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Racconti Erotici Etero

Laura. Parte seconda: Alex e Giulio

By 6 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Arriviamo a destinazione, finalmente. E’ una magnifica commozione rivedere la casa, il prato, la spiaggia in lontananza, le colline, e tutto il resto.
Veniamo accolte da Maurizio, che dedica alla mamma un abbraccio forte e lungo, poi si rivolge a me:
‘Quanto tempo Lauretta! Alex sarà felice di rivederti, adesso però non c’è’ è fuori per delle commissioni’.
Speravo proprio di poterlo abbracciare subito’
Io e mamma decidiamo di riposarci dopo il lungo viaggio, in attesa della cena.
Mi riapproprio della mia vecchia stanza: niente è cambiato, tutto è ancora nello stesso posto di prima. Mi sdraio sul letto, abbastanza stanca.
Mi sveglio di soprassalto. Fa enormemente caldo, sto sudando. Indosso una gonnella blu di cotone molto corta e una canotta senza reggiseno. Mi alzo per andare a farmi una bella doccia rinfrescante. Dopo circa una mezz’oretta di relax sotto la doccia, esco dal bagno e, attraversando il corridoio, passo davanti alla camera da letto di Alex. E’ socchiusa, mentre prima era aperta. Sento dei rumori e dei gemiti.
Così mi avvicino e spio al suo interno: c’è una ragazza bionda, a carponi sul letto, completamente nuda, con due tette grosse che ciondolano. E dietro di lei Alex, che la scopa voracemente. Chiudo gli occhi e mi viene in mente una delle pose che preferisco dei video porno. Torno ad assaporare la scena, anche se questa mi crea un po’ di imbarazzo, ma pure un po’ di gelosia: vorrei esserci io al posto di quella. Il corpo di Alex si muove velocemente, avanti e indietro, avanti e indietro, e la ragazza viene smossa a ritmo frenetico; ansima mentre lui le dice:
‘Brava, porca. Godi e fammi venire!’.
La mia figa è in subbuglio, sento che si sta gonfiando, chiudo leggermente le cosce e cerco di sfregarla un po’ così per calmarla, ma non c’è verso. Vorrei esserci io, lì, su quel letto, con mio cugino che mi scopa impetuosamente da dietro; io’ impossessata da lui, che mi lascio scopare e vengo, proprio come quella porca ora sta facendo. E anche Alex gode da impazzire perché noto che il suo corpo diminuisce l’andamento, la sua testa si protende verso l’alto e le sue mani stringono il sedere della ragazza.
Ora ho paura di essere scoperta. Mi allontano dalla porta e decido di uscire di casa: voglio un posto tranquillo dove poter soddisfare la voglia matta che ora ho addosso. La mia fighetta è sveglia come non mai, sento che sgocciola e che vuole uscire dalle mutande.
Potrei andare nella casetta degli attrezzi dello zio, ma potrebbe esserci lui nei paraggi; potrei andare al torrente e nascondermi dietro un cespuglio, ma anche là sarebbe rischioso; potrei tornare nella mia camera ma ho timore di incrociare mio cugino e quella porca. L’istinto mi aiuta, o forse la mia mente calcolatrice fa tutto così velocemente, che quasi non me ne accorgo. Imbocco una strada fra i campi che porta al bar vicino alla pineta. Il bar appartiene alla famiglia di Giulio. Penso che forse rivedere e parlare con un vecchio amico possa aiutarmi a distrarmi.
Entro. Vedo un ragazzo dietro il bancone. Lui si accorge della mia presenza e alza lo sguardo:
‘Buongiorno’.
‘Ciao!’ rispondo io.
Noto il suo stupore: deve avermi riconosciuto. Sono in piedi, davanti ad un vecchio e caro amico. Giulio mi osserva da capo a piedi:
‘Lauretta’ quanto tempo!’.
‘Ebbene sì’ sono proprio io!’.
Istintivamente Giulio scende dal bancone e mi viene incontro e sempre spontaneamente ci abbracciamo.
Ci facciamo una breve chiacchierata seduti ad un tavolino, riguardo alle nostre vite durante quegli anni di assenza. Ad un certo punto Giulio mi chiede:
‘Hai già visto Alex?’.
Abbasso lo sguardo e nella mia mente si insinuano le immagini viste qualche tempo prima: quella porca dalle mega tette scopata impetuosamente da mio cugino.
‘No, cioè’ l’ho visto, ma lui non ha visto me!’.
‘In che senso?’.
‘Era nella sua stanza, con una ragazza’ e”.
‘E cosa? Scommetto che Alex e Matilde se la stavano spassando!!!’ Giulio se la ride alla grande.
Non so cosa rispondere, tolgo nuovamente lo sguardo da Giulio, sono un poco imbarazzata. Ma il silenzio non dura molto, per fortuna il mio amico decide di romperlo, ma in modo decisamente inaspettato:
‘Ti sei eccitata nel guardarli?’.
Sono stupita, però cerco di liberarmi da quella situazione:
‘Non li ho guardati, li ho solo visti”.
Giulio ride, e nel frattempo mi appoggia una mano sulla coscia destra. Lo guardo fisso negli occhi. L’imbarazzo sta lasciando spazio ad una leggera eccitazione, forse collegata ancora alla situazione vissuta in precedenza a casa.
D’impulso allargo le gambe e mi protendo in avanti, in modo che Giulio possa vedere le mie mutande, già bagnatine, e in modo che la mia figa fuoriesca dallo spigolo della sedia. Lui sospira, noto che si sta eccitando. La sua mano si sposta dalla coscia e si insinua nelle mutande. Trova immediatamente la mia clitoride, che sta per impazzire. Lascio andare un lieve gemito e il mio corpo si inarca, mentre chiudo gli occhi per assaporare meglio il momento.
Giulio inizia a smuovere tutta la mia figa, la palpa, inserisce un dito nel buchino, poi ritorna a concentrarsi sulla clitoride. Ormai sto impazzendo, mi muovo leggermente, seguendo il ritmo di Giulio e continuo ad ansimare. Intanto penso a quella porca che godeva grazie ad Alex.
‘Sì, ah ah, sì’ sto venendo!!!’.
Detto questo Giulio aumenta la velocità di lavoro della sua mano, che scivola briosamente nella mia figa e all’esterno di essa’ perché è completamente bagnata.
‘Brava Lauretta, godi!!!’.
E infatti mi lascio poco dopo andare ad un orgasmo incredibile:il mio corpo si muove convulsamente e alla fine dell’amplesso si avvicina a quello di Giulio, come se volesse ringraziarlo del piacere ricevuto.
Avvicinandomi con una mano sfioro i pantaloni di Giulio: sento che il suo cazzo vorrebbe uscire dalle mutande. Così glieli slaccio e insinuo la mia mano sotto i boxer. Lui mi lascia fare. Sento nella mia mano un cazzo duro, enorme, che non vuole assolutamente stare fermo. Giulio mi aiuta, abbassando leggermente i jeans (non troppo visto che siamo nel bar e potrebbe arrivare qualcuno da un momento all’altro!).
In questo modo riesco a muovere su e giù la mano, per fargli una sega e farlo godere; sento che ne ha un gran bisogno: su e giù, su e giù, sempre più velocemente, finchè lui mi dice:
‘Piano tesoro, sto per venire!’.
Così rallento la velocità e attendo che Giulio esploda, riempiendomi la mano con tanta sborra.

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