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L’app del sesso – 3

By 10 Marzo 2024One Comment

L’appuntamento era per le 10:00 e Valeria, subito dopo essere uscita dalla doccia, andò in camera per vestirsi di tutto punto. Le istruzioni erano chiare, doveva indossare dei tacchi alti e qualcosa con cui sarebbe stato semplice fare del sesso al volo, come una gonna o dei leggings. Optó per la gonna, indossò un bel paio di scarpe rosse ed entrò in cucina per salutare suo marito prima di avviarsi verso la porta 

[M]: “Dove vai? Non è il tuo giorno libero?”
[V]: “Si ma… devo andare al liceo di Martina”
[M]: “Di nuovo?! Che ha combinato stavolta?”
[V]: “Non lo so tesoro, non me l’hanno detto… vedo cos’è successo e torno”
[M]: “Va bene amore, a dopo allora!”
[V]: “A dopo amore!”

Salì in auto e guidó fino al liceo, i cancelli erano aperti e spiegò in segreteria che era lì perché chiamata da un docente, così la fecero passare sino a raggiungere il cortile e lì attese.
Pensò che magari quella situazione si potesse ancora evitare, che magari l’insegnante sarebbe stato comunque ragionevole e avrebbe capito di certo la situazione, sarebbero giunti da una soluzione come due persone adulte.
Dopo circa 10 minuti di attesa vide arrivare un uomo sulla 60ina, era molto magro, calvo ma con una lunga barba, portava con sé una cartella e aveva l’aria di non essere molto agile.
Il docente si avvicinó e iniziò a rompere il ghiaccio

[D]: “Lei dev’essere Valeria, giusto? Mi complimento per la puntualità”
[V]: “Si piacere… ehm grazie”
[D]: “Mi deve scusare ma lei dovrebbe sapere meglio di me quanto possono essere indisciplinati questi ragazzi, lei è la mamma di Martina, giusto?”

Valeria arrossì improvvisamente dall’imbarazzo, da quando era arrivata lì sperava che nessuno la riconoscesse ma a quanto pare proprio l’uomo con cui avrebbe dovuto fare sesso sapeva benissimo chi era.

[V]: “S-si ma…”
[D]: “Lo sapevo! Siete due gocce d’acqua, non sarà mica indisciplinata anche lei come sua figlia?” chiese con un mezzo sorriso
[V]: “Oh no.. no guardi..”
[D]: “Ottimo, non aggiunga altro allora, è pronta per iniziare?”
[V]: “A dire il vero io.. speravo si potesse evitare…”

Il docente sembrò sorpreso
[D]: “Evitare? E perché?”
[V]: “Vede è stato un errore.. io non intendevo..”
[D]: “Ha accettato la proposta, no?”
[V]: “No! Cioè si ma..”
[D]: “Poche chiacchiere allora, si volti”
[V]: “Qui??”
[D]: “Certo qui”
[V]: “Ma non si potrebbe andare in un posto più appartato.. come un motel o una classe vuota?”

Il docente sembrava stesse per spazientirsi ma poi spiegò con calma i motivi per cui doveva essere proprio quello il posto

[D]: “Dev’essere qui e a quest’ora, perché a quest’ora c’è una coincidenza fondamentale, e lei ha accettato sapendo che è la scuola di sua figlia quindi non faccia la finta santarellina ora…”

Proprio in quel momento Valeria si sentì chiamare:

[M]: “Mamma? Che ci fai qui?”

Una classe di alunni in tutta da palestra stava attraversando il cortile proprio in quel momento 

[V]: “Martina… uh io… il tuo professore voleva vedermi…”

la situazione era diventata improvvisamente molto complicata e Valeria iniziava a pensare che scappare potesse essere l’unica soluzione ideale e se non fosse per quella multa salatissima da pagare in caso d’inadempienza avrebbe potuto prenderla seriamente in considerazione

[M]: “Non ci credo! L’ha chiamata per quella cazzata successa in classe??” chiese furiosa al suo docente
[D]: “Signorinella, non è affatto una “cazzata” come dice lei, anzi è molto grave ”
[V]: “Cos’hai fatto?”
[M]: “Continuava a prendersela con me e gli ho detto di andare a farsi fottere! Così impara a prendermi di mira, si vede che è un’insoddisfatto uno che scopa poco”
[V]: “Martina!”
la madre cercò di riprenderla ma fu interrotta dal prof
[D]: “Lasci pure, ormai è tardi per insegnarle l’educazione ma forse può ancora mostrarle a cosa andrà in contro se continua così…”

Posó la cartella e avvicinandosi a Valeria la rigiró bruscamente e iniziò a palparle il culo e le tette a piene mani sollevandole la gonna, un vociare si alzò improvvisamente da parte degli alunni

[M]: “Ma che fa?? Si fermi subito!”
[D]: “Cosa vuoi? Faccio quello per cui ho pagato, vedi?” e prontamente mostrò il cellulare agli occhi increduli della figlia
[M]: “Mamma?! Sei iscritta a quell’app??”
[V]: “Aspetta tesoro posso spiegare!”
[D]: “Certo che lo è, d’altronde che madre poteva avere una ragazzina ineducata e ignorante come te? E se continui su questa strada ti ritroverai esattamente come tua madre!”

Martina continuò a leggere ed era sempre più inorridita:

[M]: “Solo 50 crediti?? Mamma!”

Valeria non aveva nemmeno controllato il credito pattuito e stando alle reazioni di sua figlia e dei suoi compagni, 50 crediti dovevano essere davvero pochi

[D]: “Effettivamente sono stupito anch’io, pensavo di averne proposti 5000 ma poi ho visto che ha accettato anche così… a riprova che è davvero una poco di buono!”

Riprese a palparla a piene mani, la sua estrema somiglianza a Martina rendeva il tutto per lui più erotico, era come avere a totale disposizione una versione tutta curve, adulta e puttana della sua alunna.
I compagni di classe s’interessarono subito e ripresero la scena da più punti già con il titolo in mente da caricare online: “Valeria la MILF scopata in pubblico per pochi spiccioli”, qualcuno urlava tra il serio e il giocoso “Signora io gliene do 15 di euro se vuole!”

Il professore la baciò sul collo mentre con una mano le apriva la camicetta e, afferrando le sue grosse tette come fossero delle mozzarelle da esporre, le liberò dal reggiseno portandole alla luce del sole e alla vista eccitata e sgomenta degli alunni.
Super eccitato si libero degli slip e puntó il cazzo verso la sua figa, spingendo senza remore, e li si accorse che… era bagnata come un lago!
Valeria non era mai stata tanto eccitata in vita sua, i palpeggiamenti, gli insulti, il pubblico di ragazzi e ragazze che la guardavano, la denigrazione, tutto ciò non avrebbe mai pensato di farla scaldare così.

Avanti agli occhi di tutti il prof iniziò a scoparla cercando di trovare il ritmo giusto, Valeria si sentì da subito come guidata naturalmente dal proprio corpo ad assumere una certa posizione e si piegò allargando leggermente le gambe e appoggiandosi al muretto, ad ogni colpo del docente le tette ballavano avanti e indietro incontrollate. Molti degli studenti non riuscirono a trattenersi dal toccarsi per gestire al meglio le erezioni, alcuni infilando persino una mano nei pantaloni si masturbavano guardando la mamma della propria compagna di classe mentre veniva scopata come una zoccola di strada.

[M]: “M-ma.. ma l-lei non p-può..!” balbettò Martina impotente mentre osservava tutta la scena

[D]: “Lo vedi come sei… mh!… dura di comprendonio… mhh..!” il prof continuava a scoparla durissimo mentre Valeria cercava di trattenersi dal gemere per conservare almeno un pochino di dignità, o almeno ci provò finché senza alcun preavviso arrivò una sculacciata che le fece aprir bocca:

[V]: “ahhh…! mmmmhhhh…!!!” la figa le si contrasse donando al docente un massaggio di puro godimento al glande

[D]: “Ecco vede cosa doveva dare a sua figlia per raddrizzarla?! Queste!!!” e prese a sculacciarla con sempre più enfasi trasportato dalla sinfonia di gemiti che si facevano via via più frequenti.

SLAP! ..SLAP! …SLAP!!!

Ogni volta che Valeria cercava di riprendere un po’ di lucidità una sculacciata la riportava all’ordine della scopata non riuscendo a fare altro se non godere dimenticando tutto il resto, Martina era rimasta immobile del tutto impreparata a reagire ad una situazione simile, a volte si voltava per cercare l’aiuto di uno dei suoi compagni di classe ma quel che vedeva era anche peggio, una marea di smartphone che filmavano, ragazzi che si toccavano e ragazze che spettegolavano.

[V]: “ohhh…!! Siiiiiii!!!” non riuscì a trattenersi oltre e si sentì pervadere da un forte orgasmo, non avvertiva un’emozione così forte da troppo tempo e neanche il professore sembrava preparato a quella reazione, continuando a spingere sentiva la figa di Valeria contrarsi dal piacere mentre lei sembrava essere su un altro pianeta.
I gemiti di piacere di lei si diffondevano in tutto il cortile, ad alcuni studenti bastò sentirla urlare così dal piacere per sborrare mentre ancora se lo menavano.

Il professore era giunto al limite e lo tirò fuori giusto in tempo poco prima di venire come una fontana su quel suo bel lato B rotondo ma alcuni schizzi finirono inevitabilmente col macchiarle anche i vestiti.

Entrambi ripresero fiato e, ora con un po’ di imbarazzo, il docente si guardò intorno e si ricompose rimettendo il pisello nei pantaloni. Valeria cercò di darsi una sistemata con un po’ di fatica, non provava vergogna o imbarazzo era ancora cullata dall’orgasmo avuto poco prima e tutto quello cui riusciva a pensare era “quanto ne vorrei ancora…”, pensò anche che se uno dei compagni di sua figlia si fosse fatto avanti in quel momento lei si sarebbe concessa senza battere ciglio, ma cercò di scacciare via quei pensieri con tutta la forza.

[D]: “bene… ha visto tutto signorinella? Vede cosa succede quando si perde la bussola?” disse rivolgendosi a Martina ma con un po’ di imbarazzo e forse rimorso per quella lezione estrema, subito dopo s’incamminò verso l’uscita a passo svelto.

Martina dopo lo sgomento iniziale sentì che la rabbia iniziava a far posto alla ragione, si voltò verso sua madre ma era sommersa da un gruppo di studenti che le chiedevano se potesse accettare la loro proposta o comunque chattare con loro sull’app.

Non appena sua madre riuscì a liberarsi da quella folla saltò il resto delle ore per andare a casa. Il viaggio in auto fu molto imbarazzante non fu detta una singola parola da entrambe e, una volta a casa, suo padre non fu molto sorpreso da quell’atteggiamento dato che quel tipo di situazioni dove lei combinava qualcosa a scuola e poi entrambe tornavano a casa di malumore dopo una ramanzina capitavano fin troppo spesso:

[P]: “Allora? Almeno stavolta hai imparato qualcosa dal discorsetto che sicuramente ti avrà fatto la mamma?”

[M]: “…ah si… ho imparato molto dalla mamma” e subito andò in camera sua.

Lì pensò “gliela faccio vedere io a quel porco… Mamma non sa neanche come si accende il cellulare, io so fare molto di meglio! Mi ci registro anch’io e farò una montagna di soldi alla faccia di tutti…”

Fine parte terza.

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