai ero rassegnata e demoralizzata, sentivo le palle di Mahib sbattere contro i glutei, avevo capito che era tutto dentro, ma quando lo faceva scivolare quasi fino alla fine e poi spingeva di nuovo, mi sembrava di essere di nuovo sverginata.
Mahib, continuò a entrare e uscire per quindici minuti: io non smisi mai di urlare e piangere, alla fine soddisfatto, mi riempì del suo seme, dandomi un ultima stoccata micidiale, che mi fece quasi svenire per il dolore.
Avevo coronato il mio desiderio segreto, provare un uomo nero, ma nella mia immagine, il sesso era consenziente e appagante, mentre adesso, in quel momento, mi sentivo umiliata e violentata.
Mahid, mi cadde addosso, respirava a fatica, il bruciore provato, era mortificante, cercavo di espellere quel suo sesso semirigido e sentivo che il dolore rimaneva fortissimo;
– Ti prego Mahid, esci fuori, non ne posso più’
Mahid, mi prese le tette e le strinse forte, facendomi gemere ancora;
– Dovrai abituarti donna, perché a me piace anche farlo così!
Finalmente mi lasciò libera di muovermi, mi alzai a fatica, mi sentivo sporca e lacera, pensai che non sarei più riuscita ad andare in bagno normalmente, mi odiai per le mie voglie e odiai ancora di più quel bastardo del mio ragazzo, che aveva goduto di quella situazione senza mai intervenire, cercai di camminare verso il bagno per rinfrescarmi, ma dovetti mettermi a sedere.
Piansi, mentre Mahib si rivestiva, mi sentivo una deficiente;
– Donna, non piangere, hai fatto contento il tuo uomo, dovresti essere orgogliosa!
Capii in quel momento, che nella sua cultura, quello che mi aveva fatto, era per lui, una dimostrazione d’amore.
Lo vidi uscire, come prima avevo visto uscire il mio ragazzo di nascosto.
Rimasi inerte per minuti, ad aspettare che il dolore svanisse, poi, andai in bagno a rinfrescare i miei peccati.
Esausta mi buttai sul letto, ripensando a tutto quello accaduto, ero nauseata e schifata di me stessa.
Un ora dopo sentii suonare al campanello, era il mio ragazzo: lo feci entrare e gli dissi che era tutto finito, che non volevo più rivederlo; lui mi disse di perdonarlo, ma io in quel momento non potevo perdonare.
Lo cacciai via e andai a dormire.
Alla mattina dopo, alle nove, suonarono alla porta: un mazzo di fiori stupendi, aprii la lettera;
– E’ un onore averti avuta in quel modo, saprò ripagarti in mille modi per il tuo atto d’amore, stasera Passo a prenderti per andare a cena. Mahid.
Annusai quei fiori, pensai al profumo acre della pelle di Mahib, sorrisi felice e immaginai a cosa mettermi addosso per farlo eccitare’
per opinioni
fantasypervoi@libero.it Vedere il mio ragazzo nascosto, mi aveva imbestialito, la paura di essere sverginata da quel focoso amante, era diventata quasi una vendetta verso quel bastardo che di nascosto si masturbava.
Pensavo a quante volte mi aveva chiesto il culo e , a quante volte gli avevo detto di no.
La mia vendetta sarebbe stata perfetta, avrei dato a Mahid, quello che lui agognava da sempre, il problema reale, in quel momento, era che avevo visto le fattezze di Mahid, il suo sesso mi avrebbe spaccata in due se non riuscivo a calmarlo, era ovvio che lui stava pensando di sodomizzarmi senza neanche usare qualche lubrificante che mi aiutasse a riceverlo.
Guardai un ultima volta quel bastardo del mio ragazzo nascosto in camera, e decisi;
Cominciai ad alzare il sedere verso la sua verga dura e dondolai i fianchi, poi, assumendo una voce calda e sensuale;
– Ti prego Mahid, voglio farlo anche io, adesso ti desidero anche dietro, ma vai in cucina e prendi l’oilo, almeno sarà meno doloroso’
Vidi Mahid che pensava al da farsi, poi, con una mano, scivolò tra le mie cosce bagnate, entrò e cominciò a penetrarmi deciso;
– Il lubrificante ce l’hai in mezzo alle gambe!
E così dicendo, senza tanti riguardi, sentii le sue dita uscire dalla mia vagina umida e spingere contro il mio orifizio stretto;
– Ahi’
Solo una piccola esclamazione a difendere il mio onore, il dito stava insinuandosi deciso, anticipando quello che sarebbe successo.
Cercai di rilassarmi, ma per quanto facessi, mi tornava in mente quel suo cazzo esagerato, quando sentii togliere le dita, capii che era ora;
– Mahib, ti prego, fai piano, ho paura’
– Rilassati donna, &egrave una cosa normale, devi solo abituarti!
Così dicendo, appoggiò il glande al mio stretto foro e cominciò a spingere deciso.
Alla prima spinta, sentendo la cappella farsi strada, urlai e cercai di scappare via da quella posizione, ma Mahib, aveva anticipato la mia mossa, si era messo con le gambe contro le mie e le mani, spingevano sulla schiena bloccandomi al divano, per quanto cercasso di spingerlo via con le gambe, l’unico effetto che ottenni, fu quello che spinse ancora più deciso.
Ebbi la sensazione di essere squartata, cominciai a piangere e a urlare;
– Sei un bastardo! Ti odio.
Stranamente, le mie parole erano rivolte al mio fidanzato, che guardavo dimenarsi l’uccello come un forsennato.
Mahib, una volta entrato, aveva spostato le mani sui fianchi e m’incitava;
– Muovi il culo donna, fammi sentire quanto ti piace!!
– Ma a me non piace! Mi stai facendo male un casino!
Per tutta risposta, Mahib, mi diede uno schiaffo deciso sulle natiche;
– Muovi il culo e fammi godere!
Ormai ero rassegnata e demoralizzata, sentivo le palle di Mahib sbattere contro i glutei, avevo capito che era tutto dentro, ma quando lo faceva scivolare quasi fino alla fine e poi spingeva di nuovo, mi sembrava di essere di nuovo sverginata.
Mahib, continuò a entrare e uscire per quindici minuti: io non smisi mai di urlare e piangere, alla fine soddisfatto, mi riempì del suo seme, dandomi un ultima stoccata micidiale, che mi fece quasi svenire per il dolore.
Avevo coronato il mio desiderio segreto, provare un uomo nero, ma nella mia immagine, il sesso era consenziente e appagante, mentre adesso, in quel momento, mi sentivo umiliata e violentata.
Mahid, mi cadde addosso, respirava a fatica, il bruciore provato, era mortificante, cercavo di espellere quel suo sesso semirigido e sentivo che il dolore rimaneva fortissimo;
– Ti prego Mahid, esci fuori, non ne posso più’
Mahid, mi prese le tette e le strinse forte, facendomi gemere ancora;
– Dovrai abituarti donna, perché a me piace anche farlo così!
Finalmente mi lasciò libera di muovermi, mi alzai a fatica, mi sentivo sporca e lacera, pensai che non sarei più riuscita ad andare in bagno normalmente, mi odiai per le mie voglie e odiai ancora di più quel bastardo del mio ragazzo, che aveva goduto di quella situazione senza mai intervenire, cercai di camminare verso il bagno per rinfrescarmi, ma dovetti mettermi a sedere.
Piansi, mentre Mahib si rivestiva, mi sentivo una deficiente;
– Donna, non piangere, hai fatto contento il tuo uomo, dovresti essere orgogliosa!
Capii in quel momento, che nella sua cultura, quello che mi aveva fatto, era per lui, una dimostrazione d’amore.
Lo vidi uscire, come prima avevo visto uscire il mio ragazzo di nascosto.
Rimasi inerte per minuti, ad aspettare che il dolore svanisse, poi, andai in bagno a rinfrescare i miei peccati.
Esausta mi buttai sul letto, ripensando a tutto quello accaduto, ero nauseata e schifata di me stessa.
Un ora dopo sentii suonare al campanello, era il mio ragazzo: lo feci entrare e gli dissi che era tutto finito, che non volevo più rivederlo; lui mi disse di perdonarlo, ma io in quel momento non potevo perdonare.
Lo cacciai via e andai a dormire.
Alla mattina dopo, alle nove, suonarono alla porta: un mazzo di fiori stupendi, aprii la lettera;
– E’ un onore averti avuta in quel modo, saprò ripagarti in mille modi per il tuo atto d’amore, stasera Passo a prenderti per andare a cena. Mahid.
Annusai quei fiori, pensai al profumo acre della pelle di Mahib, sorrisi felice e immaginai a cosa mettermi addosso per farlo eccitare’

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