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Racconti Erotici Etero

Le Amazzoni

By 11 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Apparvero le donne guerriere, combatterono. Fronteggiarono gli uomini, femmine di molta grazia e scioltezza, e non ci fu più paura nel villaggio. Combatterono ridendo e danzando e cantando, i seni vibranti nell’aria, finché gli spagnoli si persero oltre la foce del fiume. Avevo sentito parlare di queste donne e adesso ci credevo. Esse vivevano al sud, in signorie senza uomini, dove affogavano i figli che nascevano maschi.

E’ in quella terra che portarono noi prigionieri affamati, stremati, eccitati da quelle donne guerriere così belle e feroci che erano uno scandalo. Attraversammo la selva, costeggiando il rio delle amazzoni, borbottando preghiere. Al campo, intorno alla piazza pendevano pannocchie e pesci essiccati dai tetti di paglia. Portarono Balboa, le mani legate dietro la schiena. Lo sciolsero: fumava l’ultimo sigaro, senza dire una parola. Nessuno di noi sapeva cosa lo attendesse, nessuno poteva immaginare la virtù sessuale delle guerriere del nuovo mondo. Gli offrirono della frutta, che rifiutò; spogliatolo della pesante armatura lo fecero lavare, lo profumarono con erbe e oli. Il suo corpo spariva dietro le mani attente di quelle donne. Fu allora che Balboa cedette alla tentazione e avvicinò le sue labbra a quelle di un’amazzone, che lo avvolse in un bacio ardente. Vidi il suo piacere crescere, avvolto da labbra come petali di rose. Molte mani carezzavano il suo corpo, alcune si soffermavano sui capelli, altre sul petto forte e vigoroso del soldato. Altre mani ancora dal corpo del giovane si spostavano su quello delle donne, avviluppandosi a vicenda. Scorgevo dita dappertutto, che titillavano i capezzoli, che cercavano il sesso, che penetravano il retto e il corpo di Balboa fremeva. Io stesso ero eccitato, ma le corde che mi stringevano i polsi mi impedivano di soddisfare il mio piacere; allora mi girai per non vedere più, per calmare il mio ardore, ma una guerriera mi costrinse ad assistere alla scena. I suoi occhi erano neri e imperscrutabili, come le profondità della foresta. Balboa era ora svenuto, ma le guerriere continuavano a godere del suo corpo senza sosta, una in particolare era infaticabile. Dall’inizio dell’amplesso torturava i piedi del soldato con le proprie dita e adesso muoveva la lingua lungo la pianta, lentamente, come a voler risvegliare Balboa. Accompagnava il movimento con una impercettibile vibrazione di tutto il corpo, un richiamo a cui Garcia non seppe resistere, lanciandosi su di lei. Fu sommerso anch’egli dalle guerriere e così noi altri.

Venimmo liberati e dopo quella notte d’amore chi di noi era arrivato giovane, ritornò già vecchio.

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