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Racconti Erotici Etero

L’amante scomodo

By 22 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

L’AMANTE SCOMODO

La invidiavano tutte in ufficio perché Flavia oltre ad essere la più giovane, aveva conseguito un Master prestigioso ed era anche una gran bella ragazza. Occhi scuri e penetranti, labbra piene, una lunga massa di capelli neri e ricci che le ricadevano sulle spalle e il nasino all’insù, alla francese.
– Con quel nasino lì sembra che le faccia schifo tutto ‘ disse Nola, alla sua vicina di scrivania.
Quella allungò il collo verso di lei per un pettegolezzo: – Però dicono che non le faccia schifo il cazzo dell’Amministratore delegato.
– Il Giunti? Ma dai, potrebbe essere suo padre’
L’altra alzò le spalle. ‘ Guarda che se ne &egrave scopate parecchie in passato. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Carlo Giunti aveva sessant’anni, una vita trascorsa alla guida di svariate società e poi un posto importante in una multinazionale che gli avrebbe garantito una pensione d’oro.
Flavia era una delle migliori: puntuale, precisa, dinamica, pignola quanto basta per offrire sempre il meglio. Quello che le altre non sapevano, &egrave che a letto era decisamente scatenata. Le piaceva il sesso e amava scopare selvaggiamente con uomini che sapevano dominarla e piegarla ai loro voleri come se fosse un giunco. Per questo li sceglieva sempre giovani e palestrati, se li portava nella soffitta che aveva preso in affitto nel centro di Milano e se li godeva centimetro per centimetro durante lunghe, lughissime kermesse a base di sesso e frutti di mare.
Con il Giunti era diverso, lui poteva aprirle le porte della dirigenza se avesse voluto, ma doveva andarci cauta. Dopo un lungo periodo di piccole e mal celate provocazioni, riuscì ad agganciarlo e andò a casa sua, una villa sontuosa fuori città circondata da un parco di oleandri e alberi da frutta.
– Un Paradiso sulla terra ‘ gli aveva detto mentre erano ancora in macchina e gli aveva preso la mano accarezzandola sul dorso. Il Giunti era attratto da lei ma conosceva i propri limiti e prima di diventare il suo amante, Flavia dovette attendere i suoi tempi.
Ci voleva molto impegno per eccitarlo e a nulla sarebbero serviti film o riviste pornografiche che potevano andare bene per un adolescente. Giunti era raffinato, elegante, gli piaceva prenderla alla lontana e Flavia si sfiniva in sedute a base di carezze, massaggi, baci intimi prolungati all’infinito.
Quando Giunti finalmente arrivava a un’erezione, non aveva molto tempo a disposizione e la inforcava subito. Capitava che Flavia fosse in una posizione scomoda o che si trovasse in una posa innaturale che doveva mantenere durante l’amplesso per non rovinare quei pochi attimi di passione.
Giunti veniva presto e poi si rilassava compiaciuto e le accarezzava i capelli perché era stata brava a non interromperlo. Flavia dovette imparare l’amore alle sue condizioni e scoprì che le piaceva perché, anche se non era virile e prestante come i suoi amanti precedenti, sapeva come prenderla e poi gli piaceva guardarla mentre si procurava il piacere da sola, sotto i suoi occhi vigili e innamorati.

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