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Racconti Erotici Etero

L’arrivo di Cristina a Milano….

By 15 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

“DISTANZA SENSUALE”

Venerdì sera.
Prima parte.

Squilla il telefono….
E’ lei.
“Pronto?….sei arrivata?…oh bene…come &egrave andato il viaggio?….Hai bisogno che venga a prenderti in stazione o ci vediamo direttamente in hotel?Ok …a dopo”

Finalmente era arrivata. A Milano. Sì…proprio lei, Cristina….la mia inaspettata compagna di mail erotiche e sensuali.
Il nostro gioco/rapporto era cominciato quasi per caso…una battuta, un messaggio in chat e poi la rivelazione…entrambi eravamo complici e sedotti dalla medesima passione….raccontarci le nostre fantasie, le nostre più profonde e sensuali sensazioni…cose che a nessun altro avremmo ami confidato, una fortezza inespugnabile che ci rendeva unici ed irrimediabilmente attratti l’uno dall’altra.
Lei abitava molto lontano, una distanza quasi “abissale” seppur in Italia e i collegamenti tra le nostre cittàsarebbero davvero risultati difficilissimi.
Ma, finalmente, grazie ad una oppurtunità lavorativa, lei era riuscita a ricavare un intero weekend a Milano, la mia città, e finalmente ci saremmo incontrati di persona….
E i presupposti facevano davvero ben sperare.
Mi ero permesso di prenotarle una stanza al Principe di Savoia, uno degli alberghi più lussuosi della città, al fine di farla sentire a proprio agio, con una bellissima camera con vista sulla città, una immensa vetrata che dava proprio sulla nuova skyline….con luci e ombre da favola.
Nel pomeriggio, dopo essermi accertato del suo arrivo, avevo deciso di farle una piccola sorpresa.
Il fatto che questa sorpresa fosse anche un po’ sensuale e perversa, mi fece stare in tensione erotica per tutta la giornata, ma ero sicuro che l’avrebbe apprezzata.
Mi recai a comprarle un paio di Christian Laboutin, quelle famose scarpe francesi, con la suola rossa….
Ne andavo davvero pazzo e indosso ad una donna le trovavo davvero splendide. Scelsi un modello con tacco a spillo 10 e decollet&egrave nero, in raso, molto a punta…LA SCARPA DA DONNA per eccellenza.
Subito dopo mi recai a comprarle un completo intimo di pizzo stile burlesque, sempre nero, di seta, con tanto di autoreggenti con pizzo alto ed elaborato….
Le scelsi anche un rossetto molto acceso, coloro rosso fuoco e u paio di occhiali con finte lenti laccati neri, modello da segretaria.
Misi tutto in una bella scatola con fiocco, ma dentro di essa misi due buste. una bianca e una blu.
Nella blu riposi il perizoma. Nella bianca tutto il resto.
Per l’occasione mi premurai di far arrivare, per l’ora dell’aperitivo in camera sua, una bottiglia di champagne ben ghiacciato.
Mi presentai, molto elegante, ma comodo, alla porta della sua camera, alle 19.00 in punto.
“Arrivo!” sentii rispondermi, dopo aver timidamente bussato…
Ed arrivò ad aprirmi:.
Cristina…era davvero stupenda. Per l’occasione si era vestita con un tubino nero aderente, ma morbido che le calzava a pennello…i capelli, biondi e setosi erano raccolti in una meravigliosa coda si cavallo e le sue unghie erano laccate con quella tonalità di rosso che mi faceva impazzire…
Senza contare il suo sorriso solare e i suoi occhi grandi che le facevano avere davvero l’aspetto di una stella…
“DAi entra! cosa fai lì imbambolato!”…e mi diede un bacio sulla guancia.
Io entrai nella stanza e mi richiusi la porta alle spalle.
La stanza era davvero bellissima ed accogliente..il letto, grandissimo sembrava davvero comodo e la vista sulla città era mozzafiato….
“Mi sono permesso di ordinare qualcosa da bere per festeggiare il tuo arrivo a Milano” dissi” e non possiamo andare a cena finch&egrave non non ti ho fatto fare il famoso aperitivo alla milanese… a proposito: questo &egrave per te” e le porsi il pacco regalo…
“Ma dai! che gentile!” disse lei…”cos’&egrave? un regalo”
“in effetti sì”, risposi “ma prima che tu lo apra devo darti una indicazione a riguardo”…
Lei mi guardò con sguardo interrogativo, ma malizioso…” e sarebbe?” mi disse.
“Vedi…ora arriverà dello champagne, ma, nel frattenpo che io preparerò i flute tu dovri andare in bagno e vestirti con quello che c’&egrave nella scatola”…
“Hai già voglia di giocare?” mi disse, sorridendo
“Sempre” le risposi…”Però puoi mettere, per ora, solo quello che c’&egrave nella busta bianca e non quello che c’&egrave nella busta blu, me lo prometti?”
“Non lo so….” mi disse lei “sai che sono un po’ capricciosa…” e mi sorrise in un modo che mi fece irrigidire immediatamente il cazzo….
“Stasera sono io a decidere…” le dissi, fissandola negli occhi….”Domani faremo come vuoi tu”
Le non disse altro, prese la scatola e andò in bgno sorridendomi sensuale…
Nel frattempo, non appena chiusa la porta della toilette, bussarono alla porta e feci entrare il ragazzo con il secchiello dello champagne e due flute di cristallo.
Mancia ed uscita veloce….
Misi su un po’ di musica e cominciai a preparare lo champagne.
Dopo pochi minuti udii la sua voce …”Sono pronta! posso uscire?!”
Ero eccitatissimo.
“Sì…certo, mia cara!”
Ed eccola venire fuori…bellissima…con indosso il corpetto arabescato che le sorreggeva il seno, gli occhiali da segretaria impertinente, le meravigliose calze autoreggenti e le Laboutin che la facevano sembrare una dea…e ovviamente…niente mutandine!
“Ti piaccio?” mi disse portandosi un dito al labbro inferiore….
Io n deglutii e non riuscii a dire nulla se non rimanere estasiato da quella visione di femminilità.
“Sei strepitosa…Cri…sei uno schianto!”
“Non noti nulla di particolare…..A…A…A come Alessandro????”
Osservando meglio, notai che aveva rasato i peli del pube, della sua meravigliosa fighetta, con la mia iniziale!!!
“Fantastico! lo hai fatto davvero!”
Si avvicinò e comiciammo a baciarci…finalmente.
Le nostre calde e vogliose lingue si cercarono e si ricercarono per divarsi minuti, durante i quali la mia elezione era diventata davvero prepotente…
Lei se ne accorse e comiciò a toccarmi dall’esterno dei pantaloni, finch&egrave non decise di passare all’azione.
Si spostò, mettendosi a sedere sul bordo del letto, a gambe spalancate, e si ritrovò giusto all’altezza del mio uccello…gonfio e voglioso,
“Allora, dimmi, come funziona questo -aperitivo alla milanese-?” intanto mi aveva slacciato la cintura e stava abbassandomi la zip dei pantaloni.
“Dunque”, dissi io tenedo fissi gli occhi nei suoi, “intanto &egrave uso che l’ospite donna assaggi le prelibatezze delle casa”
Nel frattempo lei aveva già liberato il mio serpente di carne e aveva cominciato a massaggiarlo, dalla base con una mano, mentre con l’altra mi tastava delicatamente le palle gonfie e bollenti…”Dici, così???” e dopodich&egrave si infilò in bocca la mia cappella cominciano a leccarla con gusto…
“AHHH! Sì…esatto!” dissi io, rocamente, sentendo mille scosse elettriche che partivano dai miei lombi e terminavamo sulla punta della lingua di Cristina….
Me lo leccò con una maestria che mi lasciò basito, guardandomi, negli occhi, da dietro quegli occhiali impertinenti…mente la sua lingua disegnava sentieri di saliva sul mio cazzo e le sue mani sembravano un tutt’uno con le sue labbra bollenti e vogliose…alcuni minuti e…non resistetti più…Le levai il cazzo dalle labbra e prendendo in mano un flute di champagne quasi pieno e ancora fresco gli riversai dentro il frutto del mio piacere, fino all’ultima goccia…
Lei mi guardò con malcelata curiosità , ma aveva già intuito tutto…
Le porsi il bicchiere con lo champagne, misto al mio sperma e le dissi “Cin cin! Ecco il tuo Aperitivo alla milanese”..
Lei sorrise…poi mescolò un po’ il contenuto con un dito e brindò insieme a me…ma
si girò e rigirò il sapore della mia sborra in bocca….evidentemente le piaceva…poi mi fece il segno di avvicinarmi e lo volle condividere con me.

Dopo che finimmo di baciarci…la feci alzare e le dissi…”Ok, ora puoi metterti il vestito. Ti posto a cena”. Lei mi riaccarezzò il cazzo con la mano sinistra, mentre si allontanava verso il bagno e mi rispos “Non vedo l’ora”…sbattendomi l’occhio.

FINE PRIMA PARTE DISTANZA SENSUALE ep.1 parte 2

Mentre Cristina si era ritirata in bagno per vestirsi per uscire a cena, io mi stavo ricomponendo da quel meraviglioso aperitivo….
Che femmina. Che sensualità. Ed il weekend era appena iniziato.
La attesi qualche minuto, gustandomi la vista dalla vetrata, mentre la coltre del tramonto cominciava a comparire.
Certo, non era Portofino o MonteCarlo, ma anche Milano, dall’alto faceva la sua scena.

Cristina uscì dalla toilette, bella come mi aveva aperto la porta quando ero arrivato.
Avevo però notato che si era tenuta indosso le calze e le scarpe che le avevo regalato. Evidentemente il regalo le era piaciuto molto.
La presi per mano, aprendo la porta e tolsi la tessera che faceva da chiave, lasciando la stanza al buio.
Feci il gesto di uscire, ma invece strinsi forte la sua mano tirandola a me a richiudendo subito la porta, cosicch&egrave ci trovammo di nuovo nella stanza ma al buio.
Lei rimase sorpresa di questo mio comportamento inatteso, ed io approfittai del suo empasse per girarla di spalle e premerla contro la porta chiusa, nella stanza in penombra.
“Non ti muovere…” le sussurrai roco all’orecchio, premendola con il mio corpo contro la porta, le appoggiai la patta dei miei pantaloni contro il culo, bello, tondo e sodo, inguainato nel suo vestito….
“Devo controllare una cosa…” le dissi piano all’orecchio, sentendo il suo respiro farsi più eccitato…
Poi le infilai una mano tra le gambe, partendo dal basso e risalendo sempre più su…
“Ti sei rimessa le mutandine….Bambina cattiva….” e così dicendo le accarezzai il culo da sotto il vestito sentendo che portava il perizoma…
Ansimava e ed era interdetta…sapeva dove volevo arrivare…
Così le misi entrambe le mani sotto il vestito, stringendo gli elastici delle mutandine e con un gesto brusco gliele strappai, facendola sussultare…
Potevo percepire il suo stupore e la sua eccitazione…
“MA cosa fai?! Sei matto? E adesso?” mi disse con concitazione
“Adesso starai senza mutandine per tutta la sera….come ti avevo detto” le dissi, sempre premendola contro la porta e sussurandole all’orecchio..”Voglio che tu sia con la tua meravigliosa fighetta al vento…voglio sapere che sei sempre pronta ad ogni mia carezza…voglio poterti accarezzare quando e come mi piace” e così dicendo le passai la mano nell’incavo dei glutei, fino all’inguine, massaggiando le sue grandi labbra, che lentamente si stavano schiudendo dall’eccitazione.
La feci ricomporre, la girai e ci baciammo con trasporto e passione.
Era mia.E durante le ore successive lo sarebbe stata ancora di più.
Uscimmo dalla stanza e Cristina era in imbarazzo, anche se il mio bacio l’aveva sciolta un po’, si vedeva che era evidentemente non troppo a suo agio.
Però cominciava ad abituarsi…Mi guardò e sorrise maliziosa.

Salimmo sull’ascensore, diretti al piano terra, per andare in auto. La cabina però si fermò al terzo piano, dove salirono una coppia di signori, anche loro diretti al piano terra.
Si posizionarono di fronte a noi, salutandoci e poi ci diedero le spalle…io ne approfittai, una volta richiuse le porte, per toccare di nuovo il culo a Cristina, insinuando la mia mano tra le sue chiappe..Lei si girò e mi fulminò con lo sguardo…ma poi i sorrise e mi disse sottovoce “Smettila! sei tremendo!”
Io le sorrisi sornione.
Arrivammo a prendere la macchina, gentilmente recuperata dal valet e ci comiciammo a dirigere verso il ristorante del mio amico Luca.

Durante il tragitto, le accarezzai le cosce, sentendo il pizzo elaborato delle calze, osservando la sua mise eccitantissima e il suo profilo splendido…Che bella donna.
Ad una sosta di un semaforo, le arpii lentamente le gambe e le accarezzai la passera…che meraviglia. Lei mi disse “ma sei insaziabile davvero…” ma spinse lentamente in avanti il bacino, per farsi penetrare lentamente dal mio dito, mentre apriva ancora di più le gambe…io la continuai a toccare…per tutto il viaggio, ogni volta che potevo…
“Mi stai facendo impazzire…ti prego smettila” mi disse roca ed eccitata…La accontentai…sebbene ebbi l’impressione che avrebbe voluto godere.

Avevamo tempo.

Si ricompose, mentre stavamo per parcheggiare davanti al ristorante.
Scesi per aprirle la portiera e farla scendere, dopodich&egrave ci dirigemmo all’ingresso.
Luca ci venne incontro con un grande sorriso, salutandoci cordialmente e fatte le dovute presentazioni ci fece accomodare ad un ottimo tavolo con un piccolo separ&egrave, che ci avrebbe garantito un bel po’ di discrezione…
Ordinammo del buon vino e le pietanze furono, a mio avviso mirate.
“Cosa vorresti mangiare, Cri?” le chiesi…e lei mi rispose: “Gamberoni…mi hai detto che qui li fanno ottimi e con una salsa speciale”. Luca prese nota
“Io invece prenderò il filetto…al sangue, sai come mi piace, vero Luca?” dissi io..”Ma certo, caro” rispose il mio amico.

Nell’attesa dell’arrivo delle pietanze, io e Cristina approfittammo per gustare il vino e chiacchierare un po’, mentre ogni tanto un bacio a fior di labbra scappava e una carezza faceva capolino…

Non appena i piatti furono in tavola, mentre ci apprestavamo a mangiare, Cristina mi fermò e mi sorride guardandomi in modo malizioso (un modo che cominciavo ad adorare!)…”Guardami….guardami e basta…” mi sussurrò. Dopodich&egrave prese un gamberone, rosso e polposo e dopo averlo intinto nella salsa speciale (che aveva il colore di qualcosa degustato precedentemente dalla mia amica…) lo cominciò a leccare lentamente, in modo sensuale, facendosi passare la salsa dalle labbra alla lingua, succhiando sensualmente il gamberone…il tutto mentre con l’altra mano mi stava accarezzando la patta dei pantaloni, abbassandomi la zip e prendendo possesso del mio cazzo, diventato duro e turgido per tutta la situazione.
Cristina andò avanti con questo gioco sensuale per alcuni minuti, portandomi quasi al punto di non ritorno…MA la fermai in tempo.
L’eccitazione era ai massimi.

A questo punto presi io il controllo della situazione…Dopo aver richiuso “la bottega”, le lasciai finire il suo piatto, mentre il mio filetto veniva inciso dal mio coltello.
Lo tenni aperto per qualche secondo, osservando il colore rosso dal quale sgorgava il liquido con cui era guarnito e la immagine mi rimandò a qualcosa che avevo tastato fino a poco prima…”Guarda” dissi a Cristina “Non ti ricorda nulla?” e fissandola, le sbattei l’occhio…Lei mi sorrise e lentamente aprì di nuovo le gambe, mostrandomi la sua meravigliosa figa…”Intendi questa?” mi disse con un sussurro malizioso, mentre con le dita si divaricava leggermente le grandi labbra, facendomi intravedere il rosso vermiglio del suo clitoride….”dici che gli assomiglia?”…”Ma lei e decisamente molto più gustosa!” dissi io sorridendo…e scoppiammo entrambi in una risata spontanea e bellissima…Lei rideva in un modo fantastico: in quell’occasione mi ricordò la risata di Claudia Cardinale ne “Il Gattopardo”…cristallina, solare e spontanea.

Finita la cena e ringraziato il mio amico Luca per l’ospitalità, risalimmo in auto, già abbastanza sù di giri e con la volontà di concludere la bella serata nel miglior modo possibile.

Una volta in macchina, Cristina continuava ad osservarmi…felice e soddisfatta di essere lì con me…”Che c’&egrave?” le chiesi ad un certo punto…
“Mi stavo chiedendo” mi disse sorniona ” se per caso ti farebbe piacere che te lo prendessi in bocca, mentre stai guidando…ho una gran voglia di farti un bel pompino…”
“Beh…un’offerta così non si rifiuta mai!” dissi io.
Neanche il tempo di dirlo e Cristina si era già chinata sulla mia patta dei pantaloni, liberando il mio serpente di carne, per farne un sol boccone.
Le luci della strada creavano un effetto stroboscopico su quello che lei mi stava facendo, formando una barriera ai limiti dell’onirico…La Milano by night mi scorreva davanti agli occhi, mentre la bocca di Cristina mi donava sensazioni paradisiache.
Ad un semaforo colsi anche l’occasione per un atteggiamento narcisistico e cameratesco nei confronti di una compagnia di giovanotti che si era affiancata dal lato del passeggero con la propria auto…Alla scoperta che la mia passeggera mi stava lavorando di bocca, mi fecero due colpi di clacson facendomi il gesto del pollice alzato e andando via salutandomi, da me ricambiati, mentre sorridevo.
Uomini.
Cristina, per l’ennesima volta mi stava portando sul punto di esplodere, ma avevo altri piani per il mio sperma, quella notte.
La feci sollevare dolcemente, mentre stavamo arrivando all’hotel, e la baciai. Era così bello baciarla.
“Ti &egrave piaciuto?” mi chiese, già sicura della risposta…”E come avrebbe potuto non piacermi? Mi &egrave piaciuto moltissimo…Adoro quando me lo prendi in bocca e lo sai….” le risposi.

Una volta giunti in camera, le chiesi di non accendere la luce…volevo restare in penombra.
Aprii invece le tende della vetrata, permettendo così alla luce dei bagliori notturni della città di illuminare in modo surreale tutta la stanza, lasciando ombre e chiari a sprazzi casuali…ci spogliammo lentamente.
Io rimasi completamente nudo e già in erezione, mentre a lei chiesi di tenere calze e scarpe.
La feci stendere supina sul letto ed io mi inginocchiai tra le sue cosce, per terra,.
Cominciai a masturbarla, lentamente…poi sempre più velocemente, mentre lei si contorceva e mugolava di piacere.
Dopodich&egrave le cominciai a baciare la figa…bellissima, con disegnata la mia iniziale sopra…
Mentre le allargavo le piccole labbra, schiacciando leggermente le gradi per far saltare fuori il suo clitoride, sentivo che stava impazzendo.
Giocai col suo bottoncino per diversi minuti, leccandolo e rileccandolo a più non posso, ciucciandolo e mordicchiandolo…
Finch&egrave lei non venne urlacchiando di godimento e stringendomi la testa tra le unghie.
Le feci riprendere un po’ di fiato.
Poi ci baciammo, ancora e ancora…
Ci alzammo e mentre le accarezzavo la figa mi prese in mano l’uccello cominciando a massaggiarmelo.
La feci girare verso la vetrata, facendola appoggiare lentamente col viso al vetro…io mi posizionai alle sue spalle, mentre mi affiancavo alla sua guancia…I nostri respiri leggermente affannosi lasciavano degli aloni che sapevano di sogno contro lo specchio della notte…
Mi presi in mano l’uccello e lentamente cominciai a passarlo nell’incavo delle sue terga …sentivo che la cosa le dava un fremito ogni colta che facevo avanti e indietro sul suo corpo.
Poi, con l’aiuto dei miei piedi le feci divaricare un po’ di più le gambe e dopo averle accarezzato la figa da dietro ed averla sentita ben umida, le appoggiai all’ingresso della sua vulva la mia cappella, gonfia e vogliosa di espolore quell’antro meraviglioso.
Unirsi fu la cosa più naturale del mondo.
Comiciai a scoparla, lentamente, dapprincipio…ansimavamo insieme.
“Mi senti?” le sussurrai all’orecchio “Sì…Sì…ti sento Ale, ti sento!” mi rispose roca e vogliosa, mettendomi a sua volta una mano sul culo per incitarmi a penetrarla ancora meglio.
Facemmo l’amore in quella posizione per diversi minuti, durante i quali ci osservavamo riflessi nella controluce del vetro che faceva specchio alla nostra vetrata…”Cristina…sto per venire!” le dissi ad un certo punto…non resistevo più…”Vienimi in bocca…sul viso…dove vuoi, Ale, fammi tua” mi rispose prontissima…
A quel punto mi tolsi da lei e la feci mettere in ginocchio…
Ed era lì: con la sua coda di cavallo, bionda, con i suoi occhi semichiusi ma bellissimi, le sue mani che mi accarezzavano il culo, la bocca spalancata e la lingua pronta a ricevere il giusto compenso….era lì…ed io esplosi…riversando nella sua bocca e sul suo viso infiniti schizzi di sborra caldissima, godendo come un pazzo e sentendomi formicolare le gambe da tanto piacere stavo provando!
“Vengo! Vengo!” la mia voce roca accompagnava la doccia di sperma che Cristina si stava godendo.
“Vieni ALex! Vieni! ” mi diceva lei…
Poi la osservai, così meravigliosamente femmina, coperta e schizzata del mio nettare, mentre con le dita lo recuperava da dove poteva e lo portava alla sua bocca per non perderne nemmeno una goccia…
Poi si rialzò…ci baciammo, mescolando i nostri sapori…
e ci abbracciammo.

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